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La cosa che ha detto bialbero corrisponde, in certa maniera, a verità. Ma non erano motori diversi, erano solo motori che, provati al banco - perchè l'Alfa provava ogni motore alla fine della produzione per un ciclo ben determinato - uscivano "meglio". E venivano montati sulle auto ordinate secondo dei criteri che vennero interpretati come fossero da parte di una certa tipologia di cliente. Nel senso che chi voleva una vettura rossa, tendenzialmente era uno che voleva delle prestazioni dalla loro auto, quindi un motore che avesse tutti requisiti di performance di progetto e forse anche qualcosa di più veniva destinato a quelle vetture là. Chi invece la voleva grigia, veniva identificato come uno che tendenzialmente amava + la "rotondità" e quindi un motore meno cattivo ma + regolare poteva andare bene. Io sulla mia 33 rossa avevo un 1300 che faceva paura, altri motori montati su vetture verdi metallizzato andavano peggio. Idem per l'Alfa 75 Turbo: amici che ce l'hanno nera hanno avuto prima di me problemi di battito ma anche prestazioni superiori....... Oggi non so se questi riguardi vengano ancora adottati, non so manco se provano ogni motore, uno per uno....
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Madonna, come ci avete dato dentro. Premtto una cosa per Taurus: mi pareva chiarissimo che non vi era nessuna voglia di offesa nel mio dire "non mi sembravi Alfista" e questo mi pareva di averlo chiaramente espresso, poi abbia pazienza ma dal tuo, di tono, mi pare che tu ti ritenga superiore e "non ti devo far incazzare" al che rispondi male...... non mi pare una cosa che io mi meriti, abbi pazienza. Tu hai le tue idee e la tua dimestichezza e sicuramente migliore (di me) esperienza del design delle vetture, io per il design vado molto "a sensazione" e se la 8C fosse anche un "masterpiece" riconosciuto da tutti a me non piace, non mi dice quello che mi dice altro, punto e basta. Io ho sempre badato alla sostanza prima che alla forma, e se tu mi citi le Alfa Romeo d'anteguerra che erano elitarie e che ispirarono i carrozzieri, io non discuto e manco mi cimento dato che non conosco la materia quanto vorrei e quanto mi servirebbe per pensarci su seriamente. Premesso questo, se l'intendimento di fiat è di produrre vetture che siano stilisticamente corrette ed "ineccepibili" magari fatti suoi, quando sotto a questa linea non troverò qualcosa che per me è soddisfacente continuerò a dire "belle, ma......." Per me l'era che evidentemente a te non piace, ovvero quella "luraghiana", è stata la migliore sintesi fra forma e sostanza. Se la 75 (come la SZ/ ES 30 di Zagato) erano brutte a me francamente non fregava niente, nel senso che le automobili io le guido e non le guardo, quando sono dentro, quindi per me un'Alfa soddisfaceva certe mie esigenze. La somiglianza fra la Villa d'Este io la vedo nel frontale; e con questo io non nego che 156 abbia linee apprezzabilissime, ma la discriminante non è criticare una linea, è pensare ad una casa nella sua interezza. Francamente a me di una casa che mi fa linee che ricordano qualcosa e basta non mi interessa, preferirei una sostanza unica (ma proprio unica), esclusiva, sulla produzione "comperabile" e poi se ci mettono una linea nuova, di rottura, da digerire, mi sta anche bene. Quanto a te non piace, ovvero l'era degli anni '70, ha prodotto quantomeno due carrozzerie che sono state copiate: l'Alfasud di Giugiaro e la Giulietta di Cressoni. Quà invece mi pare che il centro stile stia copiando se stesso..... mi sta bene, mi può stare bene, ma se invece di una linea, che a me pare un concetto impalpabile - tant'è che certi discorsi che mi fa un amico architetto a me sfuggono, sarò limitato, ma non sono tutti eguali - mi dai veramente un qualcosa che mi rimanda all'Alfa, preferisco. Una Maserati con linee mettiamo anche della 33 per me è un ibrido, la Proteo non la era. Ora non ho ben capito: la Fiat vuole fare cosa, vetture un po' "mescolate" come componenti e con linee che vadano bene ai culturi dello stile? Se questo è l'intendimento che fiat ha di Alfa Romeo per me sta benissimo che ne venda anche duecentomila esemplari al minuto, a me non sta bene e non le compro. Anche perchè linee "stimolanti" (per i carrozzieri) o meno che fossero negli anni '20, '30, delle vetture che tu hai la fortuna di aver visto e toccato data la tua parentela che, fortuna sua e tua, ha modo di possederle, di base c'era una certa, giusta o sbagliata che fosse, filosofia aziendale. E poi mi pare tu abbia detto che "ogni tecnico che entrava in Alfa faceva un po' a modo suo"; non mi pare che la direzione tecnica di fiat stia facendo qualcosa di diverso, non mi pare che proprio la gestione fiat possa vantarsi di aver assicurato continuità da una parte o soluzioni meccaniche eccellenti al di là di ogni dubbio dall'altra. Per me la carrozzeria è un qualcosa che deve coprire qualcos'altro, e prima che la carrozzeria mi interessa qualcos'altro. La linea di 156 mi piace, quella di 158 da quel poco che ho potuto vedere anche, ma comunque rimane una insoddisfazione di fondo, un non so che....... comunque, vedendola aziendalmente, questa era è differente da tutte le altre, con prodotti che sono differenti dagli altri. Per me, che sarò scemo quanto vuoi, andare alla ricerca di linee ineccepibili vestendo quello che è il frutto di sinergie è già un procedimento sbagliato, e se il mercato le venderà, queste auto, buon per chi le produce, a me non interessa, io non sarò fra quei clienti. E ti dirò di più: per me andare "oltre" la linea era molto da Alfisti, ma molto molto.
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(6c) 3000 CM(Competizione Maggiorata) e 8c Competizione...
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
Ognuno ci può vedere quello che gli pare, daltronde c'è di tutto di più...io ho riportato quanto mi è stato riferito, e che Egger ha risposto che no, loro hanno sulle scrivanie, sui muri e come sfondi desktop le vecchie Alfa quali appunto le 33 e via discorrendo (cosa confermata da amici che di recente sono andati al centro stile). Sarà che, comunque, è una macchina che non mi dice, sarò senz'altro scemo io come orbo è chi ha detto che ci vede la Maserati Coupè. Comunque sta di fatto che nè l'utente normale, nè tantomeno chi potrebbe comperare la 8C, sta a vedere che passo ha la 8C e se è di qualche cm + lunga l'una o più corta l'altra. Comunque sta di fatto che uno dice che ci vede la GTO, l'altro la Maserati, si vede che sono tutti cecati o non hanno gli occhi foderati di prosciutto. -
non sarebbe mica troppo dispendioso avere addirittura tre marchi nella stessa formula? E far correre Alfa anche dove corre ad oggi... nel senso che sembra sempre manchino i soldi per fare delle vetture di serie "superiori" e si sinergizza, e poi con lo specchio delle allodole del ritorno di immagine addirittura tre brand Fiat in formula 1?
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(6c) 3000 CM(Competizione Maggiorata) e 8c Competizione...
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
Togliendo gli stilemi alla Brera non si riconosce come Alfa Romeo, e questo è veritiero. Ma togliendoli alla 8c io non ci vedo tutta questa "citazione" Alfa. C'è stato chi ha chiesto direttamente ad Egger se si sia ispirato alla Maserati Coupè, e questo non mi pare lo stesso un bel complimento. -
purtroppo non ci conosciamo, e non sapevo che tu ti potessi definire Alfista, dall'entità dei tuoi messaggi (guarda che parlo senza rancore, eh, anzi se ci incontriamo è anche meglio che si capisce così il tono) mi ricordi molto un (ex?) amico che lavora in Fiat e si definisce anche lui Alfista. Credo che nel suo caso o perchè essendo introdotto nell'ambiente sente "più di noi" l'aria che tira e gli pare, per questo, + sufficente, o perchè respira e assimila l'aria che tira, egli sia troppo accondiscendente verso l'attuale gestione. Per quanto riguarda (ho visto che lo hai scritto anche nel post della 8c,) il fatto di essere attaccati alla visione 1970 - 1986, questo è innegabilmente vero, in quanto io - e credo di poter parlare anche per bialbero - ho conoscenza ed esperienza (postuma, per motivi di età) della produzione precedente, ovvero dalla 1900 in avanti (se valutiamo anche il periodo precedente allora il discorso si chiude subito: le alfa di adesso meriterebbero un marchio diverso, che sia fiat o simca, ma di certo non quello che hanno, perchè di quell'epoca sono la negazione + assoluta) e reputo le Alfetta come delle evoluzioni ed involuzioni di soluzioni precedenti. Non dimenticare che da quando l'Alfa assume una posizione più da produttore in serie via via (dalla 1900, alla Giulietta, alla Giulia) lo fa "a modo suo" e non "in certo qual modo suo", e per me c'è differenza. Le Alfa sono frutto dell'esperienza dei suoi tecnici impegnati sulle piste, impegnati in aeronautica, impegnati a fare motori che vadano bene anche per la motonautica, è un'azienda semiartigianale che comunque è completa e segue un suo filone aziendale. Il bello di Alfa era che non era simile, ma solo superiore, alle sue concorrenti, aveva una sua identità. Mi stupisce di come tu possa reputare, a questo punto, l'Alfa attuale come "aderente" o "erede" di quella soprattutto degli anni '60. La produzione attuale si giustifica solamente pensando all'Alfasud, non certo alla Giulia. La Giulia usciva con una linea di rottura, tutta a modo suo, che non aveva certo canoni di plasticità classica (come non li ha la Brera, che per questo è molto + aderente all'Alfa "rossa, bassa ed incazzata" che non la 8c, che a me pare, se gli togli il marchio anteriore e il trilobale, possa essere qualsiasi cosa di qualsiasi marchio "revisionato"). L'Alfetta peggiora la manovrabilità cambio, ma migliora la tenuta, diventa + "matura" rispetto alla Giulia, per cui io la vedo come una evoluzione. Oggi non vedo questa evoluzione, e se mi arrocco al periodo + recente di Alfa IRI è perchè è il più comodo e non si può parlare di "passato remoto". Nel dettaglio, una meccanica evoluta come quella delle "DE Dion" poteva essere migliorata nell'eliminazione dei difetti. Questo non è stato fatto perchè le scelte aziendali che regnavano - e regnano - in Fiat erano e sono tuttora diverse. Altrimenti non saremmo quà a parlarne...no? E comunque a mio modo di vedere se diciamo che Alfa aveva imbastito una produzione "tanto al chilo" con Alfasud, possiamo giustificare il prodotto attuale come un perfezionamento encomiabile di quella filosofia, vivaddio. Ma non trovo riscontro invece per vetture che avevano qualcosa di diverso e superiore della concorrenza. Una vettura come GTA è insufficiente. E costa. Non pretendo la luna, pretendo un'Alfa che per terra metta 250 cv senza pattinare a destra e a manca, limitata da un limitatore perchè le ruote perdono aderenza, allo stesso modo di come senza tanti fronzoli una SZ (che era un'Alfa 75 3000 poi.....) metteva giù 210 cv. Il quid di fondo è che, a parte il pout pourri di motori di altri con teste nostre, di 8 cilindri per le supersportive e 8 cilindri diversi per le versioni di mercato, come posso essere soddisfatto di una vettura fatta da chi non pensa a seguire un certo filone logico (che non gli appartiene e mai ha voluto assimilare) nella ricerca ossessiva dei "conti perfetti", laddove anche in casi recenti (e a maggior ragione se pensiamo al ventennio 50/60) l'Alfa era un'azienda che si sforzava di essere produttiva mantenendo comunque, come una missione, il fine di dare rispondenza ad una tradizione di vetture sportive? Io quà vedo che si sta facendo come la mosca contro i vetri, fra motori, ipersportive che si faranno senza scopo di lucro (laddove invece si dovrebbe cercare il lucro), realizzate vestendo roba di altri, da un lato con una testa diversa nei motori, dall'altro con delle sospensioni dedicate... ma di realmente appannaggio ed esclusivo alfa al di là delle sospensioni cosa c'è? E cosa avrò? Oggi le sospensioni, domani le sospensioni e le teste? E, ribadisco, il momento recente che noi citiamo è per rendere + comodo il raffronto. Se dobbiamo metterci a valutare il periodo degli anni '60 dobbiamo allora dire che vetture come la Giulia consentivano alla casa di prosperare e di far nascere uno stabilimento ad Arese, uno stabilimento a Pomigliano ed una pista a Balocco. Oggi con le vendite di Alfa mi dici cosa si sta realizzando? Il restauro del centro tecnico? Non parlo con livore, vivaddio, ma come detto sento la cosa molto mia. E come rispetto il tuo punto di vista ancorchè per me sia impossibile da condividere - perchè secondo me c'è modo di rifare oggi l'Alfa's way in termini moderni, ma non è questa che vediamo - credo che da parte tua dovresti riflettere sul nostro punto di vista. Personalmente già per il fatto di essere nazionalista mi pongo a difesa di fiat, ma quando fiat può essere difesa. E su Alfa non può essere difesa. La 8c, come la Brera e come quant'altro, sono uno scimmiottamento di come era l'Alfa prima del 1950, con le sue Freccia d'Oro, Villa d'Este e precedenti, ed è uno scimmiottamento in quanto ci trovo roba che è di casa d'altri e non di casa mia. Io sono ancora fautore di un certo pragmatismo: prima le cose necessarie, poi le cose superflue. Prima le vetture di serie le migliori possibili almeno sotto il piano di rispetto di tradizione, di sportività e di esclusività; poi le dream car o i voli pindarici. Altrimenti sembrano le classiche nozze coi fichi secchi. L'Alfa è una, non è una porzione, questo lo so bene. E proprio perchè lo so ho visto come da produttore limitato e artigianale si sia messa, l'Alfa, a fare vetture di serie con certi connotati esclusivi, che oggi non vedo più, per cui per me è un regresso. E nei difficili anni '70 ed '80 questa esclusività c'era ancora. Oggi non più.
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Ma perchè devono pesare così tanto??????
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158/Giulia motorizzazioni e prezzi del debutto........
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
inizierò a comprare un po' di adesivi "Q4"...... anche perchè se dovessi spendere un tot. di soldi per finalmente un'Alfa di cui potermi sentire soddisfatto, gradirei anche farlo vedere. -
ovvero tanti soldi che potevano essere destinati ad altro spesi in F1.... mah. Non ne vedo il motivo. In questo caso essere della stessa proprietà mi pare che sia un comodo motivo per non prendere neppure in considerazione la cosa. Ma la Fiat ora si mette a produrre "immagine" invece che automobili? Sembra che non faccia altro....
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Sede,museo,centro stile e stabilimento...cassetto Alfa...
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
Il museo deve la sua nascita non certo alla fiat, essendo stato voluto (e l'ubicazione dello stesso lo dimostra) contestualmente alla nascita del centro direzionale di arese, completato nel 1974. Fu voluto da Satta, che trovò Luraghi molto ben disposto. E venne incaricato Luigi Fusi, noto agli storici per il suo volume - che si paga oggi carissimo essendo oramai fuori commercio dai primi anni '80 - ex dipendente di ricostruire la storia del marchio ed organizzare il museo. molte vetture vennero reperite fra quelle che ancora esistevano al Portello (leggi: il prototipo di Giulietta Spider azzurrino, la Giulietta berlina di un arancione mai entrato nell'ufficiale gamma colori) e via discorrendo. Fu una scelta molto lungimirante, nessuno aveva, a quel tempo, un museo aziendale. E dirò di più: gran parte della documentazione che andrà a far parte del centro documentazione storica, istituito da Massacesi ad inizio anni '80 e quasi subito assegnato alla Ruocco, è stata fornita da dipendenti Alfa, a testimonianza che in azienda c'era la tendenza a conservare e ricordare (per questo dico che rimoversi da Arese è l'ennesima goccia nel vaso delle boiate fiat). Ad essere sinceri, ai tempi Alfa si metteva da parte la prima vettura o una delle prime uscite dalla catena, a partire dal 1983, con la prima serie della 33. Altre vetture potevano essere invece stoccate nei magazzini di quelle che, aziendali, venivano fornite ai dirigenti o usate all'interno dello stabilimento. Con fiat invece si decide di prelevare la prima vettura NUOVA dalla catena e l'ultima, di modo da avere l'evoluzione completa. Con questo si spiega che alcune vetture recenti del museo siano praticamente delle preserie con particolari non aderenti al modello di serie (es. la 166 3000 rosso proteo che è da anni all'ingresso, e che reca la scritta Super che non dovrebbe esserci). A fiat va dato atto, oltre al varo di questa iniziativa, di aver investito sul restauro di alcuni modelli, ma come acquisizione si registra solo la 8c berlinetta Le Mans, trattativa comunque in atto da tempo e chiusa da Fiat con la cessione di una 158 e relativi pezzi al collezionista che aveva, in condizioni discrete, quest'auto. Fiat è arrivata in azienda ed ha effettivamente dato il benestare, ma comunque sempre di roba ALfa Alfa sitrattava dato che la 158 e i pezzi da dare in permuta di certo non sono arrivati da torino perchè di proprietà fiat, ma erano in Alfa ad Arese da dopo l'abbandono del Portello. Quindi, la Fiat ha solo permesso il perpetuarsi del museo, che ha utilizzato a piene mani per promuovere il suo prodotto che, quando prima non se ne sentiva la necessità, evidentemente non veniva sentito - o questa era la paura - come "attaccato" a quei modelli che erano nel museo. Le altre vetture sono o messe da parte in tempi "vecchi" o comunque prese da concessionari che le avevano in giacenza (tipo l'Alfa 6 Q.Oro luci di bosco met.) o vetture che venivano utilizzate in Arese e poi dismesse (tipo le 75 sportwagon). Per me ribadisco che almeno Arese lo dovrebbero lasciare. Inseguire la moda che vuole "lo showroom" e tante altre cose, dispendiose oltrechè "nuove" e senza capo nè coda, lo lascerei fare ad altri. Comunque rimane un po' strano notare come ad Arese rimanga il centro tecnico (di proprietà della stessa multinazionale tedesca che ha anche il direzionale e quindi il museo, intendo come "aree" e "muri") e si debba portare altrove quanto invece dove è starebbe benissimo. Mi auguro che questa disgraziata scelta della Bicocca, dove semmai facessero il museo Pirelli, venga accantonata. Essendo, comunque, un museo privato e che viene consentito visitare completamente gratis, non vedrei come uno scandalo chiudere il museo per due anni (un termine un attimino eccessivo) per il riammodernamento. E gli spazi per custodirle ci sono, come e dove sono custodite le altre vetture che, in varie condizioni di conservazione, non sono esposte. -
Mi sfugge però il tono con cui il redattore di Ruoteclassiche trattasse dell'argomento, in quanto, dalla sensazione che mi viene fuori, sembra quasi che dia dell'emerito imbecille a Luraghi, e che questa "imbecillità" sia come dire la causa dell'allontanamento di Luraghi da Alfa. Se mi sai dire il numero di RC su cui sta scritto quanto hai riportato, me lo vado a prendere, perchè sta cosa non sta nè in cielo nè in terra. Prendendo per buona quella che è la frase detta da Luraghi, un difetto glielo si può ascrivere: di essere stato troppo ottimista. Ma di sicuro in un periodo in cui tanti cianciavano di "fine dell'era dell'automobile" con disfattistici pronostici di "inversione di tendenza" queste sue parole erano tanto controcorrente quanto, come vediamo oggi, reali. Invece che giorni o mesi si è trattato di anni, ma le auto hanno continuato ad essere prodotte, non ci sono stati crolli modello "vendita zero" come paventava qualcuno o via discorrendo..... anzi, seppur toccata dalla crisi energetica, quell'Alfa messa su da lui subì sì delle flessioni, ma comunque rimase a galla, con quel prodotto. Non era il prodotto ad essere sbagliato in modo totale, era l'organizzazione, quella stessa di cui artefici sono coloro che Luraghi l'han mandato via con escamotage vari ed eventuali. Quindi il redattore di RC che si studi la storia dell'Alfa, se intendeva questo, e poi parli, dimostrando di avere titolo a scrivere sulla rivista. No, non ho mai pensato a scrivere un libro, per il semplice motivo che sono tendenzialmente "chiuso" e delle mie conoscenze non voglio fare business. Sono mie, alcune le esterno, altre non le esterno, non devo dimostrare niente, fare un libro perchè poi, per essere magari criticato da certa "intellighenzia"? Giammai, per me l'ideale è trovarsi una decina o massimo una ventina di amici fidati, magari con un amaro e una stecca di Marlboro al mentolo davanti, col camino acceso a parlare di Alfa Romeo. Se poi fossimo dirigenti Alfa, tanto meglio..... nel mio piccolo rivendico l'organizzazione amichevole e non burocratica che c'era in Alfa ai bei tempi....
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Sede,museo,centro stile e stabilimento...cassetto Alfa...
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
sì, gran macchina, ma oramai la odio è come un'amante brasiliana: divertente, ma come "moglie" non andrebbe bene....... -
Autodelta lanciata a Dicembre come l'Anti M/AMG/Quattro Gmbh
il FUSI ha risposto a nella discussione in Scoops and Rumors
Scusate, eh, ma da quanto mi risulta adesso il nome autodelta è un nome e basta. senza niente di più. è una placca di ottone messa su al balocco, fra l'altro sono stato io a dover fornire ad un amico che lavora in fiat la scansione di una foto d'epoca che avevo per fargli vedere come era la placca originale a settimo milanese, e lui poi l'ha girata ad un suo amico che lavora in BU Alfa Romeo. Dietro la placca ci sarà l'N tech. di De Adamich quanto si vuole, ma mi sa che tutto sto fumo cela unicamente la non volontà (op vergogna) di scrivere "tuned by N techn. o qualcosa di simile). Daltronde c'era l'Alfa Corse, chiusa da fiat facendo confluire tutto in fiat corse o similare, che come nome e simbolo sicuramente sarebbe stato + efficiente. Ora, conoscendo gli artefici di questo amarcord non mi passa neppure per la testa di bocciare questa "resurrezione", ma di arrosto dietro ce ne è molto poco. Avrei prima creato tutta una organizzazione anche di tuning su richiesta cliente, e poi varato e presentato tutto il programma "chiavi in mano". -
mi fai arrossire, come sai anche tu da altre parti invece credono di essere tutti "superiori", io adesso non voglio vantarmi, ma devo dare atto che certe cose le scrivo solo io. Dovrebbero mettermi a capo del RIAR.......
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158/Giulia motorizzazioni e prezzi del debutto........
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
un anno fa dalle pagine del forum 4R dicevo che solo la piccola roba poteva mantenere la TA, il resto tutto TInt. (per non confonderla con l'allestimeno TI). Non siamo a tanto, ma meglio di niente...... comunque la colpa di quanto ha detto bialbero è un po' mia, della non necessarietà di sofisticatismi tipo TP sulle ammiraglie, in quanto secondo me un certo divertimento lo trovi su una classe tipo 156/serie 3, non su 166 / serie 5. Di certo per consentire un ammortamento dei costi nel minor tempo e più efficace, il tipo di trazione per la media va benissimo anche per la grande, vivaddio.... -
che dagli interventi di tanti, non sono l'unico a pensarla come qualcuno di voi ha sintetizzato. Mi sono ritrovato moltissimo in quanto ha detto qualcuno, che le attuali produzioni, con stile ovviamente quasi ottimo, sono l'apice di una filosofia Fiat Lancia. Io, per essere + "campanilista", dico che vanno su una categoria merceologica "Alfasud", cioè roba che rispetto alle "alfanord" era "tanto al chilo" e doveva "vendere a tutti quelli cui si poteva vendere". Speravo vivamente che i soldi che fiat doveva fare col brand fiat consentissero di avere qualcosa di meglio, ma la fiat oramai i soldi li fa tutti sulle spalle della Punto e dell'Alfa Romeo. Che poi in giro ci sia della spazzatura che si riesce a superare con la trazione anteriore (con tutto che su 156 GTA a me è parsa veramente inadeguata) è un altro discorso, quà il prodotto di adesso è l'ombra, l'odore, di quello che poteva e doveva essere dato il notevole prodotto pregresso che c'era. Se le Alfa di vent'anni fa erano avanti vent'anni, quelle di ora sono indietro vent'anni rispetto a quelle là. Riguardo il discorso di trazione, non disdegno nessuna, a priori, ma comunque, al di là del discordo tradizione o meno, credo che sarebbe meglio avere integrale su tutte in serie e anteriore, se deve essere, per 147 con opzione dell'integrale. Così anche per GT Coupè, che senso ha? Sembra di parlare di una 156 a due porte, sennò.... anche perchè se l'eccellenza che alfa perseguiva oggi si può avere con l'integrale, allora rivendico l'esclusività dell'integrale per Alfa Romeo.
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Buongiorno a tutti, non credete a Copco, ha esagerato Comunque cerco di allierarmi la mattina, sta mattina uggiosa di lavoro, parlando di Alfa. Eravamo all'Alfa 6. L'Alfa 6 testimonia, secondo me, lo stato di crisi "mistica" che inizia nel dopo Luraghi e che, a mio parere, è terminato sotto l'era fiat, ma non perchè si è ritrovato qualcosa di simile a quell'ambiente, solo perchè la strada intrapresa da torino è stata diversa. Per parlare correttamente di Alfa 6, bisogna trattare un momento il motore a sei cilindri. Dagli anni '60 in Alfa c'era stata la serie delle 2600, varata per sostituire le 2000 basate su motore 1900, che ad una carrozzeria pesante ed americaneggiante avevano associato un motore della 1900 che appariva, soprattutto sul berlina - Sprint e Spider lo avevano potenziato - del tutto inadeguato. Ecco quindi arrivare le 2600, 6 cilindri in linea, con le ovvie declinazioni Sprint e Spider. Non sono state, berlina sopratutto, un successo..... A fine anni '60, ancora sotto la direzione tecnica di Orazio Satta, un "tale" Giuseppe Busso prendeva sempre + campo in seno alla direzione tecnica. Accusato di conoscere solo il quattro cilindri bialbero, che difatti conosceva a menadito essendo in Alfa da prima della guerra e quindi avendo contribuito alla nascita dei motori 1900 e successivi, Busso, torinese di un certo carattere, non volle lasciare cadere nel vuoto queste osservazioni e, con il suo temperamento orgoglioso che gli ha cagionato anche tanti nemici e detrattori, eccolo tirar fuori un sei cilindri con trasmissione a cinghia. Il sistema della distribuzione, misto con alberi a camme e bilancieri, era frutto di certe sperimentazioni su un quattro cilindri dotato di quella distribuzione. Il motore 6V di 60°, inizialmente previsto per essere un 2200cc. (fu poi Surace a insistere per la cubatura 2500: le tasse si pagano "a cilindri" e tanto valeva differenziarlo dal 2 litri) iniziò a girare al banco nel 1968 presso un centro sperimentale Bosch a parigi, dove vennero verificate certe teorie sull'iniezione elettronica, la quale iniezione elettronica sembra sia stata "inventata" per prima dall'Alfa e successivamente ceduta a Bosch alla stessa stregua di come avvenuto per l'unijet made in Fiat. Comunque questo motore gira dal 1968 ed è una realtà già quando le esperienze erano ancora al Portello e non ad Arese. L'idea dell'ammiraglia nasce ovviamente dalla necessità di fare, attorno a questo motore, un'auto di un certo prestigio, sia perchè il motore era il top di gamma Alfa, sia perchè mancava in effetti un'ammiraglia del "dopo 2600". Gli studi di stile ovviamente risentivano dell'influsso Alfetta, presentata nel 1972 ed in studio dal 1968. A grandi linee, se ne avevano due versioni: una che, scartata, darà origine alle 2300 della consociata FNM, l'altra sarà quella adottata, di somiglianza Alfetta, e che conosciamo. L'auto, come il motore, erano già completamente pronti nel 1976, ma si atttenderà fino al 1979 per vederla presentata, ecco perchè si dice che nasce vecchia. L'impostazione meccanica differisce dall'Alfetta in merito al cambio, per il semplice motivo che la trasmissione dell'Alfetta si dimostrò debole anche per la 1800 (i giunti vennero via via ingranditi e perfezionati) figurarsi tenere la coppia e la potenza di un 2500. Ecco la decisione di, quindi, mettere il cambio davanti e dell'Alfetta, al ponte, mantenere solo il De Dion. L'Alfa 6 ha lo stesso ZF della Fiat Dino 2400. Via via che passarono gli anni ci si rese conto che poi sarebbe stato possibile avere il cambio al ponte anche con quel motore, ma comunque fu un progetto mai veramente amato e sentito: fra crisi energetica, fra sti problemi che vennero risolti con il cambio all'anteriore, fra tutta una serie di motivi, alla fine degli anni '70 st'Alfa 6 la misero fuori giusto perchè era pronta, e perchè in effetti la crisi energetica era meno "terrorizzante" di prima. Ma nessuno dell'Alfa pare aver mai voluto veramente rendere quest'auto competitiva nella sua categoria, a partire dall'interno, decisamente sotto tono rispetto a come doveva e poteva essere (il prototipo 023 ha un interno di un lusso riscontrabile solo sulla Maserati Quattroporte). Peccato perchè fra le grosse la macchina va veramente molto bene, come tenuta e sicurezza di guida; va forte, e consuma di conseguenza. Un battage pubblicitario indegno, il consumo esorbitante, la linea molto understatment (che a me piace moltissimo) e con pochi fronzoli, l'interno sottotono, ne decretano l'insuccesso. Il restyling operato da Bertone nel 1983 non modifica granchè le cose, anche se con i motori 2000 6V carburatori (consumo peggio di andar di notte) e 2500 turbodiesel 5 cilindri le vendite inizialmente hanno un balzo verso l'alto, l'auto diventa di moda, una scelta alternativa per distinguersi dal tedescume emergente., In Alfa 6 ci gira Moratti, ci gira Craxi, ci gira Pertini. Illuminante è al proposito un articolo di Autocapital dell'agosto 1984. Comunque l'Alfa 6 muore nel 1987, con gli ultimi esemplari assemblati e marchiati Alfa Lancia, e dotati di minigonne sottoporta oltrechè anche di interno in pelle, che sul seconda serie è rarissimo. E poi l'Alfa 6 ha una sua "vena" artigianale (macchine costruite con particolari di entrambe le serie, l'Alfa 6 del Papa, l'Alfa 6 pick up di Balocco) che andrebbe raccontata. La 155. E' stata fatta per costare meno a chi la fa. E basta. Che in se poi la 155 è una macchina onesta ed affidabile, ma costruita con una filosofia diversa, quella che adesso, migliorata, è la stessa che ha motivato la 147, la 156 e via discorrendo. Francamente, noi "vecchi" l'abbiamo presa come una presa per il sedere, e sapere che in realtà da parte di Fiat non c'era la volonta di "segarci le gambe" ma hanno solo peccato di leggerezza nel determinare quanto un alfista potesse ingoiare, non è che migliora la cosa. Loro sono entrati credendo che all'Alfa quasi tutti fossero scemi, e scemi fossero quelli che le Alfa le comperavano. Si credevano che un'Alfa fosse una macchina come tante solo + brillante econ un certo marchio. Per questo io mi sento tradito ed offeso da fiat. E la 155 dicevo nel 1992 che sarebbe stata l'auto più odiata dagli alfisti, e mi sa che avevo ragione.
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(6c) 3000 CM(Competizione Maggiorata) e 8c Competizione...
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
Guarda, in effetti concordo col tuo paragone. Però devo dire che quando penso alla 8c penso alle tante frustrazioni che patisce il centro stile, quindi mi piace perchè so quanto Egger e la gente del centro stile ci abbia lavorato su. -
Dunque, bialbero non vi ha detto, di me, due cose: 1. amo in modo viscerale e massimo (e sono un passionale sanguigno mezzo sangue toscano-siciliano, quindi sai che mix) le Alfa di un certo periodo e di una certa filosofia, ma non dico "tutto quanto è fiat= m....a" ed apprezzo la produzione attuale per quello che però è, ovvero delle auto costruite con la massima evoluzione oggi possibile della categoria delle "alfasud" (scelte simili alle concorrenti con differenziazioni limitate, economia di costruzione, economia di esercizio, necessità di essere auto di grandi numeri, necessità che siano auto che vadano bene ad ampio spettro della clientela) ma mancano le "alfanord" 2. che ho un caratteraccio, nel senso che quando parlo di Alfa mi sento proprio coinvolto nel mio io più intimo e mi si rizza di tutto, capelli, peli eccetera, i dico che ho i globuli rosso alfa...) per cui magari tenetemi a freno perchè non vorrei trascendere o litigare, non è nel mio carattere, ma penso che "chi tocca male Alfa, muore": l'Alfa va protetta da chi non la capisce, poi fra Alfisti magari ci possiamo anche scannare, ma in famiglia, e l'Alfa in se non si tocca. Premesso questo, riprendo con un altro dei miei famosi polpettoni storici e rispondo ad Abarth03 con piacere anche se sarò un po' breve per via che devo andare a letto: quando parlavo di tagli, intendevo parlare dei cosiddetti "esuberi": è innegabile che l'Alfa avesse + persone a lavorare di quante ne dovesse avere, e questo era anche troppo evidente se pensavamo all'effettiva produzione: al giorno uscivano meno di 500 auto da Arese (con capacità al massimo di 800 e raggiunte 750 nei momenti di "tiraggio" del mercato) mentre Pomigliano ondeggiava fra le 650 e le 800, su uno stabilimento nuovo studiato e realizzato per tirare fuori 1000 Alfasud al giorno (limite mai raggiunto, ma proprio mai). Riguardo Massacesi e l'Arna, vi è da fare un piccolo passo indietro. nel 1974 Luraghi, Presidente capace cui dobbiamo l'Alfa come la intendiamo noi, con auto di serie e "moderna", lascia dopo 14 anni la presidenza, di fatto mandato via con escamotage con una bella pedata nel sedere, e di questo si lagnerà per tutta la vita. Al proposito mi sento di consigliare il volume "Luraghi l'uomo che inventò la Giulietta", costa sui 13 euro, è un po' "celebrativo" ma di base è corretto, e si legge bene, fa cultura del mondo Alfa e dell'auto italiana in generale. Luraghi rimarrà fino alla morte crucciato di quanto gli accadde, ovvero di essere stato mandato via perchè non voleva piegarsi ai voleri di certi politicanti democristiani del tempo, che visto il boccone messogli lì con Pomigliano, volevano a tutti costi un APOMI 2 (Alfa POMIgliano seconda) e vagheggiavano del trasferimento delle presse da Arese a questo fantomatico nuovo stabilimento, della nascita di una Spider prima e di un fuoristrada poi, tutte cose che Luraghi, resosi poi conto del casino di Pomigliano, osteggiava e rifiutava, in quanto lui voleva e credeva in un ampliamento di Arese (Arese da lui voluto, come Balocco) che poi non avvenne mai. Dopo il '74 inizia un periodo di crisi che porta dove ha portato. Si succedono alcuni presidenti "politici" quando poi arriva, a fine anni '70, Ettore Massacesi. L'estrazione di Massacesi era quella di un dirigente statale di buoni propositi, specialista nel tenere e risolvere tensioni nei rapporti aziendali - si ricordi che eravamo in alto mare con la conflittualità Alfasud - che comunque di macchine capiva quasi un'accidenti e che era molto "influenzabile" dall'entourage di collaboratori. Massacesi è stato descritto come un folle suicida o come uno che nella rinascita dell'Alfa ci credeva davvero e fu "fregato" da persone che glistavano intorno: io propendo per la seconda ipotesi. Durante il periodo Massacesi, prima volta in Alfa e con una professionalità non riscontrabile in altre case, si vara tutto un progetto di risanamento e di sviluppo volto a risolvere le problematiche aziendali soprattutto, anche perchè, crisi energetica consentendo, non è che le Alfa si vendessero poco... Il volume "conoscere l'Alfa Romeo" destinato a quadri e dirigenti del 1982 riassume tutto il piano a venire, ma lo fa con una professionalità, dicevo, molto ma molto "avanti", cioè andando a dimostrare sia la conoscenza delle problematiche che le tecniche di marketing..... insomma, a me pare che possano averlo scritto dieci anni fa invece che venti. Da un lato sotto Massacesi arrivano a compimento dei modelli che non vanno proprio (Alfa 6, 90 ed Arna) dall'altro invece arrivano la 33 e la 75, che tutto sono tranne che insuccessi. Durante Massacesi si imposta la 164. Nel 1983 l'Alfa dimezza il suo debito, quindi sembra che Massacesi ce la faccia, nel 1984 invece si ritorna nel baratro e la stessa cosa è nel 1985. Quindi, poi, con una risolutezza fin troppo "dubbia", si arriva dove si arriva, alla cessione. L'Arna è frutto di una certa miopia di Massacesi, unita agli interessi dei politicanti di cui sopra, ma anche da una oggettiva valutazione delle cose: nel senso che l'Alfa spendeva, troppo, e quindi di soldi per fare cose nuove in autonomia ce ne erano poche. L'Alfa 6 non tirava, e per la nuova ammiraglia quindi si scelse di salire sul carro del progetto tipo 4 di fiat e saab (che darà la Croma, la Thema e la 9000). Questo per unire le forze e ridurre i costi. Comunque in Alfa fu un trauma quando venne imposta la trazione anteriore, e alcuni bozzetti di massima erano stati già realizzati credendo che il layout finale fosse, di nuovo, il De Dion. Dal lato + basso, ovvero quella che doveva essere l'erede della gamma 1200 dell'Alfasud, ponendosi la 33 + sopra - anche come prezzo - dell'Alfasud, si ipotizzava di realizzare qualcosa in joint venture. Dio solo sa se poi sarebbe toccato ricorrere ad una joint anche per la classe media e sportiva. Comunque, con questa esigenza voluta + per assecondare un APOMI 2 che non per effettiva necessità - d'altronde la 33 1200 in certi mercati ci sarebbe stata - si trovò la balla che serviva sta macchina "entry level", guarda caso da costruire a Pratola Serra in stabilimento che assemblasse le carrozzerie arrivate dal fornitore e gli interni, e poi montarvi la meccanica a Pomigliano. Il partner fu trovato in Nissan, che in dote portava una scandalosa Nissan Cherry o Pulsar che dir si voglia, che in italia doveva essere "Arna da Alfa Romeo Nissan Automobili) e che in europa era "cherry europe". Altrettanto scandaloso era il retrotreno, mentre avantreno, motore e sterzo erano di Alfa 33. L'ARNA fu un insuccesso non solo di vendite, ma anche di strategia. Primo, lo stabilimento nuovo di Pratola Serra, Avellino (e quindi hai capito a che politico mi riferisco) era nuovo ed era costato, era da ammortizzare; secondo, le carrozzerie arrivavano in kit su navi Nissan, e sia il kit che il trasporto venivano pagati in dollari, quindi quando la lira perdeva col dollaro il kit costava di più, terzo, le dovevi spostare, finite, a Pomigliano. Alla fine della fiera, sta macchina costava poco a listino, e se l'Alfa non ci rimetteva poco ci mancava, poi vendendone poche il conto è presto fatto. Sull'Alfa 6 ti rispondo domani che sono oramai tronco. Ed anche su 155. Notte
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(cattiveria :twisted: ) si avrà la stessa sensazione quando ste macchine tu dovessi vedere sul ponte di un'officina (non perchè abbiano dei problemi, per carità)???????
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(6c) 3000 CM(Competizione Maggiorata) e 8c Competizione...
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
Mi dava l'impressione di un "già visto" ma di un "già visto" non classicamente alfa romeo. comunque da un lato mi è piaciuta, dall'altro mi ha deluso. premesso che l'interno della Brera non mi piace, ma continuo a preferire la Brera. -
A me piace, dal vivo poi mi è piaciuta di più che in foto, ovviamente. L'abitabilità è per quattro per davvero, anche se certo su thesis si sta più comodi. L'unico difetto forse che posso trovare è che è un po' poco "esasperata", nel senso che ha una sua identità, ma minore di quello che mi sarei aspettato, internamente poi di differenziazione come plancia da 147 c'è proprio poco pochino. Comunque vedremo, la vedo come macchina che piaccia + all'estero che in Italia, daltronde i tedeschi osavano chiamare "sportive" o "coupè" tranquille berline cui avevano tolto due porte.....
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Sede,museo,centro stile e stabilimento...cassetto Alfa...
il FUSI ha risposto a nella discussione in Alfa Romeo
e ti prego taurus di approfondire quanto si può. Ultimamente ho tralasciato la storia delle vetture passando alla storia degli stabilimenti del nord, quindi la questione mi interessa. Prima cosa: copco, nonostante tu sappia come sono stato critico nei confronti di fiat e continui ad esserlo (per la loro gestione indecente di alfa romeo) una cosa mi ricordo che mi venne detto da un dipendente alfa iri poi rimasto sotto alfa fiat: "la fiat non torna mai indietro". stavolta invece indietro ci torna, come si dice dalle mie parti "si sono accorti di essersi spaccati i corni", l'unica cosa che dovrebbero fare è dare atto che tutto il baillame e diluvio di critiche accorate e di inkacchievoli osservazioni e consigli gli è stato utile, magari mettendo su un vero alfaclub direttamente gestito da fiat. comunque ai rapporti coi club e con parecchi contatti sia col presidente sia con chi gestisce ad alto livello il brand alfa c'è adesso uno che fu direttore di stabilimento di arese, socio di un club di alfa d'epoca di milano, che anche se non rappresenta il "non plus ultra" è sicuramente meglio di tanti altri. ritornando a bomba sul nucleo del discorso: per me quanto è ad arese, ad arese dovrebbe rimanere. motivi derivanti dalle infrastrutture per realizzare quanto scritto non ce ne sono, semmai ce ne sono di logistici e spiegherò perchè. Perchè rifiuto ad esempio lo spostamento alla Bicocca? Perchè ad Arese lo spazio per ampliare il museo esiste, e dirò di più: se già si prendesse la parte della mensa dirigenti e si ottimizzasse quella dove stanno l'aereo e la cucina AR, il posto per molte delle auto ci starebbe, ma sarebbe comunque poco. Vedrei bene un ampliamento o occupando tutto il piano al solito livello del centro direzionale (che oramai è parecchio vuoto) oppure ampliando verso l'autostrada, mantenendo il tipo di infrastruttura esistente che di per sè ha la sua immagine (molto anni '70.....). Primo, costerebbe meno, perchè di fatto non butti via quello che già c'è e può ancora andare bene. Secondo, perchè almeno per il museo direi che un vero legame con la terra di Arese, e sant'iddio, ci dovrebbe essere. Il problema logistico di base rimane comunque che loro hanno venduto tutto, ma le proprietà si sono dimostrate disponibili a rinnovare i contratti di fitto per le zone ancora sotto giurisdizione di fiat (ovvero tutta l'area tranne quella dei capannoni presse, assemblaggio e montaggio finale, dove sorgerà l'ABP di AIg Lincoln). Poi perchè non prendere in considerazione di riprendersi tutto, cioè di ricomprare? Boccio decisamente l'idea di portare altrove da CASA SUA quanto può rimanere a casa propria. Per il centro stile vale lo stesso discorso: è possibile ampliarlo anche in Arese. Oltretutto l'ex magazzino ricambi (che ospita ora il centro stile) è lo stabile rinnovato più di recente (se escludiamo l'ultimo piano del centro tecnico, e ci arrivo + avanti). Adesso il centro stile condivide parte degli spazi con le esperienze, che, dato che il centro tecnico rimarrà dove rimane, credo sia opportuno lasciare ad Arese. I tre capannoni, a grandi linee, che rimangono di fiat (in affitto) ad Arese sono: il centro stile, l'assemblaggio motori V6 - destinato a finire - e l'ex fonderia. Quest'ultimo oramai è in uno stato pietosissimo. Metà dell'assemblaggio motori anche, ed è posto vicino al centro stile. fra il centro stile e questo dei motori vi è un largo spazio verde, costeggiato da due strade interne. Ora, o le officine delle esperienze le mandano (e guadagnano spazio) all'assemblaggio motori (non credo che costi tanto a uno dall'ufficio esperienze andare all'assemblaggio a piedi, daltronde c'è ancora la spina mensa che funge da collegamento per tutti i reparti) e al centro stile danno lo spazio ex esperienze (così possono esporre anche il loro museo personale) o recuperano con ampliamento una parte di strada (che tanto serve a molto poco). Sul centro tecnico, nulla da eccepire, spiace solo vedere che oramai quella zona è di fatto divisa dal centro direzionale e dal silos, visto che l'unica strada di collegamento l'hanno buttata giù (dove era il sottopasso per Lainate) e per andare, che so, dal centro direzionale, al centro tecnico e quindi centro stile ed esperienze, si deve passare di fuori. e non c'è possibilità di fare altro, in quanto di mezzo c'è la portineria che servirà per l'accesso dei tir al ABP che stanno tirando su. Fantasticando, si potrebbe realizzare un sottopasso che metta in comunicazione il piazzale del silos con il piazzale vicino alla porta della pesa, così si recupera anche la nuova pista di prova che c'è dietro il silos verso Lainate. E comunque, con ovvi lavori di manutenzione ed adattamento, per il museo si potrebbe anche recuperare il primitivo magazzino prodotti finiti, poi diventato filiale dipendenti e ISVOR. Cioè, gli spazi per fare tutto ad Arese ci sarebbero anche. Dipende vedere se fiat vuole ricomprare, se rimanere in affitto, se comprare altrove e spostare tutto, lasciando Arese che a noi Alfisti nostalgici è l'unica cosa rimasta. E poi mi devono spiegare che diamine di logistica è andare a fare un centro stile alla bicocca o in centro milano, quando rimane e anzi si rafforza il valore del centro tecnico (il palazzo di gardella, dove c'è la portineria centrale per intenderci) quando invece ce l'hai dietro l'angolo. -
al mio conce fiat. da come era stata presentata a francoforte, vicino a Panda, immaginavo anche io una venuta + "veloce".