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il FUSI

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  1. Basta vedere il prodotto alex, non dubito a pensarlo. I primi tempi di Alfa - Fiat comunque una certa "autenticità" Alfa rimaneva, lo si vede anche da tanti piccoli fattori come i depliant, le cartelle stampa, oltre che il prodotto in se e per se. L'idea che mi son fatto io, e che me ne frego non venga scritta da nessuna parte nei volumi etc., è che la Fiat stessa abbia subito una trasformazione deleteria dalla cacciata (già i motivi della cacciata, senza valutare il merito effettivo della persona, la dicono lunga.....) di Ghidella. Questo ancor prima che si esplicitassero crisi, bordelli etc. Chiaramente le prime mazzate son arrivate a farsi sentire negli anelli deboli, ed Alfa, neo"acquisita", era un anello debolissimo agli occhi di Fiat o meglio era un anello volutamente visto, e gestito, come debole. Non che gli altri poi siano andati tanto meglio, perchè se da noi c'è stata la 155 et similia, in Lancia che era ben meglio stata trattata si è visto decisamente di peggio tanto da arrivare a non rappresentare, ad oggi, altro che l'Autobianchi...... belle gestioni, sissignore. Con che coraggio poi chi difende "et nunc et semper, in secula seculorum" qualsiasi boiata faccia, il gruppo di Torino va a dir male dell'Alfa IRI o di industrie gestite male negli anni '70 ed '80 perchè di proprietà partecipazioni statali. Mi ero dimenticato ieri (la vastità degli argomenti non mi consente la necessaria lucidità, lo si noterà dal periodare perfettibile), di dire della formula 1. La formula 1 per me rappresenta il momento + evidente del periodo in cui si esce dal seminato, cercando impegno nello sport per "veloce ritorno di immagine" su terreni francamente molto poco consoni all'azienda. Io ho sempre visto la formula 1 non come l'effettiva rispondenza a capacità dell'azienda (che cmq si è visto esserci state, purtroppo non al livello che si sperava), ma come la rispondenza a voglia di fare del "fumo visibile". Oltre a quello, avrebbero potuto solo che farsi una squadra di calcio, non so se rendo l'idea. Il fiume di denaro buttato nella F1 fin dalla gestione Cortesi, poi perpetuato nella Massacesi, non diede il risultato sperato, distraendo poi l'Autodelta da sviluppi di competizioni + consoni allo spirito del marchio e che comunque avrebbero avuto un signficato commerciale, minore certo, ma mica da buttare via, soprattutto se si fosse vinto (e la stagione sportiva Autodelta dalla fine '70 alla trasformazione in Alfa Corse non è che sia proprio da buttare via, certo non è un'epoca come quella della GTA ma i tempi cambian anche). Immaginatevi poi il boiardo di stato che sicuramente nella sua mediocrità automobilistica conosce la F1 mentre sa una madonna cosa siano i gruppi N, o il CIVT, che conosce Monza ma sa una madonna che cosa siano Pergusa, Varano, Vallelunga........ chiaro quindi che, in pieno delirio e "panem et circenses" la F1 ci stesse benissimo. Tanto pagava pantalone. E Massacesi, figura controversa, di sicuro c'è che aveva attorno della gente insufficiente alla bisogna, vuoi per colpa (erano stupidi di suo, messi lì senza merito) che per dolo (eran lì a farsi gli interessi propri e/o di qualcun altro). Solo quando, dopo ANNI, si rese evidente che la F1: 1. non ce la si poteva permettere 2. non portava niente obtorto collo, come sempre al riguardo della politica italiana, si chiuse baracca e burattini.
  2. Ma tu guarda sti ragazzi......... eh eh eh citano il Fusi ma ne sanno eh........ In tanti avete detto cose correttissime. Direi che forse forse si deve solamente valutare "il peso" o "dove stanno sulla scala" tutte le motivazioni. Alcune sono oggettivamente valide per tutti, come la crisi energetica, il post autunno caldo (altro che autunni, anni intieri, ancorchè per certi versi in Alfa si andò meglio e per altri molto peggio). Certune invece tipicamente Alfa. La commistione di tali eventi è stata fatale. Consideriamo che tale commistione si è verificata, di fatto in misura minore ma egualmente ci fu, anche in Fiat, tanto che gli anni '70 di Fiat sono un periodo decisamente schifoso (volendo essere cattivi l'ultima crisi è ancora peggio perchè le contestazioni aziendali all'epoca c'erano, oggi no). I periodi "neri" per via delle crisi sindacali ci son dalla fine degli anni '60 purtuttavia l'azienda si evolve, innova, produce. La crisi energetiva bacchetta l'Alfa, ma l'Alfanord più che altro, di fatto quasi legittimando ancor d+ l'idea Alfasud. L'Alfasud diventa la classica industria statale del Sud Italia (non si offenda nessuno, ma per coerenza direi che si deve proprio dire così). Un uomo comunque forte, che ha smosso mare e monti per far partire lo stabilimento campano a suo tempo impantanato in pastoie clientelari, camorriste e personali, viene estromesso da persone di una certa caratura (come posizione) e totalmente impestate di quanto di veterò si vedrà dopo (e oggi ne paghiamo ancora i così dolci frutti). Un tecnico valido, rispettato da tutti in azienda anche in climi roventi, muore. Molti vedono il 1974 come l'anno di inizio della fine: mi tocca concordare, perchè lì la commistione di cose, in un periodo in cui TUTTI, anche i forti (o pseudo tale), i privati con meno "obblighi" verso una base "elettrice", diviene così deleteria da minare definitivamente l'azienda. La crisi che ha portato al progressivo impoverimento Alfa ha quindi molti padri. Ed un sistema che li racchiude quasi tutti. La cessione ha padri dello stesso sistema, la gestione successiva (il "nuovo testamento") e le sue magagne ce l'hanno in un sistema diverso, opposto a quello precedente, con comunque sfracelli. Perchè? Perchè di fatto gli uni e gli altri non hanno alcuna percezione di cose è stata, come è diventata "grande costruttore" l'Alfa Romeo, i primi perchè di professione facevano e fanno altro (chiamatela politica o inculare il prossimo, che in sti periodi le cose concordano e di molto); i secondi perchè pur del settore erano (e rimangono) convinti di essere i migliori, anche se non vendono, vendono male o vendono rumenta. Daltronde si dice che non si deve "essere", ma "essere convinti di essere"........ Successivamente alla estromissione di Luraghi (AD) per motivi noti (se non sono noti ve li spiego), ed alla dipartita verso celesti pascoli di Satta, si arriva alla nomina di altri AD di cui uno fin troppo galantuomo (perchè intendiamoci: la classe dirigente magari bacchettone e baciacristo del primo dopoguerra non era mica grama, semmai i loro delfini e gli attuali delfini delle segreterie dei delfini sono una ciofeca) il secondo invece che durò d+ ma........ anche lui fin troppo signore....... e messo di mezzo anche per questioni sindacali di cui tutti rimasero schifati, riconoscendo una specchiata onestà intellettuale nella persona. Ma attenzione: Luraghi ancorchè non tecnico evidentemente sapeva scegliere di chi fidarsi, ed aveva una certa impostazione. Chi è venuto dopo conosceva l'Alfa di meno, l'Alfa non era l'azienda di prima, tutto non era quello di prima, si affidava a "chi c'era o chi trovava" (per queste leggerezze ci avrebbe rimesso le palle Massacesi, che pure era riuscito laddove Luraghi aveva solo iniziato, altri non erano riusciti, ovvero la diminuzione della conflittualità a Pomigliano). E' chiaro che negli anni '70, periodo di contrazione per tutto il mercato automobilistico (e peraltro anche neri spettri da parte di cassandre de noantri) ma anche di cambiamento di filosofia aziendale, del mondo del lavoro, e di progressivo aumento di coglioni in politica e quindi come classe dirigente, ci sarebbero volute persone con le palle per contrastare "quanto possibile" la fisiologica debacle. In Fiat ci provarono, salvo poi trovare il loro uomo (su consiglio di Cuccia, perchè l'uomo da loro tanto voluto, De Benedetti, poco gli mancò che se li impallinasse tutti, e comunque se li è impallinati egualmente - leggi Gilardini e buonuscite). In Alfa ci provarono "alla maniera becero democristian-statale" e non ci riuscirono. I soldi si perdevano, è vero che spalmato sulla produzione il deficit dava "un milione a macchina". Ma le perdite che Fiat magari poteva sostenere "di proprio" (e comunque anche ricorrendo a una dimora per cani molto forte), è vero che lo Stato le poteva ancora sostenere, ma di se e per se l'Alfa no. Con ancora gli ammortamenti di Arese (di cui il mancato "raddoppio" non inficiava comunque la redditività, ma in condizioni di produzione a regime) e lo stentare di Pomigliano (che si facessero la metà delle auto che si dovevano fare è arcinoto). Usando tanti se e tanti ma la storia oggi sarebbe molto diversa. Fatto sta che la crisi gestionale (perchè questo era, ancorchè non interessasse a nessuno, mica si doveva produrre qualcosa di utile nelle partecipazioni statali, questo semmai era un PLUS della generazione precedente!) è stata anche economica, di prodotto, sindacale. Il Romiti della situazione quà non c'era. Ed anche se ci fosse stato, col piffero che saliva agli alti scranni, forse per puro caso e sarebbe stato segato dopo. La scuola tecnica in Alfa c'era ancora, retaggio precedente. Anche se non governò + la scuola Satta, i tecnici di Surace & C. erano comunque validi. Per me, non al livello dei precenti, ma cmq una certa validità esisteva. I soldi? Mancavano. Perchè gestione dissennata oggi, gestione dissennata domani, conversione di una fabbrica in un mero bacino di voti o di un covo di casinisti che oramai avevano anche perso il lume del perchè lottavano rimanendogli solo "il fatto che si deve lottare", che altro vuoi ottenere? Ed arriviamo, in periodi in cui il bel tempo si stava affacciando, alla decisione fatale: si vende. Come? Ma ovviamente alla italica maniera, via l'acqua col bimbo dentro. L'opzione Ford oltre ad essere "straniera" e molto malvista da Torino (che aveva ben + peso politico di oggi, daltronde non mi pare che Marchionne vada a Roma settimanalmente in vagone letto - Valletta sì - nè che abbia un dirigente romano - Romiti - nè che abbia appartamenti a Roma - Agnelli -) sarebbe stata rifiutata anche nel merito. Perchè? Perchè era "aziendale"........ nel senso che la proposta Ford di fatto equivaleva ad un entrare in azienda passo passo, non con l'acquisizione totale da subito, di fatto - è vero - coinvolgendo l'IRI ancora per un po' nella conduzione dell'azienda ma anche fornendo, nel caso, la possibilità di "agire" sul nuovo azionista qualora: 1. questi disattendesse i tanto sbandierati piani occupazionali 2. la gestione fosse veramente dissennata oltre ogni misura (e sarebbe ben stato difficile) ma anche garantendo 1. la partecipazione ad un utile, qualora raggiunto. In realtà sarebbe stato un macello per la Ford, perchè ma vogliamo veramente pensare che potessero andar daccordo con dirigenti di nomina politica e, se andava bene, lievemente preparati professionalmente? Non credo che nessuno dirà mai, ma pensandoci sopra la vedo come "plausibile", che si volesse "uscirne" anche perchè il confronto, e il lavorare con, una mentalità imprenditoriale americana avrebbe amplificato quella idea di "casino" che ebbero gli uomini Nissan in merito a quella boiata che fu la voglia di fare lo stabilimento a Pratola Serra (leggi De Mita) e quindi l'Arna. Che, vivaddio, con il senno di poi e nel merito, avulso dal prodotto finale e da come vi si sia arrivati, non sarebbe poi stato chissà che tragico evento, dato che le joint all'epoca erano poco diffuse, ma oggi no. Il "post 1987" è un altro discorso, ma perchè ci si va giù + duri? Perchè di fatto l'impoverimento dell'Alfa, ed il fatto che a ventuno anni dall'evento vi sia ancora una situazione scandalosa come l'attuale per il marchio, è stato questa volta operato NON da dirigenti di nomina politica, e non dalla proprietà statale affacendata alla ricerca di voti, consensi, ed arricchimenti di amici ma da un organismo sedicente privato e che contro tutto il sistema che possedeva e gestiva l'Alfa prima ha sempre tuonato senza vedere come, di fatto, lui avesse le "libertà di agire" ma abbia agito male.
  3. Lavorateci, nei Comuni, poi vedi quanti luoghi comuni vi saltano..........
  4. La striscia, se proprio la si voleva, doveva essere unica e non spezzettata. I cerchi sono, mi pare, dei cerchi blackline. Per il resto.......... alla fine va bene bianca, altrimenti rossa ma senza le strisce. Nera sopporterebbe la striscia solo rossa (quella inferiore di dimensioni umane). Sta tamarrata comunque ............... MAH!
  5. Ma che prodotto al top. Prodotto nato bene e fatto di merda adesso. Sconto per forza, come cavolo lo vendono altrimenti? Ma ancora convinti che il "premium per davvero" entra in un salone Alfa? Il prodotto premium cala ed è in affanno, figurati chi, da sotto, tenta di sembrare quantomeno "vicino" al premium per davvero. Si sta pagando la demenza. Ed è giusto che la si paghi, chi sbaglia, paga.
  6. L'assemblea RIAR è il 22. Di per me sono indisponibile (i sabati lavoro e se prendessi ferie avrei comunque una marea di robe da fare), eppoi al Museo ci son già andato con un raduno domenica scorsa. La guida ve la consiglio, se vi mandano il buon Mario Lodola vi divertite anche oltre a imparare parecchie cose.
  7. Mah io l'ho comprato a prezzo pieno (scoprendo POI che avevo anche diritto a scontistica come socio RIAR o 147virtual club). Non è che sia nulla di eccezionale cmq se non vi pesa la cifra prendetelo.
  8. Il senso del messaggio è intelligibile. La grammatica è invece totalmente sbagliata. Non vedo che problema ci sia a farlo notare, è una frase che ha un costrutto ed una grammatica da analfabeta ed illetterato. Punto.
  9. Credo che alcune vetture Alfa abbiano sopportato le modifiche in senso plasticoso degli anni '80 meglio di tante altre. E cmq con dei distinguo. Chiaramente seguire la moda dell'epoca che voleva fascionature generose anche sull'altro di gamma, che oggi sanno di utilitaria tutta città, non poteva essere coniugata sempre e comunque con linee che quando andava bene avevano meno di una decina d'anni e quando andava male d+. Di sicuro un'Alfetta 2.0 è una cosa, una '82 è un'altra, ed una '83 alto di gamma un'altra ancora. Tanto che alla fine dell'ultima serie Alfetta quella che piace d+ è la Q.Oro e non solo perchè è il top o per i fari circolari, ma perchè tutti gli orpelli (fascioni su porte, cantonali allungati) sono in colore carrozzeria. Una '82 è sicuramente + coerente con la carrozzeria ideata alla fine degli anni '60 di un modello successivo. Stessa musica per l'Alfa 6, che non disdegno in nessuna delle due serie, ma che francamente è + appetibile con la pulizia della prima serie senza neppure l'ombra delle scellerate B di bertone sui montanti. Altre auto invece, decisamente moderne e personali ieri come oggi (tanto che è difficile presso il comune passante farle passare per storiche anzichè vecchie) hanno addirittura tratto giovamento dalla cura ringiovanente. Oppure l'eleganza e l'aver indovinato la linea han consentito di mettere su certi corpi vettura cose che, partendo da basi peggiori, sarebbero sembrate delle rumente. Giulietta e Alfetta GT sono fra queste. Tranne il fascione dei retronebbia in coda, la Giulietta diventa di colpo molto moderna senza controindicazioni. Così come l'Alfetta GTV non diventa così "fuori dal mondo" con tutte le fascionature. Ma anche Alfasud, interessata da un maquillage non invadente, che la svecchia senza stravolgerla ed anzi levandole l'aria dimessa che cmq aveva. Oggi chiaramente il giudizio è diverso, perchè amiamo tutti l'aria vintage che danno le cromature su un modello che cmq è nato così. Però ricordandomi, seppur ragazzino, il periodo in cui erano nuove o cmq ancora vendute o diffuse, le serie plasticose non le vedo quasi mai "male" o "rovinate". Riguardo la Giulia GT, vettura che amo profondamente perchè oltretutto - a parte aver avuto una 1750 GT Veloce - mi ricorda tanti bei momenti di bambino - mio padre ha avuto per un decennio una 2000 GT Veloce -, è oggettivamente una vettura che ha il seguito che ha....... perchè è sempre piaciuta a tutti, senza controindicazioni, è frutto di una certa Alfa, gli mancano alcuni plus dell'Alfetta daccordo, ma non conosce neppure i minus dell'Alfetta.... ed è stata sempre una macchina senza troppi compromessi, non ha patito il fatto di dover essere una quattro posti anche se coupè (con conseguenti padiglioni lunghi e coda fastback che tollero su vetture di segmento inferiore) e quindi è sempre stata coerente, senza compromessi. Alla lunga se è vero, come è vero, che il tempo riscatta prodotti che non han incontrato, è anche vero che un prodotto che all'epoca era un successo, quando ha venti, trenta, cinquant'anni è sempre un prodotto di successo.
  10. Che la situazione dei ricambi sia abbastanza difficile per le vetture anni '80 non lo si scopre adesso. Oltretutto certi particolari diciamocelo francamente erano fasulli già quando le vetture erano ancora seminuove.... quindi dai e dai quando ancora ne valeva la pena veniva sostituito il pezzo con altro nuovo. Non avendo avuto l'interesse (sic) la casa a rifare niente....... dando libero sfogo a speculatori amici o meno amici ecco la quadratura del triste cerchio. Su come vedete la gtv6 francamente non concordo in maniera totale. Di tutte le GTV è quella che principalmente comprerei. In questo credo di essere molto americano. Non dimentichiamo che laddove si poteva scegliere senza le seghe mentali di IVA, beni di lusso, benzina alle stelle, IL motore giusto questa vettura si è venduta sempre, e forte, da quando disponibile, a 6 cilindri. Gli Stati Uniti, in periodo non certo avverso alle vetture Alfa Romeo, han dimostrato di non gradire un "misero" 4 cilindri, che pur avevano sempre apprezzato sulla serie Giulia, sulle Alfetta ancorchè fosse stato maggiorato a 2000 da subito (nel '75 la serie Alfetta sbarca oltreoceano sia berlina che coupè con le vecchie carrozzerie e già dotata di motore due litri). Tant'è che anche oggi se si cerca una "milano" o una gtv6 in USA la si trova, un'Alfetta sedan o coupè a 4 cilindri è + difficile. Da Alfista, come dice Gippo nella dedica sulla mia copia del già citato Alfazioso 2, "+ alfazioso di me", non ci penserei due volte a scegliere una GTV6 al posto di una qualsiasi prima serie sia essa 1800 o 2000. E me ne frego, francamente, della plastica che ha sempre fatto storcere il naso a qualcuno (saran mica meglio state certe pacchianerie francesi e tedesche?) perchè di base se devo avere quella macchina la devo avere al top della sua forma. E il top è la 6 cilindri, non ci sono paraurti cromati che fan vintage o strumentazione orrendamente separata che tengano. Peraltro non capisco come si possa dire che la vettura sia stata "svalutata" o vista con poco occhio favorevole. Negli anni, anche quando era una vettura "vecchia", la 6 cilindri ha sempre mantenuto una certa quotazione. Si può obiettare che non vi sia stata (e la benedico!) la spinta speculativa (sissignore, speculativa) delle serie Giulia allorchè questa vettura è diventata "di moda", scoperta anche da chi quindici anni fa la snobbava (nel 1992 io viaggiavo in Nuova Super e ne so qualcosa). E' quindi vero che gli esteti, o gli amanti del "solo classico se ci son le cromature", non si son interessati di certe versioni "plasticone" di una vettura che, francamente, non ha mai convinto tutti (e la storia si ripete, come era all'epoca della presentazione è oggi, personalmente non ho mai trovato, nè trovo, l'Alfetta GTV una bella macchina) e non lo fa neppure oggi (ben altro discorso è una Giulia GT che sarà anche stata della stessa matita ma sottoposta a un nome, Bertone, che non è un nomignolo di periferia.......). Ma dovessi orientarmi su questa vettura, a maggior ragione, dovrei avere un motivo valido, che il 6 cilindri mi da. Poi verrebbe la prima 1800 ma non certo perchè è la prima, bensì perchè è la meno interessata a tutte le menate di crisi energetica e pollution.
  11. Dipende.......... io quando ci tiravo di brutto manco col binocolo li vedevo i 12......... Di sicuro dovendo, loro, stare ai 130 in autostrada, dovevano fare quantomeno i 14.
  12. Per la 1.6 dichiaravano sui 175, per la 1.8 sui 180. Di fatto le velocità potevano essere lievemente superiori soprattutto su vetture con cambio corto che riuscivano a sfruttare un po' di "fuorigiri". Ma mai e poi mai i 190 effettivi. Al tachimetro io con molta difficoltà con un 1.8 "lungo" ho visto una volta i 185, altrimenti in piano si piantava a 180. Sull'Alfetta 2.0 invece col 2000 e le ruote da 15, motore cmq NUOVO e ben rodato, prendevi i 195 in piano che considerando i 15 possiamo considerare "effettivi". Ma ci passano venti cavalli.
  13. Secondo me intende la pompa servosterzo.
  14. Del 1981 forse forse........... cmq i 190? In discesa e con un buon scarto di tachimetro forse forse.........
  15. La zanzara no, ma una marea di polvere e anche la cenere della sigaretta sì. Sulla nuova l'ho già smontato tre volte per pulirlo, e la mia sigillatura rende ma anche l'ultima volta ho visto che non era perfetta. Poi vabbè gli aloni non ne parliamo.
  16. Basta mettere il cambio o il solo differenziale di una turbo (la 2.5 sconta il fatto di non avere l'autobloccante).
  17. L'unica roba che avrebbe dovuto circondare il 2500 era la GT.
  18. La diciamo chiara........ dato che la Fiat faceva vetture utilitarie e cmq di classe media senza andare OLTRE certi limiti (uniche eccezioni le 2100 - 2300 degli anni '50, nate cmq come 1800, e la 130 della fine anni '60) il buon Valletta, al cui confronto chi è venuto dopo (e ci sta adesso) è solo che un pusillanime, vide bene di rompere un po' le palle a chi costruiva o si proiettava "in su". Questo spiega il gioco al ribasso e l'arretratezza (sissignore, arretratezza e micragnosità) del parco circolante italiano che è stato composto per interi decenni da utilitarie. Condito, il tutto, da una situazione economica non certo florida (il prezzo d'acquisto di un'auto era, ed è, sempre impegnativo) e fiscale anche di meno. E' chiaro che un costruttore di una certa tipologia di vetture (utilitarie e medie) si protegge (all'epoca il peso politico di Fiat su Roma era decisamente superiore a quello di oggi) favorendo il settore che lui cura, e amen se cmq lo fanno anche altri. E ostracizzando laddove non produce o produce giusto per dire.
  19. Avrebbe pattinato al fumagomme in uscita di curva e gli avrebbe dato delle gran fave nell'allungo (almeno nei primi metri). Io la 2.5 l'ho avuta....... manco la tremila gli sta dietro se non "alla lunga".
  20. Sì ma nella serie successiva, su tutte tranne la turbo.
  21. La 156 dal rumore mi pare una pratola serra. La 75 è sicuramente una TS, perchè un 6v è vero che in UK c'era anche di questa versione, ma automatico, e cmq di sicuro non la è..... per una questione di fumo. L'auto mostra una fumata in rilascio (tipica dei motori Alfa con un po' di km, guidavalvole usurate) ma se fosse una V6 fumerebbe di più ed anche in altre condizioni. La 75 in questione monta i cerchi "revolution" che erano disponibile sul pack veloce e che mi risultano essere da 15 pollici. Di sicuro c'è che la 156 "elaborata" in questione (di assetto, se non capisco male si dice che DA quei video l'auto è stata elaborata etc. etc.), su asfalto umido, avrebbe dovuto fare molto di meglio. Questo almeno secondo i "tecnici" (sic) Fiat che bollarono la TP come pericolosa e bla bla bla. La 75 inoltre si dimostra decisamente + pulita in traiettoria tranne quando il driver evidentemente si stufa facendo un paio di traiettorie alla cazzo. Inoltre notiamo che la 75 stacca molto prima, e con decelerazioni meno decise, di norma il pista lo si fa quando hai problemi di fading. Concludendo posso dire che per quanto mi riguarda la 156 se la possono adoperare, godendosi il clima ed il silenzio, in autostrada. Ho girato al Balocco con di tutto e francamente con una 75 poco che fai esci con le gomme meno assassinate che con ste moderne 128. La distribuzione dei pesi quà si nota, al di là della prestazione pure che mi interessa decisamente poco soprattutto ignorando le vere caratteristiche tecniche delle vetture in questione (la 75 mi pare, anche se non esasperatamente, assettata, così come lo è di sicuro la 156 che mi pare una tavola e di cui non si sente alcun pattinamento, segno di un assetto decisamente cazzuto e pistaiolo). Alla fine della fiera, continuo a dire che se si vuol fare roba sportiva si riprenda l'Alfetta e la si rifaccia (mutatis mutandis). Se quella meccanica ci è stata rubata e usata su Maserati non è certo perchè faceva schifo.
  22. Dhè ti rivolgi al meglio eh.........
  23. Ma io me li strappo meno di te, ma non aver pensiero non se li strappano manco loro. E cmq fra tutti iniziamo un po' a smetterla di pensare che loro ragionino come noi o come dovrebbero ragionare. Un'azienda veramente con le palle il 1600 ce l'avrebbe di già! E si attrezzerebbe a farne per la Bravo, questo quell'altro e l'altro ancora. Questi non lo fanno, devo pensare (e con questo me ne frego e penso al mio) che a loro va bene così.
  24. Se ti deve venire un'idea del genere fattela venire dopo aver PONDERATO i discorsi miei e di Mac. Perchè veramente ne hanno....... e di norma sono stronzate, ma anche no. Chi ha la prima 147 io consiglio che SE LA TENGA perchè rimarrebbe un po' tanto deluso. Sembra, ma non è, la solita macchina. Io devo sempre seguire il mio istinto........ volevo una delle ultime vecchia serie...... maledetto me e essermi deciso tardi quando erano sparite.
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