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Tutti i contenuti di ludico

  1. Stone non è nuovo a ritratti biografici, vedi ad esempio il suo documentario su Castro. E' normale che la distribuzione cavalchi le elezioni, ma credo sia un calcolo economico più che politico. Calcola anche che in America la campagna elettorale dura due anni su quattro di mandato!
  2. bettini è stato il primo ad esser cacciato dopo la vittoria di alemanno, è davvero un peccato perchè il film di Stone avrebbe equilibrato la rosa di film, tra cui spicca la trasposizione di "il sangue dei vinti"
  3. il minimo che ho trovato è 75€, ma mi sembra francamente troppo! Un mio amico sostiene che ne vendono di economicissimi senza lettore cd, solo con radio e presa usb, ma non ne ho trovati in giro, ti risultano?
  4. con presa usb e rds, su che prezzo dovrebbe viaggiare? avete modelli da consigliare?
  5. renault è uno dei maggiori sponsor, perdonagli la strizzatina d'occhio che non c'è alcun dolo alla fine.
  6. L'agenzia del regista: "Gli organizzatori ci hanno detto che è amico dell'America" La replica del presidente Rondi: "Non è vero, lo avevamo invitato noi" Al premier non piace il film su Bush il Festival di Roma rinuncia a Stone di SILVIA BIZIO e FRANCO MONTINI ROMA - No ad Oliver Stone e al suo film su George W. Bush. No, perché quella ricostruzione così "apocrifa" della vita politica del Presidente degli Stati Uniti non piace a Berlusconi, amico fraterno dell'America. Eccola qui in sintesi la "vera" storia del perché l'attesissimo, nuovo lavoro del regista americano non sarà al Festival di Roma, come invece più volte era stato anticipato dai giornali fino a poche settimane fa. "Eravamo in trattativa con la manifestazione di Roma, ma la cosa è stata un po' strana - è la ricostruzione che fa Cristelle Dupont, dell'agenzia inglese Dda che si occupa della promozione del film di Stone - A un certo punto gli organizzatori ci hanno detto che il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi è un gran sostenitore del Presidente Bush e quindi non avrebbe gradito che un film come quello di Stone aprisse il festival". Dennis Davidson, il capo di Londra dell'agenzia, che fino a quel momento aveva tenuto le trattative con il festival di Roma, è dunque tornato sui suoi passi e ha offerto il film al London Film Festival dove infatti il 23 farà la sua grande premiere. "Tuttavia a un certo punto da Roma devono aver cambiato idea", aggiunge Christelle Dupont, "ci hanno nuovamente richiesto il film, ma ormai era troppo tardi, Londra se l'era già accaparrato. Peccato perché noi al Festival di Roma ci tenevamo, era una ribalta importante, anche perché non c'era ancora il distributore italiano. Ma ormai con Londra era cosa fatta". Di tutt'altro tenore la versione che ne dà Gianluigi Rondi, il presidente della Fondazione alla guida del Festival, designato quest'anno dal sindaco Alemanno al posto di Goffredo Bettini dimissionario quando cambiò il colore della giunta capitolina. "Il festival di Roma non ha mai interrotto i contatti con la produzione di 'W' - dice Rondi - Anzi io stesso, poco prima dell'inizio della Mostra di Venezia, ho firmato una lettera ufficiale di invito per il film. La produzione ha cortesemente risposto di non poter accettare il nostro invito, senza per altro fornire spiegazioni. Come ho potuto poi constare, "W" ha evidentemente preferito partecipare Festival di Londra". La rinuncia romana al film di Bush, porterà certamente nuove discussioni anche perché arriva proprio nel giorno di altre polemiche accese attorno al festival sulla presenza nel cartellone del film "Il sangue dei vinti", tratto dal libro di Giampaolo Pansa che racconta i delitti perpetrati dai partigiani dopo la fine della Resistenza. In questo caso a gettare benzina sul fuoco è stato ieri l'assessore alla Cultura del Comune di Roma Umberto Croppi, il quale, commentando la decisione di selezionare Soavi, ha affermato: "Chi ora gestisce in ogni sua articolazione il Festival deve avere ben chiara in mente la maggioranza politica che governa Roma", salvo poi smentirsi e dire che era stato male interpretato dai giornalisti. Un'uscita che ha suscitato l'immediata reazione di Giulia Rodano, assessore alla Cultura della Regione Lazio ("Un frasario da Minculpop"), e dei presidenti degli altri due organismi pubblici, Regione e Provincia, che col Comune, partecipano alla Fondazione Cinema per Roma promotrice del Festival. "Le dichiarazioni di Croppi - hanno voluto affermare in una nota congiunta Piero Marrazzo e Nicola Zingaretti - che alludono ad una sottomissione del Festival ai voleri di una maggioranza politica, sono gravissime. La cultura e le istituzioni non devono mai rispondere a nessuna maggioranza politica. Il Comune non è l'unica istituzione che promuove l'iniziativa. La Regione e la Provincia di Roma si fanno garanti dell'assoluta autonomia e libertà del consiglio d'amministrazione presieduto in forma autorevole da Gian Luigi Rondi. Questa autonomia del Festival è stata uno degli elementi di forza di un evento culturale, che, in soli due anni, ha conquistato attenzione prestigio in tutto il mondo". Marrazzo e Zingaretti concludono affermando che, in mancanza di un chiarimento, Regione e Provincia possano decidere di interrompere la loro collaborazione con il Festival. Una posizione molta forte che ha in qualche modo costretto l'assessore Croppi ad una sorta di retromarcia, così espressa: "Avevo detto che la maggioranza capitolina ha una certa sensibilità sul tema affrontato dal film di Soavi, ma ciò non comporta alcuna influenza, tanto più che il commento era stato fatto dopo la scelta di inserire nel cartellone del Festival 'Il sangue dei vinti e non prima'". Tutto chiarito, dunque? La pensa in questo modo Gian Luigi Rondi che nella sua veste di presidente tende a smorzare le polemiche, "né d'altra parte - aggiunge - né io, né i miei direttori abbiamo mai ricevuto pressioni o indicazioni per scegliere questo o quel film. Stiamo lavorando con molta serenità e continueremo a farlo". (13 settembre 2008) Al premier non piace il film su Bush il Festival di Roma rinuncia a Stone - Spettacoli & Cultura - Repubblica.it
  7. il buco legislativo è anche sulle auto "normali", la patente viene considerata un diritto e non un privilegio. Rompono le palle se mangi un moncheri ma poi ridanno subito la patente ai peggior criminali della strada.
  8. più che altro se non rinunci ai posti dietro di bagagliaio non ce n'è tantissimo, dipende dall'uso che bisogna farne.
  9. un mio sogno nel cassetto è comprare una multipla I e tenerla come futura storica. Anche secondo me è ineguagliabile, ma sono dubbioso sul comprarla usata, in genere sono auto molto sfruttate
  10. la terza fila è disponibile con sovraprezzo di 500€ solo sulla 1.6 e 1.5dci, mentre il 1.4 sulla mcv non te lo fanno gasare, presumo per non perdere quel minimo sindacale di potenza (ovviamente è un polmone di macchina in tutte le motorizzazioni), ma dentro ci fai entrare tutta la casa. Certo, se hai problemi di parcheggio, meglio orientarti su altro
  11. che centra, multipla e s-max (c-max non so) sono su un altro pianeta in quanto tenuta di strada, sono quasi sportive se calcolate il rapporto larghezza altezza! ma visto che si orienta su un usato non penso abbia troppe pretese, e la dacia ha costi di gestione molto più bassi. Poi una SW (indipendentemente da quale) ha un bagliaio più sfruttabile in caso di biciclette, macchinine elettriche o passeggini
  12. la MCV è poca spesa e tanta resa, sopratutto di spazio. E quella non ha alcun problema dinamico per certo. Non è monovolume, ma di spazio ne ha tantissimo.
  13. dieta ipoglicemica, in molti locali non trovi nient'altro senza zucchero.
  14. spesso sono costretto a bere cocacola zero e non per scelta, e fa veramente cacare. Non scherzo, l'aspartame oltre ad essere cangerogeno è lassativo
  15. James Bond ? Quantum of Solace il film
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