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La sentenza è stata emessa dal tribunale civile del capoluogo ligure G8 di Genova: Stato risarcirà donna picchiata Il ministero dell'Interno è stato condannato a pagare 24.300 euro a Rita Sieni, 44 anni, che fu pestata dai poliziotti nel luglio 2001 STRUMENTI VERSIONE STAMPABILE function apriInviaPagina() { var miourl=window.location.href; var miourl_s=miourl.split("&"); var loc=""; for (i in miourl_s) loc+=miourl_s+"!*"; loc=loc.substr(0,loc.length-2) tit = document.title prop = "menubar=no,status=no,titlebar=no,toolbar=no,width=450,height=450,scrollbars=yes" window.open("/cf/tellafriend/form.cfm?rr="+loc+"&tit="+tit, "InviaPagina", prop); } I PIU' LETTI INVIA QUESTO ARTICOLO GENOVA - E' uno dei primi casi noti in Italia relativamente ai fatti del 2001. Sarà risarcita con 24.300 euro per danni biologici ed esistenziali Rita Sieni, di 44 anni, abitante a Pinerolo (Torino), che durante il G8 del 2001 a Genova venne gravemente ferita nel corso di ripetuti pestaggi da parte dei poliziotti. La donna riportò la frattura di una mandibola, trauma cranico e lesioni varie in tutto il corpo. LA SENTENZA - Lo ha deciso nei giorni scorsi, come pubblicano oggi alcuni quotidiani genovesi, il giudice civile Angela Latella. A farsi carico del risarcimento, maggiorato della rivalutazione secondo gli indici Istat, sarà il ministero dell'Interno. L'episodio in cui la donna subì la violenza dei poliziotti si verificò il 21 luglio del 2001 davanti a Punta Vagno, in corso Italia, quando alcuni agenti si misero all'inseguimento di un gruppo pacifico il «Coordinamento pinerolese contro il G8», di cui anche lei faceva parte, cominciando a picchiare tutti i manifestanti indistintamente e a lanciare lacrimogeni. Secondo il racconto di alcuni testi, Rita Sieni, come altre persone, per fuggire dal fumo e dalla furia degli agenti, che cercavano i black bloc tra la folla, cominciarono a scappare, prese dal panico. La donna venne però raggiunta dai poliziotti, e picchiata a manganellate. Le venne anche spruzzato in faccia un liquido urticante che la rese cieca per alcuni minuti. Il caso Sieni assume particolare rilevanza se si pensa che in caso le migliaia di persone coinvolte negli scontri con le forze dell'ordine intentassero causa al ministero dell'Interno e la vincessero ci sarebbe un consistente aggravio per le casse dello Stato 05 luglio 2007 dal corriere chissà quanto ci costeranno queste bravate degli agenti...
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c'è anche il berlusconissimo tgcom G8, "Speriamo muoiano tutti" Al processo le telefonate della polizia "Speriamo che muoiano tutti". E' una delle frasi riferite ai manifestanti del G8 di Genova, pronunciate dai poliziotti in servizio e intercettate al telefono. I nastri registrati di queste conversazioni, che dimostrerebbero il clima di tensione interno alle forze dell'ordine in quelle ore, stanno per essere depositate al processo di Genova dai legali dei giovani picchiati alla scuola Diaz e nei disordini del G8. Erano trascorse poche ore dalla morte di Carlo Giuliani in piazza Alimonta a Genova. In quei momenti, come testimoniano le telefonate tra i poliziotti in servizio, il clima era assai teso. C'è un agente che, riferendosi alla morte di Giuliani, si augura che i "manifestanti muoiano tutti" e dice a un collega : "1-0 per noi!". Un altro, riferendosi ai giovani manifestanti, li definisce "zecche del c...". Ma a colpire è anche il clima teso e poco ordinato che domina le telefonate tra poliziotti nella sera dell'assalto alla Diaz. Ci sono funzionari che si scaldano per la mancanza di coordinamento. Qualcuno non riesce più nemmeno a contare quanti giovani siano stati trasferiti nella caserma di Bolzaneto, quanti pullman siano stati utilizzati. Altri poliziotti dimostrano uno stato di stress molto elevato: "Non connetto più. Sono dissociato davvero", dice un altro. "Non è una bella cosa quella che abbiamo fatto", afferma un agente, riferendosi agli scontri alla Diaz. E infine la conversazione che dimostra un fatto già noto da tempo alla Procura: la preparazione delle molotov da parte della polizia e poi il finto rinvenimento nella scuola Diaz. Un dirigente della Digos dice ad un collega: "Le bottiglie molotov non lasciatele qui". http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo369483.shtml
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lo so che per molti è tabu, sopratutto per chi l'ha vissuto, ma sto vivendo una situazione strana e non so più dove sbattere la testa @@ ma capisco benissimo che non sia un topic "popolare" essendo io per primo a non volerne parlare
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mi rendo conto che forse non è un argomento da forum, se non volete raccontare esperienze personali vanno bene anche considerazioni generiche
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Vi è mai capitato di aver conosciuto persone che hanno compiuto atti "inconsulti"?
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dal corriere.it Le chiamate giunte al 113. «I feriti? Teste aperte a manganellate» Diaz, le telefonate nella notte: è un macello Genova, le registrazioni depositate dalla difesa. Il capo della Digos dice agli agenti: «Ragazzi, le molotov non lasciatemele qui...» DAL NOSTRO INVIATO GENOVA — Ore 23.58, 21 luglio 2001. Il signor Scotto, che abita accanto alla scuola Diaz, chiama il 113: «Buonasera, guardi che si stanno suonando di brutto qua sotto, dove c'è il centro, il Forum...». Operatore: «Sì, sapevamo già, grazie». Il signor Scotto: «È un macello». Operatore: «Grazie, sapevamo già, salve». Alla fine si torna sempre al punto di partenza. Il processo per i fatti della scuola Diaz non è nient'altro che questo, il tentativo di far capire a chi non c'era il dolore di chi venne pestato a sangue, lo sbigottimento di chi assistette dalle finestre di casa, il caos, la disorganizzazione e il senso di posticcio che stava dietro all'intera operazione. La registrazione delle chiamate giunte al 113 durante il blitz, che verrà depositata oggi (ultima udienza prima della chiusura estiva) dai difensori di parte civile, almeno è un documento utile a ricostruire il clima emotivo di quella notte tremenda. A scorrere le conversazioni con il 113, l'anarchia sembra regnare sovrana. Ma anche dal caos, così sostengono le parti civili, è possibile avere risposte ai quesiti che fanno parte del processo. All'1.23 chiama il vicequestore Lorenzo Mugolo, furente: «È tutto il giorno che non rispondete a 'sto c... di 113, c'avete una sala operativa che sembra un reattore e non rispondete... Dov'è quel pullman, dove sono le volanti che stanno scortando il pullman? Qui non c'è niente!». Sono dettagli per cultori della materia, ma Murgolo era la persona incaricata della gestione dell'ordine pubblico davanti alla scuola, e quindi anche del deflusso delle persone arrestate. Una funzione che Vincenzo Canterini, capo del reparto Mobile di Roma, in aula ha invece attribuito a se stesso. A giudicare dalla chiamate al 113, è Murgolo che si occupa della logistica. Canterini invece partecipa al ping pong sui referti medici e sui documenti da produrre la mattina dopo all'autorità giudiziaria. Alle 3.05 è lui a chiamare l'allora capo della Digos Spartaco Mortola: «Oh, scusa se ti disturbo... Mi ha telefonato credo Gratteri (allora capo dello Sco, ndr) per avere... sai, se qualcuno si è fatto male eccetera, io adesso sto facendo fare dei referti e domani mattina te li mando». Mortola: «Falli mandare su direttamente allo Sco, alla squadra mobile». Sottovoce, rivolto a qualcuno nella stanza, il capo della Digos fa anche un accenno ad un "corpo del reato" che in seguito diventerà famoso: «Oh ragazzi, le molotov non lasciatemele qui...». Francesco Colucci, il questore di Genova, si fa sentire più volte «perché vorrei essere informato». Dalla questura chiamano allora il dirigente Alfredo Fabbrocini, presente sul posto: «Ma quanti eravate, quanti erano, così per sapere, perché noi non lo sappiamo...». Risposta, confusa: «Ti direi una bugia, non lo so, c'era un tale caos...». Il 113: «Ti faccio questa domanda, perché ce lo chiede il questore». Fabbrocini: «C'erano tutti, comunque c'era il funzionario della Digos, il funzionario della Mobile, insomma, ero (...) non lo so se non c'era altro. C'era anche Ciccimarra, che lo conosco, ah, c'era Gratteri, c'era anche il dottor Gratteri. Capito? Loro hanno disposto il servizio, noi abbiamo fatto manovalanza». Quello che sembra chiaro a tutti i convenuti è la gravità dell'accaduto. Alle 3.42 la Centrale operativa chiama il posto di polizia dell'ospedale San Martino: «Volevo sapere la situazione dei malati...». Risposta: «Ci sono due riservati, ma non sono gravi». Altra domanda: «Ma cos'hanno subito?». Risposta: «Teste aperte a manganellate». Una delle ultime telefonate al 113, ore 3.55, è di un agente: «Ma senti un po', ne è morto un secondo?». Operatore: «Ma figurati». Agente: «C'è un collega che stava piantonando uno dei fermati, uno di quelli raccolti dalle parti della scuola e praticamente era in una pozza di sangue. Il collega che lo piantonava all'ospedale se ne voleva andare via perché diceva che tanto questo è morto». Marco Imarisio 06 luglio 2007
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non pochissimo, mi aspettavo di meglio... consuma quasi quanto la panda attuale
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altro che omosessualità!! ora ci si mette pure la fiat a minacciare la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio
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un vero pecccato... quanto consumava la panda disel?
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io aprirei temporaneamente una board solo per la 500
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non funzionano, ne ho due diversi e non fanno un cavolo
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l'avevo scritto, per tutta la notte ci sono stati dei fuochi d'artificio, sicuramente l'antifurto avrà suonato per tutta la notte
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ok, allora vado lì con i cavetti e vi farò sapere, grazie mille!
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non puo' invece essere l'immobilaizer?
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ma le luci, il quadro, i finestrini, funziona tutto senza problemi!
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si è bloccata la mia focus! dopo una notte di fuochi d'artificio non s'accende più: giro la chiave, il quadro s'accende (finestrini e luci ok), si spengono le candelette e giro per mettere in moto ma quello che ottengo è uno strano tichettio e le luci del quadro lampeggiano. Devo chiamare il carroattrezzi, ma dove la devo far portare? elettrauto od officina? che diavolo potrebbe essere? grazie a tutti!
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sono previsti gadget gratuiti da distribuire?
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il quarto potere è importante quanto gli altri tre, farne una classifica è sterile ed infantile