In Italia non solo le coppie di fatto non hanno un riconoscimento legale, ma dal punto di vista fiscale nella finanziaria presentata dal Governo Prodi sono completamente invisibili. Con la reintroduzione della tassa di successione, i parenti in linea diretta, compreso il coniuge, pagano solamente l'imposta in misura fissa in caso di donazione o trasferimento mortis causa, fino ad un tetto massimo previsto di 180 o 250mila euro. Per costoro tra registro, catasto e imposta ipotecaria, l'ammontare complessivo sarà del 4%.
Nel caso di coppia convivente questo non vale e si finisce per pagare in caso di donazione o successione al partner l’8% senza alcuna franchigia. Persino i parenti fino al 4° grado hanno diritto a un trattamento migliore. Inoltre i suddetti parenti possono impugnare il testamento, per rivendicare la quota legittima o cercare di annullare la donazione. In tal caso, il partner non solo non riceverà il bene, ma rischia di pagare subito l'8%, per poi vedersi annullare l'atto che stabiliva la donazione.
Per un governo con un ministro della Famiglia e uno della Solidarietà Sociale, governo che si definisce progressista, questa norma introdotta in finanziaria è quanto di più conservatore e ideologico ci possa essere. Nulla vietava al governo di riconoscere i diritti delle coppie conviventi dal punto di vista economico. Si è preferito allargare le detrazioni ai figli che vanno in palestra (ci saranno infatti sgravi fiscali per le spese sportive dei figli), ma alle coppie conviventi non è possibile nemmeno detrarre le spese di assistenza sanitaria nel caso del partner malato.
Come dire che le coppie di fatto sono ottime per essere spennate dal fisco, ma di fronte allo Stato non hanno alcun diritto. Un'altra occasione perduta. Un'altra occasione per ribadire che anche per il centrosinistra le coppie di fatto sono un problema. Anzi peggio. Volendo utilizzare una frase cara a questo esecutivo: le persone facenti parte di coppie di fatto sono una risorsa da spremere.
Giorgio Lazzarini