Vai al contenuto

angeloben

Utente Registrato
  • Numero contenuti pubblicati

    506
  • Iscritto il

  • Ultima visita

  • Giorni Massima Popolarità

    3

angeloben è il vincitore del giorno 25 Novembre 2022

I contenuti pubblicati da angeloben, sono stati i più apprezzati della giornata! Complimenti e grazie per la partecipazione!

1 Seguace

Informazioni Profilo

  • Marca e Modello Auto
    -

Visite recenti

Il blocco dei visitatori recenti è disabilitato e non viene mostrato ad altri utenti.

La popolarità di angeloben

Pilota Ufficiale

Pilota Ufficiale (5/8)

2.1k

Reputazione Forum

  1. Ricordando questo post sulle varianti [Mai nate] della Renault 16: ...vorrei riprendere il filo partendo dalla R16 come la vedemmo alla sua uscita nel 1965, per chi non ricorda tutto. E quindi aggiungere due foto di una maquette preparatoria della normale R16, perché ci mostra una soluzione della coda che ovviamente non andò in produzione, ma che mi pare interessante per almeno un paio di aspetti. (fonti: Cardesignarchives e Lignes/auto) La differenza fondamentale risiede chiaramente nella soluzione con i paraurti arcuati che si prolungano nei faretti verticali e cuspidati, i quali fungono da elemento di continuità con la famose linee di saldatura fra tetto e fiancata che furono un tratto caratteristico di R16. Da notare anche i due elementi circolari ai lati della targa, uno dei quali doveva sicuramente essere il tappo del serbatoio carburante. Alcune note interessanti, dicevo: in primo luogo, "l'autore": è noto il dibattito sulla paternità della R16, nei limiti che sempre dobbiamo considerare per questa espressione. Sebbene vi sia stato associato spesso anche il nome di Philippe Charbonneaux, Gaston Juchet è generalmente accreditato come l'ideatore principale di questo modello. I suoi disegni originali sono per la maggior parte con gruppi ottici a sviluppo orizzontale, come poi la scelta finale. In questo caso però, spicca un terzo nome, quello di Luc Louis (ex-Simca), che avrebbe creato la maquette in questione attorno al 1963, con questa specifica soluzione di coda. l'idea non era del tutto originale comunque, se riguardiamo Ford Taunus P3 (1960) e Taunus P5 (1964)... per quanto estremamente ben realizzato e raccordato, qui nella maquette di Luc Louis l'aspetto è un po' "barocco" se mi passate il termine, un che da arredo sacro o addirittura funebre Curioso notare come il prototipo di cabriolet/hardtop di R16 (vedi nel post linkato qui all'inizio) utilizzava paraurti posteriori arcuati come questi, ma stranamente abbinati ai fari orizzontali definitivi di R16 Renault comunque ci stava provando in vari modi con queste idee di integrazione dei paraurti nel disegno della carrozzeria; ricordate le maquettes del "Projet H", inclusa quella soprannominata "Dalì" proprio per l'andamento all'insù dei paraurti, poi le coupé R15 e R17 coi loro paraurti ad anello, ancora in metallo però, e infine l'R5!
  2. Signum, Croma, Classe R, Pacifica, Toledo, Vel Satis, Avantime, ecc ecc... Alla fine, semplicemente, hanno vinto i SUV.
  3. Sì, ed è singolare che entrambi i concept Signum abbiano anticipato le linee dei modelli Astra che sarebbero usciti in seguito. La prima Signum, quella del 1997, fu interessante per vari aspetti e più di uno fu ben ripreso da Astra G nel 1998. Sui paraurti però la lezione non fu ben seguita... Signum li aveva belli puliti e con tutti i dettagli perfettamente integrati, incluse quelle linee che "scavavano" giusto lì dove i gruppi ottici - sia davanti che dietro - avevano le loro linee di appoggio. Poi Signum aveva un problema "tutto suo", che invece non riguardò Astra; perché la coda di Signum, certamente il suo lato più caratteristico, era anche interessante e ben realizzata direi, con quell'idea del portellone tutto nero e i gruppi ottici perfettamente incastonati in quel disegno; solo che a livello stilistico, secondo me, quel taglio netto obliquo del lunotto-faro sulla fiancata non si parlava per niente con le linee curve dello sportello posteriore. Astra G "risolse" con una coda completamente diversa, da due volumi e mezzo, che sbagliata non era, anzi le stava bene, ma nel 1997 le dette un'aria non esattamente innovativa... Signum 2 (quella del 2000) ovviamente era molto vicina a Vectra C e quindi alla Signum di produzione, però molto di lei arrivò anche sulla Astra H del 2003. In particolare quelle linee decise, le superfici un po' rigide ma lo stesso piuttosto dinamiche. E poi la calandra e i paraurti anteriori, il taglio delle portiere e questa volta anche l'impostazione della coda, con portellone più verticale da hatchback compatta. La linea portellone-faro posteriore, però, che nell'evoluzione dal primo concept a Signum 2 (e poi anche il modello di produzione) era divenuto un punto forse troppo pesante... ...l'Astra H lo affrontava in modo meno semplicistico, sconnettendo il gruppo ottico dalle linee del lunotto e dandogli una forma a foglia che puntava verso la piega della fiancata, accentuandone il dinamismo: Ne guadagnava il protagonismo del faro, sottolineato anche dalla superficie tagliata sul paraurti; ne scapitava però il lunotto, che perdeva quasi del tutto carattere, e ancora (come su Signum '97) il profilo di coda non parlava con la linea dello sportello. In sostanza né Signum 2, né Astra H, avevano risolto in modo ottimale quella zona del corpo vettura. E dire che la soluzione c'era, ed era già sui fogli da disegno di Opel da un bel po'... (e così riportiamo anche questo lunghissimo [OT] nei binari della discussione ) Niels Loeb firmava già nel 1996 questa tavola, che Opel ha pubblicato poi nel materiale a corredo di Signum. E' un disegno, non è realtà e chiaramente non si poteva fare un gruppo ottico più grosso del finestrino dello sportello dietro , ma secondo me qui c'era l'idea giusta per realizzare quella zona della coda di Signum o Astra. Il faro è connesso al lunotto, entrambi con delle belle forme caratteristiche e significative, riprendendo pure, in qualche modo, la linea della portiera. Tra l'altro mi incuriosisce molto la scritta del modello sul portellone: OPEL ASPERA Mmmhh, fa citazioni dotte il nostro designer... "per aspera, ad astra" recita il detto latino. Quindi? Sicuri sicuri che Niels stesse pensando solo a Signum o al concept che la anticipò? Vabbe', vi lascio il link ad un post di qualche tempo fa sulle maquette di Signum... ...ed aggiungo il bonus di questo modellone asimmetrico, ancora in lavorazione ma sostanzialmente definitivo: P.S. Scusate il colpo di coda di questo assurdo OT, ma mi sono sempre chiesto quale sia stato il luogo di questo servizio fotografico del primo concept Signum, che pur con le classiche targhe "GG" di Russelsheim, sembra collocato in queste ambientazioni che sanno molto di campagna italiana... qualcuno riconosce questi luoghi?
  4. Se la Stilo fosse venuta fuori anche lontanamente vicina a quella cosa lì, oggi ci sarebbero i pellegrinaggi ai luoghi del miracolo della sua concezione... (ok, ti concedo che il taglio del faro davanti dove tocca la mascherina, può ricordare Stilo. 45 cm2 di auto. Fine) Detto ciò, passo al mio argomento del periodo: il 50° compleanno della Polo. E così torniamo al 1974, quando era stata lanciata l'Audi 50, ma in seno al Gruppo VW pensano che sia utile derivarne una versione più semplice ed economica, a marchio Volkswagen. Nasce così la Polo, nel 1975, puro badge engineering. Si cambiano marchio e nome, il resto è solo finiture e accessori (via su, è vero, ci misero anche il nuovo motore da 900cc...). Adesso, però, vi propongo qualcosa di cui non ho alcuna informazione a corredo, solo foto. Da cui io provo a fare qualche ipotesi o deduzione. Ma chi sa qualcosa in più, si faccia avanti! Si parte da una coppia di modelli affiancati, visti di fronte: Riconosciamo facilmente quello a sinistra: è l'Audi 50, bella e finita. E quello a destra? Chiaramente una versione in salsa Volkswagen, ma non certo la Polo che ricordiamo tutti. Sembra qualcosa di "più moderno"... In effetti il complesso fari-calandra ricorda da vicino lo stile del restyling Passat del 1977. La mettiamo poi di fianco e scopriamo che... Ops, questa è proprio una Polo diversa! Almeno ci avevano provato a differenziarla un po' dalla Audi. Ma quando è successo tutto ciò? Forse che all'inizio... Be', guardiamola da dietro: Ahhaaaa!! Ora forse si capisce qualcosa di più... Adesso il nostro prototipo Volkswagen (è lui, e non l'Audi, lo si capisce dalla targa e dal paraurti...) è affiancato da una nuova, fiammante, Ford Fiesta 1.1 Ghia. Lussuosissima e addirittura col tetto in vinile! E questo ci dice che siamo per forza in una data posteriore al Maggio 1976, quando Ford avviò la produzione della sua nuova piccola. E quando la Polo che conosciamo noi esisteva già da un annetto... Quindi questa Volkswagen cos'è? Be', l'unica cosa che mi viene da pensare è che sia uno sviluppo per un aggiornamento della Polo, magari avviato proprio in risposta all'arrivo della più temibile concorrente del momento, la Fiesta appunto. L'intento probabilmente voleva essere quello di rafforzare l'immagine della Polo, ammodernandola e allontanandola in modo più chiaro dal modello d'origine (quell'Audi 50 di cui forse avevano già deciso la soppressione?). Che stessero lavorando su un restyling più importante di quello che infine misero in produzione, lo possiamo desumere anche da questa ulteriore foto, che ci mostra un modello ancora diverso: Questa è una maquette asimmetrica, in cui si notano varie soluzioni che Volkswagen stava valutando: - da dettagli estetici come lo sfogo d'aria circolare sul montante C con il logo VW - a nuovi paraurti in materiali sintetici, abbinati alla nuova modanatura paracolpi laterale (con conseguente eliminazione di quella cromata sulla piega della fiancata) - continuando con modifiche più sostanziose come il finestrino posteriore dal nuovo disegno (senza spigolo a salire, uguale direi alla foto più sopra) che si intuisce in trasparenza sulla fiancata nascosta, quella lato guida - per finire con una proposta di modificare anche il piano di coda, in particolare la zona del faro e del portatarga, con un taglio più verticale (qui lo si nota sul lato sinistro, asimmetrico rispetto al destro, dove resta la forma originaria per confronto. Tante idee e buoni propositi, però alla fine l'elefante partorì il topolino, perché nel febbraio del 1979 si vide solo questa: Un banale face-lifting, ennesimo esempio di "plasticume" in voga all'epoca. In pratica solo nuovi paraurti in plastica, e un goffo tentativo di aggiornare il frontale, "correggendone" l'originaria inclinazione negativa con un pataccone in plastica dal cornicione ispessito che lo rendeva apparentemente verticale... Bonus "dettagli curiosi": questa foto ci mostra un esemplare con la guida a destra, destinato ovviamente al Regno Unito. Notate che però i tergicristalli sono montati in posizione standard per guida a sinistra... Ecco, Polo prima generazione fu tra le poche auto a non prevedere l'installazione invertita dei tergi per la guida a destra, cosa che ovviamente andava a detrimento della visibilità da parte del guidatore albionico in caso di pioggia. Il motivo? Chissà, ma fa riflettere il fatto che Audi 50 non fu mai prodotta con la guida a destra, e mai venduta in UK. Forse il progetto originario nacque senza questo requisito e quando poi VW volle esportare la sua Polo anche oltremanica, per qualche ragione tecnica l'inversione dei tergi non fu più possibile...
  5. Poiché parlando altrove di Audi 50, e di Bertone, e di paraurti innovativi per quegli anni... ...e poi di altre concept Bertone come 128 coupé (quella col carrellino nel bagagliaio)... ...alla fine si finiva sempre per parlare della nostra FIAT Ritmo, ecco che ritiro su questa bella discussione antidiluviana, per segnalare due cose: la prima, magari riguardarsi quel filmato che trovate nei post precedenti, davvero bellissimo; e poi che ho trovato una rivista on line che non avevo mai visto prima, e che - aperta nel 2023 - purtroppo sembra già inattiva... Il motivo per cui ve la segnalo qui, è che nella sua prima - ed unica - uscita ha dedicato un reportage davvero ben realizzato proprio sulla Ritmo! Ecco qua: https://www.classic-autocars.com/fiat-ritmo-speciale-45-anniversario/ E' stato fatto in collaborazione con il Fiat Ritmo Club Italia. Magari qualche superesperto troverà da ridire comunque, non lo so, ma io l'ho trovato estremamente completo, documentato, bello. Oltre alla versione on line, ci sarebbe anche una sorta di uscita "cartacea" della rivista, anch'essa consultabile gratuitamente, ma solo on-line e non scaricabile. Insomma, ci sono qui raccolti tutti insieme un sacco di retroscena, racconti, immagini, spunti, informazioni, dettagli che rispondono in modo più che esauriente alle domande dei più curiosi, inclusa tutta una parte sullo sviluppo dello stile, appunto. P.S. Prima che qualcuno "protesti"... sì, tutto il reportage riguarda solo la 1a serie della Ritmo, quella che va dalla presentazione alla fine del 1982.
  6. Disegni curiosi Paolo! La soluzione col montante "à la Tigra A" ha un che di coupé giapponesi anni Settanta-Ottanta... ...mentre invece mi fa ridere l'idea di un'Opel Astra "Bocanegra" Parlando seriamente, la cosa più interessante che noto è il montante posteriore di questa: Mi ricorda da vicino due vetture Opel, entrambe mai nate: il concept Antara GTC del 2005 e il prototipo - mai presentato ufficialmente - saltato fuori recentemente e che abbiamo visto anche su questa discussione: la "Antira SR", di cui ignoro l'anno di realizzazione. Questa forma del montante infine, mi pare sia ritrovabile anche su una vettura andata davvero in produzione, che Opel non è, e neppure Bertone: la Volvo C70 Coupé del 1996, disegnata internamente da Ian Callum. Riguardo ai paraurti di Astra G, hai menzionato una cosa del tutto secondaria, ma che in effetti mi ha sempre colpito. Quei paraurti in due pezzi, di cui il superiore voleva apparire totalmente integrato nella carrozzeria, mentre la porzione inferiore - come notavi tu, appena più sporgente - fungeva effettivamente da paraurti. In Europa continentale non so se sia mai apparsa un'Opel Astra con la parte bassa del paraurti davanti non verniciata (mai viste e cercando su internet non le trovo neppure nell'allestimento Van...), ma nel Regno Unito pare che Vauxhall abbia commercializzato un allestimento super-barbonz con paraurti neri e persino i lattoni!!!! Semplicemente adorabile ...e l'hanno venduta davvero! Non ho mai capito benissimo questa soluzione, che tra l'altro vedeva anche il bordo del passaruota interrompersi bruscamente proprio lì, dove cambiava il pezzo. Mah... Poi la versione Station era ancora diversa, perché dietro aveva un pezzo unico, posto più in basso, eliminando in sostanza la porzione superiore; ma anche lì, il profilo del passaruota si perdeva nel nulla. E dire che erano riusciti a dare al tutto un senso quasi compiuto nella CTC (per City Trekker Concept) del 1997, che però non vide mai tradursi in realtà quell'idea - secondo me valida - di paraurti, passaruota e minigonne a contrasto. Bertone, con le sue Astra Coupé e Cabriolet, risolse questa "anomalia" con nuovi paraurti in pezzo unico, molto ben integrati e persino con la raffinatezza di proseguire e sfumare in modo coerente ed efficace proprio quei profili dei passaruota: Invece nulla poté con l'altra piccola "anomalia" estetica che mi ha sempre disturbato un po'. Lo so, siamo nel patologico... Si tratta di quel piccolo lembo di lamiera che chiude il cofano, tra lo spigolo del faro e il bordo in rilievo della calandra: Secondo me, da un punto di vista purmente stilistico, avrebbe avuto più senso eliminarlo, seguendo la linea inferiore del faro, come Bertone aveva provato a sognare in uno di quei disegni: Ma chiaramente non ci poté fare nulla, Opel non avrebbe mai permesso una simile modifica. Mi sono sempre immaginato i designer Opel che inizialmente avevano immaginato loro stessi questa soluzione, ma che ad un certo punto si erano dovuti piegare a qualche esigenza "esterna" (funzionale, produttiva, economica...) per procedere in quel modo.
  7. Non so se nei primissimi messaggi di questa discussione, quelli del mitico @JOKEJOE risalenti al preistorico 2008, ci fossero queste immagini o meno, perché purtroppo sono andati persi. E non per colpa del server di Autopareri o di altri siti di condivisione immagini, ma proprio della fonte originale, cioè il sito della carrozzeria Coggiola ... Si parla del progetto X54, la futura Safrane che uscirà nel 1992. Maquette di fine 1986 (sembra già il tema che poi verrà selezionato per lo sviluppo definitivo): Maquette iniziale su un disegno alternativo del designer Gérard Asensio (nella foto anche lui... ; fonte: Cardesignarchives) ...qui sotto nella realizzazione da parte di Coggiola di un modello più completo e realistico: Prima di queste, si erano già viste quelle di Gandini, presentate intorno al 1984:
  8. ...e quindi, visto che si parla quest'anno di 50° compleanno di VW Polo (link al topic), e l'anno scorso era quello del "clone originale", ovvero l'Audi 50 che citavo altrove per alcune curiosità (link al post), mettiamo qui le proposte che non videro mai la luce. Alcune delle quali, tra l'altro, ci consentono di approfondire il tema dei paraurti integrati, introdotto nel post precedente... Bene, è noto che nel 1969 VW acquisisce la NSU, inglobandola in Auto Union, cioè Audi. A quel tempo NSU deve sostituire le vetuste Prinz etc, la vulgata racconta che nei cassetti della casa di Neckarsulm c'è già un progetto dedicato a tale scopo, chiamato K50. Non è accertato a che punto fosse tale progetto prima della fusione, ma è probabilmente solo nelle fasi iniziali, dove però i requisiti, cioè le idee tecniche di base del modello erano già definite. Di più non è dato sapere, E' solo nel 1971 infatti che la nuova entità Auto Union - NSU avvia ufficialmente il progetto per la nuova vettura cittadina che - viene deciso - avrà il marchio Audi. L'impianto tecnico è praticamente lo stesso della cugina VW Golf, le dimensioni però sono più compatte, lo stile differente così come il collocamento dal punto di vista del marketing (marchio, immagine, prezzi etc) La storia completa la potete trovare in moltissime fonti. Sullo stile però, tuttora ci sono delle versioni leggermente diverse in merito all'origine dell'impianto di base. Una racconta di uno sviluppo sostanzialmente interno, su cui poi venne richiesto un intervento di consulenza della nostra carrozzeria Bertone. Un'altra invece tende a ribaltare la posizione dei soggetti in questione, attribuendo alla carrozzeria italiana (e in particolare a Marcello Gandini) la paternità dell'idea fondamentale, ovviamente rielaborata e aggiustata dal centro stile dell'azienda tedesca. La prima risulta in ogni caso la storia più accreditata, ma è sempre un intreccio complesso quello del disegno di una vettura. Le immagini che si trovano sulla storia dello sviluppo di questo modello non sciolgono il dubbio, ma fanno comunque notare la vicinanza al progetto Golf e gli sforzi per distaccarsene. Qui una maquette in lavorazione: Nonché alcune proposte per la plancia: Quest'ultima rivela una modernità e "completezza" che stupisce per essere pensata per una cittadina dei primi anni Settanta! Ma ora torniamo alla carrozzeria esterna, ai paraurti e alla nostra ...Bertone! Ecco, risale al 1972 questa maquette, credo ormai piuttosto nota: (da Cardesignarchives) Qui la linea fondamentale di Audi 50 è ormai già presente, solo che Gandini l'ha corredata di innovativi paraurti in materiale sintetico, che oltre a fasciare la parte bassa della carrozzeria, arrivano a inglobare addirittura i gruppi ottici, sia davanti che dietro. Una soluzione radicale che Audi non considera in linea con la propria immagine e quindi scarterà. Il tema degli elementi circolari, invece, variamente ripetuto nella calandra, nei fari posteriori, nelle prese d'aria sul cofano e sui montanti C, verrà mantenuto solo su questi ultimi, separandoli però dalla funzione del bocchettone carburante. P.S. Non sto qui a commentare le supposte analogie con FIAT Ritmo, che ufficialmente non ha niente a che fare con Bertone o Gandini. Però ricordo che sempre nel 1972, FIAT aveva ricevuto da Bertone la proposta per una nuova 124 coupé che ci aveva mostrato @giopisca poco tempo fa:
  9. Ripartendo dal post precedente, sulle Audi 80 che "non furono", aggiungo tre belle foto della prima proposta della carrozzeria Bertone, quella del 1969 per una due volumi a 3 porte, cioè con il portellone come si può apprezzare in questa foto della coda: Una scelta che si ispirava ovviamente alla Renault 16 uscita nel 1965, sebbene menomata nella praticità dall'assenza delle portiere dietro e dall'inclinazione più accentuata della coda stessa. Una scelta che alla fine non venne premiata comunque, perché i tedeschi optarono per una più tradizionale berlina a tre volumi. Qui però voglio notare anche la soluzione proposta per i paraurti, che queste foto mettono bene in evidenza: elementi in acciaio semi-integrati nella carrozzeria, seguendo cioè il disegno delle porzioni inferiori degli sbalzi anteriore e posteriore. Si tratta di un tema che Bertone propugna con una certa insistenza in quegli anni. Lo si è visto accennato sulla FIAT 125 Executive, studio di Bertone del 1967, e poi sulle proposte dello stesso carrozziera per il progetto 116 (Alfetta) di Alfa Romeo e arriva in produzione sulla Iso Rivolta Lele (disegnata da Gandini per Bertone, ovviamente), proprio nelle stesse forme e nello stesso 1969 di questa proposta per Audi 80. Bertone non era solo però... in quegli stessi anni stavano lavorando su soluzioni dalle linee molto simili anche in Renault (prototipi del 1967 per il "projet H" per grande ammiraglia e anche quelli per R15-17), con idee anche più avanzate con l'uso di materiali plastici (sempre nei progetti per R15-17 e poi per R20/30, tutto tra il 1967 e il 1970). Anche Volvo, con gli studi P1560 del 1968, aveva realizzato prototipi con paraurti (in plastica) dal profilo paragonabile. Tornando ad Audi, ancora qualche anno dopo, nel 1974, Bertone utilizza qualcosa del genere sulla proposta per la futura Audi 100 C2, stavolta lavorando su materiali sintetici:
  10. Il 50° anniversario della VW Polo mi ha dato motivo di ridare un'occhiata a questa piccola e così mi è capitato di notare alcune sue curiosità, cui non avevo mai fatto caso. Si tratta di un paio di dettagli stilistici della prima generazione, che quindi si potrebbero più correttamente attribuire alla sua gemella che l'aveva preceduta di qualche mese*, l'Audi 50. Di cosa si tratta? Il primo dettaglio è l'elemento circolare che campeggia sul montante C Si potrebbe pensare al bocchettone del carburante, ma in realtà si trova in modo simmetrico su entrambe le fiancate e una foto del lato passeggero rivela che il serbatoio aveva il suo bravo sportellino rettangolare dedicato: Quindi? Niente di misterioso, ovvio, perché sono gli sfoghi per l'estrazione dell'aria di ventilazione dell'abitacolo, come doverosamente spiegato con un disegno nei depliant originali... Rimane però un particolare di design interessante, perché inusuale nel segmento delle utilitarie due volumi. Mentre lo si può ritrovare in molte altre vetture (del passato...) più grandi, vedi il post qui sotto... L'altro dettaglio che notavo, è il listello paracolpi cromato della fiancata, e la sua piega verso l'alto in coda, secondo qualcuno (Rich Gooding sul sito polodriver.com) "approvato" da Marcello Gandini in persona! Può sembrare una inezia, ma oltre ad essere una rarità in senso assoluto (provate a ricordare auto che abbiano un simile trattamento del listello paracolpi...), sottolinea una particolare forma della fiancata, che si nota bene in questa foto della sorella "povera" Polo in allestimento denudato di ogni orpello: * La VW Polo venne presentata al Salone di Ginevra del Marzo 1975, mentre l'Audi 50 era stata mostrata già al Salone di Parigi nell'Ottobre del 1974.
  11. Riallacciandomi ai post su X1/23 di questa discussione, nonché a quello sui prototipi EV1/Ecovan di Lamborghini (link) che ha condiviso proprio oggi @__P, ecco del materiale su progetti FIAT per veicoli elettrici, di molto precedenti a quello di Sant'Agata Bolognese. Siamo nel 1978, e per il Convegno "Auto Elettrica" che si tenne a Firenze il 29 Giugno, FIAT presenta i suoi prototipi a batteria, tra cui il piccolo commerciale 900T, di cui il prototipo Lamborghini sembra essere un'evoluzione, incluso qualche carry-over... Il progetto di punta, in ogni caso, è sempre la city-car X1/23, qui già nel suo stadio di evoluzione finale. Ecco la cartella stampa FIAT per l'evento: Interessante notare le diverse collocazioni del pacco batterie sui due furgoni: nel 900T sotto al pavimento, tra gli assi, sfruttando l'architettura del veicolo originale; nel 242, invece, per lasciare il piano di carico al livello standard, le batterie erano collocate in verticale, nelle fiancate. In entrambi i casi erano "facilmente" rimovibili (con carrelli elevatori) per la sostituzione o la ricarica.
  12. Sì, giustissimo! Regata decisamente emula di Polo in quel dettaglio. E soprattutto grazie per aver segnalato Mitsubishi Galant del 1980! (mentre sono andato a vedere Cordia e Tredia e non mi pare abbiano quel disegno...) Quindi, al di là del profilo del bordo assai più pronunciato su Polo, questo tipo di taglio potrebbe esser stato introdotto dai giapponesi? Be', non proprio... perché quattro anni prima, nel 1976, era stata presentata questa coupé! Quindi italiano il modello, italiana la carrozzeria che la costruiva (Pininfarina) e italiano il suo disegnatore (Aldo Brovarone). Poi, arrovellandomi ancora un po', ho trovato che qualcosa di simile, sebbene in una forma se vogliamo embrionale, era stata utilizzata già negli anni Settanta da ben due Citroen: Citroen Visa (1978)... ...e ancor prima Citroen GS (1970) ...la quale a sua volta portava in produzione idee proposte sempre dagli italiani di Pininfarina (nello specifico Fioravanti e Martin) per una berlina aerodinamica, che nella seconda iterazione del 1968 per una compatta 1100, in effetti mostrava un disegno del passaruota posteriore molto vicino a quello in questione: Come spesso accade, possiamo dire che anche questa idea non è nata di punto in bianco, ma probabilmente è stato il frutto di elaborazioni progressive da parte di varie persone e aziende... Fatta la divagazione su questo particolare del design di Polo '81, possiamo tornare al 50° compleanno di VW Polo.
  13. Salve a tutti, e buon anno! Questa discussione nuova di pacca mi cade proprio a fagiuolo , perché in questi giorni mi sono arrovellato su una roba... Giorni fa, sulla discussione "[MAI NATE] SEAT", avevo postato questa immagine di una maquette per il restyling di Ibiza del 1991. ...e notavo il nuovo disegno del passaruota posteriore "tagliato" a semiarco e come "appoggiato" sul paraurti, variazione poi non mantenuta nel modello finale. Comunque mi aveva fatto venire alla mente l'Opel Astra F (quella del '91), la quale a sua volta aveva ereditato quel tratto dalla precedente Kadett E del 1984: Altre auto hanno utilizzato questa soluzione stilistica nel tempo, ovviamente con lievi differenze nell'inclinazione o nel disegno del profilo del passaruota; fra le altre, la nostra Y10 (1985): ...o la Punto 176: ...ma anche qualcosa di più esotico come la Daihatsu Charade (serie G100 del 1987): Bene, a quel punto mi sono chiesto l'origine di quell'idea, o meglio: quale auto aveva adottato per prima quella particolare soluzione stilistica? Per chiarezza, ritengo che siano soluzioni differenti - per quanto concettualmente associabili - le carenature parziali o totali come quelle di Citroen DS o CX, o il taglio netto di Fiat Panda '80 o di Opel Omega '86. Perciò, inizialmente l'avevo fatta risalire proprio a Kadett E del 1984, ma poi mi sono ricordato della seconda generazione della VW Polo, appunto, che nel settembre del 1981 si presentò con la nuova carrozzeria da mini-station wagon, con il passaruota dietro risolto così, in effetti donando un certo dinamismo a quella nuova linea: Cercando cercando, ho trovato delle giapponesi di cui non sapevo, perché spesso mi accorgo di non conoscere ciò che non è stato (quasi) mai venduto nel nostro paese... ma si tratta comunque di modelli successivi, seppur di poco, alla Polo II; giusto per dovere di cronaca, modelli come la Toyota Camry/Vista (serie V10) e la Toyota Tercel (L20) entrambe del 1982, o la Mitsubishi Mirage del 1983 (aka Colt o Lancer a seconda dei mercati). Qualcuno ricorda modelli precedenti alla Polo con questa caratteristica? O possiamo accreditare Volkswagen come detentrice di questo "primato stilistico"?
  14. Mai piaciuta 456 Venice Spider. Stesse ragioni addotte da Paolo. Non solo quella coda "non parla" con il resto della macchina, ma in generale quel disegno "cadente", dallo stile retrò pseudo-classicheggiante non mi sembra affatto riuscito. Molto meglio la realizzazione "apocrifa" dell'americana Straman: ...un esemplare dei quali (3 in totale, pare) fu di Mike Tyson. Non era questa, la sua era rossa e l'ha rivenduta. Comunque tutte le Venice (incluse le varianti sedan e estate, che in quest'ultima forma hanno invece una loro dignità stilistica) furono commissionate dalla famiglia reale del Brunei, paese che poco ha a che fare con gli Arabi, al di là di condividerne la religione islamica. Sarebbe come dire "Inglesi & Co" parlando del regno di eSwatini (ex Swaziland), solo perché condividono a grandi linee religione e tipologia di governo.
×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.