angeloben
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Non so se nei primissimi messaggi di questa discussione, quelli del mitico @JOKEJOE risalenti al preistorico 2008, ci fossero queste immagini o meno, perché purtroppo sono andati persi. E non per colpa del server di Autopareri o di altri siti di condivisione immagini, ma proprio della fonte originale, cioè il sito della carrozzeria Coggiola ... Si parla del progetto X54, la futura Safrane che uscirà nel 1992. Maquette di fine 1986 (sembra già il tema che poi verrà selezionato per lo sviluppo definitivo): Maquette iniziale su un disegno alternativo del designer Gérard Asensio (nella foto anche lui... ; fonte: Cardesignarchives) ...qui sotto nella realizzazione da parte di Coggiola di un modello più completo e realistico: Prima di queste, si erano già viste quelle di Gandini, presentate intorno al 1984:
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...e quindi, visto che si parla quest'anno di 50° compleanno di VW Polo (link al topic), e l'anno scorso era quello del "clone originale", ovvero l'Audi 50 che citavo altrove per alcune curiosità (link al post), mettiamo qui le proposte che non videro mai la luce. Alcune delle quali, tra l'altro, ci consentono di approfondire il tema dei paraurti integrati, introdotto nel post precedente... Bene, è noto che nel 1969 VW acquisisce la NSU, inglobandola in Auto Union, cioè Audi. A quel tempo NSU deve sostituire le vetuste Prinz etc, la vulgata racconta che nei cassetti della casa di Neckarsulm c'è già un progetto dedicato a tale scopo, chiamato K50. Non è accertato a che punto fosse tale progetto prima della fusione, ma è probabilmente solo nelle fasi iniziali, dove però i requisiti, cioè le idee tecniche di base del modello erano già definite. Di più non è dato sapere, E' solo nel 1971 infatti che la nuova entità Auto Union - NSU avvia ufficialmente il progetto per la nuova vettura cittadina che - viene deciso - avrà il marchio Audi. L'impianto tecnico è praticamente lo stesso della cugina VW Golf, le dimensioni però sono più compatte, lo stile differente così come il collocamento dal punto di vista del marketing (marchio, immagine, prezzi etc) La storia completa la potete trovare in moltissime fonti. Sullo stile però, tuttora ci sono delle versioni leggermente diverse in merito all'origine dell'impianto di base. Una racconta di uno sviluppo sostanzialmente interno, su cui poi venne richiesto un intervento di consulenza della nostra carrozzeria Bertone. Un'altra invece tende a ribaltare la posizione dei soggetti in questione, attribuendo alla carrozzeria italiana (e in particolare a Marcello Gandini) la paternità dell'idea fondamentale, ovviamente rielaborata e aggiustata dal centro stile dell'azienda tedesca. La prima risulta in ogni caso la storia più accreditata, ma è sempre un intreccio complesso quello del disegno di una vettura. Le immagini che si trovano sulla storia dello sviluppo di questo modello non sciolgono il dubbio, ma fanno comunque notare la vicinanza al progetto Golf e gli sforzi per distaccarsene. Qui una maquette in lavorazione: Nonché alcune proposte per la plancia: Quest'ultima rivela una modernità e "completezza" che stupisce per essere pensata per una cittadina dei primi anni Settanta! Ma ora torniamo alla carrozzeria esterna, ai paraurti e alla nostra ...Bertone! Ecco, risale al 1972 questa maquette, credo ormai piuttosto nota: (da Cardesignarchives) Qui la linea fondamentale di Audi 50 è ormai già presente, solo che Gandini l'ha corredata di innovativi paraurti in materiale sintetico, che oltre a fasciare la parte bassa della carrozzeria, arrivano a inglobare addirittura i gruppi ottici, sia davanti che dietro. Una soluzione radicale che Audi non considera in linea con la propria immagine e quindi scarterà. Il tema degli elementi circolari, invece, variamente ripetuto nella calandra, nei fari posteriori, nelle prese d'aria sul cofano e sui montanti C, verrà mantenuto solo su questi ultimi, separandoli però dalla funzione del bocchettone carburante. P.S. Non sto qui a commentare le supposte analogie con FIAT Ritmo, che ufficialmente non ha niente a che fare con Bertone o Gandini. Però ricordo che sempre nel 1972, FIAT aveva ricevuto da Bertone la proposta per una nuova 124 coupé che ci aveva mostrato @giopisca poco tempo fa:
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Ripartendo dal post precedente, sulle Audi 80 che "non furono", aggiungo tre belle foto della prima proposta della carrozzeria Bertone, quella del 1969 per una due volumi a 3 porte, cioè con il portellone come si può apprezzare in questa foto della coda: Una scelta che si ispirava ovviamente alla Renault 16 uscita nel 1965, sebbene menomata nella praticità dall'assenza delle portiere dietro e dall'inclinazione più accentuata della coda stessa. Una scelta che alla fine non venne premiata comunque, perché i tedeschi optarono per una più tradizionale berlina a tre volumi. Qui però voglio notare anche la soluzione proposta per i paraurti, che queste foto mettono bene in evidenza: elementi in acciaio semi-integrati nella carrozzeria, seguendo cioè il disegno delle porzioni inferiori degli sbalzi anteriore e posteriore. Si tratta di un tema che Bertone propugna con una certa insistenza in quegli anni. Lo si è visto accennato sulla FIAT 125 Executive, studio di Bertone del 1967, e poi sulle proposte dello stesso carrozziera per il progetto 116 (Alfetta) di Alfa Romeo e arriva in produzione sulla Iso Rivolta Lele (disegnata da Gandini per Bertone, ovviamente), proprio nelle stesse forme e nello stesso 1969 di questa proposta per Audi 80. Bertone non era solo però... in quegli stessi anni stavano lavorando su soluzioni dalle linee molto simili anche in Renault (prototipi del 1967 per il "projet H" per grande ammiraglia e anche quelli per R15-17), con idee anche più avanzate con l'uso di materiali plastici (sempre nei progetti per R15-17 e poi per R20/30, tutto tra il 1967 e il 1970). Anche Volvo, con gli studi P1560 del 1968, aveva realizzato prototipi con paraurti (in plastica) dal profilo paragonabile. Tornando ad Audi, ancora qualche anno dopo, nel 1974, Bertone utilizza qualcosa del genere sulla proposta per la futura Audi 100 C2, stavolta lavorando su materiali sintetici:
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Il 50° anniversario della VW Polo mi ha dato motivo di ridare un'occhiata a questa piccola e così mi è capitato di notare alcune sue curiosità, cui non avevo mai fatto caso. Si tratta di un paio di dettagli stilistici della prima generazione, che quindi si potrebbero più correttamente attribuire alla sua gemella che l'aveva preceduta di qualche mese*, l'Audi 50. Di cosa si tratta? Il primo dettaglio è l'elemento circolare che campeggia sul montante C Si potrebbe pensare al bocchettone del carburante, ma in realtà si trova in modo simmetrico su entrambe le fiancate e una foto del lato passeggero rivela che il serbatoio aveva il suo bravo sportellino rettangolare dedicato: Quindi? Niente di misterioso, ovvio, perché sono gli sfoghi per l'estrazione dell'aria di ventilazione dell'abitacolo, come doverosamente spiegato con un disegno nei depliant originali... Rimane però un particolare di design interessante, perché inusuale nel segmento delle utilitarie due volumi. Mentre lo si può ritrovare in molte altre vetture (del passato...) più grandi, vedi il post qui sotto... L'altro dettaglio che notavo, è il listello paracolpi cromato della fiancata, e la sua piega verso l'alto in coda, secondo qualcuno (Rich Gooding sul sito polodriver.com) "approvato" da Marcello Gandini in persona! Può sembrare una inezia, ma oltre ad essere una rarità in senso assoluto (provate a ricordare auto che abbiano un simile trattamento del listello paracolpi...), sottolinea una particolare forma della fiancata, che si nota bene in questa foto della sorella "povera" Polo in allestimento denudato di ogni orpello: * La VW Polo venne presentata al Salone di Ginevra del Marzo 1975, mentre l'Audi 50 era stata mostrata già al Salone di Parigi nell'Ottobre del 1974.
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Riallacciandomi ai post su X1/23 di questa discussione, nonché a quello sui prototipi EV1/Ecovan di Lamborghini (link) che ha condiviso proprio oggi @__P, ecco del materiale su progetti FIAT per veicoli elettrici, di molto precedenti a quello di Sant'Agata Bolognese. Siamo nel 1978, e per il Convegno "Auto Elettrica" che si tenne a Firenze il 29 Giugno, FIAT presenta i suoi prototipi a batteria, tra cui il piccolo commerciale 900T, di cui il prototipo Lamborghini sembra essere un'evoluzione, incluso qualche carry-over... Il progetto di punta, in ogni caso, è sempre la city-car X1/23, qui già nel suo stadio di evoluzione finale. Ecco la cartella stampa FIAT per l'evento: Interessante notare le diverse collocazioni del pacco batterie sui due furgoni: nel 900T sotto al pavimento, tra gli assi, sfruttando l'architettura del veicolo originale; nel 242, invece, per lasciare il piano di carico al livello standard, le batterie erano collocate in verticale, nelle fiancate. In entrambi i casi erano "facilmente" rimovibili (con carrelli elevatori) per la sostituzione o la ricarica.
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Sì, giustissimo! Regata decisamente emula di Polo in quel dettaglio. E soprattutto grazie per aver segnalato Mitsubishi Galant del 1980! (mentre sono andato a vedere Cordia e Tredia e non mi pare abbiano quel disegno...) Quindi, al di là del profilo del bordo assai più pronunciato su Polo, questo tipo di taglio potrebbe esser stato introdotto dai giapponesi? Be', non proprio... perché quattro anni prima, nel 1976, era stata presentata questa coupé! Quindi italiano il modello, italiana la carrozzeria che la costruiva (Pininfarina) e italiano il suo disegnatore (Aldo Brovarone). Poi, arrovellandomi ancora un po', ho trovato che qualcosa di simile, sebbene in una forma se vogliamo embrionale, era stata utilizzata già negli anni Settanta da ben due Citroen: Citroen Visa (1978)... ...e ancor prima Citroen GS (1970) ...la quale a sua volta portava in produzione idee proposte sempre dagli italiani di Pininfarina (nello specifico Fioravanti e Martin) per una berlina aerodinamica, che nella seconda iterazione del 1968 per una compatta 1100, in effetti mostrava un disegno del passaruota posteriore molto vicino a quello in questione: Come spesso accade, possiamo dire che anche questa idea non è nata di punto in bianco, ma probabilmente è stato il frutto di elaborazioni progressive da parte di varie persone e aziende... Fatta la divagazione su questo particolare del design di Polo '81, possiamo tornare al 50° compleanno di VW Polo.
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Salve a tutti, e buon anno! Questa discussione nuova di pacca mi cade proprio a fagiuolo , perché in questi giorni mi sono arrovellato su una roba... Giorni fa, sulla discussione "[MAI NATE] SEAT", avevo postato questa immagine di una maquette per il restyling di Ibiza del 1991. ...e notavo il nuovo disegno del passaruota posteriore "tagliato" a semiarco e come "appoggiato" sul paraurti, variazione poi non mantenuta nel modello finale. Comunque mi aveva fatto venire alla mente l'Opel Astra F (quella del '91), la quale a sua volta aveva ereditato quel tratto dalla precedente Kadett E del 1984: Altre auto hanno utilizzato questa soluzione stilistica nel tempo, ovviamente con lievi differenze nell'inclinazione o nel disegno del profilo del passaruota; fra le altre, la nostra Y10 (1985): ...o la Punto 176: ...ma anche qualcosa di più esotico come la Daihatsu Charade (serie G100 del 1987): Bene, a quel punto mi sono chiesto l'origine di quell'idea, o meglio: quale auto aveva adottato per prima quella particolare soluzione stilistica? Per chiarezza, ritengo che siano soluzioni differenti - per quanto concettualmente associabili - le carenature parziali o totali come quelle di Citroen DS o CX, o il taglio netto di Fiat Panda '80 o di Opel Omega '86. Perciò, inizialmente l'avevo fatta risalire proprio a Kadett E del 1984, ma poi mi sono ricordato della seconda generazione della VW Polo, appunto, che nel settembre del 1981 si presentò con la nuova carrozzeria da mini-station wagon, con il passaruota dietro risolto così, in effetti donando un certo dinamismo a quella nuova linea: Cercando cercando, ho trovato delle giapponesi di cui non sapevo, perché spesso mi accorgo di non conoscere ciò che non è stato (quasi) mai venduto nel nostro paese... ma si tratta comunque di modelli successivi, seppur di poco, alla Polo II; giusto per dovere di cronaca, modelli come la Toyota Camry/Vista (serie V10) e la Toyota Tercel (L20) entrambe del 1982, o la Mitsubishi Mirage del 1983 (aka Colt o Lancer a seconda dei mercati). Qualcuno ricorda modelli precedenti alla Polo con questa caratteristica? O possiamo accreditare Volkswagen come detentrice di questo "primato stilistico"?
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Mai piaciuta 456 Venice Spider. Stesse ragioni addotte da Paolo. Non solo quella coda "non parla" con il resto della macchina, ma in generale quel disegno "cadente", dallo stile retrò pseudo-classicheggiante non mi sembra affatto riuscito. Molto meglio la realizzazione "apocrifa" dell'americana Straman: ...un esemplare dei quali (3 in totale, pare) fu di Mike Tyson. Non era questa, la sua era rossa e l'ha rivenduta. Comunque tutte le Venice (incluse le varianti sedan e estate, che in quest'ultima forma hanno invece una loro dignità stilistica) furono commissionate dalla famiglia reale del Brunei, paese che poco ha a che fare con gli Arabi, al di là di condividerne la religione islamica. Sarebbe come dire "Inglesi & Co" parlando del regno di eSwatini (ex Swaziland), solo perché condividono a grandi linee religione e tipologia di governo.
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Sempre pensato anche io che quella coupé "GT America", assieme alla sua cabrio, sarebbero state delle buone eredi di 412, ma ...nulla più! E' vero che 412, per quanto bella ai suoi tempi, negli anni '80 era improvvisamente diventata vecchia e quindi una linea come quella di quei prototipi sarebbe stata certamente adeguata e aggiornata ai canoni del periodo, però... però... a mio avviso quelle linee mancavano di carattere. E una Ferrari non dovrebbe correre di questi rischi. In quel periodo erano già uscite alcune auto che, seppur non concorrenti dirette di una Ferrari, però già parlavano lo stesso linguaggio stilistico di quei prototipi. Non vorrei apparire blasfemo , ma mi riferisco ad esempio a Cadillac Allanté, trasposizione su basi americane di alcune idee proprio di Ferrari Pinin . E se l'americana rimaneva ancora nel solco delle linee tese e spigolose, poco dopo altre coupé e convertibili americane e giapponesi si erano lanciate sulle linee più morbide e levigate che caratterizzeranno la fine di quel decennio e l'inizio di quello successivo. Quindi le varie Buick Reatta, Chrysler LeBaron e ancora più le successive giapponesi tipo Mazda Eunos Cosmo, Toyota Soarer, Nissan Skyline, Nissan 240SX XE (S13)... Sì certo, classi e categorie diverse, ne sono ben consapevole, lo ripeto. Ma parlo di proliferazione di proposte di coupé (o cabrio) su uno stile "pulito", con volumi classici ma ben definiti, superfici levigate e lievemente bombate, con spigoli sempre stondati e la ricerca aerodinamica come mantra. E quella Ferrari avrebbe aggiunto poco o nulla a quella tendenza. Poi, a marzo del 1989 era uscita un'altra rappresentante anche più significativa di questa categoria: la nuova Mercedes-Benz SL (R129). Già in quel momento, secondo me, in Ferrari si erano resi conto che quell'auto in certe versioni poteva essere una concorrente diretta anche per il loro modello in sviluppo (almeno nella sua versione aperta). E infine, altro che troppo simile... onestamente la nuova BMW 850i (E31) apparsa nel settembre '89 sarebbe stata già una spanna sopra a quella Ferrari! (esteticamente parlando, of course) Ripeto, tutte considerazioni e punti di vista miei personalissimi. Che mi fanno pensare che allora, forse, fu solo una fortuna che ci misero troppo a buttarla sul mercato, o che comunque qualcuno arrivò prima con nuovi modelli che l'avrebbero subito resa "una tra le tante"... Mentre 456 GT fu davvero un'altra cosa.
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Avete ragionissima, ho scritto una tavanata! Grazie assaje! Carissimo, indietro di qualche pagina puoi trovare questo post in cui spinto dalla stessa tua curiosità, avevo fatto una carrellata dei colori della prima serie di Punto: https://www.autopareri.com/forums/topic/49284-genesi-design-story-fiat-punto-1993/?page=43#findComment-2408266 Buone feste a tutti!
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Guarda @el Nino, nulla che io conosca a memoria, ma andando a fare una rapida ricerca sulla Team ho trovato questo: Quindi sembra tutto giusto quel che ricordavi: paraurti grezzi, cerchi in lega di serie e il bellissimo Giallo Ginestra nella (ridottissima) tavolozza colori. La cosa curiosa è che pare che all'estero i paraurti fossero invece in tinta, mentre di serie non vi erano i cerchi in lega bensì i copricerchi della coeva SX. Della Sporting invece non ho documenti, ma son certo che ha sempre avuto i paraurti in tinta. Nella seconda serie (quella con Fire 16V) a memoria cambiarono i rivestimenti interni, il disegno dei cerchi in lega e le modanature paracolpi laterali (non più quelle a taglio netto e con filetto rosso, ma quelle con bordi stondati e scritta Sporting in rosso).
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Piccola fissa personale su questa discussione, vorrei concludere la questione della gamma colori della triade Sole-Star-Stile del 1998. Dopo aver postato quelle ufficiali da depliant degli allestimenti Stile e Star (cliccate sui link per tornare ai relativi post), rimaneva la "povera" Sole. E alla fine ho trovato anche questa! Dunque, a differenza di Stile e Star, nessun colore nuovo per la Sole. In pratica quasi la stessa selezione di colori della Star, ma se questa portava il nuovo 495 Blue Arrogance, su Sole rimaneva il 467 Azzurro Rialto introdotto nel 1997. Tra l'altro, giusto per aggiungere un po' di brodo al post, Sole non portava neppure nuovi copricerchi, che riprendeva pari pari dalla "S" della gamma '97. Star e Stile invece avevano ricevuto nuovi copricerchi dedicati. In sostanza, al di là di eventuali modifiche alle dotazioni di serie o a pagamento, le uniche differenze estetiche di "Sole" rispetto a "S" erano il tessuto dei rivestimenti (peraltro identico alla Star) e l'adesivo sulla fiancata. Nota a margine. Piccola curiosità su questa triade: la versione "Star" fu un'esclusiva italiana, perché nel resto d'Europa lo stesso allestimento era chiamato "Cult", con l'unica differenza che questa aveva il nome serigrafato sulla modanatura laterale posteriore (come la Stile per intendersi) anziché comparire come adesivo sulla fiancata. Il che fece della Star l'unica Punto con le modanature a bordi "stondati" - quelle che piacciono a Insidek e al sottoscritto... - prive di scritte e quindi riutilizzabili su qualsiasi versione. Cosa che feci, montandole sulla 75 SX Grigio Ducale di famiglia! Il motivo di questa denominazione differenziata? Boh, non so di preciso Forse qualche altra concorrente aveva già usato quel nome in Italia? Onestamente non ricordo... Mi viene da sospettare un puritano timore di pronuncia italiota (poco avvezza ai suoni inglesi) troppo vicina al volgare fondoschiena...
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Questioni di lana caprina: Su queste nomenclature si creano spesso malintesi e confusione, perché in realtà si tratta di denominazioni puramente di marketing e pubblicitarie o persino create dall'uso comune a posteriori, che molto di frequente hanno applicazione limitata nel tempo e differente a seconda dei paesi di commercializzazione. E' probabilmente assodato che "Ibiza Mk II" possa indicare per tutti la seconda generazione del 1993, ma difficilmente troveremo materiale ufficiale SEAT (manuali, pubblicità o brochures) con questa denominazione. Però è anche vero quello che dice @LNA, cioè che il facelift di Ibiza di fine 1988 è stato indicato come "IBIZA II". Solo che è stato così ...solo in Spagna! Dal depliant di lancio per il mercato spagnolo: Un modo di indicarla che, anche nelle pubblicità spagnole, sembra durare un annetto o poco più... In Italia e altri paesi, invece, le pubblicità iniziali di questa nuova serie parlavano di Ibiza "EXTRA": O anche questo spot olandese del 1989: Altrove, ad esempio nei depliant e brochure fuori dalla Spagna, al massimo si parlava invece di "nuova SEAT Ibiza" e spesso neanche quello... Sarà per questo che a noi italiani "IBIZA II" rischia di metterci in confusione...
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Ho trovato nuovo materiale che riguarda la genesi di IBIZA prima generazione, quella del 1984, da aggiungere a questo post di un paio di anni fa: Cominciamo con questa maquette "piena", che traduceva in scala reale i disegni di Paul Breuer (per Open Design) visti nel post: Calandra asimmetrica di ispirazione Ritmo (e poi Panda...) e cerchioni proprio di Ritmo . Cambiamo studio e proseguiamo con due tavole di chiara origine ItalDesign, che mostrano le viste di 3/4 davanti e dietro di una proposta individuata dalla lettera "E": Noto ancora una volta una resa non riuscitissima delle viste prospettiche dei disegni ItalDesign, vedi la ruota dietro che sembra sterzata . Interessante comunque lo "scavo" sulla fiancata, a cavallo del profilo che separa la fascia inferiore. Mentre il frontale sembra quello di Hyundai Pony '85... Poi delle maquettes in lavorazione di una Ibiza già impostata nelle forme generali, ma ancora con molti dettagli da definire: Infine alcuni prototipi che si confrontavano in vista del restyling che uscì nel 1991, cioè quella che fu chiamata "IBIZA New Style". Questa proposta azzardava cambiamenti anche nei lamierati, per quanto assai contenuti: cofano Marbella-style, ma soprattutto si nota il nuovo passaruota posteriore Kadett-style, che per via anche della nuova forma dei gruppi ottici e della fascia portatarga, nonché della sottile scanalatura sulla fiancata, sembra anticipare l'Astra... Anche questa qui sotto assottigliava i gruppi ottici, cambiando anche i paraurti, però manteneva il passaruota posteriore ad arco: Per poi finire con questa, che ormai è quasi definitiva, a meno di differenze minime nelle prese d'aria della zona calandra:
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