angeloben
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Riguardo alla Puma, la piccola coupé anni Novanta intendo, penso sia interessante ricordare anche il ruolo di primo piano svolto da Ian Callum, il designer noto soprattutto per i suoi lavori con Aston Martin e Jaguar. Se AM DB7 fu il primo lavoro che si può interamente attribuire a lui, ecco che Ford Puma fu il secondo. Questa maquette gialla postata da @Beckervdo fu sviluppata da Callum quando lavorava presso TWR Design, azienda che ricevette questo ordine su commissione da Ford. Ed eccone anche un'altra vista che mostra meglio la coda, in questa versione cassata dal profilo spiovente anziché dotata del caratteristico spoiler della versione finale.
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Sono uscite delle immagini di anteprima, pare in preparazione di un anticipo di presentazione che potrebbe già avvenire al prossimo evento del Seoul Mobility Show, dal 25 Novembre. https://it.motor1.com/news/549492/kia-niro-2022-teaser-debutto/ Non foto reali, ovvio, ma ormai l'idea è piuttosto chiara. L'intenzione è rendere Niro più originale e attenta allo stile rispetto alla versione precedente. Niente più terza luce laterale, sostituita da massiccio montante C, disponibile anche in colorazione a contrasto fino al passaruota: rosso-arancio come il concept Habaniro e come in alcuni prototipi beccati in prova, e forse anche altri colori come il grigrio chiaro dell'altro prototipo visto sopra. Frontale con DRL a scalino come Habaniro, più probabile ulteriore - e inutile secondo me - striscia luminosa superiore a tutta larghezza. Dietro fari sdoppiati, con gruppo ottico superiore a boomerang più ulteriore gruppo inferiore a livello del paraurti (visto nei muletti, e molto esposto agli urti...). Interni "semplici" (per i canoni odierni...) ma interessanti, soprattutto se riescono davvero a mantenere qualche comando manuale. Da capire, almeno per me, quelle decorazioni luminose davanti al passeggero. Meccanica - se si può ancora usare questo termine - probabilmente invariata, almeno negli aspetti fondamentali.
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Proseguo con un'altra curiosità super-ammerregana, anzi più specificatamente General Motors in questo caso. E vado a ritroso, partendo dai tempi più recenti. Bene, in un video su una Cadillac del 1989, noto un particolare abbastanza strano: La foto è un dettaglio del passaruota anteriore destro, lato passeggero per capirsi, e quello che mi interessa è ovviamente quella placchetta con i tre fori di sbieco. Che roba era? Si tratta di un dispositivo chiamato "Vigilite", la cui funzione altro non è che segnalare il corretto funzionamento o meno delle luci dell'auto. E come funziona? In modo piuttosto ingegnoso in effetti: i tre fori contengono ciascuno un indicatore che si illumina se la lampada corrispondente è realmente accesa, grazie ad un collegamento in fibra ottica... In pratica gli indicatori sono rivolti verso il guidatore, che li può notare nel suo campo di vista, all'estremità dei due passaruota. Maaa... direte voi, nel 1989 non c'erano già evolutissimi check-control con mille spie nel cruscotto? Be', sì, certo. In effetti qui ci dobbiamo ricollegare al discorso sull'anacronismo delle auto di lusso americane degli anni Ottanta. Siamo davanti ad un caso simile: nel 1989 GM montava ancora sulle grandi Cadillac di lusso questo Vigilite, un dispositivo che in realtà fece la sua apparizione sul mercato negli anni Sessanta... e a quei tempi possiamo dire fosse davvero una tecnologia innovativa! Era il 1966 e Chevrolet fu la prima a introdurre questo accessorio sui suoi modelli full-size per il MY 67, cui seguirono la mid-size Chevelle e la sportiva Camaro, di cui riporto sotto il dettaglio del Vigilite dal catalogo: Le prima versioni del Vigilite apparivano quindi così (Chevrolet Camaro 1968 RS327): una piccola protuberanza cromata sui passaruota... ...che mostrava gli indicatori verso il guidatore: Più chiaro forse qui in questa Chevelle del 1969: i tre indicatori erano per anabbaglianti (esterno), freccia (centrale) e abbaglianti (interno): Rispetto a quel termometro visto nel post sopra, che era riservato ai soli modelli di alta gamma, il Vigilite ebbe diffusione maggiore nelle gamme dei vari marchi della galassia GM. Come si vede nel depliant di Camaro sopra, anche le luci posteriori erano sotto controllo, tramite un ripetitore normalmente piazzato all'interno dell'auto, vicino al lunotto, visibile semplicemente guardando nel retrovisore. Ma nel caso della Corvette '68, tutti gli indicatori venivano montati nella console centrale, sopra o alla base del cambio, in un concetto già più vicino a quello dei successivi check-control: Facendo un po' di storia però, è interessante scoprire che l'idea del Vigilite sviluppava ed estendeva qualcosa che già esisteva, sempre in America ovviamente... Già nei decenni precedenti, alcune grandi auto di lusso americane avevano un ripetitore dell'indicatore di direzione sul parafango. E' quel profilo cromato che orna il parafango, appena dietro ai fari: non visibile da questa foto, ma la cornicetta copriva una lampadina rivolta verso il guidatore: Qui il dettaglio del componente: Essendo in concreto una vera lampadina addizionale, in realtà indicava che la freccia era in funzione (un po' come la spia verde nel cruscotto), ma non dava lo stesso feedback del Vigilite, che portando (o non portando) tramite la fibra ottica la luce all'indicatore, poteva indicare un effettivo malfunzionamento delle lampadine.
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Condivido altre scoperte di piccole curiosità rintracciate su alcune automobili americane del passato. Inizio con un accessorio abbastanza normale nella sua funzione, ma molto particolare per design e collocazione. Negli anni Settanta alcuni modelli di lusso iniziarono a fornire come dotazione di fabbrica (di serie o a richiesta) questo curioso accessorio: Parlo di quel cilindretto trasparente con numerini sotto al retrovisore. Cosa sarà stato mai? Be', forse non impossibile da intuire, ma si tratta comunque di una dotazione che oggi troviamo in quasi tutte le macchine nuove, anche le più economiche, ma allora non era affatto così. Be', è un ... termometro! Ovviamente è il termometro per la temperatura esterna ed essendo un termometro dei nostri genitori/nonni - meglio: di quelli americani e ricchi - era molto analogico, e quindi... doveva stare fuori! La lineetta rossa ovviamente indicava il valore corrente, e quei numerini sul tamburo rotante (per noi decisamente "estremi") naturalmente si riferiscono alla scala Fahrenheit. Immagino ci saranno stati precedenti per questo accessorio, specialmente nel mondo dell'after market, ma il termometro integrato nello specchietto retrovisore e fornito direttamente come allestimento di fabbrica, fu una prima introdotta nel 1975 da Cadillac per il suo modello di punta, la coupé Eldorado MY 1976. Notare il dettaglio dello stemma coronato... La cosa ebbe un certo seguito, con Cadillac che ovviamente estese la disponibilità di questo accessorio a tutti i suoi modelli di alta gamma, seguita subito da altri modelli high-end della concorrenza, Lincoln in primis. La cosa incredibile è che, nell'attaccamento pervicace alle sue "tradizioni" che caratterizzò l'industria americana dell'auto degli anni '80, specialmente per i modelli di lusso, ancora nel 1988 Lincoln offriva sulla ammiraglia Town Car sempre lo stesso identico accessorio, che allora doveva apparire ormai "vagamente" old style... Chissà com'è che Lexus nel 1989 fu percepita come un terremoto negli USA...
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Sì sì, le lancette erano arancio-rosse, certo, ma dico solo che in quella foto sembrano ricolorate. Qualche manipolazione secondo me c'è stata, altrimenti altrimenti non si spiega la spia dell'acqua accesa di un bel rosso, quando il termometro segna 70°C Poi non voglio negare che in pre-produzione avessero fatto davvero quel tachimetro con la zona rossa. Magari qualche ingegnerino aveva buttato là l'idea "ma per chi non ha il contagiri, magari diamoglielo un aiutino per evitare di sfondare il motore!"; e il capo "sì sì certo, metti la zona rossa sul tachi, non ci costa nulla...". Detto fatto, l'ingegnerino parla col fornitore, il quale dice al suo scagnozzo: "ehi, l'ing Rebaudengo vuole il quadro con tachimetro con la zona rossa, sul 160 (il progetto, ndr). Costo zero mi raccomando!" Lo scagnozzo pensa tra sé: "diavolo se questa la voglion far bene, persino questi dettagli sulla strabase..." E via di tachimetro con zona rossa a 160 (i km/h..., ndr) Ma arrivano in prova e i collaudatori: "ma che roba sono quelle linee rosse sul tachi?" "Boh, telefona a Rebaudengo" "Chi?" "L'ingegnerino..." "ah, lui, ok..." Drin drin: "Ingegnere, ma che sono le linee rosse sul tachimetro?" "Sul 160?" (il progetto) "Sì, esatto: 160" (i km/h...) "Sono come se fosse una zona rossa del contagiri" "Ah, bello, ma... a 160 'sto polmone non ci arriva neanche in discesa!" "come?!?!" "eh, ingegnere, son col nuovo FIRE, il 1100, su 1100 kg di macchina... che cosa pretende?!?" "ma perché deve andare a 160?" "infatti non ci arrivo, e la zona rossa così non mi serve a una beneamata, mi scusi la franchezza!" "non capisco..." "neanche io ingegnere..." "aspetti, faccio un salto alla Mandria..., che forse ci capiamo meglio" ... Alla Mandria: "allora, saliamo che le spiego come funzionano le linee per la zona rossa" "si accomodi ingegnere" "..." "allora?" "merd... caxx, , questi cogl... incompetenti" "ma ingegnere... che succede?!? Qualcosa non va?" "no, nulla. Dimentichi la storia della zona rossa... come non fosse mai esistita." "d'accordo, come dice lei. Allora... niente, arrivederci, buon rientro a Torino" "Arrivederci." Collaudatori: "Ne', che ti ha detto l'ingegnerino?" "Mah, niente... è venuto fin qui, è salito in macchina, poi ha dato di matto e se n'è tornato a Mirafiori" "Eh, non ci son più gli ingegneri di una volta, ora ci mandano sti ragazzini che san lavorare al calcolatore, ma son tutti esauriti e non si metton più neanche a provare le macchine..." "Eh, sì, che vuoi che ti dica... andiamo a farci un bicchiere di rosso, va". A Mirafiori intanto l'ingegnerino chiama il fornitore: "ma perché avete messo la zona rossa dopo i 160? " "ingegnere, che le devo dire, ma ce lo avete chiesto a telefono, da un giorno all'altro, non ci avete fornito i disegni... e l'operaio ha fatto di testa sua. E sia chiaro, non vi abbiamo chiesto nulla in più, nonostante il lavoro extra!" "ma che dice, lo capisce anche lei che non ha senso??!? La zona rossa dipende dai motori, e dalla marcia innestata..." "si, ingegnere, certo, capisco, ma questo significa un quadro strumenti diverso per ogni motorizzazione..." "ovvio!" "e allora in produzione il costo non ve lo posso fare uguale... e se poi un giorno cambiate i motori o le rapportature del cambio... bisogna cambiare anche i quadri strumenti. Ingegnere, un quadro di prova con le linee rosse ve lo faccio anche gratis, e se lo vogliamo rifare, glielo faccio trovare domattina sulla scrivania esatto come vuole lei. Ma se lo vogliamo mettere in produzione, la questione cambia..." "ah, sì... mmmhh, va be', niente, lasciamo perdere, tanto con voi non si ragiona. Tachimetro tutto bianco. E non se ne parli più!" "Bene, allora, buona serata Ingegner Rabaudengo". "Arriverderci" (voglio andare a lavorare a Stoccarda!) Storielle di fantasia a parte, la cosa ovviamente non poteva avere senso: le versioni base avevano diverse motorizzazioni (dal 1100 al 1400, fino al 1600 in certi mercati, più il 1.7 Diesel) e non mi risulta avessero tutte la stessa velocità massima... si andava dai 150 di 1100 e 1.7 D, ai 170 della 1.6. E che pensassero di fare un tachimetro diverso per ogni motore mi pare poco probabile. Brevissimo OT: Ai tempi c'era solo Mercedes Benz che utilizzava un tachimetro con delle indicazioni delle velocità max per ciascuna marcia, potendosi permettere di farli ovviamente diversi a seconda del motore e del cambio in dotazione; ed era indipendente dal fatto che ci fosse o meno il contagiri. Alcuni esempi: Tachimetro di una MB 190 con fondo scala 200 km/h e cambio 5 velocità (il limite in V non è indicato, perché tanto era di riposo, non poteva raggiungere regimi motore da zona rossa...): Tachimetro di altra MB 190 con fondo scala a 220 km/h e cambio a sole 4 marce: quindi indicazioni limite solo fino alla III... (e pendola al posto del contagiri... ) Fine OT su MB. Altra cosa strana di quella foto di Gente Motori, il volante. L'attacco del coperchio centrale sulle razze superiori mi pare un po' strano, come fosse staccato. Però... di nuovo, ci sono delle strane sfumature... Boh! Infine la plancetta posticcia sotto le bocchette: be', guardatevi questa foto. Prototipo di interni per versione base, roba semi-definitiva... Comunque, mai capita neppure io la tristezza assoluta di quella striscia vuota, peggio che mai quando ci infilavano appunto quel pulsantino triste e solitario dei fendinebbia anteriori. Però... credo lo ricordino in pochi, ma ad un certo punto FIAT trovò un modo per riempire quello spazio! Era il 1992 e FIAT presentò la Tipo 2.0 i.e. Automatic, versione con cambio automatico "tradizionale", vale a dire non la Selecta con cambio a variazione continua, già presentata un paio di anni prima.
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Queste foto con le loro incongruenze sono sempre un argomento tremendamente interessante! In quella foto di Gente Motori però... mah, caro @PaoloGTC, a me quei colori non convincono molto... tutti i dettagli colorati (lancette, clima, e anche la presunta "zona rossa" sul tachimetro...) mi sembrano tutti vagamente posticci. Ritoccare le foto per aggiungere o esaltare i colori era un classico per l'editoria del periodo! E quindi dubito possa avere un senso quella storia della zona rossa a 160... Ma proprio quei 160... ...ecco, mi hai fatto venire in mente una curiosità delle prime foto ufficiali pubblicate da FIAT: La strumentazione digitale della Digit/DGT era naturalmente tutta accesa come un albero di Natale, ma curiosamente il tachimetro segnava la "stratosferica" velocità di 160. Be', non era un numero casuale... Che numero di progetto è Tipo? Poi, quando fu il momento di rifare le foto perché avevano introdotto il logo sul volante e qualche altra piccolezza, Fiat optò per un più ragionevole e "legale" 130...
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Visto che recentemente sono state rivangate alcune storie e immagini di progetti mai nati, ho fatto un collegamento con questo topic notando come il tergi-monospazzola sembrava destinato a diventare un must per FIAT, se avessero mantenuto quello che girava negli anni Ottanta nei centri stili, ma anche nei muletti per strada... Proposte di stile per Tipo, 1983 (sia Giugiaro, in alto; che CS Fiat, in basso) Poi sappiamo che Tipo 160 nacque con due spazzole, e nelle proposte I.De.A. era stata così fin dall'inizio. Prototipo per erede 126 (progetto anni Ottanta variamente denominato "Micro", "Topolino" etc) Ancora monospazzola nelle maquette del successivo progetto 170 : La Cinquecento definitiva che nacque nel 1992, ebbe due tergi. Per l'erede della Uno, ecco un muletto di "Bino"... ...ma anche le proposte alternative sempre del CS Fiat (1988) E tutti sappiamo che anche Punto 176 ebbe due tergi...
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Grande! E' veeero, non la ricordavo più... Evidentemente il nome che hai scelto è del tutto meritato! Grazie mille. Considerando che quei disegni risultano più o meno coevi a questo concept, a me rimane una curiosità: questa linea è "nata" per il progetto futura A112 Autobianchi o era nata per questo concept e poi hanno provato a proporla per Autobianchi? A seconda della relazione temporale tra concept e disegni Autobianchi, ci vedrei tre possibilità: disegni nati per Autobianchi --> scartati nel progetto --> concept presentato al Salone di Torino con queste forme perché già cassate; disegni nati per Autobianchi --> concept presentato al Salone di Torino con queste forme per "saggiare" le reazioni del pubblico --> bocciatura proposta e/o revisione totale progetto sostituta A112; disegni nati per questo concept FIAT --> presentazione al Salone di Torino --> tentativo di Pininfarina (o richiesta di FIAT) di rielaborarle per progetto sostituta A112 --> nulla di fatto comunque. In ogni caso, per quanto non mi dispiacciano affatto, credo abbia fatto bene FIAT a non portare avanti queste proposte, perché a mio avviso si ponevano in sostanza sul solco già tracciato dalla Mini di Bertone. Certo un'evoluzione significativa, ma pur sempre su quelle idee di base.
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Con tutte le immagini che si sono perse nel passato, onestamente non ricordo se la foto che pubblico oggi fosse mai girata, qui o in altre discussioni. (immagine tratta da una foto originale del periodo, pubblicata su Ebay dal venditore in sovraimpressione) La metto in questo thread su FIAT, per via del marchio che porta sul frontale, sulla fascia nera tra le prese d'aria, anche se... ...be', immagino che non sarò il solo ad averla associata ad Autobianchi! Mi riferisco a questi disegni (qui ripresi da CarDesignArchives, ma credo pubblicati da altri in origine e già visti altre volte): Tutti disegni realizzati per il programma di fine anni Settanta per la sostituta di A112. E dalle linee, idee e impostazioni, direi tutti riferibili a Pininfarina (ne esistono altri di Giugiaro). E Pininfarina chiaramente è l'origine del prototipo nella foto, con suo bel marchietto sulla fiancata. Non mi è nota la data della foto, né l'ambientazione, ma se la connessione con queste proposte nei disegni è evidente. Quindi la domanda principale è: perché il prototipo in questa foto è marchiato FIAT e non Autobianchi?
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Dal sito della testata autopista.es, un paio di intepretazioni SEAT per modifiche su 127. Non ci sono informazioni né di contesto né sul periodo; potrebbe essere lo sviluppo di Fura, ipotizzando un'operazione simile a quella della differenziazione Ronda-Ritmo? Un primo prototipo in cui le novità sembrano principalmente queste: - vetratura laterale (finestrino anteriore senza deflettore, quello posteriore rimodellato con classico spigolo stondato, anziché con lo smusso squadrato tipico di 127 II serie) - cofano motore con profilo assottigliato sul parafango, anziché avvolgente fino alla modanatura - calandra a listelli e inclinata Questa seconda interpretazione prevedeva un intervento meno significativo davanti (cofano normale, calandra con griglia appena diversa): ...ma decisamente più importante dietro, con una sezione di coda completamente nuova: L'accenno di terzo volume riporta un po' a quel prototipo di Ronda Sport visto nel post precendente, ma se sulle linee di Ritmo poteva starci, su 127 era evidentemente una brutta forzatura.
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L'unica foto che ricordo della versione Lancia dovrebbe essere questa, che da qualche fonte è indicata come progetto 842. Sarei curioso di vedere anche frontale e coda, ma non credo abbia mai rischiato di essere bella neppure lei... A proposito di "Large" e Croma, mi si è creata un po' di confusione nella collocazione temporale di questi progetti. Partiamo dalla fine: - Croma II è uscita nel 2005 (presentazione a Ginevra, quindi intorno a Marzo) - quando è stato congelato il suo stile? - com'è che tra Maggio e Agosto 2004 ancora stavano a fare quelle orride maquette postate da @PaoloGTC...?!? - e la maquette della versione Lancia qui sopra di quando sarebbe? - infine, ho capito che la "Large" coi doppi fari squircle era per strada coi muletti a metà 2002, ma a gennaio del 2003 già si era venuti a sapere che il progetto era stato rimandato indietro per una completa revisione, ora assegnata a ItalDesign. Ma la piattaforma era sempre stata la stessa?
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Vista anche la perdita di formattazione dei vecchi messaggi, approfitto per un aggiornamento del tabellone... ALFA ROMEO cod progetto cod tipo marca modello note anno 101 Alfa Romeo Giulietta 1959 102 Alfa Romeo 2000 1958 103 Alfa Romeo progetto "piccola" 1000cc a TA non realizzato primi anni '60 105 Alfa Romeo Giulia incluse 1750 e 2000 1963 106 Alfa Romeo 2600 1962 109 Alfa Romeo Dauphine 1959 115 Alfa Romeo 1300 Super, GT 1600 Junior, 1600 Junior Z, Spider 1972 116 Alfa Romeo Alfetta 1972 119 Alfa Romeo Alfa 6 1979 146 Alfa Romeo prototipo di fuoristrada media TP+TI "Magnagona" anni '80 148 Alfa Romeo prototipo di fuoristrada piccola TA+TI su base 33 4x4 "Magnaghina" anni '80 152 Alfa Romeo progetto per media TA non realizzato inizi '70 154 Alfa Romeo progetto per sostituta Giulietta TP non realizzato inizi '80 156 Alfa Romeo progetto per sostituta Alfetta TP non realizzato inizi '80 161 Alfa Romeo Milano versione per US della 75 1986 K2 162A Alfa Romeo 90 1984 K1 162B Alfa Romeo 75 1985 162C Alfa Romeo SZ 1989 162D Alfa Romeo RZ 1992 164 Alfa Romeo 164 1987 167 Alfa Romeo 155 1992 750 Alfa Romeo Giulietta 1955 753 Alfa Romeo Giulietta t.i. 1957 901 Alfa Romeo Alfasud 1972 902 Alfa Romeo Alfasud Sprint 1976 904 Alfa Romeo Alfasud Giardinetta 1975 905 Alfa Romeo 33 (1a serie) 1983 907 Alfa Romeo 33 (2a serie) 1990 916 Alfa Romeo GTV 1995 920 Alfa Romeo Arna 1983 920 Alfa Romeo 8C Competizione 2007 921 Alfa Romeo SUV tipo Kamal segmento D non realizzato, sostituito da 949 925 Alfa Romeo "SportOver" segmento C, su base 940 non realizzato 2007-8 930 Alfa Romeo 145/146 1994 932 Alfa Romeo 156 1997 936 Alfa Romeo 166 1998 937 Alfa Romeo 147 2000 937 Sprint Alfa Romeo GT 2003 939 Alfa Romeo 159 2005 940 Alfa Romeo Giulietta 2010 941 Alfa Romeo erede 166 non realizzato 942 Alfa Romeo ? nuovo progetto C-SUV su base 940 non realizzato 2011-2 944 Alfa Romeo erede 159 TA progetto sostituito da 952 946 Alfa Romeo Brera 2005 947 Alfa Romeo erede Spider con Mazda, non realizzato, girato a FIAT 949 Alfa Romeo Stelvio 2017 952 Alfa Romeo Giulia 2015 955 Alfa Romeo MiTo 2008 960 Alfa Romeo 4C 2013 961 Alfa Romeo berlina segmento E 962 Alfa Romeo SUV segmento C 963 Alfa Romeo Coupé/Spider 964 Alfa Romeo SUV segmento E 965 Alfa Romeo erede Giulietta AUTOBIANCHI cod progetto cod tipo marca modello note anno 100 Autobianchi Stellina 1963 109 Autobianchi Primula 1964 110 B Autobianchi Bianchina 1957 A111 Autobianchi A111 evoluzione progetto nato per Fiat come 123 1968 X1/2 A112 Autobianchi A112 1969 Y10 156 Autobianchi Y10 1985 FIAT cod progetto cod tipo marca modello note anno 100 FIAT 600 1955 101 FIAT 1400 serie 1400/1900 1950 102 FIAT progetto erede Topolino detto "400 sperimentale" non realizzato 1945 103 FIAT 1100 1953 104 FIAT motore 8V ? forse anche progetto di berlina lusso per mercato americano (6-8 cilindri) non realizzato 1952 105 FIAT 1900 serie 1400/1900 1952 106 FIAT coupé 8V 1952 109 Autobianchi Primula 1964 110 FIAT 500 1957 1101 FIAT Campagnola 1951 1107 FIAT Nuova Campagnola 1974 112 FIAT 1800 famiglia 1500L/2300 1959 114 FIAT 2100/2300 famiglia 1500L/2300 1959 115 FIAT 1500 serie 1300/1500 1961 116 FIAT 1300 serie 1300/1500 1961 118 FIAT 1500 cabriolet 119 FIAT Doblò versione passeggeri 2000 120 FIAT 500 Giardiniera 1960 122 FIAT erede 600 (motore e trazione posteriore) non realizzato, ripiegando su 850 (100 G); qualcosa forse passato su Simca 1000 123 FIAT erede 1300/1500 a TA trasformato in Autobianchi A111 124 FIAT 124 1966 125 FIAT 125 1967 126 FIAT 126 1972 X1/4 127 FIAT 127 1971 X1/1 128 FIAT 128 1969 X1/9 128 FIAT X1/9 1972 X1/3 130 FIAT 130 1969 131 FIAT 131 1974 132 FIAT 132 1972 133 133 SEAT 1974 134 Lancia Montecarlo 1975 135 FIAT Dino 1967 136 FIAT progetto per erede 130 più piccola? (Popular Science sett 1973) non realizzato primi anni '70 137 FIAT FSO Polonez Progetto FIAT per FSO 1978 X1/38 138 FIAT Ritmo 1978 139 FIAT Panda III 2012 140 FIAT progetto per grande berlina pre-130 (V8 4200 cc, sospensioni pneumatiche, cambio automatico) non realizzato 1956-58 141 FIAT Panda 1980 143 FIAT erede 127 (Progetto Tipo Uno): prototipi simil-R5 non realizzato 1978 144 FIAT erede 127 (Progetto Tipo Uno): proposte simil-Golf non realizzato, codice usato anche per progetto Yugo Koral? 1978-79 146 FIAT Uno 1983 147 FIAT 127/147 FIAT Brasile 1976 149 138 FIAT Regata tipo 138 come Ritmo 1983 151 Lancia Rally 037 1982 152 FIAT Doblò II versione passeggeri 2009 153 FIAT Panda 4x4 1983 154 FIAT Croma 1985 158 FIAT erede Fiat Ritmo -> convertito in 160 prototipi detti "Unone" 1984-5 159 FIAT Tempra 1990 160 FIAT Tipo 1988 169 FIAT Panda II 2003 170 FIAT Cinquecento 1992 175 FIAT Coupé 1994 176 FIAT Punto 1993 178 FIAT Palio 1996 179 FIAT Ulysse II 2002 182 FIAT Bravo/Brava 1995 183 FIAT Barchetta 1995 185 FIAT Marea 1996 186 FIAT Multipla 1998 187 FIAT Seicento 1998 188 FIAT Punto II 1999 189 FIAT Sedici 2005 191 FIAT Multipla BiPower oppure nuova Coupé non realizzata? 192 FIAT Stilo 2001 194 FIAT Croma II 2005 197 FIAT Multipla II non realizzato anni 2000 198 FIAT Bravo 2007 199 FIAT Grande Punto 2005 220 FIAT Ulysse 1994 223 FIAT Doblò veicoli commerciali 2000 225 FIAT Qubo 2008 226 FIAT Toro FIAT Brasile 2016 230 FIAT Ducato III 1994 238 FIAT 238 1968 241 FIAT 241 1965 242 FIAT 242 1974 244 FIAT Ducato IV 2002 250 FIAT Ducato V telaio light 35 Q.li 2006 251 FIAT Ducato V telaio heavy 40 Q.li 2006 263 FIAT Doblò II veicoli commerciali 2009 270 FIAT Scudo furgonato 1996 278 FIAT Strada FIAT Brasile 1998 280 FIAT Ducato/Talento 1982 290 FIAT Ducato/Talento II 1989 295 FIAT Ducato VI 2014 310 FIAT Grande Punto FIAT Brasile 2007 312 FIAT 500 2007 315 FIAT ?? C-Xover non realizzato anni 2000 323 FIAT Linea 2007 325 FIAT ?? Micro non realizzato anni 2000 326 FIAT Nuova Palio FIAT Brasile 2011 327 FIAT Nuova Uno FIAT Brasile 2010 L0 330 FIAT 500L anche L1 (500L Living)? 2012 334 FIAT 500X 2015 336 FIAT Doblò nuovo? X3U 338 FIAT SUV FIAT Brasile, trasformato in Jeep 530 Compass X1H 341 FIAT Mobi FIAT Brasile 2015 343 FIAT Viaggio Equivalente Dogde Dart X3c 344 FIAT Segmento A, poi convertito in 341/X1H FIAT Brasile 345 FIAT Freemont rebadge Dodge Journey 2011 346 FIAT City car Italia 350 FIAT Idea 2003 356 FIAT Aegea Tipo 4 porte Tofas Turchia 2015 356 FIAT Tipo 5 porte Tofas Turchia 2016 356 FIAT Tipo SW Tofas Turchia 2016 X6H 358 FIAT Argo FIAT Brasile 2017 X6S 358S FIAT Cronos FIAT Brasile 2018 X1P 281 FIAT Fiat Strada (pick-up) FIAT Brasile 2020 X6U 363 FIAT Pulse FIAT Brasile 2021 376 FIAT Crossover "Fastback" FIAT Brasile X1/23 FIAT prototipo di mini 2 porte/2 posti Salone di Torino 1972 X1/7 FIAT mini non realizzata -> poi Cinquecento (tipo 170) non realizzato anni '80 X1/8 FIAT progetto convertito in X1/20 non realizzato anni '70 X0/125 FIAT Motore FIRE 1985 LANCIA cod progetto cod tipo marca modello note anno X1/20 134 Lancia Montecarlo 1975 151 Lancia Rally 037 1982 179 Lancia Phedra 2002 220 Lancia Z 1994 808 Lancia Appia III serie berlina/giardinetta 1959 809 Lancia Jolly furgone 1959 812 Lancia Appia II e III serie chassis per carrozzieri 1955 813 Lancia Flaminia 1957 815 Lancia Flavia 1960 818 Lancia Fulvia 1963 819 Lancia Flavia 2a serie 1967 820 Lancia 2000 1971 823 Lancia Flaminia coupé Pininfarina 1959 824 Lancia Flaminia Touring (GT, GTL, Convertibile) e Zagato 1959 826 Lancia Flaminia 2,8 litri (tutte) 1963 Y1 828 Lancia Beta 1972 829 Lancia Stratos 1973 Y2 830 Lancia Gamma 1976 Y3 Lancia 3 volumi disegno Pinin V6 3500 post-Flaminia non realizzato anni '70 Y4 Lancia piccola by Castagnero non realizzato anni '70 Y5 831 Lancia Delta 1979 Y11 Lancia Motore FIRE 1985 Y12 831 Lancia Prisma 1982 Y9 834 Lancia Thema 1984 835 Lancia Dedra 1989 836 Lancia Delta II 1993 838 Lancia k 1994 839 Lancia Lybra 1999 840 Lancia Y 1996 841 Lancia Thesis 2002 842 Lancia ?? nuova Lybra su base "new large" non realizzato anni 2000 843 Lancia Ypsilon 2003 844 Lancia Delta III 2008 846 Lancia Ypsilon II 2011 848 350 Lancia Musa Codice tipo 350 come Fiat Idea 2004 855 Lancia Progetto "Deltina" 3 porte su base GPunto non realizzato 2006-8 NOTA tecnica: la tabella si vede correttamente solo su schermi/risoluzioni sufficientemente grandi. Questo perché purtroppo l'editor del forum non gestisce le tabelle in modo intelligente (o almeno io non sono abbastanza intelligente da farglielo fare...) e non adatta automaticamente la larghezza delle colonne all'area disponibile per la visualizzazione.
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Qualche post recente mi ha portato ad alcune ricerche sulla Yugo Florida, forse l'auto più moderna e allineata alla produzione occidentale che sia uscita dalle fabbriche dei paesi oltrecortina negli anni '80. Mi sono quindi imbattuto in una foto che viene comunemente mischiata con le altre immagini di questo modello, senza alcuna nota o commento particolare in nessun sito internet in cui è riportata. Eccola: Be', ormai allenato da anni di frequentazione del forum, ho subito trovato qualcosa di anomalo - e quindi interessante - in questa foto... Vari, piccoli dettagli diversi dalle normali Florida, il più evidente di tutti facilmente riconoscibile nei fari posteriori, nettamente più bassi del normale! Quindi? Abbastanza ovvio, la foto in realtà ritrae una maquette della fase finale di sviluppo dello stile esterno, evidentemente con qualche variante prima della scelta definitiva. Anche la tonalità delle vetrature... inequivocabile indizio del plexiglas tipicamente usato nelle maquette di stile! Magari sarebbe curioso risalire al periodo di questo prototipo. La produzione in serie della Florida iniziò il 2 Ottobre del 1988, ma la presentazione ufficiale col modello definitivo avvenne già oltre un anno prima, il 19 Febbraio del 1987. Quindi una simile maquette potrebbe essere qualcosa che va dal 1984 al 1986. Azzardo un salomonico 1985... Si potrebbe qui inserire una discussione lunga un anno (non basterebbe...) sulle parentele di Florida, notoriamente progetto di ItalDesign. Leggo da più parti come fatto assodato che si tratterebbe di un riciclo del disegno originariamente pensato da Giugiaro per Fiat Tipo 2, magari giusto rimaneggiato. Questa la Tipo "Due" di ItalDesign (1983): Io propendo per altre considerazioni, ma a ognuno la libertà di giudizio... Ma non è finita qui. Gira gira arriva per me un'altra scoperta, qualcosa che non avevo mai visto prima! Zastava Z104CD Gli Jugoslavi avevano quindi lavorato anche ad una classica variante a tre volumi, sulla stessa base di Florida chiaramente. Anche qui non saprei di che anni si tratti, e quindi se fu uno sviluppo parallelo, antecedente o successivo alla 2 volumi. Quello che mi preme è piuttosto la notevole vicinanza di questo modello ad un un'altro progetto (mai nato, of course!) su cui abbiamo discusso molto tempo fa, la proposta per Lancia T3 di Giugiaro: Eliminando la terza luce laterale, mi pare che questa Zastava riproponga molto da vicino queste linee. Al punto da farmi domandare se sia nata prima questa Z104 a 3 volumi (come "riciclo" da parte di Giugiaro) e poi magari la Florida come adattamento 2 volumi... Qualcuno ne aveva fatto un disegno per la stampa che a me ha immediatamente e pesantemente ricordato la prima Seat Toledo, di Giugiaro appunto. Tutto mi riporta ad un'antica riflessione sul tema, fatta nel topic dei prototipi Lancia: Tornando a Florida e alle sue parentele e suggestioni, aggiungo questa foto già ampiamente vista... (proposta ItalDesign per Renault Clio, 1986 circa) ...e finisco buttando questo sasso nello stagno (il personaggio nel cerchio è Monsieur Robert Opron - pace all'anima sua - Photo credit @ Lignes/auto)
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Aggiungo materiale su ulteriori varianti della Isuzu Piazza mai andate in produzione, ma in questo caso viste come concept in un paio di saloni per testare la reazione del pubblico. La prima fu una classica versione aperta, la Isuzu Piazza convertible, presentata al Motor Show di Tokyo del 1985: Curiosi i copricerchi integrali in tinta e completamente chiusi, stranamente differenti da quelli di altre foto date alla stampa. Per quanto esposto in Giappone, secondo me l'audience principale per questo concept voleva essere principalmente il mercato nord-americano. E infatti il concept fu costruito con specifiche USA, vedi i side markers, paraurti più spessi e persino la guida a sinistra! Tra l'altro mi rimanda in qualche modo ad un altro concept di pochi anni prima, sempre pensato per il mercato USA, e che non andò in produzione comunque... (Renault Fuego cabriolet, Heuliez, 1982) L'anno successivo, stavolta al Salone di Ginevra del 1986, ecco un'altra concept, la Piazza Space Sport: Idea certamente meno scontata della cabriolet e più in linea con le tendenze di quel periodo, che soprattutto tra Giappone e USA (ma non solo...) vedeva arrivare il successo di compatte sportive dallo spirito giovanile e innovativo. Intendo le varie Accord Aerodeck o Nissan EXA, o la Volvo 480... Evidentemente questa Piazza Space Sport fu un saggio per poi tirare fuori la Impulse/Gemini Sportback / Geo Storm del 1990.
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Be'... Non posso negare che la foto sopra postata da @fiatpandahobby mi ha fatto pensare ad un incrocio tra questa... ...e questa:
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Partendo dal post sotto, in cui si parla del tergicristallo monospazzola, a un certo punto ho citato un modello di Giugiaro che, oltre a quella caratteristica, portò in produzione alcune soluzioni innovative che divennero degli standard di design automobilistico. Si tratta della Isuzu Piazza (Impulse in alcuni mercati), uscita nel 1981. La cosa che ho scoperto curiosando in rete, è che Isuzu ne aveva pensato e prototipato anche una versione berlina 5 porte: La quale evidentemente non superò questo stadio. Certo meno intrigante della coupé, a me pare comunque una proposta piacevole e certamente molto moderna per il periodo. Sarebbe rimasta da valutare l'opportunità di un portellone con soglia di apertura così alta; accettabile per un coupé, meno per una berlina 5 porte... Così come l'impostazione meccanica ancora a trazione posteriore, che poteva avere ancora un senso per una coupé, mentre su una berlina dall'aria futuristica sarebbe forse apparsa fuori tempo.
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Annfatti... l'ha dovuto scrivere perché altrimenti nessuno l'avrebbe mai neppure pensato... Peccato, ho sempre adorato i "boomerang" di Giugiaro per Maserati... Sì... intendo sia le fantastiche luci dietro di 3200 GT (che in USA non potevano omologare - ma con i LED attuali, come fanno notare @Beckervdo e @aboutdas, non credo sarebbe un problema riproporli oggi...), ...sia la concept omonima del 1971-72 e i suoi mitici interni! qui sopra nella versione originale del concept, poi riadattati nella forma oggi più nota del prototipo marciante, perdendo più di qualcosa della originaria, futuristica pulizia: Passando oltre: Sì, certamente mi ripeto nel dire che i giapponesi di quel periodo sono stati molto più influenti di quello che si crede qui in Europa e in Italia in particolare, dove il contingentamento (e forse anche la stampa imbeccata dai costruttori locali...) rese il pubblico un po' cieco rispetto a quanto facevano davvero nel paese del Sol Levante. Ma allo stesso tempo è curioso notare come la Honda Today nel 1985 riproponeva anche qualcosa che proprio in Europa si era visto qualche anno prima. Be', ma quei fari tondi, mezzi annegati nel paraurtone di plastica, quella freccia laterale a scalino, e quelle feritoie asimmetriche sempre nel paraurti... ...non vi ricorda questa? E la coda, con i suoi bei gruppi ottici annegati nel paraurti !? Proprio come Ritmo. O come il concept Opel Junior del 1983... ...che riproponeva un'idea già realizzata nel Design Studio di Opel negli anni Settanta per lo sviluppo di Corsa '82.
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Allora, per rispondere a @v13 sul vinile... Sì, Citroen certamente lo offriva di fabbrica su quei modelli, e ad esempio per GS era offerto di serie sull'allestimento Pallas (almeno in certi mercati): ...e non solo in Inghilterra: Comunque era anche una dotazione della linea accessori ufficiale Citroen: Anche per CX, basta cercare su internet per trovare foto ufficiali e depliant della versione Prestige con tetto in vinile... Ecco, ripensare a CX mi ha fatto venire in mente un altro dettaglio caratteristico: il tergicristallo monospazzola. In questa discussione, il tergi monospazzola era stato rapidamente citato solo per una delle sue applicazioni più note e complesse, il "monoblade" di Mercedes-Benz introdotto su 190 (W201) e divenuto quasi un marchio di fabbrica per anni, fino al suo abbandono all'inizio del nuovo millennio. Citroen è stato un altro dei produttori più affezionati a questa soluzione (nella sua versione più semplice), e ne ha fatto ampio uso per un paio di decenni, iniziando appunto con CX nel 1974-75. Naturalmente però mi son fatto la domanda su quando e dove si è vista per la prima volta su auto di serie? Ecco, ho fatto un po' di ricerche e la risposta che mi pare di aver individuato è stata abbastanza sorprendente per me... In effetti io avevo sempre avuto l'idea che il tergi monobraccio fosse nato come soluzione iper-razionale e quindi adottato da alcuni costruttori un po' più "coraggiosi" per ragioni prevalentemente economiche. Invece mi son trovato a constatare che le prime applicazioni sono avvenute su modelli ipersportivi e, pensate un po', guardate nello stesso anno chi mandò in produzione un altro modello con tergi monobraccio... A chiudere questa fase pionieristica, si aggiunge una terza iper-sportiva che inizia la sua produzione nel 1973-74: Ecco, dopo questo trio delle meraviglie (tutto italiano...), credo davvero che sia stata Citroen CX a portare nella grande serie la monospazzola, seguita in breve da una serie di automobili di uno dei più accaniti sostenitori di questa soluzione: Giorgetto Giugiaro! Nell'Agosto del 1975 la sua Volkswagen Scirocco, dopo solo un anno dalla presentazione, viene aggiornata con questa piccola novità: Soluzione poi mantenuta inizialmente anche nella seconda serie del 1981, che non era più di Giugiaro e infatti tornò alle doppie spazzole dopo solo un anno di produzione, con la stessa silenziosa discrezione con cui il modello precedente le aveva abbandonate... Tornando a Giugiaro, ecco che nel 1976 arriva in produzione anche la Lotus Esprit (di nuovo una supersportiva... qui con il monotergi in azione dopo che James Bond è emerso con lei dalle acque del mare!) Ancora Giugiaro e ancora una supersportiva: nel 1978 ecco la BMW M1 Faccio solo notare la targa... Non solo per la straordinaria numerazione (è una targa originale), ma anche per buttare benzina sul fuoco della diatriba sulla targa laterale che ha coperto le ultime pagine della discussione... Be', nello stesso anno arriva anche la seconda Citroen con monospazzola, la Visa del 1978 E dal 1980 comincia la serie giugiaresca di FIAT, a noi strafamiliare: - Panda - Uno, 1983 ...seguite delle coeve SEAT: - Marbella - Ibiza, 1984 ...cui infine si aggiunge Autobianchi Y10, 1985, che Giugiaro non è, ma aveva molto in comune con Panda e Uno. Un po' come le outsider slave uscite poco dopo, e che a quelle idee e progetti italiani parzialmente si ispiravano: la rumena Dacia 500 Lastun del 1986 la russa Lada Vaz Oka del 1987 l'ucraina ZAZ 1102, poi chiamata anche Tavria, sempre del 1987. (Questa ha invece qualcosa di più ispirato al mondo francese) Un anno dopo, nel 1988, ancora dall'Est arriva anche la Zastava/Yugo Florida, di nuovo di Giugiaro! Nel 1982 si era inserita Mercedes-Benz con il già citato sistema ad articolazione complessa di 190 W201 (poi su tante altre), mentre Citroen continuava con BX e Axel (1982), poi AX (1986), infine ZX (1991), ultima della serie. Ma già nel 1981 di nuovo il nostro Giorgetto era riuscito a convincere persino i giapponesi, facendo portare in produzione quasi senza modifiche il suo concept Asso di Fiori presentato nel 1979 al Salone di Ginevra e poi Tokyo, divenuto sul mercato Isuzu Piazza: Nel 1985 i giapponesi continuano con un'altra sportiva che si distingueva per una serie di scelte anticonvenzionali: la Subaru XT, anche lei con una particolare articolazione per estendere l'area coperta, molto più semplice di quella Mercedes però. Ma anche la piccola key-car Honda Today sempre del 1985 che utilizzava una grande spazzola montata in posizione asimmetrica e con braccetto ausiliario a pantografo, soluzione poi vista in molte city car successive e anche odierne, dalla Renault Twingo originale del 1992, alla Audi A2 (1999), poi dal 2005 entrambe le generazioni del trio franco-giapponese Citroen C1, Peugeto 107-108, Toyota Aygo, ma anche la Mitsubishi "i" (2006) e la Toyota Yaris II (XP130 del 2010). Infine un'altra inglese che un po' sorprendentemente adottò per quasi vent'anni il tergi monospazzola fu la Jaguar XJ, che con la serie XJ40 del 1986 volle portare una ventata di novità nell'ingessato mondo del lusso inglese anche con questa soluzione, ispirata forse da Mercedes... Continuò poi anche con le successive revisioni X300 e X308 (a destra nella foto sopra), fino al ritorno alle doppie spazzole con la serie X350.
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A distanza di dieci metri l'una dall'altra... Alfa Romeo 75 1.6 IE Versione base dell'ultima serie, dall'aspetto potrebbe essere ancora in uso normale del medesimo proprietario da molto tempo. Purtroppo una brutta botta allo sportello dietro, ma le condizioni sono valide. Per il resto, passino gli antiturbo ai finestrini davanti, ma quell'enorme fascia scura sul parabrezza non si può guardare! Ford Mustang Questa "targa oro Asi" parla da sé...
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Hai portato via il pallone, ma come al solito, nella tua generosità ci hai lasciato un documento secondo me molto bello. E' probabilmente il disegno originale da cui avevano tirato fuori questo schizzo che era presente nei primi depliant di Punto (notare la firma sotto la ruota posteriore...) Io ragazzetto ci avevo fatto sopra molti sogni (e addirittura ricalchi e ridisegni ), perché mi pareva la Punto come avrebbe dovuto essere davvero... Intendiamoci, a me già piaceva così come era, ma obiettivamente questi disegni aggiungevano una dinamicità che l'auto reale aveva poi molto limitato. Linee più inclinate, soprattutto del lunotto e del cofano, un passaggio più raccordato di quest'ultimo verso il montante del parabrezza, le scalfature/pieghe sulla fiancata più arcuate e movimentate, la linea del passaruota posteriore più definita e dinamica e i paraurti meglio disegnati... tante cose insomma. Anche i fari anteriori, la calandra (cioè... la non calandra...) meno verticale, il tetto più arcuato e infine quello spoilerino sopra al lunotto! Vabbe', sogni di ragazzino, ma evidentemente anche del designer che l'aveva pensata...
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La gestione degli allestimenti in FIAT (e forse nell'intera industria automobilistica italiana) è sempre stata un aspetto estremamente incoerente, quasi aleatorio... Intendo sia a livello di marketing, cioè spesso non si capiva bene la ragione di certe scelte apparentemente assurde nella composizione delle gamme, sia a livello di gestione produttiva, cioè appunto di rispondenza del prodotto finito alla configurazione attesa. Lungi da me lo scoraggiare la ricerca o la discussione - anzi, sono il primo a riconoscere di essere il re delle superpippe - ma forse potrebbe essere un tentativo quasi vano quello di cercare certezze sui dettagli dell'allestimento HSD o dei poggiatesta o di chissà cos'altro... Quindi, smentendomi all'istante, dico anche la mia Almeno ufficialmente, e anche nei miei - rari - avvistamenti, sono certo che l'allestimento HSD in Italia era un SX in tutto e per tutto, con in più alcuni accessori "di sicurezza", tra i quali il servosterzo, chissà perché, ma non l'airbag passeggero (lo divenne solo un paio d'anni dopo). Concordo poi con @Insidek che l'allestimento HSD poteva essere una risposta a Ford Fiesta con i primi airbag di serie su utilitarie... E anche a me non risulta che i paraurti verniciati siano mai stati un optional a listino... ovviamente uno poteva poi trovare il modo di montarli o verniciarli ugualmente, ma la cosa curiosa è ricordare che i paraurti erano in effetti pezzi differenti (con codici e caratteristiche differenti) al di là della verniciatura. In pratica i paraurti verniciati nascevano sulla base di un pezzo che aveva già integrata anche la fascetta paracolpi in gomma nera sporgente (circa 0.5 cm). Ovviamente il pezzo nasceva tutto nero e veniva verniciato esclusa la fascetta paracolpi. Invece le versioni con paraurti nero utilizzavano un pezzo privo della fascetta in gomma sporgente, sebbene il disegno fosse identico. E infatti i più attenti forse ricorderanno che Punto aveva due lunghezze: - 376 cm per le versioni "base" (tutte quelle con paraurti neri) - 377 cm per quelle con paraurti verniciati, proprio per quei paracolpi in gomma che sporgevano un pochino... Esulando un attimo da Punto, una digressione su Tipo: sicuro sicuro sicuro??? Cosa intendi per cinture posteriori regolabili su Tipo? Se intendi con l'attacco superiore regolabile in altezza come avevano certe Opel del periodo, credo sia una svista. Sono certo che Tipo non le abbia mai avute quelle dietro regolabili, neppure in quell'esemplare della prova di QR. Nella quale prova c'era una fotina che poteva ingannare, questa (scusate la dimensione ridicola): nel riquadro parlavano di presenza di cinture di sicurezza posteriori, ma ovviamente la foto si riferisce all'attacco di quelle anteriori (quelle dietro erano incernierate sul montante inclinato del portellone). Se invece intendi regolabili nel senso di arrotolabili e non fisse a bandoliera, allora ok, c'erano su quell'esemplare della prova, ma erano in realtà disponibili come optional anche nel nostro listino. E ora torno ai colori di Punto, e vediamo se riesco a fare qualche abbinamento nella richiesta di aiuto di @v13: Sì, Verde Champion Questo è un pastello, sì, ed è il Verde Stelvio, dal 1997. E nonostante la coppa ruota posteriore inganni, questa non è una Punto "fase 1": la coppa ruota anteriore lo conferma e direi anche il lunotto senza guarnizione a vista che apparve nel '98. Classico Verde Garden metallizzato, presente dal 1993 a inizi 1997. E' quello della prima prova di Quattroruote per intendersi. Altro colore della prima serie, "Green Valley" metallizato. Colore nuovo della seconda serie, cioè dal 1997: Turchese Flash (metallizzato) Il classico Blu Midnight metallizzato, presente lungo tutta la vita della Punto 176. Caso apparentemente dubbio per una combinazione di fattori (esposizione della foto e scoloritura della vernice) che potrebbe ingannare, ma in sostanza per me anche questo è un Verde Stelvio (pastello), lo stesso della prima foto. Bene, questo è davvero dubbio per me e in attesa di lumi ho tre ipotesi, a probabilità crescente: 1) Blu Midnight che in questa foto appare più chiaro del solito 2) Azzurro Rialto che in questa foto appare più scuro del solito 3) colore differente non ancora individuato, probabilmente lo stesso azzurro che diceva @Insidek proprio per la versione Star (come la foto sopra)... * ho provato delle ricerche "estreme" e forse potrebbe essere un fantomatico Blu Danish metallizzato (cod 495), ma non garantisco affatto... Questo è semplice, è l'Azzurro Rialto metallizzato disponibile dal 1997, che a me piace moltissimo, forse il mio preferito.
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Notizie interessanti... Voglio immaginare che tu sia riuscito a trovarne una con questo allestimento e targhette originali ancora presenti... Oppure che nel tuo ricercare e prendere contatti con gli ambienti più intimi del gruppo FIAT, tu sia riuscito a scovare e accattarti questa... EDIT: mi hai appena preceduto... ( )
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Onestamente non sono sicuro di quell'azzurro dell'immagine postata, ma sono riuscito trovare la pagina colori della brochure di Giugno 1998 relativa alla Punto Stile. E in effetti la scelta colori si era ridotta alquanto, ma c'era un colore nuovo, sì. Solo che era il verdone metallizzato chiamato "Verde Plutone", che ora ricordo usato anche per le immagini di pubblicità etc. I blu/azzurri invece erano i soliti Midnight (scuro) e Rialto (medio/chiaro). Non posso garantire che Star non avesse una scelta diversa con un nuovo azzurro, ma non riesco a trovare informazioni esatte...
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Cercando di fare un po' di chiarezza nella storia dei colori di Punto 176, possiamo dire che questa era la gamma iniziale, al lancio nel 1993: Scusate la pessima risoluzione, è uno screenshot preso da internet di un depliant italiano stampato 9/1993, di meglio non ho trovato... Quindi riscrivo qui: Pastello 129 Rosso Swift (1) 210 Bianco 258 Giallo Ginestra (2) 451 Blu Capri (3) 601 Nero Metallizzati 121 Rosso Etna (1) 132 Rosso Bright 237 Giallo Exploit (1) 350 Green Valley (1) 369 Verde Garden (4) 426 Blu Midnight 645 Grigio Trend (1) 647 Grigio Steel 653 Grigio Carbon (1) (1) non per Cabrio (2) solo per Cabrio (3) non per GT e Cabrio (4) non per S, ED, GT Nel 1995, in occasione di un primo aggiornamento della gamma, che vide anche l'introduzione della versione Sporting, la gamma colori divenne in sostanza quella postata da @Nick for Speed: In pratica, sparirono: 121 Rosso Etna met. 645 Grigio Trend met. ...ed entrarono: 135 Rosso Anemone met. 329 Verde Champion met. Due particolarità di questa gamma colori di Nick rispetto ad altri cataloghi coevi (sempre fine 1996, ma stranieri): - l'aggiunta del colore 168 Rosso Corsa (specifico per Cabrio, che invece non poteva avere il Rosso Swift) - il cambio codice del Bianco, che da 210 diviene 249 Poi si arriva al 1997, con la nuova gamma Punto. E' quella del motore 1.2 16v 85CV al posto del 1.6 e della TD60 al posto della D aspirata, ma anche dei nuovi rivestimenti e di ulteriori piccole modifiche, spesso quasi invisibili. Tra le novità ben visibili, invece, ecco la nuova tavolozza dei colori: In sostanza, mentre colori nuovi (ben otto) ne sostituivano altrettanti andati in pensione, si confermavano le seguenti vernici (sette): Bianco (ormai confermato codice 249) Giallo Ginestra (per cabrio e "sportive") Nero Verde Champion Blu Midnight Grigio Steel Rosso Corsa (sempre riservato alle sole Cabrio) Onestamente non ho dettagli sulle successive gamme (1998 con gli allestimenti Sole, Star, Stile; e poi le serie speciali di fine produzione come la Team), ma non ricordo nuovi colori e posso invece immaginare una progressiva riduzione della scelta...
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Dalla menzione delle cosiddette hardtop sedan, mi è venuto un collegamento abbastanza naturale ad un dettaglio estetico moooolto vintage: il rivestimento del tetto in vinile. Al di là delle origini e della diffusione nel mercato statunitense (dove si è anche chiusa la parabola dei tetti in vinile, a metà anni Novanta...), nell'Europa della mia memoria era ancora una dotazione relativamente diffusa negli anni Settanta, caratteristica soprattutto di certi marchi/modelli, in special modo inglesi o con forti connessioni con il mercato anglosassone: Rover, Jaguar, Rolls Royce, ma anche le più normali Austin o i vari marchi della galassia Rootes/BMC/Leyland. Erano della partita poi i marchi di proprietà americana che operavano in Europa, Ford e Opel; del resto entrambe avevano grossi interessi in Inghilterra, Ford con la sua filiale locale, Opel per la collaborazione con i "cugini" inglesi di Vauxhall... Era un dettaglio il cui successo si legava all'immagine "americana" e "di lusso" al tempo stesso, un elemento di distinzione per gli allestimenti/modelli più costosi, sia eleganti che sportivi. E infatti erano numerose le coupé dotate di questo elemento estetico. Oggi è del tutto scomparso, ma ancora nei primi anni Ottanta era un avvistamento possibile persino in Italia, dove pure non era mai stato esattamente in cima ai gusti della gente comune. Tra gli ultimi modelli che si vedevano da noi con il tetto in vinile, io ne ricordo alcuni in particolare: Ford Granada, qui in una bella collezione di esemplari inglesi della prima serie, in tutte le sue varianti di carrozzeria Ma ancora nei primi Ottanta, anche la Ford Taunus TC3 (dalla prova di Quattroruote del 1980) All'entrata negli anni Ottanta, anche Opel proponeva ancora il tetto in vinile, ormai solamente su alcuni modelli in via di dismissione: Opel Manta B Opel Ascona B Ma anche la Opel Rekord E1 Tra i modelli puramente inglesi che ricordo ancora con il tetto in vinile nei primi anni Ottanta in Italia, anche un classico della decadenza anglosassone... Austin Allegro 3 Ma uscendo un po' da questi marchi più affezionati al vinile, qualche outsider arrivava anche dalla Francia: Citroen GS Citroen CX Prestige (ancora nel 1986...) Mentre in Svezia, il tetto in vinile fu un tratto caratteristico di un modello pensato negli anni Settanta guardando al mercato nordamericano e arrivato così anche nel decennio successivo: Volvo 262 C Infine, il vinile perdurò nel modello vintage per eccellenza di Volvo, la 240 Station Wagon che arrivò perfino agli anni Novanta!