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angeloben

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  1. Ritorniamo indietro nel tempo, stavolta agli anni Settanta, per un'altra serie interessante di [MAI NATE]. Le info, come gran parte di quelle che ho condiviso negli ultimi messaggi, vengono principalmente dal materiale rilasciato in rete dei libri dell'ex-designer Ford Steve Saxty. Per altre immagini, invece, da Car Design Archives (visibile nei watermark). Dicevamo... anni Settanta. Anche in quel decennio, come nei successivi Ottanta che in parte abbiamo già visto, Ford sembra aver speso un sacco di tempo e risorse su modelli sportivi che poi, per un motivo o per un altro, non sono arrivati in produzione. Riprendiamo dalla solita Capri, di cui Ford già nel 1971 studiava la seconda serie. Tra le proposte interne, arrivarono a confrontarsi questa del designer Claude Lobo: Abbastanza "conservativa" nelle forme e nei dettagli rispetto alla prima serie, in questa maquette asimmetrica si nota la novità della maniglia incassata e del finestrino posteriore appuntito, mentre dal lato opposto sembra proporre la soluzione del finestrino arcuato tipico di Capri. Secondo i racconti, il presidente Henry Ford II non ne fu impressionato per via dell'eccessiva somiglianza con la prima serie e preferì la proposta del designer Hans Muth: Fece però cambiare il frontale, perché riteneva che i fari a scomparsa non fossero adatti a Capri. Ovviamente cambiarono anche numerosi altri particolari, tra cui le maniglie che anche qui erano incassate. Evidentemente la coppia di coupé 15/17 appena presentate da Renault avevano colpito la fantasia dei designers, ma Ford non era Renault. Certe idee non se le poteva permettere... Quasi contemporanea (pare 1972) fu la proposta per un'altra sportiva più piccola, una Escort coupé: Pare ci fosse la volontà da parte di Ford of Britain di proporre una piccola sportiva, che andasse a coprire una fascia di mercato più bassa di Capri. Il progetto ebbe una spinta quando due designers lasciarono Ford per spostarsi presso British Leyland, dove avrebbero lavorato ad una piccola coupé su base Morris Marina. Ford of Britain non voleva lasciare spazio libero alla concorrenza e richiese internamente di lavorare per una versione coupé della nuova Escort in sviluppo, la seconda serie (progetto Brenda) in uscita nel 1974. Questa maquette riporta proprio la targhetta Brenda S 3, forse a indicare la proposta numero 3 per questa coupé (non so se anche la targa ha lo stesso significato...). Noto più di una somiglianza con la prima maquette di Capri 2 messa sopra, soprattutto per l'andamento della coda e del finestrino posteriore. E anche la maniglia incassata era proprio una fissa! Ma niente, Detroit non era d'accordo con l'idea di una coupé più piccola di Capri, temevano la cannibalizzazione, peraltro con margini più ridotti. Progetto cancellato. Infine le coupé di segmento superiore. La Granada prima serie (quella del 1972) aveva le sue brave versioni 2 porte, sia la tradizionale berlina, sia una vera coupé con carrozzeria fastback. Quando Ford iniziò a pensare alla serie successiva, quella che sarebbe uscita nel 1977, per la coupé vollero pensare a qualcosa di più caratterizzato, capace di reggere il confronto con le grandi coupé di successo che erano apparse sul mercato nel frattempo. E il design italiano fu quello di maggior impatto in quel periodo. Patrick Le Quément, all'epoca designer di Ford in Europa, ha raccontato che per questo progetto era stata data una indicazione esplicita di ispirarsi a FIAT 130 Coupé, senza mezzi termini. Ecco quindi un disegno di Filippo Sapino (Ghia) del 1973 per una ipotetica coupé 2+2 di classe superiore, indicata come "Marbella" Vi ricorda qualcosa? Idea che nel 1974 venne "tradotta" così in scala reale: Nel passaggio dal disegno alla maquette si era perso qualcosa... oddio, forse più di qualcosa... Seguirono altre proposte, tra cui le due qui sotto del 1975: Quella in alto, di stile più elegante e raffinato, per quanto la didascalia lo riporti come netto riferimento allo stile di vari marchi italiani (Maserati, Lancia, Fiat), a me ricorda molto Peugeot, quasi una versione coupé di 604. Che in effetti era di Pininfarina... La seconda invece, quella sotto, di aspetto più semplice e pulito, ricorda un design più teutonico e i riferimenti a BMW serie 6 (la E24 che sarebbe uscita un anno dopo, nel 1976) paiono abbastanza calzanti. A mio gusto il profilo era particolarmente riuscito; meno il frontale, un po' rigido e pesante, forse per la linea del cofano che rimaneva troppo alta, e per il complesso fari-calandra decisamente poco ispirato, un po' FIAT 132... Sarà stata la crisi petrolifera o altro, ma in Europa l'arrivo di Granada II serie (che pure ebbe la solita versione berlina 2 porte) segnò il definitivo abbandono del settore delle grandi coupé da parte di Ford.
  2. Qualche mese fa avevo postato questa immagine: ...e giustamente qualcuno aveva notato che avevo preso un granchio, postando un banale photoshop... La cosa interessante è che recentemente ho trovato questa foto d'archivio, dove alle spalle del modellatore intento a dare forma ad una Audi 100 C3 ancora molto primordiale, si nota sul muro il disegno (quello al centro, sui toni del bronzo) per una versione 2 porte, come l'avevano immaginata davvero in Audi. In effetti il disegno sembra basato già sull'aspetto finale di 100 C3 e dà un'idea molto credibile e realistica di come sarebbe potuta essere una vera 2 porte di Audi 100 C3. Decisamente meglio del photoshop, sicuro. Ma non era più tempo per le grandi berline due porte e non arrivò comunque. [EDIT] ho individuato la fonte di quest'immagine, qui (https://www.facebook.com/cardesignarchives/posts/420695408298801/), dove si trova anche quel disegno ingrandito con miglior risoluzione. Ingrandimento che cambia un po' il modo di vedere quella proposta; più che una semplice versione 2 porte della berlina, il designer sembra aver ipotizzato una vera e propria versione coupé: il passo sembra più corto, e la coda, per quanto sempre dotata di terzo volume, avrebbe avuto un disegno specifico, dotato addirittura di un portellone (in stile Fiat Croma '85, per intendersi). Ho l'impressione poi che questo disegno abbia avuto delle influenze nella nuova Audi Coupé di fine anni Ottanta, quella derivata da 80/90.
  3. Cambio argomento (anche per evitare pericolose derive OT a base Alfa, visto tra l'altro che siamo in una discussione FIAT... ) ...e parliamo di monovolume. Nella discussione Saab abbiamo visto l'esperimento svedese basato su piattaforma "italiana" anni Ottanta. Ora vediamo uno studio per una monovolume italiana ...su piattaforma "francese"! Per quanto vi possa interessare, non ho mai particolarmente apprezzato le versioni FIAT del monovolume Sevel, sia nella prima che nella seconda serie. Gli altri marchi mi pare abbiano sempre avuto un'estetica più piacevole, o almeno più curata. Gli Ulysse invece mi hanno sempre dato l'impressione di un disegno un po' approssimativo, "tirato via"... Ma evidentemente, c'è stato il rischio di avere di peggio! Et voilà... P.S. Onestamente non ricordo più se questa immagine era già passata, a memoria mi pare di no, e se anche fu postata, ora era scomparsa.
  4. Le proposte iniziali "Fumia" per Lancia Lybra sono assai note, fin dai primi tempi dopo la presentazione di Lybra. Durante le mie peregrinazioni sulla rete, mi sono casualmente imbattutto in questa immagine, che a prima vista mi era parsa noiosamente familiare. Naturalmente, però, qualcosa di anomalo ha attratto la mia attenzione... Non conosco la provenienza di questa immagine (qualche sospetto ce l'ho...), ma a me è saltata all'occhio per due aspetti: la risoluzione decisamente migliore del solito e il fatto che - almeno io - ho visto chissà quante volte la terza immagine in basso, la vista di coda con gli stranoti faretti super-arcuati. Mai però mi ero imbattuto nelle altre due viste (laterale e frontale) di questa proposta del Centro Stile Lancia! E quindi ecco qualche considerazione che ne ho tratto: 1. la risoluzione dell'immagine intanto mi ha fatto notare che si tratta di una maquette (sì, fatto noto) ma in scala, cosa che giustifica delle proporzioni non proprio equilibratissime e dettagli ovviamente un po' approssimativi... tutte cose che mai avevo notato dall'immaginetta a bassa risoluzione che avevo sempre conosciuto. 2. altro dettaglio curioso, questa risoluzione consente di notare il nome inizialmente affibbiato a questa maquette: LANCIA λ (la lettera greca "lambda"). Evidentemente confermava che dentro Lancia in quegli anni (1992) già si parlava in modo chiaro del ritorno alla tradizione delle lettere greche, visto che di lì a poco sarebbero arrivate "k" , "Z" e poi "Y" (che sebbene appaiano lettere comuni, sono effettivamente lettere dell'alfabeto greco classico al pari di gamma, delta, beta, ecc.). Chissà perché la cosa non ha avuto seguito proprio con Lybra, che ha segnato un nuovo ritorno a nomi estesi... 3. quel frontale! Avevo sempre pensato a questa proposta Fumia associandola al frontale simil-"Y", coi fari lenticolari sviluppati in orizzontale aderenti alla calandra. Ecco invece che la maquettina della station ci riservava in realtà questo frontale alternativo, un po' squilibrato e triste co 'sti faretti attapirati. Tanto dinamica, originale e affascinante la coda, quanto squilibrato e triste il frontale. 4. infine una nota sulla base tecnica: queste prime proposte del Centro Stile Lancia (Fumia) hanno sempre riscosso un certo favore anche per l'aspetto acquattato, quasi appoggiato sulle ruote dietro, un po' da trazione posteriore insomma... bene, in effetti pare che per la sostituta di Dedra fosse stata inizialmente prevista una piattaforma nuova, indicata come "new large" (almeno secondo la Design Story di A&D) e diversa dalla evoluzione di Tipo2 poi effettivamente usata. Non ho chiaro cosa/come potesse essere davvero questa "new large" di cui si parla a inizi anni Novanta, pensando anche al fatto che con lo stesso nomigonolo fu indicato poi anche il progetto che dette vita a Croma II (2005, tipo 194) basata su piattaforma GM Epsilon e che inizialmente prevedeva una coppia Fiat&Lancia.
  5. Si torna abbastanza indietro nel tempo, ai tempi d'oro di Saab e del suo successo da exotic brand in terra americana, ma stavolta la bellezza non è esattamente il tema del giorno... Sì, anche SAAB aveva sperimentato la strada delle MPV a 7 posti! La storia di queste immagini la potete ovviamente trovare altrove, nei classici siti di notizie Saab, la riporto brevemente qui a beneficio degli utenti (italiani) di Autopareri. Alcuni progettisti Saab nei primi anni Ottanta avevano visitato la sede di ASC in USA per via dello sviluppo della 900 Cabrio. Lì avevano visto dei progetti/prototipi degli MPV all'epoca in sviluppo da parte di Chrysler&Co. ASC doveva essere coinvolta per ragioni che non conosco in dettaglio. Bene, i tecnici Saab erano tornati in patria con l'idea (corretta!) che quel tipo di vetture potessero avere successo e visto che gli USA erano il mercato di riferimento per Saab in quel periodo, perché ignorarlo? Si misero a lavorarci, pare in modo quasi clandestino internamente all'azienda, arrivando a realizzare nel 1985 questo prototipo iperartigianale. Dalla foto sopra è difficile associare questo modello a Saab, ma girando attorno al prototipo e scattando una foto dal lato opposto... ...ecco, si riconosce meglio l'origine! Utilizzarono infatti una base 9000 con pianale (allungato) e vano motore opportunamente modificati. Consideriamo che a quei tempi Saab non aveva una station wagon in gamma (vi era stata fino agli anni Settanta la 95, progetto ormai obsoleto e limitato alla 3 porte) e per il mercato americano erano una tipologia d'auto fondamentale. In effetti una interpretazione SAAB dell'evoluzione delle familiari verso gli MPV poteva essere interessante...
  6. Proseguo sul filone delle mancate sportive Ford per gli anni '80. La sostituzione di Capri era un po' l'incubo di Ford di quel periodo e abbiamo visto la proposta basata su Sierra: Se il frontale dicevamo che era nel filone Sierra (ma anche della coeva Opel Manta e delle Vauxhall droop snoot secondo me...), la coda si conferma la parte più originale e moderna. Eccola in alcune viste: Varie soluzioni particolari e curiosamente più di un aspetto (il lunotto piegato, la coda alta, le grandi luci a sviluppo orizzontale) riporta a Volkswagen Scirocco II che uscirà un anno dopo, nel 1981. Nel 1982 lo studio design Ghia ci riprova per Capri, vista la bocciatura del progetto sopra. Stavolta con idee radicali. Intanto cambia la base e l'impostazione meccanica: da Sierra (quindi classica trazione posteriore) a Escort (Erika '80, quindi trazione anteriore). E poi una sorprendente carrozzeria dalla coda unica! Il passaggio alla trazione anteriore significa un migliore sfruttamento dello spazio, concetto qui amplificato dalla impostazione giardinetta (per questo il prototipo viene indicato come Capri Kammback), interpretata in modo incredibilmente originale in tutta la vetratura posteriore. Il terzo vetro laterale pare fosse apribile, incernierato in alto, al centro del tetto... Ad evidenziare ulteriomente il cambiamento meccanico, le linee della fiancata disegnate per attirare lo sguardo verso le ruote anteriori, con il parafango allargato. Non ci meraviglia il fatto che non abbia ricevuto un semaforo verde per la produzione, però l'avrei vista bene come concept car in qualche salone... ma Ford decise diversamente, neppure questo onore. Giocare con le vetrature era un po' la moda degli studi di design del periodo e fu uno dei tratti caratteristici anche di un'altra Ford che non vide mai la luce. Ford cominciava i suoi rapporti con Mazda in quei primi anni Ottanta e nacque l'idea per sviluppare in collaborazione un diverso progetto per un'ulteriore coupé compatta pensata per esordire a fine anni '80. Nome in codice P229, il team di designer Ford guidato da Patrick Le Quement (poi Renault) iniziò a lavorarci con Pinky Lai (poi Porsche), Ian Callum (poi Jaguar) e Thomas Plath (poi BMW Technik). Ne uscì una prima maquette dai tratti futuristici per il 1983. Elementi caratterizzanti: la vetratura avvolgente davanti e dietro, combinata con il montante B massiccio e in lamiera colorata, fortemente inclinato in avanti, a dare l'effetto di unico elemento di sostegno del tetto; e poi lo spoiler dietro raccordato con le alette laterali integrate nel parafango posteriore. Una soluzione, quest'ultima, di notevole complessità realizzativa; difficile con una normale carrozzeria in acciaio, anche usando materiali termoplastici sarebbe stata una sfida per le esperienze limitate di quei tempi... Tant'è che quando il team fu spedito a Hiroshima per svilupparne un ulteriore prototipo adatto alla produzione e basato sul pianale della Mazda 323, tra le numerose modifiche e semplificazioni, si persero ovviamente anche le alette integrate a favore di un normale alettone. Nonostante ciò, anche per questa possibile "Ford RS" ci fu semaforo rosso. Stop.
  7. C'è molto altro materiale su progetti e realizzazioni Ford che non hanno mai visto la produzione. Ad esempio, rimanendo su derivate sportive coupé, cabrio e simili, era stata postata tempo fa questa maquette di sviluppo per la cabrio-coupé di Focus II: E sappiamo che ovviamente ebbe il suo seguito con la brava versione di produzione, prima CC di Ford e ritorno alle scoperte dopo la pausa di Focus I. Aggiungiamo allora un po' di vicende pregresse, perché in effetti anche Focus I ebbe la sua possibilità di aprirsi, naturalmente come cabrio-coupé secondo la moda di quegli anni... Una realizzazione dello specialista tedesco Karmann, non so se commissionata da Ford o se ideata in autonomia dal carrozziere come proposta per Ford. Come molti modelli del genere, il risultato ha dei punti a favore e altri contro. Tra questi ultimi, la linea col tetto chiuso piuttosto disarmonica e poco filante, per via della linea troppo arcuata del tetto. E anche una vista posteriore infelice, con un baule eccessivamente alto e pesante. Tra i pregi, oltre alla supposta praticità della soluzione cabrio-coupé, anche la vista laterale da scoperta, che anche verso la coda mi pare piacevole. Al di là dei miei giudizi estetici, visto che le cabrio-coupé erano il trend del periodo, chissà perché non ne fecero di nulla?
  8. Non ho la pretesa di presentare inediti assoluti o rarità introvabili, visto che quanto riporto è facilmente reperibile su Internet, ma qui su Autopareri (o altri siti in italiano...) non mi pare si siano ancora viste o discusse le [MAI NATE] di questo messaggio. Mi riallaccio alla mai nata Sierra Targa, per un'altra coppia di proposte Ford di quel periodo, mai andate in produzione sebbene piuttosto concrete. La prima è sempre legata a Sierra ed è del 1980. Due anni prima della presentazione di Sierra, Ghia propone internamente l'ennesimo tentativo per una sostituta della coupé Capri, parzialmente basata proprio sulla media ormai in fase finale di sviluppo. Frontale decisamente vicino a quello di Sierra, portiere riprese proprio dal modello 3 porte; la zona posteriore sembra invece di gusto più americano (o giapponese) che europeo. Il risultato per me aveva dei tratti interessanti, moderni per il periodo, ma ritengo che non avrebbe avuto comunque successo in Europa. Avrebbe mancato un po' di carattere e sportività, soprattutto se raffrontata proprio a Capri, e il mercato europeo delle coupé non fu dei più floridi negli anni '80. Forse poteva dire la sua in USA, ma evidentemente per Ford non sarebbe bastato. Poco lontana nel tempo e negli intenti, ma forse meno vicina ad una reale possibilità di produzione, fu un'altra proposta sempre dello studio di design Ghia. E' il 1978 e si parla di una 2 posti dall'aspetto targa, con evidenti parentele con Ford Escort 3a generazione (quella del 1980). Parte del famoso progetto globale Erika con cui Ford volle creare le due Escort a cavallo dell'Atlantico, questa proposta rappresentava l'equivalente per l'Europa della Ford EXP, la coupé 2 posti derivata dalla Escort americana. Evidentemente negli uffici Ghia si respirava aria italiana e l'ispirazione alle sportive italiane 2 posti concorrenti del periodo è palese: pensiamo a Fiat X1/9 o Lancia Beta spider... Siano state le considerazioni su una nicchia dai numeri mai popolarissimi in Europa e decisamente in flessione verso gli anni '80, o le effettive qualità estetiche non esaltanti, Ford decise di non procedere e anche in questo caso fu certamente la cosa giusta.
  9. Non ricordavo di averla mai vista: molto interessante! A vederla così sembra una proposta assolutamente concreta e fattibile. Se davvero era il 1970, un "Sì" poteva portarla alla vendita in un paio d'anni, anticipando o comunque inserendosi tra la Fiat X1/9 e la Lancia Beta Spider. Però, per quanto le targa-spider siano state una formula d'immagine a cavallo tra gli anni '60 e '70, fu comunque una nicchia di mercato super-ristretta, e chissà quanto spazio avrebbe potuto farsi questa Alfa nella competizione con le colleghe italiane e le altre, poche, straniere (Matra M530 e Porsche 914, e volendo poi anche le trasformazioni tipo Kadett Aero e BMW E21 Baur, che però erano 4 posti). Sullo stile: Guardando al periodo del prototipo, qualcosa mi ha riportato a Volkswagen K70, nelle linee tese e in certi spigoli direi. Poi ci vedo richiami, immagino voluti, a Montreal per il frontale e per l'accenno di cornice della portiera che risale verso il montante. Oltre chiaramente ai fari posteriori che vedremo simili su Alfetta GT e Alfasud Sprint. Non so se voleva essere una battuta, ma in tutta onestà non ci vedo la benché minima somiglianza (al di là del fatto ovvio che hanno entrambe carrozzeria spider-targa...)
  10. Caso interessante, l'ispirazione alla prima serie (la S30 del 1969-78) a me è sembrata ancor più evidente nel modello di produzione che nel concept. Forse il colore, o il materiale fotografico più realistico, chissà, però così mi son saltate subito all'occhio tutte le somiglianze. La gobba sul cofano, il cofano a punta, il taglio dei fari anteriori, la griglia rettangolare, lo spoilerore inferiore davanti... ...e lo spoiler dietro. Insieme al taglio dei finestrini, del passaruota posteriore, della coda in generale: Anche la fascia posteriore scura che ingloba i fari... Per non parlare dell'interno, dove tra l'altro noto un curioso contrasto di tecnologia attuale e cose tradizionali. Vedi ad esempio gli strumenti supplementari circolari analogici sopra la console ispirati all'originale e poi gli schermoni nel cruscotto e in console. Oppure il cambio super-automatico dalla forma che non so definire* e accanto la tradizionalissima leva del freno a mano... * A proposito, ma la "Z Proto" non aveva il cambio manuale?
  11. E fortuna avevo anticipato che era difficile... subito ho avuto la riprova! Bastava risalire ancora di un anno, e cambiare gruppo automobilistico... Con il Model Year 1958, ecco i fari divisi sul portellone delle Station Wagon a marchio Ford. Questo è il modello Ford Del Rio Ranch Wagon, uno dei sempre meno popolari modelli 2 porte che in un lustro sarebbero scomparsi. Del tutto simili le altre station della gamma Ford, cioè le Ranch Wagon (2 o 4 porte), le Country Sedan (6 o 9 passeggeri) e la Country Squire (9 passeggeri, con le classiche pannellature in legno). E come per le Chevrolet del '59 ricordate sopra, tutta la serie Ford full-size del 1958 aveva delle luci posteriori simili alle wagon anche sui modelli con la coda. Ma la cosa interessante è che nel caso di queste Ford, i fari erano effettivamente estesi sul cofano bagagli anche delle sedan, che scendeva piuttosto in basso. Questa la Ford Custom 300 Fordor (4-door), di nuovo simile a tutte le sorelle Fairlane. Ma non è tutto qui. Sempre MY 1958, sempre gruppo Ford. Fu l'anno del lancio del nuovo (fallimentare...) marchio Edsel, che presentò le sue berline Ranger, Pacer (nella foto qui sotto), Corsair e Citation con una soluzione più raffinata di gruppi ottici divisi sul cofano bagagli, con una reale continuità delle luci: E chissà se è finita qui...
  12. Ritiriamo su anche SEAT in queste discussioni, con un po' di materiale nuovo... su roba ormai vecchia! Ma forse non si può neanche dir così, visto che non è mai nata... Tempo addietro si era visto questo abor... ehm... questo prototipo di Cordoba cabriolet. L'aspetto interessante è che le SEAT cabriolet derivate da Ibiza (e Cordoba) sembrano un curioso caso di [MAI NATE] seriali... Nelle foto sopra si vede ovviamente anche la cabrio derivata dalla prima serie anni '80, ma quello che non sapevamo è che per arrivare a quel capolavoro derivato da Cordoba facelift '96, erano già passati dalla [MAI NATA] pre-nascita! E sempre di questa serie di Ibiza (la 6K del 1993), sempre in quelle foto sopra di Cordoba Cabrio, si intravedeva tra l'altro un altro modello curioso, che qui propongo in grande: Si capisce che si tratta solo di un allestimento, ma è pur sempre un caso di [MAI NATE]. La denominazione (Souleiado) ci rivela che sarebbe rientrata nel novero delle versioni speciali "firmate" da qualche marchio extra-automobilistico, in questo caso l'omonima azienda francese di tessuti provenzali, ma sotto le decorazioni mi pare sostanzialmente una riproposizione in salsa spagnola (o provenzale?) dei coevi allestimenti Arlequin delle Golf e Polo del periodo. Andando indietro nel tempo, sempre sul modello centrale della gamma SEAT, l'Ibiza, ci sono delle interessanti evoluzioni che non credo abbiano mai superato neppure la fase di proposta... La ASTESA, un'azienda spagnola di assistenza tecnica che evidentemente desiderava espandersi nelle soluzioni ingegneristiche, doveva aver proposto a SEAT dei modelli derivati da Ibiza originale, concretamente valutabili sulla base di questi modelli in scala, entrambi asimmetrici. Un modello 3 volumi classico, sia a 2 che 4 porte: E la versione Station Wagon Onestamente roba molto "scolastica", paragonabile comunque a quanto proponevano concorrenti come Uno/Duna o Corsa TR. Un'altra Station Wagon SEAT mai nata, ma che forse sarebbe stata più appetibile vista la categoria, fu la Malaga, di cui però esistono solo queste immagini decisamente poco chiare... Ultima [MAI NATA] di questo messaggio: se qualcuno era curioso di sapere cosa sarebbe venuto fuori facendo accoppiare una Ritmo e una Ford Escort '80... ecco la SEAT Ronda Sport (1982)!
  13. Finiture nere di vario tipo caratterizzano da tempo gli allestimenti più sportivi di molte auto, anche moderne. Il dettaglio della fascia nera tra fari posteriori e targa, visto qualche messaggio sopra, ha però due "fratelli" molto vicini nel tempo e nel concetto. Il primo mi pare un po' più raro e specifico, una sorta di estensione della stessa idea applicata però un po' più in basso, cioè la fascia nera all'interno di un paraurti cromato più ampio del solito (per i tempi...). Fascione che non ha funzione protettiva, ma principalmente estetica, essendo rientrato rispetto alla cornice cromata. Esempio può essere quello di Alfa Romeo Montreal (1970) Ma anche Renault 15 e 17 (1971) Sì, questi di Renault sono pure zigrinati, che è stato un altro assurdo argomento di discussione... Però questa Renault 17 (o 177 in Italia per le note ragioni scaramantiche) introduce il secondo caso "fratello": i portelloni verniciati parzialmente in nero. Dal momento in cui si sono cominciati a diffondere i portelloni, è comparso anche questo dettaglio su qualche sportiva. L'effetto è quello di allargare il "vuoto" della superficie vetrata del lunotto, verniciandone in nero anche la cornice o parte di essa. E' divenuto piuttosto popolare quando poi si sono diffuse le piccole sportive due volumi (ormai note col termine inglese hot hatch). I casi sono vari, tutti a cavallo tra anni Settanta e Ottanta. Dalla capostipite Volkswagen Golf GTI del 1976 già ricordata da @Gabri Magnussen E di cui agevolo foto: Alla sorellina Polo in alcune rarissime versioni sportive Poi le rivali di Golf: Ford Escort XR3i (1980)... ...e Opel Kadett GTE (1983) Anche qui la sorellina Opel Corsa SR (1982) e per Ford, la Fiesta S del 1984 Nello stesso segmento ecco anche Austin Metro MG (sia aspirata che Turbo come questa) Citroen Visa Chrono (1982) Ancora nel 1988, la SEAT Ibiza SXi Qualcuno ha usato la stessa soluzione anche senza intenti sportivi, per esempio Talbot Horizon per la versione speciale Sherlock del 1984 e anche la stessa Renault (poco dopo la R17 da cui abbiamo cominciato), con la R30 (1975): Uguale poi anche nella sorella più popolare, la R20 presentata poco dopo, esclusa però la versione base "L", che non aveva diritto a tanta raffinatezza! Tutto questo escludendo il caso unico di Autobianchi Y10 (ovviamente già ricordato agli esordi di questa discussione, da @Renault), dove tutto il portellone era nero e per ragioni estetiche diverse. Poi ci sarebbero la verniciatura nera della zona bassa della carrozzeria (tipo la Corsa SR o la Metro MG viste sopra) e chissà quante altre cose...
  14. Difficile trovare certezze quando si risale tanto indietro nel tempo su dettagli così specifici... ...ma ancora prima di questi bei modelli citati sopra, i fari estesi sul bagagliaio si videro sempre su Chevrolet Station Wagon, con il Model Year 1959, che per le station wagons prevedeva 4 modelli, dal più semplice al più costoso: Brookwood, Parkwood, Kingswood e Nomad (qui sotto). Si tratta della serie delle "pinne ad ala", con i nuovi gruppi ottici definiti a "occhi di gatto" e che solo sulla station wagon erano in effetti divisi sul portellone, perché sulle berline della stessa serie, il coperchio del bagagliaio non scendeva fino ai fari.
  15. La rara Ferrari 365 GTC4 mi offre lo spunto per parlare di un nuovo argomento. Foto a colori e angolazione diversa consentono di apprezzare anche meglio un dettaglio puramente estetico tipicamente anni Settanta: la fascia attorno alla targa e ai fari posteriori verniciata di nero * E' un dettaglio che mi piace per la sua semplicità un po' artigianale e per un'idea ancora un po' rustica di sportività, in cui basta qualche dettaglio nero per "fare sportivo"... Non so, ma forse questo dettaglio vorrebbe richiamare l'effetto delle griglie di aerazione delle sportive a motore posteriore? Nel caso di questa Ferrari, è interessante notare che questo elemento è stato mantenuto anche nella erede/evoluzione, la quasi omonima 365 GT4 (e poi le ulteriori evoluzioni 400 e 412). Anche alla concorrenza inglese non dispiaceva: Jaguar XJ-S del 1975 Comunque i modelli che mi sono venuti in mente sono vari, sebbene la grande maggioranza provenga dai due marchi di proprietà americana (ai tempi...) operativi in Europa: Ford e Opel. In genere si trattava di una finitura esclusiva di alcuni allestimenti più sportivi/superiori. Da Ford Capri I (prima versione 1969) incluso il facelift del 1972: ...alla sua concorrente Opel Manta (allestimento GT/E) anche nella seconda serie, sempre per l'allestimento GT/E: Ma anche la più piccola Opel Kadett C coupé (1973) E la sua rivale, la Ford Escort (2a serie del 1975) per l'allestimento RS 2000 Era evidentemente una moda e ecco anche le sportiveggianti Audi 80 GT (e GTE, che aveva anche il cofano nero!) del 1974 Non solo Europa. Anche in Giappone la cosa ebbe un certo seguito, e per qualche curioso motivo i giapponesi sembravano preferire una tonalità più "grigio canna di fucile" (e forse adottando talvolta pannelli aggiuntivi anziché verniciando su carrozzeria): Nissan, già nel 1968 con la Laurel Coupé (serie C30) Poi nel 1970 con la coupé Fairlady Z (e tutta la serie delle "Z" S30) [OFF TOPIC] Se qualcuno ha notato una somiglianza dei fari posteriori con un componente "italiano" stra-riutilizzato negli anni '70... be', sì, possiamo dire che non erano sempre i giapponesi a copiare in quel periodo! [fine OT] Ecco anche la versione 2+2 introdotta nel 1974. Foto che mi fa sospettare, dal giallo che spunta dai fori dietro la targa, che anziché una verniciatura diretta sulla carrozzeria, in questo caso Nissan utilizzasse un pannello indipendente, non so se di metallo o meno... Sempre Nissan, o meglio Datsun 180B SSS coupé (sostanzialmente appartenente alla serie 610 del 1971 della Bluebird). Ma ovviamente anche la concorrente Toyota: Toyota Corona Mark II coupé del 1972 Anche sulla coeva versione Station Wagon: Di nuovo, sembra che fossero più pannelli applicati che verniciature vere e proprie. Ancora: Toyota (Toyopet) Corona 2000GT (1973) Anche nel facelift 1977: E chissà quante altre... Dicevo che il suo periodo di maggior diffusione furono gli anni '70, ma qualche propaggine di questo fenomeno si registrò ancora negli anni '80, sebbene ad opera di un solo marchio che evidentemente ci si era affezionato: Opel. Ecco quindi, ancora nel 1981, su Opel Ascona C, per l'allestimento sportiveggiante SR E poi per qualche motivo anche sulla versione lussuosa CD (in realtà in una tonalità diversa, non nera, bensì sul marrone scuro): Poi ancora Opel Kadett GSi (1984) dove mi pare fosse utilizzato un adesivo nero, come infine, forse l'ultimo caso ancora nel 1988, la Opel Corsa GSi Ma andando indetro nel tempo e volendo dare il giusto riconoscimento ai maestri di questa idea, ecco a voi gli esemplari più illustri: ZAGATO! Alfa Romeo Giulia TZ (1964) ...e due sue reinterpretazioni moderne: Alfa Romeo TZ3 Corsa (2010) e la successiva Alfa Romeo TZ3 Stradale (2011) *P.S. Giusto per chiarezza, non mi riferisco a semplici portatarga neri o bande in plastica nera per unire i fari, poi divenuti più comuni negli anni '80 e anche in seguito.
  16. Nella sfortunata fase finale della vita di Saab, molti hanno visto come un controsenso la chiusura del marchio nonostante l'immagine in netta ripresa grazie al nuovo corso estetico lanciato da vari concept, che si concretizzò nel 2009 con l'ultima 95. Sappiamo che di questa berlinona sono state costruite in pochissimi anni più di 11000 unità; niente male per le condizioni in cui versava il marchio, a conferma che era piaciuta. E' noto pure che la sua variante station wagon, la Sport Combi presentata nel 2011, è sostanzialmente una "mai nata", prodotta in poche decine di esemplari pre-serie, mai ufficialmente omologate o messe in vendita dalla rete ufficiale. E per questo curiosamente oggetto di interesse estremo da parte di collezionisti e amanti del marchio, che hanno affrontato mille peripezie per poterle effettivamente comprare e mettere in strada... Ancor più rara e sconosciuta, esiste un'altra versione [MAI NATA] di questa 95, forse un esemplare unico: SAAB 95 X, allestimento off-road con protezioni su paraurti, passaruota ecc ecc, dall'effetto piuttosto riuscito direi. Potenzialmente, una seria concorrente delle varie Volvo Cross Country, Audi Allroad, etc N.B. Mi scuso con il forum, ma ho scoperto tempo dopo che questa auto è in effetti il frutto di un lavoro di personalizzazione di un appassionato, tale Oskar Persson, come riportato nel sito saabblog.net e altrove. Infine, autentico oggetto mai nato nella storia di 95, ecco spuntare una maquette della sua fase di sviluppo. Le differenze con modello finale sono varie, ma le idee erano chiare. Non ha mai rischiato di essere brutta questa macchina!
  17. Questa della cintura nella portiera è rara davvero... ...ma no, Ford B-Max non ha le cinture nella portiera. Le ha invece così, integrate nei sedili anteriori: E in effetti questo la avvicina comunque ad altre supercar del periodo di Nissan 300ZX: Mercedes-Benz SL R129... o BMW serie 8 E31... Restando tra le supercar, ricordate l'argomento qui sotto? Tentando di risalire alle origini dell'idea, ero arrivato fino al 1972, con l'Alfetta. Ma poi ho trovato questa, del 1971: Una Ferrari, facile, ma quale? Be', per me una sconosciuta finora, ma leggendo su di lei vien fuori che è una delle poche Ferrari di serie misconosciute dal grande pubblico, schiacciata tra la popolarità della sorella a 2 posti, la Daytona, e la successiva campionessa delle linee tese e spigolose anni Settanta di Pininfarina, la 365 GT4 (poi 400/412...). Ecco, all'interno sembra essere lei una delle prime proposte di strumentazioni a blocchi, una soluzione considerata tanto moderna che questo cruscotto venne manutenuto - quasi inalterato nei lunghi anni - dalle sue eredi. Ma per gli ignorantelli come me, eccola anche fuori: Ferrari 365 GTC4 (1971)
  18. Ciao, solo per specificare che non parlavo "semplicemente" del montante A nero, ma della combinazione che descrivevo così: In sostanza questo dettaglio evidenziato qui ...appartenente ad Alfa Romeo 4C (giusto per non scordare di citare Alfa ogni volta che ci è possibile...) Il Doblò semplicemente applica una pellicola nera sul montante, per dare effetto continuità, ma il finestrino in realtà non crea quello spigolo che dicevo. Diverso ancora il concetto di Alfa SZ o di Honda NSX (e di tante altre...), dove il montante è sì verniciato di nero, ma costituisce parte di una forma completamente diversa, formando un classico arco, anziché dare quell'effetto di stacco del tetto che è proprio il punto chiave di questa soluzione. Lancia Stratos HF invece potrebbe essere in effetti il prototipo (in senso letterale) di quest'idea: grande spunto! Le conoscenze degli autopareristi sono infinite.
  19. In questo topic, forse anche per una mia inclinazione, facciamo spesso riferimento a dettagli di modelli del passato più o meno recente. Oggi potremmo recuperare un po' di attualità, parlando ancora del montante A, quello del parabrezza. Esiste infatti una soluzione attorno al design di questo elemento, che è un tratto estetico piuttosto in voga negli ultimi anni e che forse è iniziato qui: Mini One (2000) E' il montante A in finitura nera e con il particolare dell'angolo superiore del finestrino anteriore a creare uno spigolo netto con il montante A. Qui su Mini nasceva per due scopi: accentuare la discontinuità del tetto rispetto al resto della carrozzeria, per ricordare la storica antenata, ma anche dare un moderno "effetto tutto vetro" e continuità al livello della vetratura. A partire da qui, negli ultimi venti anni si sono moltiplicati i modelli che hanno replicato questa idea, seppur con lievi differenze da caso a caso. Mini ha mantenuto questo dettaglio caratteristico su tutte le serie fino ad ora, e tra i casi più vicini a Mini potremmo vedere quello di Suzuki Swift (2004), che certamente non nascondeva l'ispirazione: Ed è rimasta nelle serie successive fino ad ora: Suzuki Swift 2010 Suzuki Swift 2017 Vicina a questa si può vedere anche la seguente coppia di modelli Skoda: Skoda Roomster (2006) Skoda Fabia (2007) Sembrava tra l'altro che questo effetto dovesse diventare un tratto caratteristico dello stile Saab del decennio aperto da questa: Saab 9-5 (2009) Anche l'ultimo modello della marca aveva infatti questo stile, come tutti i concept Saab del nuovo millennio Saab 9-4 X (2011) Qui si entra nel mondo SUV, che è l'altro ambito di grande successo di questa soluzione estetica. Gli esempi sono molti e anche molto attuali, sicuramente non intendo elencarli tutti. Tra l'altro per i SUV si deve considerare che la tendenza potrebbe avere delle ispirazioni più ampie rispetto all'idea lanciata da Mini. Infatti si potrebbe vedere questo dettaglio come un tratto "storico" di un marchio guida del settore: Land Rover. Range Rover può essere un modello di riferimento: Discovery ha seguito lo stesso stile fin dal primo modello (1989) E in tutte le serie successive (2004) 2017 In sostanza la maggioranza dei modelli Land/Range Rover hanno questo stile, inclusi Velar o Evoque ...ma anche l'ultimo Defender: In realtà, su questa nuova Defender, il montante in nero è riservato a questa versione commerciale, le altre lo hanno colorato. Un qualcosa di simile a quanto visto anche su Toyota FJ Cruiser (2006) Altri SUV: Kia Soul (dal 2010 in poi) Kia Seltos Hyundai Venue Ssangyong Tivoli Ma anche alcune sportive hanno proposto questa idea, ad esempio ancora con Hyundai: Huyndai Veloster Ma anche supercars! Nissan GT-R (2007) O anche l'attuale Toyota Supra (2020) E tiratura limitatissime come le Aston Martin V12 Zagato Vanquish Zagato
  20. Sulla scia del messaggio di @Auditore sul montante C con gli sfoghi per l'aria, vorrei aprire un nuovo filone sempre a proposito dei montanti. Un dettaglio che mi è sempre piaciuto è infatti il montante A, quello del parabrezza, completamente cromato o comunque con finitura metallica, a staccare dal colore del resto della carrozzeria. Era una cosa scontata nelle spider del passato, quando il vetro era una parte sostanzialmente autonoma rispetto alla carrozzeria e le cornici era normale fossero in metallo cromato. Ma senza andare alla preistoria, ancora persisteva in epoca "moderna" con spider di impostazione classica come le inglesi: O anche la nostra classica Alfa Romeo Duetto, così alle origini e fino al termine produzione dell'ultima evoluzione. Ma ad esempio anche la Fiat 124 Sport spider originale Nella sua riedizione recente, è stato disponibile anche il parabrezza con cornice satinata, come dettaglio per avvicinarsi ancora un po' all'estetica dell'antenata. Un dettaglio simile a quanto proposto già da altre spider moderne. Ad esempio la Opel Speedster (e la sorella Vauxhall VX220) presentata nel 1999 e imparentata con la coeva Lotus Elise: E poi anche la successiva famiglia di spider General Motors che la sostituì: Pontiac Solstice, 2005 e la sorella Opel GT (2006, con i suoi rebadge Saturn Sky in Nord America e Daewoo G2X in Corea del Sud) Non solo spider 2 posti secchi però... A memoria mia (sempre smentita...) quest'idea è stata riportata in auge tra le auto moderne da Audi. Quando al Salone di Francoforte del 1989 presentò il concept Cabrio-Studie, una classica cabriolet 4 posti basata sulla Audi Coupé del periodo, uno dei tratti estetici salienti fu proprio il parabrezza con questa cornice satinata, mantenuto inalterato anche nel modello andato in produzione nel 1991. Da quel momento e fino ad oggi tutte le successive cabriolet (ma non le spider) Audi hanno mantenuto questo dettaglio caratteristico. Ad esempio la A5 cabriolet attuale, ma vale anche per la A3 e per le vecchie A4. Più curioso ancora è il caso delle carrozzerie chiuse. Qui infatti la soluzione è meno ovvia e gli esempi sembrano più rari. Oggi forse assenti... E anche quelli del passato sembrano raggruppare una famigliuola di automobili già note per le loro caratteristiche originali e innovative: Eccone un carrellata: Citroen DS Jaguar E-type La sua sostituta Jaguar XJ-S Sempre in Inghilterra, la Rover P5 E la successiva Rover P6 E infine una tedesca che tentò la rivoluzione... e non finì benissimo: NSU Ro 80 Avevo dimenticato un'italiana, anch'essa degna di questo consesso di automobili, la Lancia Flaminia
  21. Come una pubblicità può dire molto delle mutazioni industriali e sociali avvenute nel tempo. Sostanzialmente essere un documento di Storia. In una pubblicità inglese, di un marchio inglese (oggi di proprietà indiana...), non un generico riferimento alle sportive italiane, bensì proprio alla loro città d'origine, e non una (la solita nota Modena...) ma due! 45 anni fa, anche TORINO era una città considerata riferimento internazionale per sportive di alto rango. Quindi si può presumere Lancia (nel '75 aveva a listino Montecarlo, Stratos, ma anche la elegante 2000 Coupé e le varie Beta...), ma anche Fiat con la sua grande e bella 130 coupé, la più diretta concorrente di questa Jaguar. Uscita da poco di produzione, anche Fiat Dino era certamente un ricordo fresco... E curiosamente nessun riferimento a Milano... e neppure a Monaco di Baviera.
  22. ...dal [Mai nate] Ford, atterro qua con un collegamento alle versioni aperte di Opel Kadett C, quella degli anni Settanta per intendersi. Di là parlavo della versione Aero, la targa-cabrio lanciata da Opel nel 1976 e costruita dal carrozziere tedesco Baur, lo stesso delle prime cabrio su base BMW serie 3. Il successo della prima Golf cabrio non doveva aver fatto dormire sonni tranquilli alla filiale europea di GM, perché questo non fu l'unico tentativo di Opel per una versione scoperta di Kadett C. Da quanto è conservato nel museo Opel a Russelsheim, si evince che esplorarono anche una soluzione tutta aperta, una vera e propria cabriolet, basata sul corpo vettura della versione due volumi, la City. Una realizzazione chiaramente molto approssimativa, con tutta l'apparenza di essere un semplice "taglio" della carrozzeria, mantenendo gli sportelli originali con le loro cornici e persino il portellone con il profilo "troncato" del lunotto ben in evidenza... Probabilmente fu una mossa tardiva, la nuova Kadett D era ormai prossima e questa cabrio non superò neppure questo stadio da "carrozziere fai-da-te". Ci volle la Kadett E per portare Opel al successo nel mondo delle scoperte.
  23. Sierra, quando uscì, fece il medesimo effetto anche a me bambino. E ritengo che per il pubblico in generale abbia avuto un impatto notevole a livello estetico. Ma col senno di poi, la definirei una "falsa moderna"... E' un discorso che ricordo aver affrontato già in qualche altra discussione, a occhio c'era @PaoloGTC di mezzo... La linea era certamente innovativa, nel trattamento delle superfici ma soprattutto nel frontale. Anzi, dei frontali, ché si è perso il conto di quanti ne poteva avere... Ma dietro la facciata, in realtà era molto più conservatrice di quello che sembrava. Pareva disegnata per l'aerodinamica, ma a conti fatti (per quello che valgono i numerini dichiarati) aveva un Cx di 0.34, interessante, ma lontano dal vero salto che fece la famosa Audi 100 presentata 6 mesi prima. Tanto per dire, aveva ancora i gocciolatoi sul tetto a vista. La linea due volumi e mezzo dava aria di novità, ma era solo la riproposizione in grande (e senza spigoli) della sorellina Escort del 1980. Per non parlare della meccanica: quando tutti i costruttori generalisti stavano passando alla trazione anteriore, solo Ford negli anni Ottanta tirò fuori una media ancora a trazione posteriore. Pure i motori non brillavano certo per novità. Poi a mio avviso invecchiò presto. Il primo restyling fu un'operazione sicuramente riuscita dal punto di vista commerciale, ma al di là dell'averla "banalizzata", per me era ormai troppo antiquata. E la tirarono anche troppo a lungo. L'arrivo di Mondeo mi parve più che benvenuto, un autentico salto generazionale. Tra l'altro la Mondeo versione 5 porte (che inizialmente - e con molte pretese - chiamavano Coupé) a me piacque davvero. Tornando a Sierra Targa però, mi viene da associarla a una possibile risposta di Ford al successo - di immagine, perché i numeri furono limitatissimi: meno di 2000 - di questa qui: Ford Europa e Opel si sono sempre inseguite a vicenda, in un continuo botta e risposta. Questa Opel Kadett C Aero, pur costruita dalla carrozzeria Baur, era ufficialmente nella gamma Opel. Ci sta che Ford volesse tentare un approccio simile in un segmento più alto, forse ritenuto ancor più remunerativo, soprattutto associandolo alle linee modernissime di Sierra. Ma evidentemente qualcuno disse di no, e forse ci aveva visto giusto. Gli anni Ottanta non furono il decennio più florido per coupé e cabrio in Europa. E qui lascio per passare sul topic [Mai nate] Opel...
  24. Un bel particolare questo di BMW... ...che tra l'altro mi ricorda da vicino e potrebbe essere stato fonte di ispirazione di quest'altro riportato tempo fa (che ovviamente ha tutt'altra funzione): Per i tergivetri, incredibile... i giappi sono davvero fissati, è verissimo. Ad esempio sono stati tra i più accaniti utilizzatori di tergilunotti su automobili a tre volumi, siano esse berline o coupé. I tergilunotti interni di Flaminia erano già stati ricordati alcuni mesi fa da @Vegatrux:
  25. Ford Sierra è una di quelle macchine che ancora hanno avuto una moltitudine di varianti di carrozzeria, come era un po' uso tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Ricordiamo i tre corpi vettura principali: - due volumi - station wagon - tre volumi La due volumi, a sua volta, era disponibile nelle due tipiche configurazioni - 5 porte - 3 porte E della 3 porte, caso più unico che raro, esistevano due varianti: - a due luci laterali - a tre luci laterali Bene, chi ricorda tutto ciò , ricorderà anche che quest'ultima versione, la due volumi 3 porte a tre luci laterali, era però esclusiva della sola versione sportiva XR4. Ma ecco spuntare da qualche archivio desecretato queste foto, a suggerire che Ford l'aveva a suo tempo valutata anche per gli allestimenti standard... Maquette curiosa perché si tratta di un modello asimmetrico (dal lato opposto è una 5 porte!) e perché riporta ancora il nome "Taunus" con il vecchio carattere, che proprio con Sierra venne abbandonato per quello tipico Ford anni '80. Sempre piaciuta la "tre luci" e preferita alla versione standard a due luci, che per qulche ragione usavano anche sulla ancora più sportiva RS Cosworth. Ancor più intrigante, però, sarebbe stata una ulteriore variante, che purtroppo non ha mai visto la luce. Tra l'altro pareva allacciarsi esteticamente proprio alla 3 porte a tre luci, per l'andamento dei finestrini e del montante/rollbar, e forse non era un caso che fosse stata "pensata" con lo stesso allestimento estetico della XR4, nonostante la scritta Ghia in coda: Sierra TARGA Interessante la asimmetria della coda, per provare la soluzione coi fari orizzontali standard, o con quelli più compatti, simili (ma non uguali) a quelli poi usati sulla station wagon. Le foto sono datate, 13 luglio 1982, di un paio di mesi prima della presentazione mondiale di Sierra (avvenuta a Settembre); e sembrano provenire da una presentazione avvenuta presso la casa madre in Stati Uniti ("US-SHOW"...) nonostante la targa indichi la provenienza dalla sede di Colonia. Evidentemente non passò l'esame dei vertici americani .
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