luxan
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io ho un'auto a benzina di 8 anni e 110k km, quindi ne faccio un uso simile al tuo. guarda caso, ho anche un impianto gpl. posso dirti che con quel kilometraggio non penserei di rimontare l'impianto, perchè nonostante tutto ci sono una serie di inconvenienti che impattano di molto sul guadagno economico dell'esercizio a gas. devi considerare che a gas si consuma di più... un 5-10% a seconda delle situazioni. devi sommare il tagliando dell'impianto a gas, ogni 10-15k km, che in genere non è troppo costoso ma che al quinto anno ti bastona (ci saranno vari pezzi da cambiare) con 2/300e. in ogni caso è un impianto montato sopra quello originale, con tanti pezzi e spesso delicato, che può naturalmente portare problemi, oltre a generarne alcuni sul motore (vedi le valvole, cmq a me non è successo). io ho dovuto spendere molto tempo dietro alla carburazione... perchè poi gli impiantisti chiudono e quello nuovo cambia tutto dicendo che l'altro era incompetente... e così via. non sempre riesci ad andare a gas, dipende dove ti trovi... se la usi per brevi tratti in zone fredde-fresche, prima che si passi a gas sei già arrivato... è come avere una persona sempre a bordo, che impone un certo consumo in più, e con il peso nel posteriore l'auto non è perfettamente bilanciata come di origine (la mia 147 serie0 era stupenda in curva, poi con quei kili dietro un pochino di sottosterzo in più si è manifestato... ricordo benissimo la prima rampa autostradale in discesa...) si perde la tranquillità della ruota di scorta e, soprattutto, si entra sempre illegalmente nei parcheggi chiusi... perchè puoi stare a -1... ma se è il tuo garage, visto che le in genere i parcheggi sono privati il divieto affisso all'ingresso si applica alla tua auto. insomma, a mio avviso il gas ha davvero senso se: 1) si fanno almeno 20k km annui 2) si circola per tratti medio-lunghi (da 15km in poi) 3) si è in una zona con limitazioni al traffico 4) si è ambientalisti. e poi se pensi di tenerla per una decina d'anni, il valore residuo sarà cmq prossimo a zero. con gpl riesci a darla via a 1500 invece che a 1000... ma non penso che questo giustifichi 10 anni di possibili grattacapi. ribadisco, per 12k km annui, davvero non ne vale la pena.
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Tony, non si tratta di vedere chi sta messo peggio. Il senso del mio discorso è che ho visto una intera generazione, la mia (ma non io, per grandissima fortuna), bruciarsi senza che ci sia stata alcuna mobilitazione della stampa o dei sindacati... non si è mai posto l'accento sui giovani, soprattutto non 10 anni fa e questo mi faceva incazzare perchè ho visto amici e compagni di università con gli occhi che si spegnavano a poco a poco. certo che le cose sono cambiate, ma lo sfizio che mi suggerisci di provare me lo sono già tolto... le feci nel 2004, appena laureato, avendo già un contratto di lavoro a tempo indeterminato (qualifica terza media.... cioè, alla terza media era commisurata la paga e il rispetto degli altri, mentre sul lavoro mi chiedevano di usare le mie conoscenze...) e quindi con 4 anni di esperienza lavorativa (non mettevo mica sul cv il mio inquadramento...). ZERO... mica potevano offrirmi il cococo o il tempo determinato a 6 mesi, ergo non mi si offriva NULLA. Come già scritto, dopo 6 mesi di tentativi vani, mi sono buttato su un master... retta + affitto a Pavia + 8 mesi senza stipendio. Ho rischiato e mi è andata bene. io non sono uno che tende a mettersi in proprio, mi piace esser in una grande organizzazione e, soprattutto, sono cresciuto con un padre a partita IVA quindi so bene quanto sia dura e quali rischi si corrano. ma chi ha il coraggio di farlo e la voglia di investire tutte le sue energie sul lavoro ha la mia più grande stima. sono questi che tirano avanti la società, mica quelli come me.
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ogni volta che mi illudo di essere davanti ad una svolta, si torna alla peggiore pratica "scambista". succede ovunque, ma da nessuna parte del mondo si farebbe per salvare uno stabilimento indecoroso. peccato per la prox Panda, ma Maglionne avrà fatto i suoi conti e gli introiti da incentivo saranno tali da più che controbilanciare il danno economico di spostarsi a Pomigliano. Il lancio di agenzia è abbastanza confuso: "nuovo o Euro 5" che vuol dire? che ti incentivano se compri un Euro 5 usato? Forse forse Fiat ha qualche decina di migliaia di km0 €5 da piazzare? Boh. Magari gli incentivi saranno tarati in modo da facilitare di molto le vendite del bicilindrico a quei prezzi preventivati per 5oo. Almeno abbiamo portato a casa l'abbandono di AR... è un piccolo passo, ma positivo.
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Interessantissimo discorso, per quanto un po' ampio. Ringrazio Cosimo per il suo bel post, che spiega bene come vanno e come andavano le cose. Cerco di affrontare i vari temi trattati, per fare una specie di sintesi e metterci la mia opinione 1) SISTEMA ITALIA: in grandissima crisi, non adatto ai tempi correnti e impossibilitato a cambiare, per questioni di mentalità radicata nei decenni del benessere crescente, gerontocrazia e rigidità sociale. -> E' vero, stiamo messi male, ma ci sono ancora gli spazi per farcela: chi vale, emerge... gli altri fanno più fatica di un tempo e forse non ce la faranno mai. Come cambiare? Tagliando. Le regole inutili, i corsi di laurea inutili, le pretese assurde, le aspettative esagerate, i vizi dei più giovani. Facendo pulizia e cercando un minimo comun denominatore sul quale la società posso costruire il futuro dei propri figli.. sì, dei nostri figli, non dei 35enni nè dei 25enni di oggi: per noi è tardi, dobbiamo pensare a chi di anni ne ha dieci o chi deve ancora nascere. E accontentarti di esser capitati male. 2) STUDIO E LAVORO Studiare, soprattutto se parliamo di alcuni corsi di laurea, oggi non paga. Lo sappiamo tutti, ma se si sceglie lettere o sociologia si prende un bel rischio e se le cose vanno male bisogna solo star zitti e non rompere le palle al prossimo. Anche nelle facoltà "di grido", tuttavia, non si respira un'aria frizzante, perchè l'investimento effettuato al massimo ti offre un posto di lavoro relativamente comodo, ma le soddisfazioni professionali ed economiche degli anni 70/80 non ci sono più. Siamo in tanti, in un contesto di decrescita econimica perchè la mela è una e altri ne stanno prendendo giustamente una porzione maggiore di quella a cui li avevamo abituati. 3) LAVORO MANUALE Ecco che così il lavoro manuale diventa qualcosa di più probabile e DEVE perdere l'alone di irrispettabilità che gli è stato dato negli ultimi decenni. Come dice autodelta, però, il rischio per qualcuno di lasciarsi affascinare dai due soldi che si guadagnano a 16 anni è grave (tanti miei compagni di scuola e compaesani, figli di muratore come me, in estate andavano in cantiere e ogni anno qualcuno optava per restarci... mio padre mi ha sempre vietato di andare con lui...) E' anche vero che qualcuno deve pur fare tali lavori, quindi forse tale eventualità non è un male per la società Il lavoro manuale, però, può essere inteso come azienda agricola (magari vitivinicola o bio) di qualità, dove si accompagna ad un uso di concetti evoluti di gestione e programmazione... il problema per tali realtà rimane la scarsa reddività. E' sacrosanto quanto dice Matteo, la soddisfazione è enormemente maggiore. Mi dico spesso che mio padre tirava su delle case con i suoi operai dal buco del caterpillar... io faccio qualche contratto o qualche analisi economica... magari riscritta e corretta dall'alto un migliaio di volte. Io non sto sotto il sole estivo di Roma a mettere asfalto sui tetti nè a scaldarmi accanto ad un bidone, come faceva mio padre, però... però... 4) IL PASSATO E IL PRESENTE Come dice cosimo, 10 anni fa le cose stavano come oggi. Anzi, si stava in nero piuttosto che con i contratti a 3 mesi o simili. Il posto vero era quasi solo quello fisso e averlo non era per niente facile. Il rapporto umano-professionale di cui parla Tony non esisteva già più... è roba di un tempo in cui di potenziali assunti di livello ne giravano pochi. Insomma, ribadisco, 35 o 25 anni poco cambia... almeno per i venticinquenni c'è ancora la speranza che il trentacinquenne ha ormai perso. 5) IL CASO PERSONALE Magari adesso, chi riesce a leggere l'intero sproloquio, mi manderà affanculo. Ma io voglio parlare di me per dire che con il sacrificio si riesce a fare qualcosa. Io a 22 anni mi sono ritrovato capofamiglia, con una madre casalinga con la 5a elementare, un fratelo che stava per iniziare l'università e una sorella di 9 anni. Mio padre, a causa della crisi dell'edilizia di metà anni 90 era finito prima per strada poi in un cantiere in nero e poi caduto da un'impalcatura... Ho vinto un concorso pubblico per persone con la terza media e mi sono messo a lavorare a tempo pieno, a fare fotocopie e mettere timbri in un ambiente di merda, mentre i miei colleghi all'università finivano gli studi in pace. Io studiavo di notte, durante le ferie e nel fine settimana (no permessi studio, non mi spettavano per vari motivi). Ci sono riuscito, a 27 anni, a laurearmi in economia e subito dopo ho fatto un master di livello per cercare una chance concreta: a 27 anni (con 110elode) con un contratto a tempo indeterminato nessuno mi prendeva in considerazione... non mi potevano offrire i contratti a 3 mesi o ad un anno e quindi chiudevano il dossier. Così ho investito nel master tutto quello che avevo (anche chiedendo 5000e ad un amico) e dovuto fare una battaglia legale per farmi dare il permesso di andare.... mi sono fatto un gran culo e alla fine è arrivata la proposta di stage di ENEL. 6 mesi, 720e al mese... dalle 9 alle 21 tutti i giorni. Ho accettato e ho provato di valere, così alla fine mi hanno offerto un contratto vero, con stipendio un tantino superiore al minimo di ingresso. E qui siamo al bivio: divento padre... vivo a Roma... due stipendi sicuri e discreti non bastano per comprare una casa, neanche piccola, e vivere serenamante. Allora, mi dico, come faccio ad offrire a mia figlia una prospettiva migliore della mia? perchè è naturale per un padre pensarlo... In Italia non c'era niente da fare... a 30 anni, con una figlia e quindi senza la voglia di passare tutta la vita in ufficio, non c'è possibilità di salire nella scala gerarchica ed economica.. o si inizia ben prima o si è tagliati fuori. Allora che faccio? un concorso alla COmmissine europea... studio la notte, mentre cullo mia figlia... tutte le notti, perchè dorme pochissimo. La mano di Dio però mi ricompensa... passo il concorso e mi prendono al volo. Peccato che mi offrono un posto a Lussemburgo con responsabilità di progetti IT, senza che io abbia mai saputo un cazzo di informatica. Ma ce faccio? Non poso non accettare. E via che si emigra, cominciando un inferno di pendolarismo settimanale con Roma, aerei... neve sui 100km di strada per andare a prendere l'aereo low cost, nostalgia di famiglia ed amici... e le difficoltà di ogni emigrante che non parla la lingua locale. Sono passati altri tre anni, con l'ansia che mi si mangiava all'inizio perchè firmavo per contratti di cui non capivo quasi nulla... Ora finalmente ho trovato l'occasione che volevo, ma dovrò trasferirmi ancora, lasciare un mondo in cui oramai mi sento a casa e ricominciare da capo a Bruxelles. Ah, nel frattempo mi sono anche ritrovato da solo con mia figlia.... senza moglie (trasferita dal datore di lavoro in Germania...) e con i nonni a 1500km di distanza... Ecco, ci si arriva... ma ci vuole tempo e tanta fatica e la disponibilità capacità di lasciare il proprio mondo per cercare le soddisfazioni. Trovarle sotto casa oggi è una chimera. Quindi, o si accetta che la realtà impone certe scelte o si sceglie di restare a casa, ma a quel punto si sta zitti e si campa con quello che si trova. Vi chiedo perdono, mi sono messo a scrivere ste cose perchè sono felice... ci sono riuscito, quando poco più di 10 anni fa mi era crollato il mondo addosso e dopo aver davvero dato tutto quello che avevo per 10 anni... proprio quando sentivo di esser vicino a rinunciare. Sono orgoglioso di me ed essendo la notizia ancora freschissima non ho resistito a condividerla. Ma non voglio certo dire di essere un eroe nè l'unico ad esserci riuscito e alla fine la mia storia è paragonabile a quella di Cosimo e di tanti altri miei coetanei, più o meno. Ma, appunto, anche per i 35/40enni di oggi la strada era in salita... ripida. PS: nella cerchia dei miei amici più cari, tutti laureati, uno è finito in un call center in Irlanda, uno ha trovato lavoro fisso lo scorso anno (33 anni compiuti...) e un altro, laureato in chimica, a 34 ancora non lo trova.
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se non sei tra i fortunati che trovano subito qualcosa, l'esperienza te la fai solo se ti butti su un posto o un'impresa sfigata. e questo vale in ogni luogo e ad ogni livello. un esempio diretto: ora sono in Africa, ad Addis Abeba, per un breve periodo su un progetto di cooperazione. I miei colleghi che avevano voglia di occuparsi di relazioni diplomatiche, sono arrivati qui (e siamo in un luogo di povertà estrema, uscendo dal quale e dirigendosi vs la campagna si entra nel tardo medioevo...) solo dopo aver trascorso almeno 4 anni in posti moooolto più sfigati, perchè invivibili o lontanissimi dall'Europa. E non si trattava di neolaureati sprovveduti. Ho conosciuto dei ragazzi che lavorano per delle ONG... una vicentina ha dovuto passare 2 anni in Sud-Sudan... non so se avete idea di che genere di posto sto parlando. solo lì le hanno offerto un contratto di un anno. ci è andata, glielo hanno rinnovato e ora, dopo una pausa di disoccupazione, ha trovato posto qui ad Addis... ancora, per un anno da rinnovare se tutto va bene. questo per dire che la gavetta è in fin dei conti giusta, che il sacrificio all'inizio ha un suo valore e che, a mio avviso, è giusto dover affrontare delle difficoltà, perchè la vita è fatta di difficoltà, non ci si può far nulla. l'aspetto davvero tragico, però, è che non vedo un futuro in cui queste cose possono cambiare, un futuro in cui l'aver fatto la gavetta e aver sofferto porta dei frutti. è lì che vedo il dramma per voi giovani ma anche per tanti dei miei amici che non hanno trovato una collocazione stabile e che sono in una situazione peggiore della vostra. A 35 anni le speranze vengono meno, una fetta di vita è stata bruciata, si vive ancora con i genitori quando si dovrebbero avere figli... e ci si sente distrutti dentro.
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il punto non è questo. la flessibilità dell'orario di lavoro è limitata anche all'estero (chiedi a francesi, tedeschi e belgi che arrivano a Lux... tutte le mattine un delirio) e personalmente in Italia ho sempre avuto l'orario flessibile (ingresso tra le 7.45 e le 9.15), come tutti i miei amici, tranne turnisti e bancari. Ma tanto per entrare a Roma dalla A24, per esempio, devi superare tagliare il GRA prima delle 6... Il fatto è che in Italia certa mobilità non è accettata, a prescindere da infrastrutture o costo del trasporto. E il discorso potrebbe estendersi alla "mobilità mentale", cioè alla flessibilità. IL tuo esempio vale solo per l'universitario... che certo non può permettersi certe scelte. Ma se Milano ti fa lavorare e Piacenza no, allora devi accettare il fatto che la TUA SCELTA di stare a Piacenza IMPLICA UN COSTO. Chi sta a Milano può sempre pensare dentro di sè "guarda sto tizio, devo star dietro agli orari del suo treno per permettergli di tornare nella villetta con giardino, mentre io faccio i sacrifici per il bilocale immerso nello smog...". Come dici tu, bisogna tener presente le esigenze di chi ti sta intorno... Io ho lasciato la villetta con giardino e me ne sono andato in un ex lavatoio, quinto piano senza ascensore, in zona di basso livello. Mi muovevo in motorino, abbattendo i costi del trasporto e i tempi morti. Certo, ho lasciato l'Italia dopo aver lavorato 7 anni senza mettere da parte un soldo (causa affitto salatissimo). Poi non sempre si è disposti a star dietro alle esigenze di chi deve prendere il treno delle 18.30... lavorando magari in fretta e senza quella pausa vs le 17 che permette di lavorare con calma e finire alle 19. già siamo OT, sull'inquinamento soprassiedo, ma credo che siamo sulla stessa linea. Comunque complimenti a Cibus per il suo post, mostra intelligenza nell'affrontare la difficoltà.
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avevo capito che vi riferivate alla triennali scientifiche. per le altre, poco cambia: vecchio modello, nuovo triennale o nuovo specialistico siamo sempre con speranze limitatissime di soddisfazione professionale ed economica. era così anche ad inizio anni Novanta.... vent'anni fa. il rispetto per il pendolare non fa parte della cultura italiana e l'ho subito anch'io, non vivendo in città ma in provincia di Roma. Poi ho deciso di investire il mio stipendio nella tranquillità di non dover pensare agli orari dei treni e dei bus e ho decisamente cambiato vita in meglio. gli italiani farebbero bene ad incazzarsi e a far spostare molti luoghi di lavoro altrove. da noi ci si lamenta che uno statale non può vivere a Roma o Milano perchè ha la paga bassa e poi deve pure subirsi trasporti inefficienti. in UK hanno spostato l'ufficio statistico da Londra al confine con il Galles: no traffico e, a parità di salario, vita agiata. E in ufficio a piedi o quasi. in FR stanno facendo lo stesso, da Parigi a Metz. se da noi solo provassero a mettere l'Istat a Frosinone... sai che casino!
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se mi dite che le triennali funzionano, smentendo quanto letto altrove, ci credo e sono contento. il problema sottolineato da Jack, dell'indottrinamento verso il pezzo di carta come unico simbolo di rispettabilità, è una caratteristica fissa dell'italianità, soprattutto del centro-sud. non è cosa nuova e penso che non cambiarà nel tempo. ad autodelta rispondo che mi sembra sempre più di rivedere il mio approccio tranchant e convinto di qualche anno fa... COMPLIMENTI! ma bisogna acquisire una maggiore "malleabilità". per esempio, la qualità del lavoro: alle 19 è pessima ovunque (escludo il Jap, immagino lì sia costante...) e la voglia di chiudere in fretta una riunione non è sempre un fattore positivo. La qualità del lavoro, infatti, è tale se garantisce la qualità del risultato. Il quale, a sua volta, è funzione della qualità e delle caratteristiche delle persone coinvolte. C'è gente che ha bisogno di un approccio soft, di aprirsi con fatti personali, per poterti dare il feedback che ti serve.
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ci sarebbe tanto da dire, amici miei. innanzitutto mi accodo all'allarme lanciato da TonyH, stiamo uccidendo il futuro. io sono un vecchietto rispetto a voi, a 34 anni, e purtroppo devo dirvi che lo stiamo facendo da tanti anni ormai. quelli della mia generazione, diciamo dai nati a partire dal 75, se non sono riusciti a beccarsi un posto di lavoro "come ai vecchi tempi" entro la prima metà del 2001, stanno ancora lì ad aspettare la svolta della vita.... ma la loro vita è andata, per buona metà, e le prospettive per il futuro sono nerissime. insomma, il dramma di oggi non è solo di oggi, parte da lontano.... si è provato a risolverlo con le lauree brevi e la riforma in generale, per avere un'uni simile al resto d'Europa. Ma lì le lauree brevi funzionano, non tutti cercano quella specialistica (il master, per dirla all'europea), non tutti vivono per il 110elode ma TUTTI fanno stage... in molti iniziano con dei periodi brevi già alle medie. sulle lingue, posso dire che quando parlo con i miei colleghi tedeschi di quello che mi fecero studiare al liceo (ho fatto tedesco), rimangono tutti basiti.... conosco roba che si fa solo se ci si laurea in letteratura tedesca!!! e ho fatto un po' di fatica a prendere la mano con l'inglese, mentre gli altri arrivano già belli pronti. ma siamo le persone con il maggior tasso culturale: non siamo i più pronti / aggressivi sul mercato del lavoro, però il livello "socio-culturale" medio di un italiano, messo al confronto con gente che è nel suo stesso settore lavorativo e al suo stesso livello "sociale", è decisamente superiore. da noi si studiano troppe cazzate, ma poi nessuno si mette a protestare se gli viene chiesto qualcosa di estraneo al lavoro... mentre ho molti colleghi che si incazzano e dicono che per certe cose (che poi è tutto ciò che non era nei loro programmi universitari, cioè la vita reale e la cultura in senso lato) si deve usare google. purtroppo stiamo andando in quella direzione anche noi. c'è cmq una speranza: quelli che valgono, nel 99,99% dei casi, raggiungono una status adeguato. Anche oggi, nonostante tutto. solo che ci vogliono costanza e disponibilità al sacrificio maggiore di un tempo. e l'Italia, che tanto disastrata e condannata appare quando si è nei confini, una volta stabilitisi su suolo straniero viene inevitabilmente rivalutata. non su tutti gli aspetti, ovviamente. io tornerei di corsa a Roma e lo farò (o meglio, ci proverò) non appena la situazione familiare me lo permetterà.
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alla fine, ha ragione chi paga. se il bianco è di moda e la gente decide di pagare in più per averlo, va bene. per me basta che le auto non siano grigio-Germania. e il rosso, beh, deve essere R O S S O, quello vero, non soluzioni di compromesso o al risparmio. quindi, sì sempre e comunque al rosso Competizione, che è sublime, ma per gli altri.... tornando alla Giulietta, qualcuno ha info sulle novità che arriveranno a fine anno/primavera prox? Se ce ne saranno, ovviamente.
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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Seg C o B o D... qua parliamo di 35mila euro, mica bruscolini. Poi la tp non è la chimera nè assicura una maggiore sportività... bisogna che sia messa già per bene. Resta la conditio sine qua non per determinate sensazioni. appunto, la tp dimentichiamocela. ma secondo me, proprio per la presenza dell'araldo, megli dimenticare anche i kit abarth... al max ci offre una Giulietta Plus:(r
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chiaro. a ciascun le sue preferenze. verissimo. ognuno ha i suoi gusti. per me è così, per Maranello è così e ancora non hanno proposto di avere una Formula 1 a ta con autobloccante di ultimissima generazione. A me basta questo. il discorso sulla sportività lo abbiamo già fatto, ci sono varie sfumature da considerare e tante diverse accezioni da accettare. Ma io davvero mi diverto in modo diverso con una macchina che scoda e chiude le curve. e per quella posso metterci l'extra-somma richiesta.
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onestamente, con i soldi da aggiungere al costo di una QV si arriva ad una bella sommetta. e con molto meno si prende roba poco usata e a tp, coi controca//i. oh, non mi farei tutti sti discorsi se ci fosse almeno una AR a tp... perchè hai voglia a dire che siamo retrogradi e che il mercato vuole altro, ma chi cerca una QV tunizzata cerca la sportività vera. E la sportività vera "spinge".
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appunto. tu sei rappresentativo del mercato. capisco che guidando a Roma è difficile farsi pungolare dal sound del motore (peraltro oramai accettabile in una percentuale ridottissima delle auto immatricolate) e che il tempo nel traffico invogli ad avere qualcosa di interessante da ascoltare, ma caro Betha sei sempre in un'automobile e non in una sala da incisione. scegliere un'auto in funzione delle prestazioni multimediali è come scegliere la mela in funzione di quanto è lucida la buccia, senza badare alle qualità nutrizionali ed organolettiche. con tutto il rispetto, perchè ognuno fa quel che vuole.
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- alfa romeo giulietta 2009
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appunto, bastano 10€ e via. non vedo grandi problemi... magari qualche conce la offrirà per supplire all'ingiustificabile mancanza... io su Bravo ce l'ho comoda comoda, su 147 ho ancora solo il cd... e su Rx8 avevo il caricatore da 6. a me non cambia nulla, mi adatto e metto la musica nel modo necessario. mi si dice che ste cose contano, vabbè. sono i tempi che corrono e teniamoceli stretti. non si sa mai, fra poco forse sarà necessario l'imperiale per metà touchscreen con gli aggiornamenti in diretta dal Grande Fratello e i bollettini medici su Steve Jobs.
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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queste sono le nuove priorità degli acquirenti AR? ok.
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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forse qualcosa in più, forse no. io non voglio sminuire Giulietta e spero che voi che l'avete comprata sarete anche più di felici di quanto sono stato io per la mia 147. ma il punto è sempre quello: oggi è lecito o auspicabile per AR fare il verso a VAG. Non sono sicuro che il marchio, a queste condizioni, possa giustificare il trattamento preferenziale/la specificità che gli apparteneva un tempo. cioè, per i coglioni come me prima AR non aveva alternativa perchè diversa. ora diversa non è, ergo ci sono altri che offrono roba simile o migliore. ergo mi viene il dubbio di prendere altro (e l'ho già fatto, due volte, con Mazda e Fiat, prendendo una "vera" sportiva e una "vera" generalista). Per fortuna che non la fanno a Pomigliano, sennò la scelta sarebbe stata obbligata. ma è davvero noioso per voi che leggete questo mio continuo refrain. chiudo qui. scusate.
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ne sei proprio sicuro? perdonami, la risposta sembra un po' semplicistica. forse sono uno dei pochi che non l'ha ancora guidata (da me il porte aperte era a giugno e prima di allora sono dovuto partire per l'Africa...). al rientro ci provo e vedo se hai ragione. spero di sì, ma noi siamo fra quelli che sanno che fra due anni la Bravo sarà la stessa auto, con una carrozza diversa. già lì una gran parte dei corollari di cui sopra svanisce.
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ok, in teoria. ti prego di spiegarmi (e spero tu possa convincermi!) il modo in cui a Torino si possano coniugare quei connotati di un tempo con la situazione reale odierna, la necessità/scelta di riadattare modelli Fiat/Chrysler e i limiti fissati dal mercato sia in termini di accoglienza del prodotto AR, per tipologia di auto e costo d'acquisto, sia in generale sulle caratteristiche di un mezzo qualunque (vedi l'importanza dei consumi, prima trascurati dall'acquirente AR quasi come dato acquisito e oggi vincolanti per la stragrande maggioranta degli stessi). mi sembra che siamo di fronte all'artigiano di un tempo, neanche troppo lontano (diciamo 15/20 anni fa). oggi è sparito: c'è il lavoratore immigrato che ti fa il prezzone e quello ricercato dai ricchi che si possono permettere in pochissimi. non so se riesco a farmi capire.
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E' quello che volevo dire anch'io. Cioè che nonostante tutti i sogni e le passioni di un tempo, che fanno apparire il confronto con VW un'ignominia, oggi la realtà è altra e forse tale confronto diventa non solo pertinente ma uno stimolo a migliorare. I tempi sono lunghissimi, se tutto andrà bene. Il problema è che un'AR senza i corollari "storici" a me non desta un grande interesse.
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mi trovo a leggere queste discussioni (e a parteciparvi con la mia dose di minchiate!) dal 2003, prima della nascita di autopareri. decine di utenti diversi vi hanno contribuito nel tempo eppure il tema rimane più o meno sempre quello. io non mi annoio a leggere, è divertente. ma noto che mentre nel 2003/4 questi discorsi avevano ancora un senso, alimentati dalla buona 147 e dalle aspettative di una sostituta di 156 che non è mai stata 159, oggi mi sembrano proprio fuori fase con la realtà. JackSEwing ha ragione, le cose son cambiate e AR oggi è con un piede nella fossa. In questo periodo sto lavorando in Africa e i colleghi mi spiegano come vanno le cose qui. Tra le varie "regole", una dice che la povertà cambia tutte le regole e fa saltare ogni principio. Beh, a me pare che questa massima si possa applicare alla nostra carissima vecchietta milanese: la povertà (leggasi, la dura realtà odierna) scardina i principi, anche quelli fondanti del marchio. E quindi mirare, dal basso, a VW diventa un obiettivo razionale. E via con Fiat/Chrysler rimarchiate e curate un tantino di più nell'estetica e nella dinamica. Da parte mia, però, non riesco più a trovare il fascino che una volta mi stordiva. Quando in moto mi trovavo vicino ad un Busso, abbassavo i giri ed ascoltavo quelli del 6V che salivano... Quando ho preso tra le mani la mia 147, lasciando una vecchia 90 (ebbene sì, pur di averne una mi ero preso una 90 color cappuccino...), ero orgoglioso di me. Adesso vedo Giulietta e non mi riesco a scaldare, vedo 159 e mi incazzo per la bellezza dell'involucro e i difetti nel cuore, vedo Gt e mi pare di essere a 10 anni fa... Leggo il forum e rabbrividisco a pensare al futuro prossimo. Insomma, confesso, la mia storia d'amore con la Biscia è in crisi.
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appunto, un missile da corsa. A Francoforte ho visto la versione normale, seppure con la carrozza tutta in carbonio. L'avevano messa in un angolo angusto, lasciando alle Wiesmann una posizione che ne oscurava lo stand....
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come dite, sarà pure lo stesso di 159, ma stefano73 ha ragione, messa così sembra proprio una Bravo... eh, con tutto il rispetto, visto che io una Bravo l'ho comprata (vabbè, mia moglie mi ha costretto...).
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Io mi sono sbagliato, pensavo alla GTO Pardon. Ma rimangono due auto diverse: la Zonda è sul concetto di auto estrema, solo per sbaglio da portare in strada. La 599, per quanto pesantemente modificata, nasce per la strada. O sto dicendo un'altra castroneria?
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sta Pagani monta un motore MB (e non so quindi a quanti rpm si fermi...), ma soprattutto costa 5 volte tanto. se va un po' più veloce, al Ring, pazienza. bravi loro
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