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  1. Forse han guardato solo quello della serie 3er in Italia, dove fino a qualche tempo fa tra le benzina c’erano le 318i, la 340i e M3 ? Dal mio punto di vista, un premium brand non dovrebbe avere nmila motori in gamma... quella è roba da generalista! E per l’Europa la gamma motori disponibile è già ampia. Ad oggi l’unica versione che manca è appunto una che copre il gap tra Veloce e Quadrifoglio, che potrebbe far numeri interessanti negli States.
  2. Le vendite Maserati hanno problemi nei paesi in cui il diesel non c’è però! Il problema non è mai stato il diesel, o in parte lo è stato su Levante nel mercato UK! L’unica a non avere una versione high-end alla fine è Ghibli, perché la GTS su QP c’è sempre stata.
  3. La gente prendeva Maserati per altro perché quello veniva offerto. Due sportive e una berlina che dal 2003 in poi si è vista cambiare sempre di più perché il cliente di quel tipo se ne infischia del motore Ferrari e del cambio sequenziale. Soprattutto se poi hai anche i costi di gestione di una Ferrari. Anche sulle attuali sportive han dovuto mettere uno schermo grande quanto una TV e Apple Car! Segnale che forse le Maserati “analogiche” come piacciono a voi alla gente non interessano più! La questione era: lasciamo che Maserati continui ad essere un marchio che fa da stampella a Ferrari, prodotta quasi artigianalmente in uno stabilimento cittadino che necessita di grossi investimenti, o la facciamo diventare un marchio adulto che può autosostenersi, con modelli in linea ai gusti attuali della clientela facoltosa e prodotta in stabilimenti moderni e che possano dar lavoro a italiani? La scelta ovvia era la seconda! Il risultato perfettibile però, è non perché i prodotti fossero scarsi, perché fin troppo Maserati vecchio pensiero!!! Ripeto che dovevano prima essere pensate come sedan e UV da completare con il “tocco” Maserati (motori potenti, handling da GT, interni raffinati, e personalizzazione). Maserati non è mai stata 100% Sport! Anche negli anni ‘60 furono tra i primi a proporre l’aria condizionata ed il cambio automatico nelle loro vetture, roba che rapportata ai giorni nostri significa ADAS, infointaiment, Led esterni ed interni. L’hanno capito, ed infatti il tiro verrà corretto con i prossimi modelli.
  4. Il T6 è assodato che arriverà per i marchi della galassia americana del gruppo. Dubito fortemente che ne derivino una versione con specifiche Alfa e Maserati. Primo per una questione di immagine, secondo per una distribuzione delle masse, terzo perché immagino che in termini di costi sia più semplice creare una versione “semplificata” del 2.9 V6 da produrre a Termoli che rimarrà orfana tra qualche anno del 2.2 turbodiesel.
  5. Precisiamo... questa non è una serie speciale tipo Monza, questa è un’auto unica commissionata da un cliente, ed in quanto tale deve rispettare in primis i gusti e le richieste del cliente in base al budget disponibile.
  6. Hanno tentato di fare quello che han fatto in Porsche e che a momenti gli permetteva la scalata al gruppo VAG! Ghibli, QP e Levante son auto bellissime dal punto di vista estetico, ma, per molti aspetti, nate “vecchie”. Soprattutto se si voleva aumentare i volumi in quel modo. Non siamo più in un epoca dove basta rumore e bel design... il cliente (ricco) vuole anche altro! Connessione, infointaiment, lucine fighe dentro e fuori, e dulcis in fundo anche eco-friendly (vedi attuali vendite di Panamera e Cayenne). Certo, sono anche venute a mancare versioni “cattive” per battagliare con AMG o Motorsport. Ma è una cosa che si va a sommare al resto, non è una causa principale. Questa generazione di auto è stato un primo passo, che gli è anche servito per capire dove andare a parare. Con il piano ‘18-‘22 sembra che abbiano ben inteso cosa fare e su cosa han sbagliato (vedi il rapido replacement di Levante rispetto anche Ghibli). Con quel piano, magari i 100k pezzi saranno ancora lontani, ma i 75k sono decisamente alla portata. Sul discorso 4 cilindri si o no... beh dipende come e dove (anche a livello di mercati) viene proposto.
  7. La casa tedesca annuncia investimenti per 44 miliardi di euro fino al 2023: serviranno anche per le auto elettriche e le fabbriche Valgono più della manovra finanziaria di uno Stato gli investimenti annunciati dal gruppo Volkswagen per la mobilità elettrica e le nuove tecnologie, due ambiti su cui il costruttore tedesco ha deciso di spendere quasi 44 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. È quanto emerso dall'ultima riunione del consiglio di supervisione del gruppo Volkswagen in cui era presente anche il numero uno Herbert Diess, che ha delineato in maniera precisa come il gruppo si muoverà da qui al prossimo futuro per restare competitivo, far aumentare i ricavi e non perdere la leadership delle vendite. Giù le spese, su la produttività I 44 miliardi serviranno inoltre per finanziare la guida autonoma, la digitalizzazione, i nuovi servizi di mobilità e la trasformazione di alcuni stabilimenti, che passeranno dalle auto “normali” ai modelli a batterie. Con questa manovra il gruppo Volkswagen punta a ridurre le spese del 6% e ad aumentare la produttività del 30%. In che modo? Ad esempio costruendo auto di marchi diversi nello stesso impianto: a partire dal 2023 la Volkswagen Passat lascerà la fabbrica tedesca di Emden per arrivare in quella ceca di Kvasiny, dove oggi si realizzano le Skoda Superb e Kodiaq (basate sulla stessa meccanica della Passat). A proposito di Volkswagen elettriche Volkswagen, le "pile" delle sue EV saranno anche sudcoreane Volkswagen MEB, dal 2019 l'elettrico al prezzo di una Golf TDI La ID costerà come una Golf diesel Nel corso della riunione è emerso inoltre che la Volkswagen elettrica a cinque porte attesa nel 2019 costerà quanto la Golf diesel, quindi circa 23.000 euro, un prezzo considerato dalla casa per tutte le tasche e inferiore rispetto al listino della Nissan Leaf che invece parte da circa 35.000 euro. Il prezzo è più basso anche alla Renault Zoe, che dovrebbe avere dimensioni più contenute e un abitacolo meno spazioso rispetto alla Volkswagen. Questo modello (ispirato al prototipo I.D.) verrà costruito a Zwickau, che insieme alle fabbriche di Emden e Hannover sarà riservato ai modelli ad elettroni. Motor1.com
  8. “Levantina” come Macan attuale non avrà diesel in gamma ? Harald Wester era direttore operativo di Maserati quando si parlava delle 75 k auto all’anno, ed è stato lui a traghettare Maserati da produttore semi artigianale a quello che è ora. E Harald Wester era anche quello delle 100 k Giulia all’anno.
  9. “Levantina” come Macan attuale non avrà diesel in gamma ? Harald Wester era direttore operativo di Maserati quando si parlava delle 75 k auto all’anno, ed è stato lui a traghettare Maserati da produttore semi artigianale a quello che è ora. E Harald Wester era anche quello delle 100 k Giulia all’anno.
  10. Imho è l’approccio che hanno con i prodotti non sportivi, comprese le sedan. Su una coupé o roadster di certe feature che fan solo scena puoi tranquillamente farne a meno, sulle sedan ni ma sulle UV no! Guarda sul listino di Cayenne quante cagate ci sono! Guarda quanto risalto stan dando all’e-active body di GLE (7700 €)! Guarda quanti teaser han fatto in Lamborghini per il sistema Anima di Urus! Cosa aveva Levante al lancio, a parte una linea che richiama il concept Alfieri? L’auto è stata proposta a prezzi elevati, ma all’atto pratico offre meno roba (di serie o optional) non solo rispetto a Cayenne, ma anche rispetto alle proposte della triade. Ragazzi questa prima di essere pensata come una Maserati, doveva essere pensata come una UV, bagagliaio compreso.
  11. La D-UV è stata pensata fin da subito su Giorgio. Su Giorgio, nelle sue evoluzioni, ci faranno new Levante, new QP e dopo il ‘22 new Ghibli che nel mentre (ad occhio nel corso del 2020) subirà un’ulteriore restyling e nuovi motori (sembrerebbe anche un L4). Alfieri invece sulla nuova piattaforma Ferrari modulare in alluminio. Quindi ricapitolando: Sedan e UV —> piattaforma Giorgio Sportive —> piattaforma “Portofino“
  12. I nuovi vertici della FCA si apprestano a rivedere il posizionamento del marchio sul mercato, in attesa dei nuovi modelli. IN ARRIVO UN “DIVORZIO”? - Secondo quanto riportato da Automotive News, in occasione dell’incontro del 30 ottobre 2018 con gli analisti, Mike Manley, Ceo di FCA, ha dichiarato che forse è stato un errore unire Alfa Romeo e Maserati a livello gestionale. Secondo Manley l’accorpamento Alfa-Maserati è stato strategicamente sbagliato perché ha ridotto l’attenzione sulla casa di Modena spostandolo sull’Alfa Romeo, portandola quindi ad essere considerata troppo poco come una marca di lusso. A detta di Manley l’errato posizionamento è stato uno dei motivi dell’attuale situazione congiunturale della Maserati. I numeri di ritorno dal terzo trimestre sono impietosi e dicono che i ricavi del Tridente sono crollati dell'87%, le consegne sono scese complessivamente del 19% (8.800 unità), e i margini di profitto sono passati dal 13,8% dello stesso trimestre dello scorso anno al 2,4%. TORNA WESTER - Per invertire la tendenza Manley ha richiamato alla guida della Maserati Harald Wester, che ha una buona conoscenza del mercato del lusso e un profondo know-how della casa, poiché l’ha diretta (insieme all’Alfa Romeo) dal 2008 al 2016. Una delle prime mosse operative di Wester per riposizionare la Maserati è stata quella di reclutare dalla Ferrari un dirigente esperto in vendite e marketing ultraluxury, Jean-Philippe Leloup, che in precedenza aveva diretto le operazioni commerciali del Cavallino Rampante nell'Europa centrale e orientale. Il neo arrivato Jean-Philippe Leloup guiderà una nuova organizzazione chiamata Maserati Commercial. Secondo Manley ci vorranno almeno due trimestri per risolvere alcuni dei problemi relativi al canale di distribuzione ed i frutti di Wester e del suo team si vedranno a partire dalla seconda metà del 2019. Il Ceo della FCA resta comunque fiducioso sul raggiungimento, entro il 2022, dell'obiettivo del margine operativo del 15%. IL PROBLEMA LEVANTE - Decisamente meno fiduciosi risultano gli analisti. Felipe Munoz, analista di JATO Dynamics, sentito da Automotive News, ha dichiarato che il problema principale della Maserati è la mancanza di nuovi prodotti e l’assenza di un sistematico rinnovo della gamma. Ad esempio la suv Maserati Levante, ha ormai due anni e ed è l’unica SUV premium di grandi dimensioni i cui numeri non sono in crescita. Secondo l’analista le performance commerciali della Levante risentono del sistematico rinnovamento della gamma delle rivali come la Porsche Cayenne, la BMW X5 e la Mercedes GLE. La brusca frenata della Maserati è dovuta anche ad un rallentamento del mercato cinese e ai nuovi standard europei di emissione WLTP. IL PIANO 2022 - La Maserati deve sì essere riposizionata sul mercato, ma ha assoluto bisogno di rinnovare ed ampliare la propria gamma. Il piano industriale 2018-2022 presentato a giugno 2018 prevede l’introduzione della Maserati Alfieri, coupé ad alte prestazioni declinata anche in versione cabriolet. La vettura, costruita su una nuova piattaforma modulare in alluminio, sarà offerta sia ibrida plug-in, che nella variante completamente elettrica. La Alfieri prenderà il posto della GranTurismo e della GranCabrio giunte ormai a fine carriera. L’ambizioso business plan, che vede come obiettivo il raggiungimento di 100.000 auto vendute nel 2022, prevede inoltre la completa elettrificazione della gamma con versioni ibride ed elettriche pure, e di conseguenza l’addio al diesel. Oltre alla Maserati Alfieri, Coupé e Cabrio, verranno introdotte un’inedita SUV concorrente della Porsche Macan, la nuova Quattroporte, la seconda generazione della Levante e la nuova Ghibli. alVolante.it
  13. Probabilmente si. Anche se però si parla di L4 > 300 cv anche per la piccola UV e Ghibli. Quindi non mi stupirei se per la fascia di potenza < 400 cv verrà abbandonato l’utilizzo del V6.
  14. New Macan ad oggi è disponibile solo con il L4. Se vuoi roba più “grossa” ti accatti quello che rimane nei concessionari. È evidente che sono parecchio indietro sull’omologazione.
  15. Non è corretta neanche questa affermazione... Sicuramente il V6 delle Quadrifoglio nasce per essere un motore da alte potenze. C'è però da dire che in un futuro non troppo lontano Maserati avrà bisogno di un nuovo V6 e tenendo conto che le linee del 2.2 diesel saranno più scariche... ? Inizialmente venivano lavorati da un’azienda tedesca e successivamente lavorati anche nello stabilimento americano dove si costruiscono i Pentastar. Si parla solo di monoblocco, poi il montaggio è made in Maranello.
  16. Alla fine sarebbe una scelta simile a quella fatta da Volvo dove in pratica tutta la gamma gravita attorno al L4 turbo. Magari mi sbaglio, ma non mi pare che la cosa negli States incida poi molto sulle vendite, dove se non erro XC90 dovrebbe aver avuto una buona accoglienza. Proprio così non è
  17. Quale parte di Jeep e RAM stan tenendo su la baracca e portano soldi per gli investimenti anche per gli altri brand non è ancora chiara? ? @pennellotrefa che ti riferisci? ?
  18. Eh... l’effetto novità sicuramente si è un po’ affievolito. Infatti se noti un po’ tutti i produttori al lancio propongono versioni medio alte. Inoltre immagino che con le promozioni legate alle partita iva, in molti abbiano scelto la versione meno onerosa fiscalmente. Quello che fa specie è il divario tra benzina e diesel... e ciò spiega anche il perché di molte scelte strategiche legate al brand.
  19. Il tuo occhiometro va in contrasto con i dati delle vendite... La versione più venduta in Italia è la 180 cv, mentre globalmente la 280 cv. La 136 cv diesel l’han tolta dal listino perché nessuno se la filava. E poi Alfa Romeo ha una politica commerciale non particolarmente competitività con le flotte, ergo motorizzazioni poco potenti hanno poco senso (vedi le 136cv appunto). Ogni variante di potenza, motore, trazione e cambio va omologata. E questa omologazione ha dei costi. Il 2.0 depotenziato ha costi produttivi pari al 2.0 da 200 cv! Quale vantaggio avrebbero nel venderlo a 2/3k € in meno? Giusto per venderne 2 in Italia, paese diesel addicted? ? P.S.: di questo fantomatico 1.5 non mi sembra si sia parlato di versione ibrida plug-in sinceramente... ? Ripeto che Giulia diesel era disponibile anche un diesel da 136 cv. Se l’han tolta dal listino evidentemente significa che quella configurazione non interessava al pubblico italiano. Le versioni barbone di 3er e C-Klasse son quelle per le flotte aziendali. Ma anche qui c’é una buona probabilità che alle flotte non interessi la Giulia da 136 cv, ergo... Tra l’altro prova andare in concessionaria BMW a chiedere di un benzina... ?
  20. Saltuariamente torna fuori il discorso della versione fiscofriendly e della low power a benzina per risollevare, non si sa quanto poi le vendite della Giulia... ? Come se poi fosse roba che non costa niente! I costi omologativi e di R&D devono anche rientrare eh... ? Ad ogni modo, ad oggi un motore da mettere a listino al di sotto del 2.0 200cv non c’è e creare una versione depotenziata di questo da vendere a cosa, 2k € in meno, probabilmente non avrebbe margine. Con l’arrivo del futuro 1.5, che sembra in arrivo da più fonti, ed il disinteresse al diesel (per ora in Italia, soprattutto dal C in su le cose non mi sembra siano così cambiate) potrebbe essere intelligente inserirlo in gamma con potenze tra i 160 ed i 180 cv. Magari arriverà con il restyling! Ora come ora serve di più un motore tra la Quadrifoglio e la Veloce, che un piccolo 4 cilindri.
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