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Tony ramirez

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  1. ho cercato una linea comune con i gruppi ottici anteriori anch'essi sottili per quello che può valere si:
  2. ma si, subito dopo faranno un baby suv lamborghini su base skoda Fabia per accontare i risvoltinati e tutti si dimenticheranno tutto. Tranquilli.
  3. i know, ma avrebbero avvicinato troppo questo ipotetico prodotto all rivale francese. il gusto che volevo dare a quel 124 coupé età più questo:
  4. aspetterò che esca sul tubo! ma quante puntate sono?
  5. beh l'ho immaginavo fosse un flop. O andava avanti nel vecchio modo o scaldare un brodo e chiamarlo in un'altro modo (dandotelo fuori orario) era quasi scontato
  6. bei tempi lateral, ora quello du Dj non riesco più ad ascoltarlo per motivi di orario!
  7. non ce l'hai con me vero? io ho riportato un'articolo che da modo di discutere oerchè riporta una visione socialmente diversa da quella comune!
  8. Era un uomo dalle grandissime capacità e di una visione industriale ampia e a lungo termine. non solo, era un leader. era stimato da chiunque, aveva la capacità di ascoltare chi ne sapeva più di lui. sapeva guidare un team, sapeva far fuori chi non valeva (si facevano fuori da soli) e metteva nei posti giusti chi valeva. i numeri parlano per lui, ma non solo quelli, i lasciti che abbiamo tutti sotto gli occhi ogni giorno: le piattaforme condivise, il common rail. persona schiva e silenziosa ma schietta, con poca voglia di ridere e pochi amici i quali tutti scelti accuratamente e fuori dal contesto Fiat. non ha saputo comprendere i meccanismi di corte in Fiat al contrario di Romiti. ma questi sono discorsi che qui su Ap si fanno ogni 5 minuti.
  9. Ho letto tanto su Ghidella, proprio tanto, non posso che essere d'accordo con te, un uomo sicuramente sfortunato, nel 92 perse la figlia diciottenne in un incidente stradale, da li non si rialzò mai più.
  10. Secondo me fu un uomo il cui grande carisma e posizione acquisita hanno oscurato le grandi incompetenze. ha vissuto di rendita prima del nonno e poi di Valletta. I grandi accordi mondiali (russia in primis) non furono presi sotto il suo operato, in realtà la Fiat andava avanti da sola e questo per merito del dopoguerra e sicuramente di menti illuminate come Dante Giacosa. Infatti ai primi colpi di vento che possiamo identificare negli anni di piombo che vanno dalla fine dei '60 agli inizi dell' '80, la Fiat ha oscillato quasi fino al collasso ed anche qui fu un altro uomo illuminato a fare veramente il miracolo, Vittorio Ghidella. Quindi ad Agnelli possiamo dare forse i meriti di aver scelto alcune persone giuste ma allo stesso tempo il contrario, l'estromissione di Ghidella per lasciare tutto in mano a Romiti fu un errore che la Fiat paga ancora oggi più di quello che immaginiamo. Forse fu un uomo cui grazie alla sua aurea riuscì ad oliare alcuni ingranaggi sociali e politici come pochi seppero fare.
  11. Tony ramirez

    Locali per musica live in Italia

    Ciao Amici Autopareristi, oggi ho deciso di sfruttare i vantaggi della rete e del vostro buon cuore. il 16 febbraio qui a Torino debutterà il nuovo tributo a billy Idol che mi vedrà alla voce. Il nome della Band è Rebel Idol e qui potrete trovare il nuovo sito e tutte le info: www.rebelidol.it L'obbiettivo con questa band è quello di uscire dai confini regionali imposti per lo più dai bassi cachet dei locali. quello che vi chiedo è se dalle vostre parti (ovunque voi siate) avete contatti con locali per musica live e potrete mettermi in contatto con loro o se conoscete locali che generalmente propongono musica live ed in particolare tribute band ed io li contatterò. In questo ambiente ci si muove esclusivamente per "l'amico di..." Grazie anticipate autopareristi!
  12. Questa settimana è stato l'anniversario del 15° anno dalla scopmarsa di Gianni Agnelli, personaggio cruciale negli ultimi 60 anni della storia d'Italia, personaggio sicuramente amletico ma sicuramente affascinante, da molti definito un bluff (e forse è realmente così) ma molti lo ricordano come l'ultimo Re d'Italia. Onestamente non saprei esprimermi ancora oggi a 15 anni di distanza, però riporto un interessante articolo (non giudicatemi dalla fonte, l'ho trovato in rete) che fa parecchio riflettere. Buona lettura. http://www.ilgiornale.it/news/interni/877143.html Orologi e Fiat, il falso mito dell'Avvocato. Sono passati dieci anni dalla sua morte, ma di lui si parla ancora. Gianni Agnelli è stato un grande: un grandissimo bluff, ed è giusto non venga dimenticato Sono passati dieci anni dalla sua morte, ma di lui si parla ancora, naturalmente bene, checché ne dica Ferruccio de Bortoli, che sul Corriere della Sera lo ha commemorato con una prosa stranamente accorata per uno che di cuore ne ha poco e, di solito, nasconde anche quello. Gianni Agnelli comunque è stato un grande: un grandissimo bluff, ed è giusto non venga dimenticato. Difatti è passato alla storia come re d'Italia non tanto per ciò che ha dato al Paese, quanto per ciò che ha avuto. Noi italiani siamo fatti così: cerchiamo di fottere il sovrano per tirare a campare, ma se è lui a fregarci gli riconosciamo volentieri una certa superiorità. Onore al merito, anzi ai meriti, dell'Avvocato che fu promosso tale coram populo senza mai esserlo stato; che cominciò a lavorare a 45 anni, età alla quale i suoi dipendenti andavano in prepensionamento; che presiedette Confindustria inciuciando con Luciano Lama, segretario generale della Cgil, e concordando con lui il punto esiziale di contingenza; che fu nominato senatore a vita grazie all'incosciente generosità di Francesco Cossiga; che prima fondò a Venezia il museo di Palazzo Grassi, poi lo affondò; che ricevette in eredità dal nonno (e da Vittorio Valletta) una stupenda fabbrica di automobili riducendola a rottame, successivamente rimessa in piedi dal fratello Umberto e da Sergio Marchionne. Un uomo con un simile curriculum sarà ricordato per sempre e sempre sarà lodato. La gente come lui piace assai dalle nostre parti. Piaceva ieri e piace oggi, anche se non c'è più. Amava l'arte, compresa quella contemporanea, per cui era considerato colto; aveva un debole per i giornali e sopportava i giornalisti, per cui godeva (e gode) di buona stampa; non era anticomunista dichiarato, per cui era rispettato dai conformisti di sinistra. Agnelli più che un imprenditore era un prenditore: lo Stato lo ha sempre aiutato, gli ha dato soldi senza mai pretenderne la restituzione; il popolo lo ha gratificato con la propria ammirazione; i politici davanti a lui erano in soggezione e facevano a botte per farsi fotografare al suo fianco; chi di loro riuscì a farsi invitare a cena a Villar Perosa o altrove lo ha raccontato a cani e porci per gloriarsi. Già, l'Avvocato, nonostante abbia fallito in ogni campo, perfino in quello di padre (un figlio suicida dopo un'esistenza amara, una figlia che ha intentato causa alla famiglia per questioni di soldi), nonostante avesse fama di tombeur de femmes, e affermasse che l'amore è cosa da cameriere (servitù, insomma), fu elevato agli altari: l'unico santo laico che abbia ancora devoti dalle Alpi alla Sicilia e in ogni strato sociale, fra credenti e miscredenti, indifferentemente. Quando morì, l'azienda era sul punto di consegnare i libri in tribunale. Il patrimonio personale del maggiore azionista fu cercato all'estero: si sospettava addirittura che una quota di capitali fosse stata sottratta al fisco; si ignora come si sia conclusa l'indagine. Probabilmente bene, cioè con un nulla di fatto, meno male. La Fiat ha resistito alla burrasca. I nipoti se la sono cavata egregiamente. Gianluigi Gabetti, l'uomo della finanza, ha lavorato benissimo e ha salvato il salvabile, speriamo anche se stesso. Marchionne ha compiuto un miracolo. E Agnelli seguita a essere adorato da tutti. È quello che si dice un mito. Le sue opere memorabili però rimangono queste: l'orologio sopra, e non sotto, il polsino della camicia; la cravatta sopra, e non sotto, il pullover.
  13. Anche l'Alfa ha avuto i suoi vasconi però comprendo la tua obiezione. io sono innamorato delle Seg. D cabriolet
  14. Ed insieme alla Tv non potevo non renderizzare una versione aperta
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