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Tony ramirez

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  1. Era un uomo dalle grandissime capacità e di una visione industriale ampia e a lungo termine. non solo, era un leader. era stimato da chiunque, aveva la capacità di ascoltare chi ne sapeva più di lui. sapeva guidare un team, sapeva far fuori chi non valeva (si facevano fuori da soli) e metteva nei posti giusti chi valeva. i numeri parlano per lui, ma non solo quelli, i lasciti che abbiamo tutti sotto gli occhi ogni giorno: le piattaforme condivise, il common rail. persona schiva e silenziosa ma schietta, con poca voglia di ridere e pochi amici i quali tutti scelti accuratamente e fuori dal contesto Fiat. non ha saputo comprendere i meccanismi di corte in Fiat al contrario di Romiti. ma questi sono discorsi che qui su Ap si fanno ogni 5 minuti.
  2. Ho letto tanto su Ghidella, proprio tanto, non posso che essere d'accordo con te, un uomo sicuramente sfortunato, nel 92 perse la figlia diciottenne in un incidente stradale, da li non si rialzò mai più.
  3. Secondo me fu un uomo il cui grande carisma e posizione acquisita hanno oscurato le grandi incompetenze. ha vissuto di rendita prima del nonno e poi di Valletta. I grandi accordi mondiali (russia in primis) non furono presi sotto il suo operato, in realtà la Fiat andava avanti da sola e questo per merito del dopoguerra e sicuramente di menti illuminate come Dante Giacosa. Infatti ai primi colpi di vento che possiamo identificare negli anni di piombo che vanno dalla fine dei '60 agli inizi dell' '80, la Fiat ha oscillato quasi fino al collasso ed anche qui fu un altro uomo illuminato a fare veramente il miracolo, Vittorio Ghidella. Quindi ad Agnelli possiamo dare forse i meriti di aver scelto alcune persone giuste ma allo stesso tempo il contrario, l'estromissione di Ghidella per lasciare tutto in mano a Romiti fu un errore che la Fiat paga ancora oggi più di quello che immaginiamo. Forse fu un uomo cui grazie alla sua aurea riuscì ad oliare alcuni ingranaggi sociali e politici come pochi seppero fare.
  4. Tony ramirez

    Locali per musica live in Italia

    Ciao Amici Autopareristi, oggi ho deciso di sfruttare i vantaggi della rete e del vostro buon cuore. il 16 febbraio qui a Torino debutterà il nuovo tributo a billy Idol che mi vedrà alla voce. Il nome della Band è Rebel Idol e qui potrete trovare il nuovo sito e tutte le info: www.rebelidol.it L'obbiettivo con questa band è quello di uscire dai confini regionali imposti per lo più dai bassi cachet dei locali. quello che vi chiedo è se dalle vostre parti (ovunque voi siate) avete contatti con locali per musica live e potrete mettermi in contatto con loro o se conoscete locali che generalmente propongono musica live ed in particolare tribute band ed io li contatterò. In questo ambiente ci si muove esclusivamente per "l'amico di..." Grazie anticipate autopareristi!
  5. Questa settimana è stato l'anniversario del 15° anno dalla scopmarsa di Gianni Agnelli, personaggio cruciale negli ultimi 60 anni della storia d'Italia, personaggio sicuramente amletico ma sicuramente affascinante, da molti definito un bluff (e forse è realmente così) ma molti lo ricordano come l'ultimo Re d'Italia. Onestamente non saprei esprimermi ancora oggi a 15 anni di distanza, però riporto un interessante articolo (non giudicatemi dalla fonte, l'ho trovato in rete) che fa parecchio riflettere. Buona lettura. http://www.ilgiornale.it/news/interni/877143.html Orologi e Fiat, il falso mito dell'Avvocato. Sono passati dieci anni dalla sua morte, ma di lui si parla ancora. Gianni Agnelli è stato un grande: un grandissimo bluff, ed è giusto non venga dimenticato Sono passati dieci anni dalla sua morte, ma di lui si parla ancora, naturalmente bene, checché ne dica Ferruccio de Bortoli, che sul Corriere della Sera lo ha commemorato con una prosa stranamente accorata per uno che di cuore ne ha poco e, di solito, nasconde anche quello. Gianni Agnelli comunque è stato un grande: un grandissimo bluff, ed è giusto non venga dimenticato. Difatti è passato alla storia come re d'Italia non tanto per ciò che ha dato al Paese, quanto per ciò che ha avuto. Noi italiani siamo fatti così: cerchiamo di fottere il sovrano per tirare a campare, ma se è lui a fregarci gli riconosciamo volentieri una certa superiorità. Onore al merito, anzi ai meriti, dell'Avvocato che fu promosso tale coram populo senza mai esserlo stato; che cominciò a lavorare a 45 anni, età alla quale i suoi dipendenti andavano in prepensionamento; che presiedette Confindustria inciuciando con Luciano Lama, segretario generale della Cgil, e concordando con lui il punto esiziale di contingenza; che fu nominato senatore a vita grazie all'incosciente generosità di Francesco Cossiga; che prima fondò a Venezia il museo di Palazzo Grassi, poi lo affondò; che ricevette in eredità dal nonno (e da Vittorio Valletta) una stupenda fabbrica di automobili riducendola a rottame, successivamente rimessa in piedi dal fratello Umberto e da Sergio Marchionne. Un uomo con un simile curriculum sarà ricordato per sempre e sempre sarà lodato. La gente come lui piace assai dalle nostre parti. Piaceva ieri e piace oggi, anche se non c'è più. Amava l'arte, compresa quella contemporanea, per cui era considerato colto; aveva un debole per i giornali e sopportava i giornalisti, per cui godeva (e gode) di buona stampa; non era anticomunista dichiarato, per cui era rispettato dai conformisti di sinistra. Agnelli più che un imprenditore era un prenditore: lo Stato lo ha sempre aiutato, gli ha dato soldi senza mai pretenderne la restituzione; il popolo lo ha gratificato con la propria ammirazione; i politici davanti a lui erano in soggezione e facevano a botte per farsi fotografare al suo fianco; chi di loro riuscì a farsi invitare a cena a Villar Perosa o altrove lo ha raccontato a cani e porci per gloriarsi. Già, l'Avvocato, nonostante abbia fallito in ogni campo, perfino in quello di padre (un figlio suicida dopo un'esistenza amara, una figlia che ha intentato causa alla famiglia per questioni di soldi), nonostante avesse fama di tombeur de femmes, e affermasse che l'amore è cosa da cameriere (servitù, insomma), fu elevato agli altari: l'unico santo laico che abbia ancora devoti dalle Alpi alla Sicilia e in ogni strato sociale, fra credenti e miscredenti, indifferentemente. Quando morì, l'azienda era sul punto di consegnare i libri in tribunale. Il patrimonio personale del maggiore azionista fu cercato all'estero: si sospettava addirittura che una quota di capitali fosse stata sottratta al fisco; si ignora come si sia conclusa l'indagine. Probabilmente bene, cioè con un nulla di fatto, meno male. La Fiat ha resistito alla burrasca. I nipoti se la sono cavata egregiamente. Gianluigi Gabetti, l'uomo della finanza, ha lavorato benissimo e ha salvato il salvabile, speriamo anche se stesso. Marchionne ha compiuto un miracolo. E Agnelli seguita a essere adorato da tutti. È quello che si dice un mito. Le sue opere memorabili però rimangono queste: l'orologio sopra, e non sotto, il polsino della camicia; la cravatta sopra, e non sotto, il pullover.
  6. Anche l'Alfa ha avuto i suoi vasconi però comprendo la tua obiezione. io sono innamorato delle Seg. D cabriolet
  7. Ed insieme alla Tv non potevo non renderizzare una versione aperta
  8. certo certo, io sono molto combattuto quando realizzo i render perché non seguo mai la linea del cuore ma quella che secondo me potrebbe essere la più realistica. Capisco che questo è un mio limite (e pure bello grosso), io cerco di catturare quella che sarà la realtà dettata da scelte di mercato, panorama internazionale, correnti di design. Penso siano veramente pochi i render realizzati seguendo l'istinto e i gusti personali. Riconosco che è un limite alla fantasia.
  9. Dunque in realtà l'obbiettivo è proprio andare a giocare a casa dei tedeschi e quindi porsi in concorrenza con le varie A5, serie4 e C klass coupé, quindi poco spazio alla fantasia estetica e tanta roba sotto pelle perché accorciando il passo l'auto diventa decisamente più divertente. Senza contare che ho proposto il modello borghese, potrebbe sicuramente trovare spazio una versione Qv o perché no GTA. io proporrei addirittura la Q4 su questo modello.
  10. e va bene, penso che anche li ormai vendano telefono con più di 10 megapx perché la foto è così piccola e a bassa risoluzione. troviamo la foto a grandezza reale e potremo disquisire di tutti i dettagli possibili.
  11. ci sono tutti i motivi per pensare sia un face IMHO: intanto la foto è piccola, (se devi scattare una foto scattala come si deve) essendo piccola ci sono diversi dettagli incomprensibili (girovetri per esempio)
  12. Come da titolo, una mia proposta per una variante della Giulia in configurazione 2 porte coupé Turismo Veloce. Oltre alle ovvie modifiche per renderla due porte ho accorciato il passo e abbassato il padiglione, allungato lo sbalzo posteriore, tutto questo per un comportamento ancora più sportivo su strada. Le modifiche estetiche invece riguardano sia il muso che lo specchio di coda nonché le portiere senza cornici.
  13. Qui il dato più sorprendente (in positivo)sono le basse vendite di R8 e forse questo dato potrebbe indicarci anche quale futuro potrebbero avere mezzi come l'Urus. Ovvero l'R8 vende pochissimo per essere un Audi, vende pochissimo per essere una Lamborghini. forse forse che chi ha veramente i soldi per potersi permettere delle supercar sta bene attento come li spende????????
  14. Qua ci proviamo in tanti a spiegartelo, sembra più un forum sul cattolicesimo che di auto, siamo sempre qui a porre l'altra guancia affinché tu possa capirlo, provo a rispiegartelo in altri toni, usando la musica: Il fatto che i Modà siano una band che riempie gli stadi non vuol dire che siano i nuovi Led Zeppelin. provo a spiegartelo in termini culinari: il fatto che il ristorante più diffuso al mondo ed anche il più frequentato sia il McDonald non vuol dire che la sua cucina sia la più salutare. Il momento in cui un prodotto inizia a diventare di massa coincide sempre con il momento incui chi lo produce inizia a prendere per il culo i propri clienti. cit. Dieselgate!
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