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Tony ramirez

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  1. Eh certo, il direttore di Autobild o qualsivoglia testata si affretta a mettere in copertina la Dacia Lodgy perché vende più copie visto che arriva ai consensi popolari. Solo qua in italia possiamo avere riviste come quattroruote sfrontatamente "acquistate" da colossi stranieri. All'estero si guardano bene da "proteggere" i loro prodotti. Del rullo dei tamburi chi se ne frega, tanto più per un Suv, è la nostra eterna italica mancanza d'amor proprio e spirito nazionalista che ci rende e ci renderà sempre dietro tutti. Non c'è tifo da stadio dietro questo, pure considerazioni di come gli altri facciano e vendano prodotti.
  2. è proprio delle show car che l'Alfa ha bisogno. ne ha bisogno perché stimolano il sogno, stimolano la ricerca ed appunto restano indelebili nella memoria. Confido che qualche soldino lo facciano finire in qualche stanzetta preposta a questo.
  3. Quell'affarino li a destra sotto la "rivoluzionaria ed epocale" Smart elettrica? o alla "cruciale" Kodjaq? equivale alle postille dei contratti scritti in piccolo dietro al contratto.
  4. Comunque noto che si parla di Stelvio un pò ovunque all'estero. in Germania invece pare minimizzino l'avvenimento, autobild piuttosto che non parlar della Stelvio parla della Zafira. Questi son più buoni a far marketing che altro.
  5. Sto macinando in mente qualcosa. Tutto è nato dalle voci di qualche giorno fa che prospettavano una possibile uscita di Ferrari dalla F1. Secondo voi Sergione potrebbe mai lasciare il circus? La risposta credo sia no. Allora quale occasione migliore di questa per far ritornare la rinata Alfa Romeo nella competizione automobilistica mondiale per eccellenza? E allora mi è tornata in mente una vecchia storia che pare sia vera, la riporto da Autosprint, è una delle più affascinanti dell’industria automobilistica, una specie di piccolo giallo ambientato in un epoca in cui tutto sembrava possibile, gli anni Ottanta, gli anni ruggenti di Bernie Ecclestone che si accingeva a diventare il padrone del Circus. In questo scenario, l’Alfa era ancora impegnata in F1 e aveva siglato un contratto con la Ligier per sviluppare un motore aspirato V10. Fiat che l'aveva appena acquistata, si trovava in casa sia l’Alfa Romeo che la Ferrari e non poteva certo avallare una concorrenza interna. Il contratto con la Ligier venne annullato, così come l’impegno del Biscione in Formula 1. Il famoso motore V10, però, era già pronto, costruito (pare) in quindici unità. Con un angolo tra le bancate di 72° e 3,5 litri di cilindrata, erogava circa 620 CV a oltre 13.000 giri e 383 Nm di coppia a 9.500 giri. Il problema era (si fa per dire) avere un’auto dove inserirlo. E quest’auto era proprio l’Alfa Romeo 164 Pro-Car, uno dei progetti più suggestivi di sempre. Avrebbe dovuto gareggiare nel campionato Production Car, un’intuizione di Bernie Ecclestone che non venne mai messa in pratica, forse perché troppo in anticipo con i tempi. L’idea era quella di far correre delle vetture silhouette, ovvero con una carrozzeria ben nota al grande pubblico che richiamasse modelli di produzione, ma con una meccanica da Formula 1. E in effetti la 164 Pro-Car aveva una un telaio monoscocca in kevlar a cui venivano ancorati dei tubolari in alluminio, mentre le sospensioni sia anteriori che posteriori erano a doppi quadrilateri deformabili del tipo "push rod". Il fondo piatto, poi, provvedeva a generare la deportanza necessaria per velocità superiori ai 350 km/h. A questo proposito, secondo l’Alfa l’accelerazione da 0 a 100 km/h avveniva in soli 2,1 secondi. Insomma, praticamente una Formula 1 a forma di berlina con i difetti di un progetto di questo tipo, primo dei quali gli altissimi costi. Infatti nessuna altra casa automobilistica mostrò interesse e le Production Car morirono ancora prima di essere nate. L’unica apparizione ufficiale della 164 Pro-Car rimane quella mitica di Monza, in occasione del GP del 1988, quando Riccardo Patrese la fece sfrecciare a velocità folli sui rettilinei del circuito lombardo facendo chiedere a tutti i presenti che cosa fosse quella strana 164. Dopo quel giorno, questa folle Alfa e il suo V10 caddero nell’oblio. Insomma mi son detto perché non fare la stessa operazione con la berlina odierna di Alfa? Risultato? Ho aperto photoshop.
  6. questo probabilmente è dovuto al veloce sviluppo con cui sono stati concepiti Giulia e Stelvio. Gli upgrade vengono fatte man mano da tutte le case automobilistiche, certo Alfa non poteva partire con l'ultimo ritrovato bensì con ciò che c'era allo stadio iniziale del progetto che man mano subirà upgrade, credo che già Stelvio rispetto a Giulia sia 2.0 sotto il profilo infotainmet. Non credo che in Alfa fossero idioti pur consapevoli di essere indietro sotto quell'aspetto
  7. Ma no dai non ti abbattere. Non è vero ciò che dici, in questi anni l'audi ha costruito auto che sono pietre miliari nella storia dell'automobilismo (dell'Audi). Partendo dal basso di gamma ha fatto l'A1 che ricorderemo per.... poi l'A3 che ricorderemo tutti per.... poi l'A4 nota ai più per..... per non parlare della A6 dove ancora oggi tra i fattorini si tengono gare che chi fa le consegne più rapide con la station wagon più veloce al mondo. Poi le supersportive come la TT che ricorderemo per.... e la R8 che tutti ricordiamo come la Lamborghini della Volkswagen. infine i suv Q3,5,7 che detengono tutti i primati mondiali nel... e poi la famosa R10 le mans che ha vinto la famosa 24 ore grazie alla tecnologia del Common rail (storicamente tedesco... scherzo) però sul'illuminazione esterna a led non li batte nessuno.. (ah già la Thesis e la Maserati) ...insomma non ti abbattere
  8. rifiniremo in sto tunnel? comunque èancora troppo premium, fari lenticolari e specchio a dx vanno tolti! e pure il metalizzato
  9. mi son trattenuto poi non ce l'ho più fatta. Alfa Romeo Stelvio ProCar con richiami Alfa Romeo Alfetta Tipo 159 e la meravigliosa creatura degli anni 80 la 164 ProCar
  10. Gesù Giuseppe e Maria! dal mio punto di vista basterebbe un disco dei Depeche Mode che giri nell'auto e i miei requisiti di uomo alpha sarebbero totalmente appagati
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