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Tony ramirez

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  1. Interessante articolo di AlVolante riporta intervista al n. 1 Mercedes: https://www.alvolante.it/news/mercedes-lunga-vita-al-motore-combustione-interna-355491 Mercedes: lunga vita al motore a combustione interna ALTRO CHE FINITO… - Al Salone di Detroit abbiamo avuto modo di incontrare l’amministratore delegato del gruppo Daimler, Dieter Zetsche (nella foto sopra), che ha illustrato la sua visione dellaMercedes di domani. La prima domanda riguarda la possibilità che la casa abbracci del tutto la via dell’elettrificazione, abbandonando i motori a combustione interna. La risposta è del tutto negativa: “Abbiamo in mente di elettrificare praticamente ogni nostro modello”, ma ciò non significa renderli elettrici puri, dato che questa definizione comprende anche le ibride. “Il nostro core business è ancora il motore a combustione interna, sul quale continuiamo a investire e che crediamo continuerà a vivere per lungo tempo. E noi vogliamo essere quelli che producono i migliori motori di questi tipo”. E L’ELETTRICO… - Se i motori a benzina e a gasolio hanno quindi una lunga vita davanti a sé, ciò non vuol dire per la Mercedes trascurare la mobilità elettrica: “La nostra strategia si regge su due pilastri: continuare a produrre i modelli che oggi ci rendono una casa così di successo. Ma al contempo vogliamo guardare al futuro, costruendo un’offerta aggiuntiva di veicoli elettrici e a guida autonoma”. PRONTI PER IL FUTURO - Al salone di Detroit, il numero uno della FCA, Sergio Marchionne, ha espresso più di un dubbio su questi ultime due frontiere della mobilità (qui la news). La domanda su che cosa ne pensi Zetsche è quindi inevitabile. Per lui, Marchionne “ha ragione su un punto: latecnologia fine a sé stessa non ha senso, dal punto di vista del business. Dall’altra parte, però, a volte non è possibile vedere le opportunità di guadagno fin dall’inizio. E quando diventano evidenti, può essere troppo tardi: è compito della dirigenza trovare un giusto equilibrio fra questi due aspetti, allocando le giuste risorse. Per quanto riguarda la Mercedes, solo per ricerca e sviluppo siamo passati da un investimento di poco più di 8 miliardi di euro di 5-6 anni fa agli oltre 14 di quest’anno; dobbiamo fare delle scelte e sappiamo che non tutti i cavalli sui quali scommettiamo saranno vincenti”. SOLO PARTNER - Parlando di fusioni e possibili acquisizioni, Zetsche ha confermato che l’assetto attuale (indipendenti, ma con forti accordi con altre case per realizzare progetti comuni) non cambierà in futuro: “Continueremo ad appoggiarci a partner, come Bosch o il gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi: per motivi di competenza o di riduzione dei costi di produzione”. E ancora, “sono otto anni che gli accordi con il gruppo franco-giapponese sono in essere, ma rimaniamo entità separate e così sarà anche in futuro. Ci confrontiamo spesso su possibili progetti comuni ma non c’è mai un obbligo su fare le cose assieme: procediamo caso per caso, valutando su basi razionali”. DOMANI, NOVE COMPATTE - Pochi giorni fa, al CES (la “fiera dell’elettronica” di Las Vegas), laMercedes ha mostrato gli interni della nuova Classe A (che verrà svelata al Salone di Ginevra di marzo). Quale sarà quindi il futuro delle “piccole” auto della casa? “L’attuale famiglia di compatte (quelle basate sulla A, come CLA, B e GLA, ndr) sta avendo successo ed è composta da 6 modelli. La nuova generazione arriverà a nove. E, avendo modelli sia più sportivi sia più fuoristradistici in altri segmenti, potremmo fare qualcosa del genere anche con la famiglia delle vetture compatte”. IL MOTORE ELETTRICO È SEMPLICE - Un altro tema toccato dall’amministratore delegato riguarda la possibilità che alcune compagnie tecnologiche, come Google o Amazon, possano avere successo nel costruire vetture. “Credo che ci saranno nuovi concorrenti in futuro, di varie provenienze. Se non si deve sviluppare un motore a combustione interna, che è un prodotto molto complesso, ma ci si limita aimotori elettrici, che sono piuttosto semplici, la soglia di competenze per l’ingresso nel mercato si abbassa”. REVEDIAMO PIÙ “G” - Dato che al Salone di Detroit ha debuttato la nuova generazione della fuoristrada Mercedes Classe G (qui e qui i dettagli), una domanda su come andranno le vendite di questo modello era d’obbligo. “Per molti anni, la Classe G è stata un modello di nicchia. L’anno scorso abbiamo visto un 20% di incremento nelle vendite, che hanno raggiunto le 22.000 unità, con un alto margine di guadagno su ciascuna. Non posso fare previsione di vendita, ma posso dire che la produzione della nuova generazione è tarata su numeri maggiori di quelli raggiunti l’anno scorso”.
  2. ma chi compra una R8 è già un barbone che non può comprare il Gallardo! Funziona così: le Audi sono delle Vw con le cromature ma anche delle Lamborghini in plastica!
  3. Un segmento sotto il Levante ho ipotizzato questo Suv (che credo abbia già il disco verde). realizzato su piattaforma Giorgio (base Stelvio).
  4. quest'auto sortisce in me l'effetto di mille domande. la prima è perché? la seconda è che senso ha disegnare un'auto asimmetrica? la terza è che senso ha un coupé con porta posteriore? la quarta è che senso ha un coupé Hyunday? la quinta è: ma per il frontale pagano i diritti alla Ford? la sesta è: ma la prima generazione ha venduto così tanto da giustificarne una seconda? l'ottava è: ma quali sono gli nternu della nuova e quali della vecchia?
  5. Mah.. sicuro siano led? la foto non è chiara, per esempio 500rst senza le cover in tinta carrozzeria si presenta così:
  6. Il problema come in tutte le cose è che non ci si accontenta mai. BMW avrebbe dovuto vendere e produrre solo la Mini 3p o al massimo le derivate da quel telaio (cabrio, station...) invece no, visti i lusinghieri risultati iniziali hanno avuto la bocca più grossa dello stomaco ed hanno iniziato a proporre una miriade di TROIATE inutili. Alla fine l'ingordigia non ripaga mai, hanno dovuto, come dici tu, vestire quel telaio con un marchio BMW per giustificare gli investimenti. Risultato? La gamma BMW odierna sembra quella della Opel di inizio 2000..
  7. potrebbe anche essere vero ma per dio se fosse così saremmo veramente nel periodo più buio che la terra abbia mai visto!
  8. Per me rimane a tutt'oggi un mistero anzi un caso di marketing come la 500x sia un mezzo flop, davvero non me lo so spiegare. Quando uscì pensavamo ne vendessero a palate. Ha tutte le carte in regola per farlo, Il brand 500, è suv come vuole la moda... a venduto di più quella panna cotta dello Juke.. Mahh
  9. Nella mia testa è praticamente una Captur, forse nel render non rende (scusa il gioco di parole) paragoniamola comunque a queste:
  10. La concorrenza sarebbe infinita per questa tipologia di vettura, forse Fiat dovrebbe concentrarsi più su un veicolo simile piuttosto che l'erede della Punto!
  11. l'ho notato anch'io, è probabile che fosse oscurato solo nel concept (parliamo di anni 90, probabile che fosse stato oscurato con le famose bombolette OMP perché non esistevano ancora tutti i produttori aftermarket di ora), nella messa in strada probabilmente non sarebbe stata omologabile specie in Giappone (dove mi pare di aver capito sia stata fatta una piccola tiratura). I giapu sui gruppi ottici hanno sempre avuto legge ferree, ricordo che il Delta evo (ultima serie) per omologarla in Giappone dovevano venderla con gli alogeni della pre-evo perché li non erano legali i gruppi ottici con l'elemento ellittico. Delta Evo Giappone Delta Evo Eu
  12. Come da titolo, una proposta di Suv seg. B sfera "rational"
  13. presumo proprio di si, a tal proposito tempo fa feci questo: ora lascia perdere che è la versione cabrio...
  14. che sia questa?: ALFA ROMEO 155 TI.Z -la 155 TI.Z rievocava perfettamente le emozioni della vettura DTM cui era ispirato il design complessivo. -Collaudata in pista a Monza per una prima fase di sviluppo, la 155 TI.Z con il motore di serie di 190CV si rivelo' subito molto veloce; girava sulla pista Junior a Monza, staccando di mezzo secondo la Lancia Delta Integrale 16V dell'autore (del libro) cui era stata affiancata per prove comparative. ... Il successivo progetto affidato a Spada e al suo gruppo di giovani allievi fu la proposta Zagato per una versione piu' sportiva dell'Alfa Romeo 155, una vettura che potesse capitalizzzare i successi del debutto nel Campionato Turismo e del DTM Tedesco. Non era questo un terreno nuovo per Alfa e Zagato. Quest'ultimo aveva infatti costruito nel 1963 una versione alleggerita dell'Alfa Romeo Giulia T.I. Super (venduta poi come versione Quadrifoglio), che fu schierata contro le Lotus Cortina nel Campionato Turismo. La 155 TI.Z fu presentata nell'autunno del 1993. Era basata sul top della gamma, 190CV Q4. Zagato apporto' sostanziali modifiche alla carrozzeria e lascio' inalterati solo il cofano, le porte anteriori e il baule. I parafanghi gonfiati in stile DTM, erano realizzati in compositi leggeri per contenere l'allargamento delle careggiate (anteriormente da 1447 a 1517mm e posteriormente da 402 a 1446mm); la porta posteriore fu riprogettata. Lo stile aggressivo del paraurti anteriore incorporava due grandi prese d'aria, mentre minigonne e paraurti posteriori erano stati ridisegnati. Paraurti e alettone posteriore determinavano una riduzione drastica del CX da 0.31 a 0.296 e creavano un carico areodinamico posteriore. Per incrementare ulteriormente le caratteristiche sportive della TI.Z, Bazzarini aveva tarato gli ammortizzatori a gas, ribassando l'assetto di 34mm. Gli interventi furono completati da cerchi ruota 17x7.5" molto attraenti, che vennero messi in seguito in catalogo da OZ. Venne anche riprogrammata la centralina e la potenza balzo' a 230CV, mentre la coppia massima passo' da 30.3 a 32 Kgm a 3500 giri al minuto. Il contratto Alfa Romeo per la 155 TI.Z ritardo' e concise con la definitiva decisione di chiudere la divisione produttiva dell'azienda. Decisione sofferta per Elio e Gianni Zagato, ma inevitabile poiche' uguale destino aveva ricevuto il progetto Cuopé Lancia. Mentre la divisione Stile, guidata da Andrea Zagato, trovava un definitivo consolidamento con l'ingreso di Giorgio Schon. ... Il cugino Luca Zagato, da sempre coinvolto nella produzione, decise di lasciare la societa' e seguire un magnate giapponese che intendeva far costruire in Italia vetture in serie limitata, che avrebbe poi venduto sul mercato nipponio. La 155 TI.Z carrozzata Zagato rimase un unico esemplare, mentre la Z Automobili, societa' a capitale giapponese guidata da Luca, costrui' una ventina di vetture tra il 1995 e il 1996, ispirate al progetto iniziale con il nome di progetto GTA.Z . Nelle foto del libro la si puo' ammirare in colore rosso Alfa, con il marchio del quadrifoglio nel tipico triangolo Bianco sui passaruota anteriore, un'inedito alettone posteriore, e per finire la scritta 'Sperimentazione Strada' sul parabrezza. Senza dimenticare il gruppo ottico posteriore oscurato.
  15. Tra l'altro la Rimac non è anche a guida autonoma?? perché potrebbe anche essere stato un difetto di quest'ultima..
  16. dovranno mantenere l'esclusività, IMHO più costosa è meglio è! Deve avere una percezione più alta di Bugatti!
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