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ilario

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  1. Infatti, altro che project management imparato a lezione, vero? (non parlo da ingegnere, naturalmente, lo sapete)
  2. Certo, niente. Non nascondo che nei miei sogni immagino che sarebbe "sufficiente" una sorta di sincronizzazione globale delle scelte. Credo davvero che si tratti di questo, e non posso certo dire solo di questo. Un esempio banale ed estremo, apposta, e non tanto per fare il verso al Papa: il marxismo, non quello intellettualoide*, se applicato hic et nunc ovunque (bell'ossimoro) potrebbe essere una soluzione. Oppure, capiamoci, una sana socialdemocrazia, senza vincitori né vinti. Vedo rotolare grandi balle di fieno .... * eretico francese, ad es., anche se è tuttora divertente leggere Debord, Virilio o Lyotard
  3. Alcuni amici/colleghi, quand'è il caso, ancora mi rinfacciano che in un'occasione pubblica dissi convinto che sarebbe stato meglio rendere di fatto obbligatorio per tutti il liceo classico allungato fino ai 25 anni.
  4. Vero, e l'acqua calda è anche molto confortevole. Peccato che i professoroni al governo, da noi e, indirettamente, altrove, facciano sostanzialmente finta che non sia vero.
  5. Bon, tanto per allargare gli orizzonti: da James K. Galbraith "La crisi finanziaria dell'ultimo decennio originata negli USA e diffusasi in Europa è la più grande ondata di crimine finanziario organizzato della storia umana" « I principali membri attivi della professione di economista, la generazione che ha attualmente 40-50 anni, si sono uniti in una specie di politburo del pensiero economico corretto. In generale, come ci si deve aspettare da qualsiasi club di gentiluomini, si sono messi dalla parte sbagliata in tutte le questioni politiche importanti, e non solo di recente ma da decenni. Predicono disastri quando non succedono. Negano la possibilità di eventi che invece accadono. Si esibiscono in una sorta di fatalismo sulla “inevitabilità” di un problema (la disuguaglianza salariale) che subito dopo inizia a diminuire. Si oppongono alle riforme più fondamentali, più decenti e importanti, offrendo al loro posto dei placebo. Sono sempre sorpresi quando qualcosa di negativo (come una recessione) accade veramente. E quando finalmente si accorgono che certe posizioni sono divenute insostenibili, non rimettono in discussione le loro idee. Semplicemente, cambiano discorso. » Oppure: L’economista italo-danese Bruno Amoroso, allievo prediletto di Federico Caffè, non ha dubbi: l’euro così com’è non regge e va riformato. Ma è inutile sperare in un’unione monetaria e fiscale ancora più stretta. «Le economie di Grecia e Italia sono molto diverse da quelle di Germania e Olanda e hanno bisogno di regole diverse. Per il bene di tutti». La sua soluzione è lo sdoppiamento dell’euro in uno di serie A e uno di serie B, i cui parametri si adattino meglio alle necessità dei rispettivi Stati membri. «Tutti i sistemi monetari dopo dieci anni si sfasciano; non c’è niente di definitivo: perché l’euro dovrebbe durare per sempre»? Per Amoroso, che ha scritto “Euro in bilico”, le radici della crisi dell’eurozona affondano oltre oceano, nelle sedi delle cinque grandi banche d’affari, GoldmanSachs in testa, e delle tre agenzie di rating americane, che hanno lanciato una vera e propria offensiva «per riprendere il controllo del sistema economico e politico mondiale perso dagli Usa» nell’ultima decade. «La politica economica europea è oggi nelle mani dei grandi gruppi finanziari», sostiene, «che vogliono imporre i loro principi neoliberisti ai governi europei». Un esempio lampante è la richiesta d’inserimento del vincolo del pareggio di bilancio nella Costituzione. «Un’economia deve avere la libertà di non avere il bilancio pubblico in pareggio. Ciò che conta è l’equilibrio contabile nazionale». L’Espresso, 30 Settembre 2011
  6. Mah, ho 46 anni e lavoro da 25. Dovrei avere abbastanza per la coupettina e anche per cambiare un paio di moto ..... ... no, dice mia figlia che mi denuncia se tocco i suoi salvadanai ... quindi? ... Ok, autoscout, tigra ... Edit: ok, 29.900 completa è una svolta notevole. Forneeroooo .... se ti prendo .....
  7. Mi scuso se è già stato detto, ma per le batterie si paga il noleggio a parte o sono di proprietà?
  8. Quindi 34.000 euro quella esposta al salone, sperando che abbia 8.000 euro di accessori, però. Oppure la semplice conversione chf/euro non ha senso?
  9. piccolo o.t. Mi fa pensare alla coupé di Tom Cruise in Minority report, e mi sembra fosse marchiata proprio Lexus. Spielberg pure designer?
  10. Grazie Teknos Certo che la Honda Freed e la Toyota Vellfire so' proprio brutte, peggio del Vaneo. Dentro sono grandi e pratiche, mi piace anche la plancia minimalista della Honda. Ma fanno tanti figli i Giapponesi? O fanno surf e mountain bike di continuo? Strano comprare così tante monovolume medio-grandi.
  11. Domattina vedo Legacoop e Confcoop: vi saprò dire le loro prime impressioni, anche se già mi aspetto ragionamenti, sensatissimi, simili a quelli appena espressi da Loric per gli artigiani, tipo netta distinzione tra finte e vere cooperative, e tra piccole e grandi.
  12. bellissima e pure l'ambiente: quella è la casa d'epoca che dicevi? notevole!
  13. ai tempi del militare, mi affiliai ai Cavalieri di Malta, o Yalta, non ricordo
  14. Raspadura lodigiana, vedrò di approfondire culinariamente ... Ti ringrazio, spero di aver preso almeno un 6 -- . Vero, lunghino, ma ero solo, di notte .... Per gli elenchi mò mi attrezzo. Brutto però "... costretto a trattare ..." Buona domenica
  15. Sì, era solo un esempio. Non spenderei quella cifra, a meno di trovarla seminuova sui cavalletti e sottolio d'oliva. La 1400s da 90 cv. andava già bene, ma è normalissima. La vti la prima volta sembra strana, perché non siamo abituati a quei regimi. Per cortesia, lascia stare le 306, pure carina, o la Xsara. Vere bombe, ma non ci sono paragoni con le altre ipotizzate. Poi però il file Excel ce lo giri, vero? E per il mood come fai? Lo metti in circular/loop colla ricerca obiettivo a 10000000? Non hai mai commentato la Corolla 1.8 ts .....
  16. Punti di vista, datoriali: (oh, ma che brutto il termine datoriale ) "Non credo che sia l'articolo 18 a bloccare lo sviluppo del Paese. Le urgenze sono altre." Giorgio Squinzi, presidente designato di Confindustria, Corriere della Sera 24/3/12 Non credo che sia l’articolo 18 a bloccare lo sviluppo del Paese. Le urgenze sono altre. Giorgio Squinzi, presidente designato di Confidustria, Corriere della Sera 24 marzo 2012
  17. Sì , intendevo a parte quelle che, comunque, le usassimo pure noi in città sarebbe meglio.
  18. Non credo che sia il Zetec: è il primo 16v. Oso dire che sopporti bene il gas, perché mi ricordo di Escort gasate con lo stesso motore e 250.000 km senza problemi. Bella storica, grande e comoda . Controlla pure la geometria delle ruote posteriori, c'era un difetto che le faceva consumare presto e irregolarmente.
  19. Leggo su Motociclismo di marzo la prima prova, non completissima, e riporto una sintesi. La moto è effettivamente molto compatta, 1380 di interasse, ma pare che non sia così scomoda per gente di 1,80 m. Il livello costruttivo è notevole, telaio, componentistica e tutto di ottimo livello (Marzocchi/Sachs). Il motore presenta parecchie particolarità: albero motore controrotante (unica moto di serie), canalizzazioni olio e acqua integrate di fusione, closed-deck, valvole in titanio, corsa molto corta (45,9, alesaggio 79). Le prestazioni pure non sono pazzesche, se paragonate alla Triumph Daytona o a una 600 giappa. Sono 116 cavalli effettivi alla ruota a ben 14.400 giri, e coppia di 64 Nm a 11.000. Quindi molto simile alla piccola triple Inglese, ma con 2.000 giri di allungo in più. 257 km/h di vel. max e 10,77 sec. sui 400 m. da ferma. Ripresa buona ma non dai bassissimi. Velocità lineare media del pistone a 14.400 giri di 22 m/s. Il peso rilevato è di 178 kg. (dichiarati 173 a secco). Come le migliori concorrenti. La differenza dovrebbe stare nella guida, forse per via di quell'albero-motore, visto che le misure ciclistiche non sono stranissime: 100 di avancorsa e 24,4° di inclinazione cannotto. Molta cura è stata riservata pure al'accentramento dei pesi: scarico basso e corto, batteria dietro ai cilindri, serbatoio molto sagomato sotto .... l'inguine. Dicevo la guida: pare che si porti con una grande naturalezza, che sia facilissima da buttare di qua e di là, molto precisa e ovviamente ben frenata. Costa 12.200 euro, come le altre. Ne dovrebbero produrre 2500 per quest'anno. Poi arriveranno le serie speciali. Primo parere personale (la proverò, il conce è un amico): è bellissima, esclusivamente pistaiola e sono stati davvero bravi a contenere il prezzo. Certo, ci hanno messo una vita e la fanno uscire dopo che il mercato delle Supersport è crollato brutalmente. Se avrà successo, sarà meritatissimo. Spero che la comprino in mezzo mondo, altrimenti vorrà dire che le vedremo la domenica mattina, intonse, davanti ai ritrovi aperitivistici, perché su strada non ha molto senso, anche per il motore spintissimo e poco regolare fino a 7000 giri.
  20. Non ho capito se dici a me o a EC, ma forse a me. Non so cosa significhi quello che dici, e di quali tue parti parli, ma non importa, davvero. Ti offro altro, riguardo a Fiat e Sergio Marchionne, premettendo che: non lavoro per il gruppo Fiat, ci sono stato in passato e bene pure; potrei tornarci a lavorare da dipendente o da consulente, senza problemi; non ce l'ho con Fiat per le auto che ho avuto (una ce l'ho ancora e funziona bene, anche se è di un colore ormai indefinibile); ne faccio una questione generale, da Italiano, da appassionato di meccanica, guida ed estetica automobilistiche. Poi, capendo qualcosina di aziende, mi trovo qui, come gli altri, semplicemente. Nessuno di noi conosce davvero il mandato/compito di Sergio Marchionne. Cosa gli hanno chiesto gli azionisti? E da quando è azionista anche lui, cos'altro si chiede da solo? Non lo sappiamo mica. Conosciamo gli annunci, i progetti/non progetti, gli odiosi e continui ricatti, la saccenza manageriale mal supportata da risultati, lo stile che ho già commentato prima (e lo stile fa ben parte della sostanza), l'evanescenza delle poche promesse. So che l'uomo è bravo e astuto, altrimenti come avrebbe fatto a convincere Obama, i sindacati americani e le banche. Tutto ciò però non mi convince affatto sul piano industriale che riguarda l'Italia, ammesso che ci sia. Ecco perché trovi qui alcune mie obiezioni al facile entusiasmo che piacerebbe anche a me, se ci fosse qualcosa di credibile, ogni tanto. Sai, culturalmente non sono un nazionalista, anzi. La storia industriale Italiana è però piuttosto diversa dalle altre, naturalmente: tempo fa ho parlato qui di capitalismo relazionale, che in parte riguarda altri pezzi d'Europa. Si può intuire di cosa si tratti anche senza essere macroeconomisti, no? Bene, tale forma permane e probabilmente sarà così a lungo: ecco perché, in massima sintesi, ogni Italiano ha pieno diritto di lamentarsi di scelte scellerate, di speculazioni, di chiusure di stabilimenti e quant'altro. Se ci diverte, possiamo pure continuare il giochino del piccolo Ceo. Però io lo giocherei sul serio, come sono serio sul lavoro, dove non mi salta in testa di prendere in giro fornitori, clienti, banche, collaboratori o altri. Magari chiediamo il permesso di aprire un capitoletto a parte e vediamo se interessa altri utenti. Peraltro sarebbe talmente appassionante e difficile che non avremmo il tempo di farci battutine. Passo
  21. Scusate l'ignoranza: è la prima volta che si usa la sigla M in una diesel?
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