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ilario

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  1. Prima di ragionare, ti dico, con sicumera, Suzuki SV650 o Cagiva Raptor 650, stesso eccellente motore bicilindrico. Perché mai? E' vero che sono ottime anche la Hornet o la FZ6, così come pure la Suzuki GSR che dici tu, ma è che il quattro cilindri in quella cilindrata è sì fluido, ma per sentirlo cantare lo devi tirare davvero tanto e questo può essere scocciante e pericoloso. Infatti solo le ultime Hornet hanno ridotto questo difettaccio e il mercato ha premiato. Kawasaki invece è partita direttamente con la Z750, favolosa fin dall'inizio. Tornando alle bicilindriche consigliate: affidabilità eccellente, leggerezza, telaio bellissimo nella SV prima serie (traliccio di tubi ovali in alluminio, manco una special inglese tipo Spondon) e nella Cagiva/MV (traliccio in acciaio), prestazioni notevoli e consumi bassi. La Cagiva ha sospensioni decisamente migliori e freni super. Il design però deve piacere perchè è particolare, mentre la SV è talmente semplice e minimalista che è difficile da alleggerire. Le quotazioni sono basse per tutte, specie se ti orienti tra quelle di 8 anni. Se invece ti piace la Ducati Monster, ti sconsiglio le varie 600-620-695 mentre è molto valida la 800. Un'altra media nuda bellissima è la Triumph Street Triple, ma è troppo recente, se ho capito bene le tue intenzioni. Puoi vedere quotazioni e migliaia di offerte su moto.it Un paio di esempi (la seconda è troppo cara): http://www.moto.it/moto-usate/suzuki/sv-650/sv-650--1999-02/index.html?msg=3692663 http://www.moto.it/moto-usate/suzuki/sv-650/sv-650--1999-02/index.html?msg=3726279
  2. Eh, magari! Purtroppo mi sa che il giovedì sera stanno tutti su Servizio Pubblico ... Comunque, per stare in tema, per esperienza diretta e per le tante letture specifiche, nel segmento B darei per vincente la Honda Jazz, senza dubbio. Nel segmento C è già più difficile: se la giocano la Mazda 3 (per l'affidabilità ma sicuramente non per la capienza), la Toyota Auris (idem) e la Civic, senza parentesi. E non sono un talebano Hondista (se solo Yamaha facesse le auto ...).
  3. Ops: si tratta di una clessidra, invece! Con chi mi scuso? Riporto da Autoblog.it: L’inedita mascherina anteriore Lexus verrà presto destinata a tutti i nuovi modelli in uscita. Lo si evince da un filmato ufficiale con protagonista Takayuki Katsuda, responsabile del progetto nuova RX, che ha illustrato lo stile del SUV anche attraverso la nuova calandra dallo sviluppo a clessidra. Anticipazione nuovi frontali Lexus
  4. Bah, Motron, prima dici che si rischia l'ot politico, dato che si dovrebbe approfondire, poi, come qualcuno ti fa notare che usi termini impropri, e forse non per caso, insisti ....
  5. Ok, parliamo più in generale, allora, che è meglio per tutti e per il forum, credo.
  6. Bene che Motron metta in gioco pure la riformona: c'entra assai davvero e, per cortesia, non parliamo di stritolamenti per giochi politici, perché altrimenti dobbiamo approfondire per bene. Esempio: chi è che sta facendo giochi politico/elettorali, in tutta onestà? E chi, invece, coerentemente con la propria evidentissima impostazione, può dire che i patti, di appena qualche giorno fa, sono stati in buona sostanza traditi? Ora vi prego di non polemizzare, come spesso facciamo. Prima magari riflettiamo un attimo.
  7. Verissimo, battutine a parte, la serie ST era ottima: la st2 onesta e robusta, la st4-st4s una bomba (mio fratello c'ha fatto il nurburgring in due con le borse piene ...), e la st3 era più comoda, vibrava poco e consumava pochissimo. A me, in fondo, piacciono soprattutto le sport-tourer non troppo pesanti e sane di ciclistica.
  8. Ma infatti, pure la Desmo16 da Gp è una bella tourer
  9. Per il motore Subaru a 6 cilindri, posso aggiungere che un caro amico con la Outback 3.0 ha fatto montare l'impianto a gpl perché gli hanno assicurato che lo regge benissimo. Lo ha montato a oltre 150.000 km e ora è a 250.000. Tieni conto però che da diversi anni c'è il 3.6, come quello della Tricheca.
  10. Eh, avete ragione: il problema è di MV, se il figlio di Castiglioni è come il padre, aggiungiamo Bordi e la frittata ... A proposito di Castiglioni padre, pace all'anima sua, il buon Carlo Talamo disse che, insieme a Tamburini, formava un'ottima associazione a delinquere, in senso imprenditoriale! Sinceramente l'ho sempre pensato pure io, pur rispettando la loro grande genialità progettuale.
  11. Ah, è una gara! Allora prima ancora c'era la 121 solo Mazda, quella di Topolino/Paperino, magari col tetto in tela, ottima.
  12. Mi state facendo venire l'ansia: ma di quali motori parlate per Mini, gli stessi Prince della mia 207 1.4 '07?
  13. Riporto ed evidenzio: Quali conseguenze, quindi? In essenza, una sorta di “paradosso del risparmio”, dove tutti tentano contemporaneamente di ridurre il grado di leva finanziaria, l’economia diventa profondamente illiquida perché la sua linfa vitale (il credito) non circola più, e si entra in un circolo vizioso fatto di deterioramento del merito di credito che induce nuove strette. Se in giro ci fosse più consapevolezza di questa dinamica, si eviterebbe di prescrivere moralisticamente più austerità in queste circostanze, come fosse la panacea dei mali del mondo. Forse un giorno arriveremo a capirlo. Ma anche no. Allora si dovrebbe spiegare pure al Presidente Napolitano, al dr. Draghi e al prof. Monti. Scommetto che lo capiscono sul serio, e non solo strumentalmente, Bersani e Camusso. Ah, già che ci sono: auguri e noi tutti, imprenditori, professionisti e lavoratori con qualsiasi tipo di contratto, soprattutto agli ingegneri superspecializzati apprendisti.
  14. Riporto un'interessante intervista all'ing. Massimo Bordi, da parte di Luigi Rivola per DueRuote: Ducati-Audi. La trattativa procede e secondo alcuni è già in dirittura d'arrivo. Sia Ducati, sia Audi si sono creati una fama mondiale andando forte, ma in questi casi nessuno esagera mai: qui i "dritti" si pagano molto più cari di un'ammaccatura sulla carrozzeria. Ci sarà dunque questo matrimonio d'interesse fra due marchi che in effetti condividono un'immagine molto forte, fatta di design raffinato, di tecnologia sofisticata, di personalità esclusiva e di estrema sportività e che quindi avrebbero le carte in regola per andare anche d'amore e d'accordo? Sembra proprio di sì. E pochissimi trovano da ridire sul fatto che la Ducati sia italiana e l'Audi tedesca. In realtà è radicata la convinzione – confermataci anche dal leader della Fiom Emilia-Romagna, Bruno Papignani – che non ci siano ragioni per temere che la Casa di Borgo Panigale possa perdere la propria identità, sacrificata a favore di quella della nuova proprietaria straniera. Di questa opinione è anche l'ingegner Massimo Bordi, un manager che la Ducati la conosce benissimo, essendo stato prima progettista del "Desmoquattro", poi per anni direttore generale a Borgo Panigale, e che ora guida, a fianco di Giovanni Castiglioni, il Gruppo MV. "Non bisogna cadere nel nazionalismo: in un mondo così grande, se parli di staterelli non parli di nulla – esordisce il manager – Se la Ducati va a far parte del gruppo industriale automobilistico più importante in ambito internazionale è solo positivo. D'altra parte ci sono troppe logiche a favore di un'operazione di questo tipo da parte della Volkswagen, per inquadrarla come una semplice acquisizione. A parte l'odierna strategia multi-brand seguita dai grandi Gruppi industriali, che tendono ad incorporare marchi antichi e prestigiosi da rilanciare o valorizzare, oggi le industrie automobilistiche sono obbligate dalle normative antinquinamento a compiere un'inversione tecnica: devono produrre motori più piccoli e più efficienti. Quindi il know how della Ducati, che su questi propulsori ha un'esperienza notevolissima, è certamente appetibile. Non che Audi e Volkswagen senza la Ducati non riescano a farli, ma averla dalla propria parte è senz'altro d'aiuto". "Un'altra logica – prosegue l'ingegner Bordi – è la concorrenza interna in atto fra le industrie automobilistiche tedesche. Facendo acquistare la Ducati all'Audi, che è, unitamente alla Porsche, il suo marchio sportivo, la Volkswagen blocca una possibile iniziativa analoga, che era nell'aria, da parte dellaMercedes attraverso la AMG, anzi vanifica gli accordi che la AMG aveva già in atto con la Ducati. In più acquisisce un importante elemento di competitività nei confronti della rivale BMW, leader in entrambi i fronti, auto e moto, con un marchio motociclistico che già gode di ampio credito in Germania e in tutto il mondo". - In Italia nessun industriale avrebbe potuto proporre quello che si sta accingendo a fare l'Audi? "Certo, ma evidentemente la mentalità e le condizioni sono diverse. I nostri "grandi Vaticani" non combinano nulla da troppo tempo. Io la Ducati l'avrei attaccata alla Ferrari o alla Piaggio, magari riunendo sotto lo stesso tetto Ducati e MV, ma sono opportunità che non sono state colte. A Bologna quando c'ero io l'azienda era stata rilanciata con criteri industriali, si trascinava però sofferenze dal punto di vista finanziario, ed ha attraversato quindi due successive gestioni, quella americana e quella di Investindustrial, orientate soprattutto in tal senso. Si tratta di cicli normali, e proprio per questo è giunto il momento per la Ducati di tornare in mano a un gruppo industriale e non finanziario. Anche per noi concorrenti della Ducati l'ingresso nel mondo della moto dei grandi marchi automobilistici più che un rischio è un'opportunità". - Adesso dobbbiamo aspettarci che la Mercedes-AMG pari il colpo mettendo gli occhi sulla MV? "No, siamo senz'altro preziosi, ma ancora troppo piccoli". L'Audi dunque entrerà molto probabilmente in possesso del suo quarto marchio motociclistico. Sì, perché ormai nessuno più se lo ricorda, se non gli appassionati di storia dell'automobile e della moto, ma l'Audi, per volere della Volkswagen divenne nel 1964 unico marchio di riferimento di un antico gruppo automobilistico che già riuniva, sotto il simbolo dei quattro cerchi, DKW, Wanderer, Auto Union e Horch. Due di queste – DKW e Wanderer – erano diventate note in tutto il mondo producendo auto, ma anche motociclette di grande prestigio. Successivamente, la Volkswagen assegnò all'Audi un altro marchio tedesco di assoluta eccellenza, la NSU, protagonista fin dall'origine della storia dell'automobile e della motocicletta. Diversamente che in Italia quindi, in Germania era frequente che le industrie motoristiche si occupassero di entrambi i settori. La Volkswagen dunque fu in gran parte l'artefice del cambiamento: le attività motociclistiche delle industrie acquistate e passate in gestione all'Audi furono chiuse o non riavviate. Ora evidentemente sull'argomento ha mutato indirizzo strategico. La replica del siluro NSU Delphin III, che nel 1956 a Bonneville fu la prima moto a infrangere il muro delle 200 miglia orarie (320 km/h Ho copiato pure questa bella foto, sperando di non violare gravemente il regolamento.
  15. Purtroppo non ne so di più. Invece, non ci dovrebbero essere gli incentivi comunali di 600 euro, scontabili dall'installatore? Credo che tu abbia trovato quel Quattroruote di nov. '08. Faresti una piccola sintesi delle prestazioni e dei consumi, oltre che dell'usura? Grazie
  16. Eh, Witteven, altro genio: diceva pure che pochi capiscono veramente cosa succede in un motore a due tempi e probabilmente aveva ragione. Casa sua è uno spettacolo, colle moto da corsa pure in mansarda .... Mi rammentate l'Oz Aprilia?
  17. Sì, ma è rara. Quella è la 2.2 4 cilindri, più pompata in proporzione della 2.0. E poi ha quattro ruote sterzanti per una guida più bella e precisa, senza il culo appeso troppo passivamente.
  18. Certo sarà una bella battaglia tra Clio e 208 a 3 cilindri, ma vedremo anche contro la Punto twin. Chi altro c'è?
  19. Non dimenticare le altre Honda. Come dice Ririno, la Prelude, o addirittura .... (sono solo esempi fuori zona ) Auto usate: Honda, Prelude, 2.2i VTEC 4WS AutoScout24 pagina di dettaglio Auto usate: Honda, Legend, V6 2.7 AutoScout24 pagina di dettaglio
  20. Eh, pensiamo pure ai brevetti comprati da Honda e applicati sulle versioni di serie: sulle Vfr con forcellone monobraccio c'è pure la "dedica".
  21. Già, la cascata d'ingranaggi .... che bella. Costosa, complessa, difficile da allineare, smontare e rimontare. Sui motori sportivi, da moto più che da auto, ce n'erano solo due di serie, guarda caso Honda, la VFR 750/800 fino a prima della V-tec e la Vtr Sp1/2. Oppure i prototipi da corsa, quasi tutte le MotoGp e qualche volta le Sbk, Rc30 e Rc 45 sempre Honda e, truffaldinamente, una Aprilia recente.
  22. No, perché così ? E' un bel pentolone capiente. Per il V8 è perfetto!
  23. Un'altro trucco, che poi non è un trucco, sono le spese di mantenimento e di semplice utilizzo: la 164 v6 tb di un collega, vinta in un concorsino tra i clienti Apple , faceva mediamente i 6 a litro. Ma si può chiedere al prof. Paolino ....
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