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ilario

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  1. Beh, non è certo una notizia da poco, se confermata. Personalmente mi fa imbufalire. E non sono un ducatista sfegatato. Ma non si tratta di questo. 'Stavolta passa da un fondo a un gruppo industriale. Meglio, sicuramente. Ma perché cavolo straniero, e perché cavolo tedesco? Non mi cala. Negli ultimi anni troppi grandi marchi storici hanno perso tutto. Piaggio ha comprato, comprato bene, e sta lavorando. Non credo che in un momento così sia facile comprare e addossarsi grandi debiti. Specie nelle moto, che soffrono maggiormente il calo. Però speravo in una bella cordata italiana.
  2. Qui a Pescara, che è piccola, stretta e lunga sul mare, si sente già la differenza tra la naz.le adr.ca, in centro V.le G. Bovio, e l'ex tracciato ferroviario ora Strada Parco, ciclabile e pedonale/giochi bimbi. Se poi ci si sposta sulla riviera, comunque sempre trafficata, si sente solo il mare .... il mare, ehm, no, non volevo chiamare Fossati Comunque la 207 1.4 vti di fine 2007 a freddo puzza da schifo e se la tiri, tipo lunghe salite, puzza ma di ... boh, a me sembra il catalizzatore, perchè me lo faceva uguale la Punto 1.2 60cv del 99. La Marea 1.6 del '97 non puzzava mai. Manco la Laguna 1.8, non saprei dire. Motori diesel non li ho quasi mai avuti, solo due aziendali ma non entravano in garage. Certo il 2.4d del '91 del camper, anche quando è a punto, sfumacchia nero nero e asfissia.
  3. Mi sa che hai proprio ragione, forse sulla Diablo, ma non dall'inizio. Però penso lo stesso alla Desmo16-due.
  4. La Regata per i mercati esteri la conosco, o meglio, quella per i Paesi tropicali. Ne ho guidata una per un periodo a Dubai, anni della prima guerra del Golfo, era dell'agenzia consolare, anzi in realtà dei figli del nostro agente consolare. Io ero il fidanzato della figlia. Ovviamente era una 100S, molto completa, con guarnizioni, filtri e tanti altri accorgimenti appositi, tanto che in Italia, dove fu spedita, non era facile trovare i ricambi per l'ordinaria manutenzione. Il console aveva la Thema Turbo, blu, con bandierina e targa CC. Lasciamo stare gli stipendi loro, dell'autista e delle due amministrative, una delle quali era ..... indovinate .... la moglie del console. I giovani malgasci, fratello e sorella, a servizio in casa, territorio nazionale, erano due superprivilegiati. Non spendevano niente e mandavano un botto di soldi a casa. Comunque la Regata funzionava bene, ma col clima a palla accoppiava a 5000 giri!
  5. Io non andrei per forza sulle diesel, visti i percorsi che descrivi, l'andatura necessariamente lentina, etc.. Le monovolume consumano, è vero, pesano e sono alte, ma se non vai tanto in autostrada, un 1.6 a benzina ben trasformato o con gas di serie può essere l'ideale. Meglio ancora un classico 1.8-2.0 non tirato, silenzioso e tranquillo. Ad esempio il 2.0 Vw, che infatti fanno/facevano anche a metano. Poi sinceramente credo poco alle diesel usate con chilometraggi bassi. Ma è una mia paranoia e me la tengo .
  6. La prima cosa che mi viene in mente accostando la Lamborghini tedesca all'acquisto Ducati è la moto supersportiva ovviamente, ma integrale/2wd! Non sappiamo come la presero allora le Miura e le Countach, maluccio credo. Possiamo immaginare una classica 900SL o una 916 ...., le scrambler o le mono desmo, gli alberelli e le coppie coniche si staranno spolmonando o spomponando nelle tombe o nei Preziosi rifugi.
  7. ilario

    Internet e libertà

    Credo possa interessare molti qui, esperti ed appassionati, ma anche Amministratori e Moderatori. Dal sito de La Repubblica - 12 marzo 2012 [h=2]LIBERTA' ONLINE[/h][h=1]Contro i bavagli sul web ecco il "digital survival kit"[/h][h=3]Oggi 12 marzo si celebra la giornata mondiale contro tutte le censure su internet. Il lunghissimo elenco degli abusi - nei regimi dittatoriali e non solo - denunciati nell'ultimo rapporto di Reporters Sans Frontiéres. Che propone gli strumenti adatti per poter cifrare le informazioni di ARTURO DI CORINTO[/h] CONTRO tutte le censure su Internet, una giornata mondiale. Il 12 marzo. Chiesta da varie associazioni per i diritti umani e la libertà d'informazione, è stata lanciata da Reporters senza frontiere che denuncia i regimi autoritari che fanno la guerra alla libertà d'informazione ma anche le ipocrisie dei governi occidentali. La censura è un tema scottante nell'era digitale. Con 120 cyberdissidenti arrestati, il ripetuto blocco dei servizi di messaggistica telefonica e dei servizi Internet, l'aumento di fatturato delle imprese che vendono sistemi di sorveglianza elettronica e la risposta mondiale degli hacktivisti alla censura, la libertà d'informazione è infatti diventato un tema d'interesse internazionale che ha già generato le prime schermaglie diplomatiche 1 . L'elenco degli abusi denunciati nell'ultimo rapporto di RSF è lunghissimo e va dal filtro dei contenuti di siti e social network alle azioni di disturbo di agenti infiltrati nei network; dalle leggi repressive dei governi all'installazione illegale di software spia sui computer degli internet cafè, fino al divieto per giornalisti e cittadini di entrare in territori sensibili per impedire di documentare quello che lì accade, si tratti delle miniere di bauxite del Vietnam piuttosto che delle campagne cinesi espropriate ai contadini. E' inoltre altissimo il numero dei netizen arrestati, 199 secondo Rsf, e numerosissime le intimidazioni e le torture ai cyberattivisti in carcere in Bahrain, Syria, Cina ed Egitto obbligati perfino a fornire false dichiarazioni in tv. Il 16 febbraio scorso, in un violento raid contro il Centro Siriano per i Media e la Libertà d'espressione sono state arrestate sei persone e lo stesso è accaduto in Turkmenistan. Ma le cose sono peggio di come si possa immaginare. In Bahrain, Messico, India e Syria durante il 2011 sono stati uccisi molti cittadini attivi in rete e dichiaratamente per avere diffuso informazioni sui social network. Come accaduto a "Rascatripas" moderatore del sito "Nuevo Laredo en Vivo" che aveva denunciato il crimine organizzato dei cartelli della droga 2 . Filtrare la rete . Se il blocco totale dei servizi è sempre una soluzione costosa e impopolare in quanto frena l'economia, l'alternativa per i censori è di filtrare e rallentare il flusso dei dati in rete per rendere quasi impossibile il trasferimento di file fotografici e audiovisivi. Secondo Rsf, l'Iran ci riesce meglio di altri e denuncia come tali fluttuazioni della qualità dei servizi Internet sono spesso un buon indicatore del livello di repressione in certe aree del paese. Altri paesi però adottano il filtraggio selettivo dei contenuti come strumento ordinario di governance della rete. In Uzbekistan, il governo ha bloccato l'accesso a forum in cui si parla di rivoluzioni arabe. In Cina, le parole "Gelsomino" e "Occupy" seguiti dal nome di una città cinese vengono immediatamente bloccate online. In Bielorussia, dopo massicce proteste di strada, il social network Vkontakte èstato reso inaccessibile e le autorità Kazake hanno fatto lo stesso bloccando non solo siti considerati estremisti ma anche la piattaforma di blogging LiveJournal. In Turchia hanno creato un sistema per filtrare i contenuti pur rinunciando a mettere al bando 138 parole considerate pericolose. Il governo thailandese per combattere il crimine di "lesa maestà" ha incremento del 300 per cento l'attività di censura online. Il Tagikistan ha bloccato Facebook mentre il Pakistan si prepara a costruire una nuova muraglia elettronica. Con la scusa di bloccare contenuti pornografici, in Tunisia potrebbe tornare in funzione Ammar 404, il sistema di filtraggio e sorveglianza voluto dall'ex presidente Ben Ali. Ma dal rapporto di RSF emerge che anche un paese democratico come la Corea del Sud censura i siti della propaganda a favore della Corea del nord. La censura dei contenuti può essere chirurgica. Il sito cinese di micro-blogging Sina Weibo ha assoldato migliaia di moderatori e chiede adesso agli utenti di registrarsi col vero nome, quello anagrafico. L'esercito elettronico siriano è invece esperto nell'arte di "trollare" le bacheche Facebook di oppositori e dissidenti per screditarli, ma è anche in grado di inondarle di dichiarazioni di sostegno a Bashar al-Assad mentre usano centinaia di account fasulli per inondare l'hashtag #Syria, con link a contenuti sportivi e fotografici 3 . Chiranuch Premchaiporn, responsabile del sito di news Prachatai, rischia 20 anni di prigione in Thailandia per non aver rimosso prontamente dei commenti che criticavano la monarchia fatti dagli utenti. Il survival kit . Secondo RSF la protezione dei cyberdissidenti e delle fonti è cruciale nella battaglia per la libera informazione. I reporter, dicono, "dovrebbero prendere speciali precauzioni quando si trovano in zone di guerra o in regioni problematiche perché non basta più il giubbotto antiproiettile". Per questo rilanciano l'idea di un "digital survival kit" per cifrare le informazioni, anonimizzare la comunicazione e, se necessario, aggirare la censura. E non è detto che basti. Contrastare queste forme di protezione è diventato uno dei terreni d'intervento di molti regimi che per farlo ricorrono alla tecnologia occidentale, di quegli stessi paesi che a casa loro si rappresentano come alfieri della libertà e di quando in quando tuonano contro le dittature. Per aumentare la propria capacità di sorveglianza usano complessi sistemi e software per il filtraggio dei contenuti come la Deep Packet Inspection. L'Iran ad esempio, adesso è capace di bloccare la navigazione sicura via https e le porte di comunicazione delle Vpn, le reti private, mentre la Cina decide quali siano gli indirizzi IP che possono uscire dalla propria rete geografica e così via. Grazie a WikiLeaks sappiamo quali sono le aziende che prosperano in questo lucroso e discutibile mercato. Fra di esse anche quelle italiane come AreaSpa che avrebbe chiuso i rapporti con la Syria dopo una pesante campagna di protesta internazionale, l'americana BlueCoat, la francese Amesys, che riforniva il regime di Gheddafi, la Vodafone, la ANHRI per l'Egitto sono solo alcune di queste. Non è casuale che il Parlamento europeo abbia adottato una risoluzione per chiedere norme più restrittive nell'export delle tecnologie di sorveglianza verso paesi repressivi e adesso ci provano anche gli Stati Uniti 4 . Gli hacktivisti . E però se i governi di tutto il mondo hanno compreso il potenziale rivoluzionario della disseminazione di informazioni attraverso l'uso combinato di siti, smartphone e videostreaming non sempre riescono a bloccarla. E' il caso dell'Arabia Saudita dove le donne sono riuscite a condurre in rete delle campagne sul diritto di voto e per guidare l'automobile; della Corea del Nord dove i dissidenti riescono a far passare oltreconfine telefoni cellulari, Cd, Dvd e penne Usb con documenti, inchieste e petizioni. E' il caso di del villaggio cinese di Wukan che si è sollevato contro l'appropriazione delle terre da parte di ufficiali senza scrupoli o il leaking dei documenti delle frodi elettorali in Russia. A tutto questo c'è però la risposta degli attivisti che creano ponti di comunicazione usando server proxy fuori dagli stati autoritari (come Telecomix con #OpSyria) e le iniziative senza sosta di Anonymous contro i siti di quei governi per modificarli, defacciarli o bloccarli con degli attacchi Ddos. Tuttavia se gli Anonymous lanciano degli attacchi Ddos verso i regimi dittatoriali ci sono spesso i governi dietro la violazione informatica di siti di news independenti. I siti dell'opposizione in Eritrea ad esempio sono stati colpiti mentre le Nazioni Unite decidevano le sanzioni verso il governo, è accaduto nello Sri Lanka e in Russia alla vigilia delle elezioni con una serie coordinata di attacchi e arresti a danni di blogger e giornalisti. Durante le manifestazioni in Bielorussia, il service provider Internet BelTelecom ha finanche rediretto gli utilizzatori di Vkontakte verso siti infetti. Ormai ogni stato ha un suo esercito elettronico, ufficiale oppure no. Allo stesso tempo i governi democratici sono tentati dal dare la priorità alla sicurezza a scapito della libertà con misure sproporzionate a tutela del diritto d'autore, ma qui la società civile è in grado di reagire e in definitiva è stata una loro vittoria se gli intermediari della rete non sono ancora diventati dei poliziotti come alcuni governi vorrebbero. Il rapporto di Rsf si conclude con una lunga lista di stati "Nemici della Rete" come il Bahrain e la Bielorussia e altri paesi sotto sorveglianza come l'India e il Kazakhstan al pari di altri paesi a noi vicini come Russia, Tunisia e Turchia. La battaglia per la libertà della rete è ancora lunga. Fine Che ne dite, sono problemi concreti anche in Europa?
  8. Ehi, sembra proprio carino: cilindrata e frazionamento, coppia ben spalmata, catena ....
  9. Approfitto per chiedere se la TR7 è degna di considerazione: Auto usate: Triumph, TR7, coupe AutoScout24 pagina di dettaglio
  10. No, ti va male pure sulla livrea: qua a Pescara i colori calcistici sono come quelli dei tuoi cari amichetti laziali. Già che ci siamo ti porto pure una elegantissima canottiera dei Rangers - Gruppo Tritati, che così recita: Purtet' rispett'. E forza Zeman! E Insigne è il nuovo Messi. Tornando alle macchinine, oggi pomeriggio provo tutte le Honda che mi pare, perché partecipo a un'iniziativa nella loro zona industriale abruzzese, avete presente?
  11. Posso confermare, avendone viste tante ai tempi, e ricordandomi bene la 1000 e la 1300 Cooper di famiglia, entrambe Innocenti, credo '72 e '74: erano ottime in tutto, tranne che nella verniciatura, che scoloriva facilmente. Eccellenti le cromature. Le inglesi erano poco più leggere, ma probabilmente non altrettanto valide di lamiera, aggredita facilmente dalla nostra aria salmastra, fino a perforare in parecchi punti. Poi ricordo la componentistica, più vecchia ma non più bella e robusta. Mitiche le sfide con l'A112, che aveva un motore brillante e, soprattutto frenava, in confronto. Ma la Mini da guidare era divertentissima, un kart. Pure la Metro 1000, di mia madre e poi mia, era favolosa: si potevano addirittura gonfiare a piacimento gli ammortizzatori idro-pneumatici. Ci facevano pure la scuola di guida sicura a Vallelunga, per quanto era sincera e precisa.
  12. Quella però è la serie 200 a 3 porte e io non so ancora postare le foto . Provo con un link: Auto usate: Rover, 216, Coupe 1.6 AutoScout24 pagina di dettaglio
  13. Allora, visto che andiamo volentieri in produzione d'Inghilterra, se non addirittura in TWR e altri super-artigiani da corsa, svelo le mie preferenze, quella di Diabolik a parte , suggerendo una Triumph Dolomite Sprint. Ma sappiamo che volendo c'è altro, fino a una più recente Rover Coupé serie 200, magari la 1600 con motore Honda, bella linea, doppio tettino in vetro asportabile, usabilissima.
  14. Ciao brughiero , mi sembra che nessuno abbia proposto la Civic. Potresti gradire la posizione e la precisione di guida. Dentro/dietro è bella grossa. La nuova ha un discreto frontale, begl'interni e il culo, insomma, confuso anche se non basso e traballante. Peccato che le versioni più interessanti arrivino quest'estate, penso alla 1.6d e alla ibrida. La provo domani, su percorso chiuso, non proprio pista per correre. Se vuoi ti tengo aggiornato.
  15. Pure io impazzivo per quella Rover, magari 3500 V8 Vanden Plas. Bassa e larga, niente male. Delicata la meccanica, però.
  16. Sì, è un viziaccio, non dico tutto italiano tanto per, ma insomma .... quante discussioni politiche mi ricordo .... per la Cgil non se ne parla nemmeno, magari su questioni di etica o di laicità, io dissentivo e mi davano del Confindustriale, a me! Infatti Flores d'Arcais mi ha stupito, non tanto nel merito, ma il metodo ... boh
  17. Ecco alcune seg. B a benzina automatiche, ovviamente riporto i prezzi di listino: - Chevrolet Aveo 1.4 ltz aut. 5p. (6 marce ??): 14.875 - Citroen C3 1.4vti Seduction 5p (5 marce rob.): 15.250 - Daihatsu Charade 1.3 mmt 5p (6 marce rob.): 14.250 - Ford Fiesta 1.4 16v aut. Ikon 5p (4 marce conv.): 14.500 - Seat Ibiza/Skoda Fabia 1.2tsi dsg 5p (7 marce dop. friz.): 16.700/17.170 - Suzuki Swift 1.2vvt GL 5p (4 marce conv.): 14.600 - Toyota Yaris 1.3 Active 5p. (cvt): 16.000
  18. Auto usate: Honda, Jazz, Hybrid 1.3 Elegance AutoScout24 pagina di dettaglio L'ho trovata qua da me, quella è la concessionaria grande della Toyota. Se vuoi te la vado pure a vedere e a trattare!
  19. Beh, si può immaginare pure, la manifestazione, credo riuscita nel complesso, è stata duretta nei contenuti degli interventi dal palco. Ovviamente Landini, ma poi ha sorpreso un po' il prof. Flores, secco e diretto, quasi troppo. Poi stava da Lilli Gruber e ha continuato, anche perché in collegamento c'era Feltri. Alla fine di Fiom e Fiat si è parlato poco, o almeno, le solite cose che conosciamo. Landini invece ha continuato nella nuova trasmissione, breve, di Luisella Costamagna. ops. ... fine cronaca Fiom/Fiat
  20. ilario

    Diesel aspirato oggi

    Premesso che mi affascinano i vecchi diesel aspirati e che ricordo bene alcune auto, la AX 1.4, la Saxo 1.5, le altre col 1.9 Peugeot, o la 190 e le 250. Motori molto robusti e longevi, semplici. Forse l'ultimo aspirato di successo è stato il 1.9 Vw, a iniezione diretta negli ultimi anni. Chiusa la premessa, chiedo: un diesel aspirato, oggi, come sarebbe? Che prestazioni e che consumi? Piacevolezza di guida, coppia, durata. Mi incuriosisce molto.
  21. Ma comunque ... (cit.) Divertente, visto ora il tg, Paolo Flores D'Arcais dal palco della manifestazione Fiom, l'avete sentito?
  22. Così mi piaci, maschio, deciso. E anche "Vude, avdito ... bizzavvo pevò" (cit. indov.) Allora stev, di bizzarria ne dimostri .... Giulietta, Prius, Crv e mò .... la Multipla! E tra l'altro la Multipla mi è sempre piaciuta, me la davano come sostitutiva per i tagliandi e mi piaceva pure come andava. La 1.9d. Quella a metano è geniale, con le bombole sotto al pianale e il resto. Ma la immagino lentina e bruttarella da guidare. Però intanto, per sadismo, aggiungo la Zafira a metano, col motore, lento, che a benzina va peggio, perché ottimizzato sul metano. Credo abbia anche il serbatoio della benzina inferiore ai 15 litri, per pagare molto molto meno di bollo. Potresti cercare anche la versione turbo, sempre 1.6, ma credo sia rara.
  23. Quando assisto a scene simili, dal tabaccaio dove ogni tanto mi gioco 1 euro al Superenalotto, osservo bene i comportamenti e non è un bello spettacolo, fa proprio impressione. Peraltro, il senso di colpa si ribalta, come risulta dalla definizione di compulsione, da Garzanti Linguistica: 2 (psicol.) impulso irrefrenabile a compiere un atto la cui mancata realizzazione sarebbe vissuta dal soggetto con angoscia o con un forte sentimento di colpa.
  24. Questa l'avevo già citata un'altra volta, c'è ancora. Se ti piace, la vado a vedere volentieri, a qualche decina di km da casa mia. Auto usate: Alfa Romeo, 90, 2.O V6 SUPER. " IMMEDIATO REALIZZO!" AutoScout24 pagina di dettaglio
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