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Walker

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  1. La procedura di per sè è corretta, ma non necessariamente è la migliore per ogni situazione. Dipende. Per esempio, se so di dover fare un lungo tratto extraurbano, oppure urbano scorrevole, è una buona idea quella di raggiungere in breve tempo la velocità costante e quindi cambiare marce a un regime medio-alto (quindi grossomodo a 2.500 rpm); così non faccio sforzare il motore a causa del basso rapporto giri/marcia innestata e ho materialmente più spazio per sfruttare il consumo minimo dato dalla velocità costante. Chiaramente, l'aumento delle marce varierà in funzione della strada da percorrere, del traffico, dei limiti, ecc. Se invece si è in ambiente urbano, soggetto a molteplici interruzioni di traffico (semafori, rotonde e svolte), il meccanismo di cui sopra rischia di "annaspare" un po'. Dipende molto dal motore che si ha sotto al cofano, ma generalmente cambiare oltre i 2500 rpm equivale a un consumo istantaneo, nella fase di cambiata, piuttosto alto. Questo viene compensato dal lungo tratto a velocità costante in un ambiente come quello descritto in precedenza, ma in città è difficile percorrere lunghi tratti a velocità costante: l'accelerazione rapida e decisa rischia quindi di trasformarsi in un'arma a doppio taglio, consumando troppo e non offrendo un vantaggio significativo. Pertanto io in città (conoscendo i percorsi) tendo a cambiare marcia con un regime bassino (certo, non 1.000-1.200 rpm, ma comunque sotto i 2.000), accelerando molto molto gradualmente. In questo modo il consumo istantaneo diminuisce molto nonostante le ripetute fermate, e il fatto che non vi sia necessità di avere accelerazioni vibranti, protegge anche dal rischio di far soffrire il motore. Ovvio che le procedure non sono granitiche: quando serve, in città, si può tirare una marcia a 3.000 rpm, e fuori città talvolta può servire un'accelerazione molto "pigra" e graduale.
  2. Ma l'esplicazione della personalità non equivale a vestirsi a mo' di Paperino, cioè sempre con lo stesso (tipo di) abito. Io uno "strappo" alla regola lo farei, senza per questo apparire un pinguino, ce ne passa. P.S. Saluto anch'io che tra un paio d'ore torno in Veneto e devo finire di prepararmi!
  3. Propongo di spostare i messaggi che parlano di prezzi e sconti in "Andamento prezzi carburanti". E confermo i prezzi abbastanza elevati per i carburanti in Sicilia. In pratica senza sconti con gli stessi € si ottiene un litro in meno che a Mestre un mese fa.
  4. Da questo deduco solo una cosa: sei talmente bello che lei ha guardato solo su... e non giù! È un complimento...
  5. Per me Leon è il migliore. Si adatta al requisito del nome automobilistico e dà l'idea di un bel felino vigoroso...
  6. Marca Todd's. Come anche queste: Penso siano il punto di non ritorno tra le nostre due dimensioni di eleganza!
  7. Quelle sono un ottimo compromesso tra eleganza e sportività. Anche se cambierei lacci...
  8. Gimmo, son tutte scarpe da ginnastica. Più o meno infarcite di dettagli. Troppo formali queste? o queste? Per fare due esempi veloci veloci. QUOTE=Prof. Gimmo;27910667]Trovo piu' infantile lo sposo che rompe i marones, io. Il mondo e' bello perche' e' vario.
  9. Portavo la cravatta ad emblema del "matrimonio standard" come lo definisci anche tu. Nel senso: se io mi sposo e voglio un matrimonio... come voglio io , cioè con vestiti sobri e formali (non eccessivamente, ma almeno ben curati ed eleganti), considero un po' infantile che un amico mi venga a dire: "eh, sai, non so se vengo, perché mettermi una camicia non fucsia con sopra una giacca mi fa sentire a disagio". Cioè, dai: a quel livello bisognerebbe essere uomini maturi e non bambini che si vergognano se hanno lo stesso giocattolo dell'amichetto. Si può sorvolare sulla cravatta, ma non su uno "stile", se lo sposo lo desidera (e se l'amico e un amico).
  10. Neanch'io. Intendevo un tipo di scarpe che vanno bene a un matrimonio, ma che non devi necessariamente stipare in gattabuia per gli altri 364 giorni. Una scarpa sobria, non da funerale, che puoi mettere in tutta una serie di occasioni in cui ci vuole un minimo (un minimo) di formalismo e "disappariscenza". Dai, le Convers sono all'ultimo gradino della scala dell'eleganza (o della sobrietà)...
  11. Che sono scarpe da ginnastica trasformate a scarpe d'uso comune. Intendiamoci, anch'io penso che l'eleganza si nasconda spesso nella semplicità. Ma qui ci vuole una bella scarpa che non usi tutti i giorni. E non necessariamente deve essere sbrilluccicante e con diamanti incastonati. Anch'essa semplice, ma di un certo pregio.
  12. Ma la giacca la vuoi mettere o no? Comunque il problema è... il colore. Sembra banale e superificiale, ma se il matrimonio è un matrimonio classico, il verde (e quel tipo di scarpe) non ci vanno. Non lo dice una legge scritta. Lo dice la comune coscienza.
  13. Ma allora dev'esserci un'omogeneità di intendimenti e un intento predeterminato: facciamo il matrimonio allegrotto e ci vestiamo tutti a quel modo. E allora ci potrebbe anche stare (non nel senso che lo condivida, ma è rispettabile, ma nel senso che è una scelta compatta). Ma se vogliamo indicare come ci si veste a un matrimonio, io per matrimonio intendo quello classico: le altre sono eccezioni. E a un matrimonio classico si va in giacca e cravatta, con colori rispettabili e un minimo curati... insomma, niente abbinamenti alla cacchio! Poi: sinceramente, se io mi sposo e voglio un matrimonio come si deve, e un amico non ci viene solo perché "gli ripugna" mettersi una cravatta... C'è un po' di puerilità in questo, secondo me. Non è mica una scelta di vita...
  14. Giustamente alla causa più valida si associa l'abito più riuscito (il terzo)...
  15. Aspetta, forse non ci siamo capiti. Condivido pienamente quello che dici, ma Ricky non parlava della limitazione dicendo "penso che sia voluto". Era una battuta: io ho scritto "il gioco non vale la candela", e lui ha fatto l'associazione "candela-fiamma-benzina", come a dire: il gioco non vale "il fatto di avere benzina in auto", ma il "voluto" era riferito a me. Tutto qui.
  16. Paolo, capisco il tuo punto di vista e condivido le conclusioni a cui giungi: in tempi e modi che possiamo immaginare noi, non vi sarà mai un'auto talmente sicura da garantire l'incolumità degli occupanti in ogni situazione. Ma se la tecnologia si arrestasse solo perché sa che non potrà dominare a suo piacimento ogni ambito della fisica conosciuta, non avrebbe più senso la stessa parola "progresso". Secondo te sarà possibile immaginare un mondo in cui tutti gli individui potranno salvarsi da qualsivoglia malattia, e anzi, saranno pure al sicuro dal contrarla? Secondo me no, ma non per questo la medicina si arresta. Il punto non è "come possiamo rendere le auto dei bunker inscalfibili". Il punto è "come possiamo rendere le auto SEMPRE PIU' SICURE"? Il "più" non sottintende affatto una scala verso un traguardo di perfezione. Se io studio come aumentare la velocità di un'astronave, dico che sto vagliando le possibilità per farla andare sempre più veloce. Ma non raggiungerò mai una velocità... insuperabile! In quest'ottica condivido in pieno la logica di sottoporre le auto a costanti test di perfezionamento, il che non è un lavoro inutile, come si potrebbe pensare ferma restando la garanzia che il "massimo" non vi sarà mai. Il tutto va ponderato, ovviamente, come dicevo prima: è inutile sottoporre oggi le auto a test che richiederebbero palesemente livelli di sicurezza da carro armato. Ma non è inutile concepire una progressività di miglioramento in cui il progresso tecnico via via richiesto, viene pian piano reso disponibile e adeguato all'esigenza di avere prezzi ragionevoli (ecco il risvolto del criterio di ragionevolezza). 30 anni fa, penso, si credeva che ABS e ripartitore di frenata fossero dispositivi costosissimi e destinati a essere montati su 1/100 dei veicoli circolanti. Pochi anni fa si pensava che l'ESP su tutte le auto fosse una barzelletta...
  17. Matrimonio = formalità, serietà, maturità La festa casomai è all'addio al celibato (o eventualmente al banchetto...).
  18. Probabilmente si trattava di Fabrizio Corona...
  19. Mi sembra un'analisi interessante. Da vedere come sarà percepito in USA un piccolo motore turbo in luogo di un mostro di cilindrata d'altri tempi...
  20. I test valutano le auto sulla base di situazioni statisticamente rilevanti. C'è la stessa probabilità che cada un vaso in testa a uno in spider, e che un masso di 30 tonnellate rotoli addosso a un Hummer. In entrambi i casi l'occupante è spacciato, ma non per questo le spider si aboliscono o gli Hummer vengono fatti di cemento armato. Ma infatti quel tipo di urto (come anche un urto frontale a 50 km/h) difficilissimanente non lascia conseguenze ai passeggeri. Solo che la progettazione della vettura può fare la differenza tra un passeggero in stato di shock e un passeggero morto. Il punto è stabilire che tipo di danni saranno riportati da vettura a vettura. Se un veicolo di oggi riesce a non provocare ferite gravi ai passeggeri, senza per questo far impennare i prezzi dei listini, è giusto che si lavori perché anche gli altri modelli ci si avvicinino.
  21. Dai dai, non ci credo che tutti quanti voi altri non vi siate mai messi addosso una camicia colorata... Ammettetelo.
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