Paolo, capisco il tuo punto di vista e condivido le conclusioni a cui giungi: in tempi e modi che possiamo immaginare noi, non vi sarà mai un'auto talmente sicura da garantire l'incolumità degli occupanti in ogni situazione.
Ma se la tecnologia si arrestasse solo perché sa che non potrà dominare a suo piacimento ogni ambito della fisica conosciuta, non avrebbe più senso la stessa parola "progresso". Secondo te sarà possibile immaginare un mondo in cui tutti gli individui potranno salvarsi da qualsivoglia malattia, e anzi, saranno pure al sicuro dal contrarla?
Secondo me no, ma non per questo la medicina si arresta.
Il punto non è "come possiamo rendere le auto dei bunker inscalfibili". Il punto è "come possiamo rendere le auto SEMPRE PIU' SICURE"?
Il "più" non sottintende affatto una scala verso un traguardo di perfezione. Se io studio come aumentare la velocità di un'astronave, dico che sto vagliando le possibilità per farla andare sempre più veloce. Ma non raggiungerò mai una velocità... insuperabile!
In quest'ottica condivido in pieno la logica di sottoporre le auto a costanti test di perfezionamento, il che non è un lavoro inutile, come si potrebbe pensare ferma restando la garanzia che il "massimo" non vi sarà mai. Il tutto va ponderato, ovviamente, come dicevo prima: è inutile sottoporre oggi le auto a test che richiederebbero palesemente livelli di sicurezza da carro armato.
Ma non è inutile concepire una progressività di miglioramento in cui il progresso tecnico via via richiesto, viene pian piano reso disponibile e adeguato all'esigenza di avere prezzi ragionevoli (ecco il risvolto del criterio di ragionevolezza). 30 anni fa, penso, si credeva che ABS e ripartitore di frenata fossero dispositivi costosissimi e destinati a essere montati su 1/100 dei veicoli circolanti. Pochi anni fa si pensava che l'ESP su tutte le auto fosse una barzelletta...