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Continuerei la saga di Minghi (per Gimmo: Minghia ) con questi due pezzi.
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Guarda che non propongo certo lo stesso iter per la patente di guida. Basterebbe, come ripeto, una visita che accerti che la persona è in grado di stare in piedi, ci vede bene ed è in buona salute. Più 2-3 lezioni teoriche di circolazione, anche da proporre nelle scuole per esempio, concetto che alle amministrazioni sembra fuori dal mondo. Andiamo, non mi pare una pagliacciata... Poi, ribadisco ancora, sono tutte congetture inapplicabili per il momento. Come quale problema? Il problema del contatto automobilisti-ciclisti. Il problema del rispetto delle norme stradali da parte di automobilisti e ciclisti. Il problema della sicurezza del ciclista su ogni manto stradale. Probabilmente nelle tue zone i ciclisti sono poco diffusi (ho esperienza della Sicilia, e in effetti laggiù se ne contano davvero pochi, almeno dove vado io). Ma ti posso assicurare che qui da me i ciclisti abbondano, eccome. E ho perso il conto dei vecchietti che sbandano, dei "giovani" che si piazzano in mezzo, e di quelli che si rendono pericolosi a destra e a manca. Fidati, non sto esagerando. Non sarà una piaga, certo, ma è un andazzo che ha già provocato vittime e rischia di provocarne ancora. Da qui a pensare di usare il caschetto in bici non credo ci voglia un passo enorme... Se la gente non è capace di capirlo da sola, però...
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Oh, che te devo dì, sarò io lo sfigatissimo che becca tutti i ciclisti più spericolati... Quanti km avrò percorso da quando guido? Forse 7-8.000... Ciò non toglie che il patentino "sarebbe" la soluzione migliore. Non una vera patente, ma un attestato di idoneità fisica e di minimale conoscenza della viabilità. Più a monte di così non puoi agire per risolvere il problema. A fianco, ovviamente, a un miglioramento delle infrastrutture. In ogni caso, ho già detto che ora come ora sarebbe inapplicabile, non lo nego. Non possiamo mica ragionare alla Thomas More come se vivessimo in un ambiente perfettamente coerente.
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Si tratta di un'idea che metterei molto volentieri in pratica, invece. Sono due categorie diverse, ma in svariate circostanze della circolazione, come dire, i loro ruoli si affiancano. Inoltre, se è vero che i ciclomotoristi sono forse la "specie" più pericolosa della strada, molti, troppi ciclisti non sono da meno. Io ho una brevissima esperienza da automobilista, ma ti posso assicurare che potrei creare da solo una "letteratura" delle infrazioni più comuni di chi va in bici. Per il fattore "rischio verso l'altro" ciclomotori e ciclisti non hanno molte differenze. Entrambi in un urto con un'automobile non creano pericoli all'automobilista. Entrambi in un urto con un'automobile possono essere sbalzati a metri di distanza o fare rovinose cadute. Entrambi possono potenzialmente creare pericolo a pedoni (chiaramente un ciclomotore sparato ha un effetto più grave) e ad altri utenti della medesima categoria. Certo, non vanno omologati, ovvio, ma non vedo poi questa gran forzatura nel vedere in un ciclista - ripeto, in taluni casi - semplicemente un ciclomotorista più lento e non a motore.
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Stamane ho visto la prima Panda 2012, e ho avuto un paio di fatalità favorevoli. Ero in coda in una strada a doppia corsia, con davanti a me la nuova Panda e nella corsia di destra, qualche metro avanti, quella vecchia. La mia prima impressione è stata che... non si trattasse di una panda. In effetti, specie dal vivo e senza "preavviso di confronto", il posteriore risulta abbastanza distante da quello vecchio, sebbene tutto sommato ne mantenga le proporzioni. In realtà molto fanno i fari posteriori, che, essendo molto più corti, concentrano l'attenzione più in orizzontale che in verticale. Così tutto il posteriore ne esce leggermente più "bombato" e meno filante, anche se non per questo meno gradevole. Anzi, l'effetto di maggiore rotondità e larghezza la fa sembrare a mio avviso meglio piazzata e più stabile. Insomma, almeno da dietro, mi pare essere divenuta più varia e giovanile, e contemporaneamente "più macchina" rispetto alla precedente.
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- fiat panda 2011
- panda 2011
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E ancora una volta qui condivido. Ma ti chiedo: quante probabilità ci sono che le istituzioni attacchino la questione dal lato giusto? Quante probabilità ci sono che ciò verrà fatto in tempi brevi? Secondo me molto poche. E intanto io preferisco non dover aspettare secoli col rischio che una caduta mi faccia seriamente male. Artemis, un casco non costa né centinaia, né migliaia, né milioni di euro. E non richiede un team di superspecialisti per essere indossato, né ore, né mesi. Se uno si disabitua a usare la bici solo perché gli dà brutalmente fastidio perdere 20 secondi per allacciarselo, significa che non ha ben chiaro cosa significhi circolare in strada su una bicicletta. Io penso che il ciclista consapevole (che nel frattempo guida anche l'auto) sia in grado di capire dove un mezzo è più efficiente di un altro. Se usa la bici, lo fa perché in quella situazione è più performante e comoda della macchina. E se bisogna aggiungerci un caschetto, non vedo inficiata l'efficacia del mezzo. Il problema culturale esiste e lo si riscontra nell'inadeguatezza di molti ciclisti propriamente nello stare in strada. E allora bisognerebbe discliplinarli tutti, l'ho detto prima. Ma anche qui, polemiche, ritardi, incertezze...
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A titolo di sondaggio: le Serie 3 E90 hanno palesato molteplici casi di cedimento della catena di distribuzione e difetti correlati (spesso gravi a tal punto da richiedere la sostituzione del motore intero). Hai per caso riscontrato (e risolto) questo problema? In caso affermativo potresti tranquillamente tenerla fino a fine vita, a patto che tua mamma possa condurla in sicurezza. In caso negativo, farei penserei seriamente di disfarmene...
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È stato detto in precedenza infatti, e sono d'accordo sulla necessità di far evolvere l'infrastruttura. Ma finché non ci si dà una mossa in questa direzione, cosa facciamo? Ci teniamo il rischio e la paura, per noi e per i nostri (non miei) figli? O cerchiamo di proteggerci privilegiando il buon senso? Io preferirei la seconda scelta, solo che di buon senso, evidentemente, ce n'è poco, ed ecco che salta fuori la parola "obbligo". E sono ancora d'accordo che l'obbligo del casco NON risolverebbe la causa del rischio, si è già detto. E tra l'altro, come ho già accennato, il problema non è solo dell'infrastruttura. Il problema è spesso insito proprio nei ciclisti, che in gran parte non conoscono/non rispettano un minimo di norme di comportamento stradale.
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Come ha detto AleRPM, in molte situazioni di viabilità una bici non fa nulla di più e nulla di meno di un ciclomotore. È un veicolo leggero e soggetto a sbandate (più di un ciclomotore), che raggiunge velocità spesso paragonabili. Ergo, ha bisogno di un sistema di protezione egualmente efficace. Guidando senza esagerare, quante volte entra l'ESP? Probabilmente mai, ma quando - ad esempio - serve evitare un ostacolo improvviso a 60 km/h, ecco che si fa sentire. Parliamo sempre di dispositivi rarissimamente vitali, ma che quando servono possono evitare conseguenze fatali. Poi ovvio che facendo qualsiasi cosa si può rischiare la vita, ma non è un discorso molto calzante. Di fatto, anche immobile su una sedia mi può crollare il soffitto in testa, posso essere infilzato da un giavellotto attraverso la finestra, ma...
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Dipende, come dire, soprattuttissimo da quello. Chiaro, se un'auto non consuma meno di un tot, con qualunque stile, non si può fare molto. Ma tieni presente che la maggioranza delle lamentele sui consumi che si sentono e leggono in giro sono riconducibili a due motivi di fondo: - problemi del motore/motore non ancora in pieno esercizio (su auto nuove, per esempio) - stile di guida erroneamente ritenuto ininfluente (o comunque inadeguato) Quanto alla Bravo, io non la possiedo, ma ho un conoscente che la guida (percorso quasi totalmente extraurbano, niente autostrada) e supera i 20 km/l senza per questo guidare "da nonnina". Per portare una mia esperienza personale, FIAT dichiara un consumo combinato (approssimativamente 33% urbano e 66% extra) di 16,4 km/l per la GPunto 1.4 77 CV. Io, così come altri utenti, con un utilizzo 25% urbano, 65% extra e 10% autostrada) ho superato abbondantemente i 17 km/l, certo senza pretendere chissà quali accelerazioni, ma senza essere d'intralcio al traffico.
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L'infrastruttura globalmente non è spesso adeguata ad accogliere i ciclisti, ma dubito che riuscendo a riformare l'infrastruttura la situazione si capovolgerebbe. Migliorerebbe, ma il problema di fondo - ossia l'inettitudine di molti ciclisti a circolare - rimarrebbe. Ovvio che tutti questi problemi non li risolvi rendendo obbligatorio il casco. Ma se il casco può rendere shokante e spaventosa una caduta altrimenti mortale, ben venga, intanto. Se il ciclista medio non riesce ad arrivarci sono problemi suoi. Meglio: un ciclista inadeguato in meno sulle strade. Il problema ce lo teniamo comunque, casco o non casco. Lasciamo decidere alla gente? Bene, quanti lo faranno? Nessuno più di quelli che già lo fanno oggi. E saremmo punto e a capo.
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4,9 l/100 km sono più di 20 km/l. Se è vero che i consumi dichiarati sono (non sempre, dipende moltissimo dalla condotta di guida) spesso inferiori a quelli reali, significa comunque che in ciclo extraurbano sicuramente i 20 km/l li supera, ed è un dato più che buono. Poi, se l'estetica non ti convince, fai bene a scartarla.
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Lasciando stare le pure statistiche, è mio parere che il casco per i ciclisti dovrebbe essere obbligatorio. La ragione è molto semplice: il ciclista è esposto a cadute sull'asfalto esattamente quanto un ciclomotorista/motociclista, con il più l'aggravante che la bici ha molta meno stabilità di uno scooter o di una moto. La bici raggiunge, potenzialmente, velocità molto inferiori, è vero, ma bastano 5 km/h per spaccarsi il cranio. Se per qualche motivo l'introduzione dell'obbligatorietà del casco disincentivasse l'impiego della bici, allora vorrebbe dire che non siamo pronti a diventare una popolazione di ciclisti. Perché non si tratta di incoraggiare la gente a usare la bicicletta, non solo. Si tratta soprattutto di incoraggiare la gente a guidare la bicicletta in condizioni di sicurezza per sè e per gli altri, e questo è un punto totalmente disatteso. Basta farsi un giro nelle nostre città (non serve neanche andare in strade extraurbane), per vedere: - quanti ciclisti non rispettano i semafori; - quanti ciclisti slalomeggiano in mezzo alle auto; - quanti ciclisti non usano la pista ciclabile che si trova a 1 metro da loro; - quanti ciclisti si piazzano in mezzo alla strada non sapendo dove andare; - quanti ciclisti sbucano sulle strisce pedonali senza la minima attenzione ... ecc. ecc. Da ciò io deduco che il casco va reso obbligatorio, ma ciò sarebbe una soluzione temporanea e non radicale al problema. Il problema vero è che troppi ciclisti rispettano il CdS ENORMEMENTE MENO degli automobilisti... P.S. Forse andrebbe spostato il topic in "Sicurezza stradale"
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Ma queste auto per il raduno sono del tutto inutilizzabili su strada, o semplicemente è rischioso far fare loro tutto il viaggio? Se fosse vera la seconda ipotesi, non si potrebbe pensare a portarle autonomamente fino all'ipotetico luogo di partenza del convoglio (Bologna per esempio)? O, se non possono affrontare il tragitto, trascinarle con auto moderne? Sempre ammesso che a Bologna si trovi la soluzione per il trasferimento in Olanda, quello è un must ovviamente.
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Che dire? Per la prima volta voterei per NON bannarti! Una delle canzoni romantiche più scioglievoli ed entusiasmanti.
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Musica di chiesa? Ma l'hai ascoltata, sì? Per fortuna che ti piace Minghi, altrimenti...