Fiat Group sta valutando la possibilità di usare il suo stabilimento indiano di Ranjangaon come base produttiva di modelli chiave per il mercato globale, compresa la low cost pensata sia per L'Europa che per i mercati emergenti.
Lo ha affermato l'amministratore delegato di Fiat Group, Sergio Marchionne, in un'intervista al gionale indiano Daily News and Analysis, precisando che la low cost in cantiere non avrà il marchio Fiat, in quanto quest'ultimo «è un premium brand nel segmento di riferimento». Marchionne ha anche anticipato che potrebbe esserci la collaborazione con il partner indiano Tata su questo progetto. Sulla possibilità che la futura low cost sfrutti la piattaforma della ultraeconomica Nano prodotta da Tata, Marchionne ha osservato che «ci sono molte opzioni al vaglio e questa potrebbe essere una di esse».
L'impianto di Ranjangaon, dove Fiat Group opera in joint venture paritetica con Tata - ha aggiunto Marchionne - è di caratura mondiale e potrebbe anche ricevere ulteriore impulso con un ampliamento della capacità produttiva, non dissimilmente da quanto accaduto con la fabbrica in Polonia, passata dalla iniziale capacità di 250.000 unità a quella attuale di 600.000 unità.
Marchionne ha anche affermato che per ora è prematuro inserire il marchio Iveco nella joint venture con Tata.
Solida la posizione finanziaria di Cnh. «La Fiat riesce, nella posizione in cui è adesso, a coprire i fabbisogni finanziari». Lo ha detto oggi a Torino l'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, arrivando all'Unione Industriale dove ha partecipato al primo consiglio direttivo della nuova giunta degli industriali torinesi. «E infatti - ha precisato - si è assunta la responsabilità di finanziare le attività che ha in Usa e lo sta facendo».
Marchionne, facendo riferimento ad alcune dichiarazioni espresse nei giorni scorsi a Chicago sulla società che produce macchine per l'agricoltura e movimento terra, ha sottolineato che «non hanno capito le mie affermazioni». «C'è - ha ricordato - una crisi sui mercati finanziari che ha reso molto più difficile ottenere crediti per alcune operazioni. Ma, come i problemi li hanno le banche, le hanno anche le società industriali nel finanziare i portafogli di crediti che hanno. La Fiat, tuttavia riesce a coprire i suoi fabbisogni finanziari».
Marchionne: ipotesi India per la produzione della low cost Fiat - Il Sole 24 ORE