Temevo che potessi essere fraintesto La mia non era una critica all'esperienza all'estero ma una critica allo "snob della critica a prescindere", atteggiamento (secondo la mia esperienza) diffuso fra chi fà questo tipo di esperienze ma sopratutto fra chi le vorrebbe fare (e magari non può/vuole veramente).
Noi giovani siamo rassegnati alla nostra situazione e schiavi dei nostri clichè: è sempre colpa di qualcun'altro* (dei baroni, della globalizzazione, dei vecchi, della crisi bla bla) e l'unica cosa che sogniamo è fuggire. Poi chi va non sempre trova il paradiso che cercava e l'italia forse non era la merda che tanto si credeva...
Conosco gente che ha lasciato fior di lavori per guadagnare 2 lire in più all'estero in ambienti rivelatosi poi non cosi belli, ci si arrende ad ogni difficoltà perchè l'italia è cosi, mica come all'estero.. ecc
La verità è che se l'Italia è cosi è perchè noi l'abbiamo costruità cosi o non facciamo realmente niente per girare le cose.
Basti vedere quanti 20-25enni leggano un quotidiano una volta ogni tanto, il 10%? ad essere buoni..
Se l'italia non è la germania ed è nella storia passata e contemporanea un paese di emigranti, sarà mica colpa anche degli italiani?
Poi all'estero ci raffigurano come ratti, ma è giusto cosi, siamo noi i primi a mettere la nostra identità sotto i tacchi, non vedo perchè uno straniero dovrebbe averne riguardo!
PS risottolineo che questo non c'entra nulla con chi decide di farsi la sua bella esperienza all'estero, che sicuramente ti arricchisce, avessi fatto scelte diverse ci sarei sicuramente pure io..
La mia è una critica alla mentalità!
*Per dirne una fresca, sarà mica colpa degli italiani che se ne fregano di andare a votare se non si raggiungerà il quorum al prossimo referendum? No è colpa del mancato election day e del fatto che se c'è bello la gente va al mare..
Quanto è diffuso questo modo di pensare?