Ciao a tutti... premetto che al fenomeno dei "magnetizzatori" di combustibili mi interesso sin dai tempi del Tucker, e quando incontro thread come questo mi incuriosisco sempre.
Temporibus illis mi impegnai seriamente sull'allora forum di Energy saving in un chilometrico confronto per capire dove e come 'sto coso potesse dare risultati. Per inciso anche allora si sbandierava una certificazione (del TUV, basata su una presunta prova sperimentale che tra l'altro fu facilissimo smontare pezzo per pezzo), ed anche allora intervennero nella discussione rappresentanti ed "esperti" della ditta produttrice.
Due cose ritrovo perfettamente uguali tra quella "discussione" e quella attuale:
- il ricorso a fantascientifici fenomeni che "voi umani non potete capire" per giustificare l'esistenza stessa dell'oggetto, senza mai fornire chiari elementi sul suo funzionamento riconducibili a leggi fisiche.
- lo snocciolamento di dati in assoluto contrasto con quanto asserito
- il rifiuto di continuare il dibattito dopo il primo scivolone...
nel caso in esame lo scivolone sta qui:
Al di la del fatto che l'unità di misura è sballata (la portata si misura in nm3/h o nm3/s), il messaggio subliminale pare essere : "il nostro dispositivo richiama più ossigeno tant'è che quasi raddoppia la massa dei gas di scarico" (nel secondo caso, ovvero la riduzione della quantità di combustibile, la massa in gioco invece dovrebbe diminuire)
Probabilmente il riferimento fantatecnico alla base di questa sparata è all'azione del turbocompressore, che appunto aumenta la potenza e la resa aumentando la quantità d'aria presente nel cilindro.
Se così è, l'inventore del DDD dimostra una totale misconoscenza del funzionamento di un motore diesel.
Sostenere che agendo sul solo combustibile si è avuto un RADDOPPIO della MASSA dei gas di scarico (ricordo che il nm3 è un'unità di massa, non di volume, in quanto fa riferimento a ben precise condizioni di temperatura (20°C) e pressione (1 bar)) è grottesco e ridicolo allo stesso tempo...
Le reazioni chimiche, fisiche o magnetiche che siano, avvengono tra quello che c'è, non tra quello che non c'è... ergo visto che combustibile e comburente vengono a contatto e reagiscono solo in camera di combustione, dove vengono portati in modo indipendente rispettivamente dal circuito di iniezione e dal pompaggio dei pistoni, vedo alquanto arduo spiegare da dove provenga la massa d'aria mancante.
Oltretutto TUTTI i diesel funzionano in eccesso d'aria (e di ossigeno). Questo è oltremodo vero al minimo, dato che l'aria immessa per ogni corsa rimane invariata, a meno delle perdite di carico nei condotti, non essendoci farfalla nel collettore. Quello che manca per una combustione perfetta è l'intimo contatto tra le molecole di combustibile e l'ossigeno stesso, per cui parte del primo arriva allo scarico incombusto (cosa cui si cerca di ovviare con la nebulizzazione e la dispersione in fase di iniezione).
Quindi il rappresentante DDD ha di fatto sostenuto l'unica cosa che non avrebbe dovuto dire, se voleva difendere il suo prodotto, ovvero che per bruciare la stessa quantità di gasolio ha bisogno di molta più aria.
PS: le "sensazioni" degli utilizzatori finali lasciano il tempo che trovano. L'unico riscontro valido è quello strumentale.
Per esempio, un classico trucco dei venditori è quello di applicare gli "aggeggi risparmiosi" a motori o caldaie vetusti. In questi casi quasi sempre la "messa a punto" scrupolosa del motore che tacitamente viene fatta dall'installatore con la scusa della "taratura del processo" già è sufficiente per ridurre gli sprechi e far apparire una miracolosa riduzione dei consumi.