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bialbero

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  1. :lol::lol::lol:
  2. io credo che più che fastidio (all'epoca Fiat aveva si influenza politica, ma il presidentissimo Luraghi era considerato uomo forte e di carattere) ci fosse il fatto di un'immagine alfa romeo compromessa, difatti come abbiamo visto la TA arrivò solo con la Sud e dalla matita di un'equipe completamente estranea all'alfa romeo, anzi, c'e di più, di fatto Alfasud era proprio una società autonoma indipendente e slegata da Arese ma pur sempre sotto la regia dell'IRI. Busso venne stoppato diverse volte sia per problemi di immagine che ne avrebbe avuto il marchio alfa sia per meri problemi tecnici relativi proprio a quanto detto prima. Esiste una bella documentazione in tal senso circa l'alfasud, ho pubblicato tempo fa sul mio sito l'intera conferenza sull'alfasud, con interventi di Chirico (il discusso Chirico) e Hruska: Giuseppe Eugenio Luraghi notare come nella conferenza si parla anche di 164 e di quando è nata precisamente, questo Paolo ti interessava.
  3. riguardo al tuo ultimo questito caro Paolo ti rispondo con un dato storico e di fatto inconfutabile: Sul finire degli anni 80 l'Alfa Romeo preparava un rientro in grande stile nel settore delle ammiraglie, spazio occupato prima con Alfetta--6-90, ed era ad uno stadio avanzato di progettazione di una inedita piattaforma denominata "progetto 156". Era un porgetto a trazione posteriore che prevedeva lo schema Alfa 6, vale a dire cambio anteriore in blocco e ponte posteriore inedito, non ci è dato sapere se fosse ancora De Dion o altra roba. Nel 1981 purtroppo si decise di passare al Tipo4, ma è stata una scelta obbligata in quanto la Fiat di modificare il proprio pianale per poter ospitare la trazione posteriore (e tutto l'adattamento per i motori e cambi longitudinali) NON ne voleva proprio sapere, l'Alfa Romeo, già in forte crisi finanziaria, si vide COSTRETTA ad acettare la proposta di Fiat. Negli anni 80 infatti non era raro vedere uomini di Mirafiori ad Arese, anche se per fortuna ci entrarono non ancora da padroni, ma da partner. Altro dato. il segmento medio. Anche qui, ovviamente è inutile parlare cosa avrebbe fatto una ipotetica Alfa indipendente, ma in ogni caso, a Torino si insunuava il dubbio che non fosse commercialmente opportuno che tutte le alfa dovessero essere delle trazioni anteriori, cosichè dopo la 164, l'erede della 75 sarebbe dovuta essere a trazione posteriore e la base era quella delle Maserati, riviste e corrette ad Arese. Di questo ne parla Ghidella, perchè queste idee son sue. Poii vabbè, sappiamo come sono andate, il progetto Maserati-Alfa divenne inattuabile per varie ragioni (costi) e si passò alle sinergie con una 155 che, pronta già nel 1988, venne presentata solo nel 1992.
  4. l'alfa romeo era realmente avanti nella ricerca e lo studio sulla trazione anteriore lo dimostra alla perfezione, il che, per una casa fortemente radicata sulla trazione posteriore, la dice lunga sulla lungimiranza della dirigenza.
  5. si, sono le famose RIO, motorizzate coi bialbero delle 1900, il design come si vede è un miscuglio tra Alfetta, alfa 6 e via dicendo, è vero vennero importate anche in Italia ma non so se effettivamente siano state poi vendute
  6. assolutamente d'accordo, la plancia della 90 a mio parere è persino più riuscita di quella della 75, molto imponente ma elegante e sobria, mi è sempre piaciuta.
  7. andando un attimo fuori tema, ma non tanto, sabato scorso ho visitato insieme ad un amico alfista la collezione di Alfa Romeo di una ex concessionaria che ha chiuso i battenti nel 1983, tra le varie Alfa che si è portata dietro (ora vende Lancia) spicca questa superba Alfa 6 2.5 prima serie, con meno di 50 mila km. Notare la superbia degli interni, da vera ammiraglia:
  8. bel dilemma, in effetti verrebbe da domandarsi, se la 6 fosse uscita quando avrebbe dovuto, vale a dire a metà anni 70, l'Alfetta sarebbe comunque stata Riposizionata o no? io credo di si comunque, la cilindrata di 2000 avrebbe resto necessario un nuovo abitacolo per dare censo ad una grossa cubatura (almeno per l'Italia) cosi da lasciare spazio alla 6 sul mercato delle luxury, chi lo sà ad ogni modo.
  9. concordo con Duetto circa il fatto che gli interni delle Alfetta prima serie erano un po sottotono, almeno da chi era abituato non solo alle precedenti 1750 e 2000. Con il restyling del 1977 e l'allungamento di 10cm fecero una Alfetta ben più pretenziosa (ma più morbida) e con la L si raggiunse a mio avviso un ottimo livello, culminato poi con la Quadrifoglio Oro. un esempio, per chi veniva da questi interni sopra 1750, sotto 2000 vedeva un po sottotono questi di Alfetta prima serie mentre già si migliorò parecchio con la L (in foto la mia ) e si raggiunse il top con la QO però gli interni della 90, pur con l'uso ormai generalizzato della plastica, non sono per nulla male:
  10. si c'e anche il fatto che dalla clientela le due, Alfetta e Giulietta, vennero viste come differenti, sia per il fatto che la Giulietta avesse come base di gamma il piccolo 1.3 (impreziosito con la chicca dell'albero motore della GTA) sia per il fatto che l'Alfetta era più pretenziosa. A riprova di ciò, proprio nel 1977 mentre esordisce la Giulietta, l'Alfetta venne ristilizzata ed allungata di 10 cm, curando al contempo le finiture che divennero più pregiate. Cob la versione L del 78 fece un'ulteriore balzo e divenne ancora più signorile ed elegante (ma pur sempre vista come sportiva) e la Giulietta venne a sua volta resa più sportiva. Purtroppo la 90 non ebbe tanto successo per due motivi: design anonimo e carattere sotto le attese, a causa della scelta infelice del cambio lungo che ne mortificava le doti di potenza. La 75 al contrario venne identificata da subito come sportiva, sia per la linea che per il carattere, grazie ai cambi corti. Si cercò di rimediare con la 90 super nel 1986, dotandola degli stessi cambi della 75 (corti) ma ahime la frittata era fatta, inesorabilmente la 75 spiccò il volo, si aggiunge anche il fatto che appena l'anno dopo venen presentata la 164, che ebbe un clamoroso successo.
  11. continuando con l'Alfretta, invito alla lettura di questo interessante articolo redatto da una sapiente penna qual'e Luca Goldoni: http://web.tiscali.it/alfetta.gt.gtv/Luca%20Goldoni%20e%20l%27Alfista.pdf
  12. si davvero, peccato abbiano scartato la sua proposta a zelig giusto la settimana scorsa
  13. AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH e tu da dove spunti fuori??????? per caso dal noto forum di quattroruote impestato dio fiattari prezzolati?? ma falla finita che a queste cose da queste parti è da un pezzo che nessuno ci crede!!! eddaii
  14. ma certo, mi ricordo bene, ma di fatto la 90 non poteva essere paragonata e non perchè dinamicamente inferiore (anzi!!!) ma perchè dimensionalmente più piccola. Ovvio il segmento era quello. E pensare che anche la Thema inizialmente venne proposta col piccolo 1600 monoalbero ma menomale mai commercializzata.
  15. bhe è purtroppo verità, le lamiere alfa comiciavano ad essere adeguatamente protette solo sul finire dei 70, mentre per gli assemblaggi avrei da ridire, le alfa peggiori sotto questo aspetto sono le ultimissime 90 e 75 e in generale le alfa anni 80, quando ormai cioè l'azienda era in crisi prima di esser regalata alla Fiat. ma non hai tutti i torti nemmeno tu, anche perchè è sbagliato fare un paragone sui segmenti come noi oggi li conosciamo e i vecchi segmenti che forse nemmeno esistevano, appunto l'alfetta era una sorta di crossover, a cavallo tra il D e l'E, anche se non ha mai avuto (purttroppo) una 6 cilindri (al contrario della rivale serie 5 o mercedes W123), questo fatto è direi da attribuirsi al fatto che il pianale dell'alfetta ha dato vita a praticamente tutte le successive o contemporanee sorelle, dalla Giulietta alla 90 e finendo con la 75, con quasi le stesse dimensioni. Una 90 certo difficilmente poteva essere paragonata ad una Thema o ad una serie 5.
  16. magari!!! ora è una guerra fratricida tra povere sorelle cadute in disgrazia
  17. ahahahahaha quoto vecchio mio. Alfetta è proprio come dici tu, una segmento E che certo già a metà anni 80 (anche con l'erede 90) stava decisamente stretto il suo vestito in quanto la concorrenza si era decisamente allargata. La 6 era addirittura superiore ad Alfetta seppur si fermasse alla sola cilindrata di 2500
  18. Aurelia, vista pochi mesi fa presso un meccanico di auto d'epoca, motore V6 e schema transaxle. IL termine "copiata" è un'usurpazione, diciamo che la migliore scuola italiana si è ispirata a quello schema con tanto successo, chi prima chi dopo e con diversi risultati e sopratutto finalità. Il team di Giuseppe Busso si ispirò dichiaratamente alle esperienze della Alfetta 159 del 1951. Sulla Trevi, be, posso darti ragione, è la madre dell'attuale produzione Alfa Romeo.
  19. mancava la faccina, altimenti la prendo come uno sgarro ahahahahaha dai su chiedo venia per l'eccesso di permalosità
  20. no nessuna divinità, semplicemente le boiate non sono mai piacevoli, tutto qua, se volete parliamo della Trevi però ahahahahaha
  21. certo che tu sei fatto apposta per sparare cazzate.
  22. bialbero

    Alfetta!

    http://www.youtube.com/watch?v=eO2Ywxtoqsg che dire dell'Alfetta? è semplicemente l'icona dell'Alfa Romeo e il modello più rivoluzionario dell'Alfa dal dopoguerra
  23. questi sono diversi e sono cerchi tipici anni 70, si chiamano Ronal e sono tra l'altro bellissimi e sulle Alfa stanno proprio a pennello
  24. paolo evidentemente ho preso una cantonata (sarà la vecchiaia? ) dato che se tu asserisci che quel numero di gente motori è del 1986, bhe, evidentemente quei cerchi c'erano già, anche se allora insinuo un'altro dubbio: cos'erano, SpeedLine o OZ? perchè che io ricordi ( e questa volta spero bene ) gli speedline nacquero dopo (la SZ montava nel 1989 gli speedline scomponibili): questi gli speedline delle 75 ASN (TS e Turbo) ma con 4 fori li montava anche la 33 16v questi quelli della SZ, con canale maggiorato e scomponibili: questi gli OZ Monza montati su una 75 nonchè la 164 Q4 (non ricordo se altre versioni come la Quadrifoglio prima serie)
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