Sul fatto che non sempre fare più modelli sia una scelta vincente, si può essere d’accordo, visto che fare un nuovo modello costa, e spesso le vendite si concentrano su pochi(ssimi) modelli (togliete Golf e Polo a VW in Europa, poi ne riparliamo). Quindi, se come nel caso di Fiat, sei coi soldini contati, meglio pochi modelli, ma indovinati. Tuttavia, nel caso del gruppo Fiat, rimane una questione supplementare: perché Fiat, che già è a corto di modelli, spesso tira fuori modelli inizialmente con motorizzazioni insufficienti, sia perché sono troppo poche, sia perché spesso (non sempre) sono troppo fiacche??? In fondo, aggiungere motorizzazioni non è un investimento esagerato (d’accordo…ci sono i costi sommersi…ma se non vuoi spendere da nessuna parte, allora vai in pensione e smetti di fare il produttore di automobili), e mi sembra che i vantaggi superino di gran lunga gli svantaggi.
Un esempio clamoroso è la Fiat Linea, che è stata proposta sia in India che in Turchia con motorizzazioni ridicole (con pessime ripercussioni sulla percezione del brand, specialmente in India, dove Fiat voleva e doveva rilanciarsi), e appena in Turchia hanno messo un diesel decente, è diventata la macchina più venduta in Turchia (anche se ammetto di non avere i numeri delle motorizzazioni vendute – so però che su tutti i Forum e test si diceva “ottima macchina, ma il motore è insufficiente”).
Un altro esempio per me è la 500 L. Ora, a me sembra che le motorizzazioni perfette per questo modello siano il Tjet Multiair 135 CV, il Tjet 120 CV GPL (che sta aiutando molto Fiat in questi mesi nel Segmento C) e il 1.6 Diesel 105 CV.
Io capisco che:
Mettendo le motorizzazioni più piccole si può partire con un prezzo di ingresso più piccolo, garantendo comunque buoni margini (anche se poi rimane tutto su file excel, visto che ormai in Fiat si cominciano a fare offertone la seconda settimana dopo il lancio del modello).
Questa macchina probabilmente cerca una clientela più attenta ai consumi parchi che alle prestazioni.
Metterci motorizzazioni piccole e risparmiose ci sta. Io non sono contro il proporre motorizzazioni piccole, ma contro il non proporre fin dall’inizio motorizzazioni più potenti:
Motorizzazioni più grandi danno tono all’intera gamma, e mettono il cliente di fronte alle sue responsabilità. “Se vuoi la motorizzazione fìga sganci la grana, altrimenti ti accontenti di quella meno fìga, o più sfìgata, a seconda dei punti di vista”. Questo è importante, anche in risposta a chi (giustamente) diceva che alla fine le motorizzazioni vendute sono poche, anche in modelli che ne offrono molte. Il punto non è quello: il punto è che un cliente, che si trova con un modello che offre poche motorizzazioni (o addirittura poche e “sfigàte”) si sente “maltrattato”, e vira su altri modelli e/o altri Brand, magari per comprare la stessa motorizzazione offerta da Fiat.
Il teorema che le motorizzazioni vanno aggiunte man mano, per tenere acceso l’interesse, mi sembra un dogma da marketing che non ha controprove. Noi non sapremo MAI quanti clienti si sono persi nei mesi in cui una motorizzazione non è stata disponibile. Per esempio, per me la Linea ne ha persi a vagonate in India e possibilmente anche in Turchia (visto che ora vende molto meglio), e possibilmente ha perso anche l'opportunità di ritagliarsi la reputaazione di berlina di qualità a prezzi ragionevoli, che poteva diventare un volano per le vendite future. Quanta gente che magari è indecisa tra 500L e una Mini Countryman, alla fine deciderà per la Mini, perché vuole un Monovolume un po’ sbòrone (anche gli sbòroni hanno diritto di esistere)??? E per me anche la Giulietta ha perso clienti all’inizio, quando mancava delle motorizzazioni intermedie (ma almeno lì le motorizzazioni di punta non mancavano).
Nel caso di Fiat, la questione costi sommersi mi sembra regga poco (dico "mi sembra", e può darsi che mi sbagli). Se già hai pochi modelli, almeno devi offrire motorizzazoni variegate. Inoltre, se hai necessità di migliorare la percezione del Brand, continuare a proporre motorizzazioni sottodimensionate diventa un “costo sommerso” devastante. C’è una voce, nel bilancio consolidato, che si chiama “intangible assets”. Sarebbe il caso di porre un po’ di attenzione anche a quella, pur con tutti i rischi e le imprecisioni che comporta.
In generale mi sembra che Fiat in questo modo non faccia nulla per cambiare la reputazione (intangible asset di primaria importanza nell'Automotive Business) di “Brand per poveri”, che si è costruita con cura certosina in questi decenni, specialmente sotto gli anni di Romiti. Una reputazione che ad oggi non rispecchia la qualità dei prodotti offerti. Ma i paradigmi mentali, pur invisibili, sono duri a morire, e per ammazzarli devi picchiare durissimo e a lungo. Partire con la 500L con motorizzazione di punta Twinair 105 Cv e un solo diesel, beh non mi sembra che Fiat ci stia dando dentro alla grande. Tra l’altro è un modello che dovrebbe vendere molto fuori dall’Italia, dove questo discorso vale ancora di più, in quanto alla gente piace avere “cavalli da spendere” (anche se poi te li tieni quasi sempre in tasca). Un esempio su tutti, la Germania, mercato di gran lunga più importante d’Europa, dove non ci sono limiti di velocità sulle autostrade. Quanti clienti perderà la 500L per il fatto di non avere una sola motorizzazione un po’ potente??? La mia risposta: molti. E la 500L verrà ancor più vista come “Mini-voglio-ma-non-posso”.
Da profano, senza alcuna nozione ingegneristica, e da appassionato del Gruppo (la cui permanenza in Italia è a mio parere condizione necessaria per evitare il fallimento del Paese), mi pongo la seguente domanda: “Sei capace di fare motori, ne hai tanti e ben fatti, usali…che te li tieni in saccoccia a fare??? Per venderli a terzi, e guadagnarci molto meno, mentre i tuoi Brand vanno a rotoli???”
Saluti e buona domenica.