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shadow_line

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  1. visto che oggi e domani sono ancora di rifinitura per la partenza della Vendee di domenica, e dato che abbiamo la comodità di youtube, in qst momento il modo migliore per conoscere un po' meglio barche e velisti partecipanti é linkare dei video che siano oltre che abbastanza spettacolari anche in grado di spiegare qualcosa sul lato tecnico e sportivo dove serve scriveró anch'io qualcosa, anche a livello di spiegazioni tecniche, e poi ogni tanto gli aggiornamenti sulla gara, d'altra parte dura due mesi, siamo in ambito endurance non c'é fretta... iniziamo con qualcosa come questi:
  2. qui un video sulla preparazione per la messa in acqua di una di queste barche, appunto gli Imoca 60: e un altro video di una delle barche partecipanti in navigazione, in genere ogni barca fa dei video di qst tipo come presentazione, in genere poco al largo della costa della bretagna in giornate molto ventose, ovviamente quindi non é che vanno sempre cosī veloci, qst sono appunto video di presentazione in cui conta molto lo spettacolo:
  3. se leggete, o rileggete i post precedenti diventa ovvio che abbiamo tutti gli ingredienti per il cocktail perfetto, ne manca ancora uno ed eccolo qui: i francesi abbiamo visto fin da subito hanno preso le regate oceaniche sul serio, quindi ad un certo punto si dicono: "sai che c'é? facciamo diventare questo sport un lavoro, creiamo una sail valley, una disneyland della vela oceanica!" e cosí fanno! le regioni a nord ovest della francia, affacciate sull'atlantico, bretagna normandia... da sempre lavorano con il mare, sono un popolo di pescatori e marinai da sempre, lí stabiliranno la loro "sail valley" che in pratica arriva a monopolizzare quasi tutta la competizione velica oceanica fino ad oggi, come viene chiamata in francese ”la course au large" nel 1989 parte la prima edizione della Vendee globe, organizzata dai francesi appunto, poi dalla successiva del 92/93 si corre ogni 4 anni, resta comunque una gara massacrante, in una carriera velica la si fa una o due, max tre volte, in francia con questo sistema la vela oceanica é diventata praticamente uno degli sport nazionali, con molto seguito popolare, copertura televisiva, sponsor e velisti che diventano personaggi riconosciuti la Vendee Globe é appunto la regata intorno al mondo senza scalo, senza assistenza esterna, con un solo velista per barca, le barche sono realizzate apposta in una classe chiamata Imoca 60 di 18,3 metri, negli anni sono diventate sempre piú veloci e si é passati dai 313 giorni per completare la regata nella prima edizione del 1968/69 agli attuali 74 giorni, e adesso si prevede di scendere sotto i 70 giorni qui sotto qualche immagine delle barche della Vendee attuale:
  4. e questo é sicuramente ottimo, tuttavia una versione "café racer-drama queen" pronta é necessario farla, piú avanti, perché diciamo che si deve mettere la gente davanti al "fatto compiuto" e realizzato da professionisti dello styling, sono cose che hanno molta efficacia a livello d'immagine
  5. a mio parere la versione MC20 attuale puó essere considerata come la versione "liscia" da usare praticamente come una porsche ma sicuramente, e mi trovo d'accordo con stephenson, c'é tutto lo spazio verso l'alto per versioni piú caratterizzate in termini "drama" e "racing"
  6. proseguiamo con la terza parte della storia del giro del mondo a vela in solitaria... abbiamo visto che nasce come regata organizzata dài inglesi, ma anche "marchiata" una volta per tutte dall'avventura umana e letteraria di bernard moitessier ma é un altro velista francese, considerato forse il piú importante velista moderno sia per i risultati sportivi che per aver definito un'idea ben precisa, moderna e ancora utilizzata oggi di intendere la vela oceanica: eric tabarly se moitessier é la mente, tabarly é il braccio, bretone di poche parole, ufficiale della marina militare francese fino alla pensione, tabarly partecipa nel corso di una lunga carriera da velista a praticamente tutte le regate oceaniche, vince ma anche sperimenta, nuove tecnologie, catamarani, trimarani, i primi tentativi con i foil, le nuove regole per migliorare la sicurezza insomma di tutto, quando tabarly arriva la vela oceanica é ancora fatta di tentativi empirici, quando lascia, per passare il testimone ai piú giovani la vela oceanica é ormai uno sport maturo, affermato, tecnologico, soprattutto in francia e dopo vedremo perché nelle immagini, eric tabarly con brigitte bardot, la sua prima barca il pen duick primo, a cui ne seguiranno altri 5 sempre piú sperimentali e altro ancora:
  7. eh, cosí, ev anche solo sulle porte post e la teatralità é servita insomma, tutto ma non le "solite" quattro porte...
  8. allora, dicevamo, la prima edizione del giro del mondo a vela in solitaria sicuramento mette le basi per "l'epica" della vela oceanica e in europa per lo sport della vela in genere (nei paesi anglosassoni c'era già da prima, avevano costruito un impero sui traffici marittimi...) ma si lascia anche una coda di polemiche perché era risultata molto piú difficile del previsto, con tanto di morti e feriti... passeranno molti anni prima che la gara riprenda, questa volta si chiama boc challege (dallo sponsor british oxigen company) prima edizione nel 1982: tecnologia migliore, barche piú veloci, ora non é piú una sfida ai limiti dell'impossibile ma uno sport vero e proprio con professionisti, sponsor ecc nell'edizione del 1995 arriva secondo il nostro giovanni soldini, tra l'altro é protagonista del salvataggio di isabelle autissier, che era in testa alla gara ma la sua barca si rovescia in oceano australe, soldini arriva comunque secondo, prima di salvare la autissier era terzo quindi tutto sommato... in piú gli arriva anche la legion d'onore francese un altro velista che si fa conoscere e diventerà nel tempo un mito per gli anglosassoni é peter blake quindi: golden globe=1° fase....... boc challenge/around alone=2° fase.... adesso un po' di foto d'epoca e poi la terza fase storica di questo giro "around the world" in solitaria (ma magari domani..)
  9. vabbé va, comunque la tua parte l'hai fatta, non in acqua ma in aria, va bene cosí.. 😄
  10. moitessier diventa quindi il "john lennon" della vela, scrittore, filosofo, uomo d'avventura piū che velista sempre con il cronometro sott'occhio, un po' come saranno poi walter bonatti e reinhold messner per la montagna, o ayrton senna nell'automobilismo una volta c'erano queste figure di sportivi dell'estremo che trovavano attraverso lo sport una via di conoscenza "filosofica" e sapevano comunicarla agli altri ad ogni modo il vincitore della prima golden globe, robin knox johnston, arriva al traguardo dopo il tempo interminabile di 313 giorni, da solo, in aperto oceano... ovvio che tutti lí hanno rischiato di uscirne pazzi.. si usavano barche di poco piú di 12 metri di lunghezza ma anche meno, moitessier era a bordo del joshua 12,40 metri costruito in acciaio, robusto sicuramente, ma con la tecnologia di allora erano tutte barche molto lente, che peró lasciavano molto tempo per la meditazione individuale.. (continua)
  11. vero, é un altro dei partecipanti inglesi fece una fine simile dopo la fine della regata, anche lui provato da quell'avventura che, con i mezzi tecnici di allora, era al limite dell'assurdo, dell'impossibile anzi, si disse allora che il limite era stato superato, e chi aveva partecipato in quella prima edizione in un modo o nell'altro ne era stato segnato profondamente (tra poco ancora un po' di storia sul giro del mondo a vela..!)
  12. Lucio.. io e le plastiche degli interni auto abitiamo su pianeti differenti... ogni tanto ci si dice buongiorno-buonasera ma i rapporti tra me e le plastiche d'interni finiscono lí... io semmai "accarezzo" con le dita e con lo sguardo il metallo delle carrozzerie, max le plastiche dei paraurti... e tutto questo mi é piaciuto, inoltre la parte verniciata del cruscotto é inserita in un bordo/cornice spesso che gli da contorno e qst parte verniciata, almeno sull'interno scuro che ho visto risalta fortemente, piú dell'attuale tutto il cruscotto sembra di un'auto di livello molto alto come immagine
  13. iniziamo quindi con qualche briciola di storia.. il giro del mondo a vela per navigatori in solitaria, senza scalo e senza aiuti esterni parte la prima volta nel 1969 e si chiama(va) golden globe race... vince un inglese, robin knox johnston che viene anche fatto sir dalla zia betta, ma se lo ricordano solo in uk.. emerge (e il caso di dirlo) invece sopra a tutti un francese, bernard moitessier, che quando é in testa alla gara, e dopo aver doppiato capo horn e si appresta a risalire l'atlantico verso l'arrivo... decide invece di proseguire sempre sulla rotta verso est, nei mari del sud, e riattraversare l'oceano indiano e pacifico fino a fermarsi nelle isole della polinesia, rinuncia quindi alla vittoria della gara, perché lo ha fatto? lui dice "per salvare la mia anima" in effetti non ritira il primo premio della gara ma ne vince molto piú importante, moitessier racconta la sua avventura in un libro "la lunga rotta" che diventa un classico (ancora oggi) tra i libri di sport, avventura, ma direi di letteratura tout court diventa quindi un personaggio conosciuto da tutti, interprete anche dello spirito tipico di quella fine anni 60/anni 70, un riferimento storico per tutti i velisti arrivati dopo, un "guru" oggi sarebbe un influencer..
  14. direi di sí, e molto bella la parte di cruscotto nel colore carrozzeria, bello il quadro strumenti, bella la mascherina frontale con i fori molto studiati a livello di disegno tridimensionale dei particolari, é un elemento su cui ci si sofferma in metalizzato e interno scuro fa molto, molto premium
  15. ieri era il 2 novembre, e a milano si dice "alegher! l'é el di di mort" e in effetti tra covid, elezioni americane che rischiano di finire in guerra civile, guerre di religione in atto, non é che proprio tutto vada per il meglio... ma sdrammatizziamo! intanto in tema due novembre ho trovato una foto di cristina bugatty che rappresenta bene la frase in dialetto meneghino, "alegher" lei in primo piano, e invece lo sfondo adatto alla giornata piú tardi, sempre per la parte "alegher"! che serve in questi giorni, come detto iniziamo a parlare della Vendee Globe, il giro del mondo a vela:
  16. ottima recensione, sicuramente auto da 10, condivido e altrettanto centrata l'idea che manca quel senso di "selvaggio" (di selvaggeria diceva qualcuno) ma é porsche, marchio anche da medio-grande produzione, per essere sportive, quindi é giusto cosí, se si vuole "l'amante selvaggia" ci si deve rivolgere alle sportive italiane personalmente é questa per me la questione, da sempre, bellissima auto in grigio non troppo vistosa, fa sembrare chi la guida il tipico imprenditore benestante del lombardo-triveneto, va in giro unendo la possibilità di far vedere che é "solvibile" ma anche, anzi quasi sicuramente, sta andando in giro per lavoro la sportiva italiana invece ti fa sembrare il tipo che non é in giro per lavoro, ma é in giro per i fatti suoi, e nonostante questo ha la sportiva insomma da porsche é giusto chiedere l'auto compassata, sobria, va bene cosí ed é giusta cosí, ma il mio carattere non si adatterebbe a cotanta sobrietà, mi serve la sportiva italiana proprio per la sua selvaggeria, anche d'immagine detto questo, non poter sgasare in folle é appunto, folle sulle auto sportive, a mio parere inoltre sulle ferrari se si va veramente veloci si percepisce di piú la strada, e il limite di guida e dell'auto ma come dico va bene cosí, é giusto e anzi ottimo che sportive tedesche e italiane abbiano caratteri diversi adatti a personalità differenti
  17. purosangue si potrebbe fare coupé due (tre) porte ma anche con la portiera piccola dietro controvento tip 500
  18. comunque visto e toccato dal vero la 500 elettrica, bellissima, sembra anche piú di un semplice premium, é premium alla grande
  19. mi ricorda questo che dovrebbe essere tratto da un vecchio sceneggiato tv inglese, piece of cake, lo stunt originale é del pilota ray hanna esperto di spitfire e mi pare sia stato anche leader delle red arrows
  20. questa é la situazione al momento sull'atlantico del nord, si vede a destra irlanda e uk, a sinistra la punta piū a est del canada, terranova e il golfo del fiume san lorenzo e lí in mezzo all'oceano un minimo depressionario di 981 con venti a 60 nodi >110 kmh
  21. qui nel video ad esempio partenza di una nave a gennaio dalle coste del galles verso il mare aperto e appunto l'atlantico del nord (e qui siamo ancora vicino alla costa) notare come già la nave stessa si muova molto, e la barca dei piloti di porto, sempre nel video, ancora peggio.. insomma, l'atlantico del nord in inverno:
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