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Devonrex

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  1. L'ho sempre detto che il fornaio in fondo alla strada è un tipo sospetto... uhm...
  2. Con la differenza che quello basso sono io. Pero' il "badola" gli riesce benissimo.
  3. E' da anni che combatto con mia moglie per poter mettere in casa una roba del genere, ma ciccia. Dice "O me o quel coso lì!". Mumble mumble...
  4. Ok, ora siamo di forchetta da Mammà. Dopo cena ti mando un po' di fotine. Grazie!!
  5. Rieccomi qua ad aggiornare il topic. Dove eravamo rimasti? Ah, già: dunque... A causa di vari problemi, di lavoro e personali, il restauro della X ha subito un notevole stop ed è ripreso da poco. La scocca nuda è stata sottoposta al trattamento di sverniciatura a forno. Questo procedimento consiste nell'infilare la scocca, opportunamente ancorata ad un banco onde evitare deformazioni, in un forno. Nell'arco di 8 ore la temperatura arriva a 450 gradi e ritorna a quella ambientale, incenerendo qualsiasi cosa che non sia metallo quindi rimuovendo completamente ogni traccia di vernice, stucco, mastice e qualunque altra robaccia appiccicata sulla scocca. Uscita dal forno ha subito una leggerissima sabbiatura per rimuovere tutte le ceneri. Questo trattamento è stato fondamentale per rimuovere lo stucco, applicato in quantità sin da nuova. Non dimentichiamoci che si trattava di una vettura costruita sì in serie, ma ancora quasi a mano per cui l'accoppiamento dei vari lamierati andava, in una certa misura, corretto con lo stucco. Alla fine del trattamento sono emersi alcuni punti di corrosione passante che, altrimenti, sarebbero rimasti celati. La scocca è stata montata su un supporto girevole, che ho appositamente costruito per l'occasione, per agevolare il lavoro di lastratura. Ho iniziato staccando, e ci saranno stati un centinaio di punti di saldatura, lo scatolato che contiene i tubi del liquido di raffreddamento. I tubi, in ferro, sono saldati all'interno di questo scatolato a sua volta saldato alla scocca. Lo scatolato porta troppi segni di spanciamenti ed i tubi sono piuttosto corrosi. Li rifarò, identici, in acciaio inox ed anche lo scatolato verrà rifatto ex-novo. Utilizzando della lamiera di 8/10 di spessore ho modellato le varie "pezze" con le quali ho sostituito i punti di corrosione passante. Ho dovuto costruire vari stampi con i quali modellare le forme originali. Un set di martelli da carrozziere ed un buon ceppo di legno sono ciò che ho usato per ricostruire forme a volte complesse. Il problema sostanziale è il musetto: in una parola devastato da riparazioni vecchie e mal fatte. Il famoso parafango rivettato ha trovato un sostituto nuovo nuovo alla modica cifra di 250 euros. I cantonali e lo spoiler, invece, risultano praticamente introvabili e, quando si trovano, vengono valutati in carati. Ho trovato, però, un artigiano siculo che riproduce, a mano, questi pezzi a costi assolutamente accessibili. Ho comprato i due cantonali e lo spoiler al prezzo complessivo di 220 euro, spedizione compresa. Non sono proprio "plug-in" e necessitano di moltissimo lavoro di adattamento, ma sono comunque un ottimo punto di partenza. Sul muso ho già perso una ventina d'ore di mano d'opera ed altrettante ne serviranno ancora. Una volta che avrò finito di saldare della lamiera, porterò la scocca a far cataforizzare ad immersione, ma passerà ancora un po' (tanto) tempo. Se l'amico Pandino mi agevola con le foto come la volta scorsa, vi mostrerò il wip aggiornato.
  6. Mi ricorda il famoso avviso affisso dall'assistente di Analisi matematica all'Uni di Parma, nel lontano 1993: " Si avvisano i sigg. studenti che il previsto incontro previsto per domani, 4 marzo, è stato anticipato a ieri 2 marzo, per concomitanti impegni del docente.". Da qualche parte ho ancora la foto.
  7. Qualche settimana fa, uno dei miei ragazzi, marocchino naturalizzato italiano, ha esordito dicendo che su Al-Jazeera hanno detto che, a causa di un non meglio precisato passaggio di Marte davanti a Venere o roba del genere, si sarebbe verificata la mancanza di forza di gravità sulla Terra. Avrebbero detto di stare comunque tranquilli perché il fenomeno sarebbe durato solo pochi minuti. Il tizio in questione era seriamente preoccupato. Gli ho detto che, a mio parere, non aveva capito bene perché una cosa del genere comporterebbe la sparizione del genere umano e lui ha detto di no, che Al-Jazeera non sbaglia e non darebbe notizie fasulle ai fratelli musulmani. Gli ho consigliato di tenersi ben attacco al corrimano della scala. Sarebbe dovuto accadere domenica 5 scorsa, 5 gennaio. Ho cercato in rete una qualsiasi notizia che fosse anche vagamente riferibile senza trovare nulla. Non è la prima volta che mi riportano notizie assurde da quell'emittente. Avrebbero detto anche che scienziati arabi avrebbero trovato la cura per l'alzeimher.
  8. Questa è fresca fresca. Mia figlia, in casa, gira sempre scalza. Non c'è nulla da fare: si mette le ciabattine e dopo trenta secondi ne ha una sola e lancia pure quella. Vabbè, in casa può anche andar scalza. Ieri sera è venuta una sua amichetta con la relativa genitrice. Dialogo tra mia moglie e detta signora: "Ah, io la Francy non la faccio mai andar scalza!" "Bè, ma in casa Bea può stare benissimo scalza: non abbiamo cocci di vetro e chiodi arrugginiti sul parquet..." "No, no, io non la faccio andare scalza perchè altrimenti le vengono i piedi grossi" "?" "Sì, a camminare scalzi i piedi crescono a dismisura." "Porta pazienza, ma non vedo il nesso..." "Ah, non lo so neppure io, ma ho letto in rete che, se un bambino cammina sempre scalzo, gli vengono dei piedi enormi. Non voglio mica che alla Frency venga un 44 di piede." Io ero in disparte a sfogliare un libro, ma non ho resistito e, nonostante le furiose occhiate della mia legittima, sono intervenuto. "Giusto! Se poi le metti uno stivaletto malese, i piedini le rimarranno piccoli piccoli." "Eh, vedi che tuo marito mi dà ragione?" "Paola, ero ironico. Secondo il tuo ragionamento, i pigmei della Guinea equatoriale, che camminano scalzi dalla notte dei tempi, avrebbero dei piedi tali da poter sciare scalzi" "Eh, ma là fa caldo e poi avranno un metabolismo diverso..." "Ragazze, io porto le ossa a letto. Buonanotte" Questa vota ed il suo voto vale tanto quanto il mio.
  9. Annuncio su "La gazzetta di Reggio" di domenica scorsa. "Azienda leader nel proprio settore (E quale sarebbe? Boh...) cerca venditore, 30/40 anni, motivato. Si offre pacchetto clienti fidelizzato. 6800 euro euro mensili e possibilità di carriera." 6800 euro? Immagino si siano presentati in un milione! Anzi, vado anch'io! Ciaoooooo! Zip! Seriamente: ma chi ci crede?
  10. Si sta facendo drammaticamente strada la consapevolezza che, almeno in questa vita, non riuscirò mai a mettere le mani su una... roba del genere.
  11. Devonrex

    Ciao Andrea

    E mentre ci si interroga per l'ennesima volta sui perché degli incidenti come quello occorso a Bianchi, Andrea De Cesaris muore sul Gra, cadendo in moto. Ciao Andrea, e grazie per aver fatto sognare un bambino a bordo della tua Alfa Romeo.:(:(
  12. Una volta le definii "embrioni di volatile", ma mi venne fatto notare che se non son fecondate sono solo delle grosse, grossissime cellule e basta. Io sarò bastardo dentro, ma mia moglie è una precisina che ti sfianca. Ma è adorabile:timido: - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Allora, se la mia mente non mi appartiene, posso dire tutte le stronzate che voglio e dare la colpa ai rettiliani? Bene, benissimo.
  13. Sarei curioso mi sapere cos'è quel robo peloso che spunta dalla borsa di Intimissimi. Mumble mumble...
  14. Quando voglio prendere un pò per i fondelli la mia Signora, dico "Secreto di ghiandole bovine" per latte e "rigurgito di imenottero" per miele. Il suo tanto amato lattemiele caldo assume così una connotazione ben poco appetibile.
  15. Oh, la foto della sposa piangente mi ha messo addosso una tristezza da benzodiazepine... Povera...
  16. Metto i miei 5 cents di esperienza di datore di lavoro: Uno dei ragazzi, bravo per altro, ha fatto regolari malattie al lunedì, per oltre sei mesi. Tutti i lunedì. O non veniva proprio o veniva e, dopo essersi cambiato, si sentiva male e se ne andava prima delle 8. (Iniziamo alle 7) Ho interpellato il mio consulente, ma non c'è stato nulla da fare. In un'altra occasione, ho visto uno dei ragazzi in giro per il paese a far l'asino mentre doveva essere a casa con febbre a 50. Ho mandato la visita fiscale, pagandola, con il risultato che il medico gli ha dato altri 15 gg di malattia inesistente. Successivamente seppi che il medico era un cugino di trezo grado del padre del dipendente. Da allora mi sono astenuto dall'usufruire di visite fiscali. Lamentandomi con un amico medico, questi mi disse che se una persona va da lui lamentando un mal di testa, lui, per tutelarsi, gli dà comunque un giorno o due di malattia, anche se è evidente la buona salute. E' capitato che un medico rispedisse al lavoro un dipendente sano e si è ritrovato con una denuncia, per cui... In compenso io, titolare, a fronte di un infortunio con prognosi di 15gg mi sono visto liquidare il danno con 75,000 lirette, come se potessi vivere con 5,000 lire al giorno. No comment.
  17. E' in momenti come questi che ringrazio il cielo per avermi dato la forza di mollare l'università. MioDio, se penso che oggi potrei essere un ingegnere... brrrrrr, rabbrividiamo.
  18. No, sono semplicemente cinesi. Il loro buon gusto si è esaurito più o meno durante la dinastia Ming. Poi l'accoppiata cattivo gusto+ soldi a palate è devastante.
  19. Avevo un bel da sforzarmi di capire... A Cosimo, ma vedi d'annà...
  20. In effetti Ciccio ha parlato di un 2%, ma non lo stavo più ascoltando da diversi minuti... E' il risultato del fenomeno che porta molti individui a leggere/ascoltare/apprendere una notizia fermandosi alla metà e completando il rimanente attingendo al proprio bagaglio di nozioni. Ciccio si è fermato alla parola silicio. Da li silicio = vetro = farina di vetro = bottiglie macinate = moriremo tutti. Da uno come lui, al quale voglio bene, ma non è quello che si potrebbe chiamare genio, me lo posso pure aspettare. Il problema è quando lo stesso ragionamento lo fa chi ci governa e allora sì, moriremo tutti. Un abbraccio, Franco.
  21. Non so se è la sezione giusta, ma... è venuto a trovarmi il mio amico Ciccio ( un nome, un programma...) che, parlando del più e del meno, mi dice di stare attento e non comprare più la pasta della Barilla perchè, udite udite, E' FATTA CON IL 2% IN PESO DI FARINA DI VETRO in modo da non scuocere. Evidentemente devo aver fatto una faccia strana perchè ha calato il carico da undici: "Lo so con certezza perchè ho parlato con l'autista del camion che, tutti i giorni, va alla Barilla a scaricare i sacchi di farina di vetro. I giornali non ne parlano, ma il giorno di ferragosto i nas hanno fatto un blitz ed hanno sequestrato centinaia di tonnellate di pasta altamente cancerogena. Ma ce lo tengono nascosto perchè sono tutti contro di noi!" Aprite gli occhi!
  22. Foto ne ho parecchie: se qualche anima buona si presta, gliene mando qualcuna da corredare questo topic...
  23. Grane risolte. Bene. Quasi bene. Bene, ma non benissimo. Transeat. Ordunque, i nostri eroi partono alla mattina del 12 agosto dalla stazioncina del ridente paesino di Sant'Ilario (non quello di Bocca di Rosa, eh!) presso la quale si sono recati a piedi, giusto per coerenza. Ivi giunti il sottoscritto, con un piede sul predellino del vagone, si è accorto, con un certo disappunto, di aver lasciato a casa il portafoglio con dentro i biglietti. Visto che il treno successivo sarebbe stato due ore dopo, ho deciso di proseguire ugualmente senza documenti. Bancomat e contanti li tenevo nello zaino. Rifatti i biglietti in due secondi, siamo partiti alla volta di Sasso Marconi. Da Sasso abbiamo imboccato il sentiero che ci ha portato, in un paio di km,. sul tracciato della Via Degli Dei. Caldo. Caldissimo, oserei dire, ma non appena siamo saliti un pò, un vento teso e costante ha mitigato la calura. Dopo aver sudato il sudabile, bevuto il bevibile e smantellato i panini d'ordinanza, siamo arrivati, un pò provati, a Monzuno. Fine della prima tappa: 24km. Primo problema: per non scombinare le tappe successive, ho prenotato il pernottamento in un BB a Madonna dei Fornelli, distante circa 6 km da Monzuno. In una telefonata all'ufficio turistico del luogo, mi venne assicurato, senza ombra alcuna di dubbio, che da Monzuno partiva regolarmente un mezzo pubblico diretto a Madonna dei Fornelli, con tanto di orari. Bene. Anzi, male, perchè non era vero un emerito cazzo. Di farsi a piedi altri 6km manco a parlarne. Per fortuna ci venne in soccorso la Dolcissima e carinissima Elisa, spettacolare reggitrice del BB che ci recuperò in macchina. Fine reale della prima tappa. Dopo una cena a base di crescentine, salume e tagliatelle ai funghi, abbiamo portato le ossa a letto e ci siam fatti una super dormita. Un cielo color piombo ci ha accolti al risveglio. Colazione bastante per un pullman di profughi e via, pronti per la seconda tappa: destinazione Passo della Futa. Questa tappa, dal punto paesaggistico e storico, è la più importante perchè abbiamo trovato e percorso un tratto dell'antica strada romana ancora selciata. Bello ed emozionante. Poi acqua, acqua, acqua ed ancora acqua. Alle prime gocce, nel folto del bosco, ci siamo infilati le mantelle impermeabili. Siamo stati fermi sotto ad un costone di roccia per qualche decina di minuti e poi abbiamo deciso di andare avanti. Non so se, effettivamente, pioveva così tanto e così forte in assoluto, o se il pigliarla tutta sulla zucca ha amplificato la mia percezione, ma fatto sta che ci siamo fatti altre 6 ore di camminata sotto al diluvio. I sentieri si sono trasformati in ruscelli rendendo l'incedere malfermo e pericoloso. Piccolo spazio pubblicità: le mantelline del Decathlon sono assolutamente fantastiche. 6 ore di pioggia e nemmeno mezza goccia sui vestiti. Le scarpe, invece... Fine spot. Cammina cammina, siamo arrivati alla fine della seconda tappa. Passo della Futa. Letto enorme, doccia larga come una piazza d'armi e tanta acqua calda. Con una fiorentina alta quattro dita nello stomaco ci siamo ritirati in branda, non prima di aver affidato le scarpe all'ostessa che, al mattino dopo, ce le ha rese asciutte alla perfezione. Fuori acqua tutta la notte. 22km. Terzo giorno: sole, ma fango ovunque. Il bosco fradicio con il sole che penetra tra le frasche è uno spettacolo che commuoverebbe una iena, un pò come Orfeo con la sua musica. Con il fondo scivoloso ed instabile, camminare è stato molto faticoso, ma avanti senza alzare la testa! Un pò prima del mezzodì siamo arrivati al Passo dell'Osteria Bruciata, segnalato da un grosso cippo in cemento con la sua brava scritta incisa. Narra la leggenda che, temporibus illis, vi era un'osteria che offriva cibo e riparo ai viandanti che colà valicavano gli appennini. Il simpatico oste era uso, però, scannare i viadanti danarosi, derubarli, farli a pezzi e servirli in salmì al posto del cinghiale. La popolazione non gradì questa sua inclinazione, gli fece la pelle e bruciò l'osteria che diede così il nome al luogo. Il che è bello ed istruttivo.(cit.) Dopo pranzo, a base di panini con la finocchiona, abbiamo proseguito in direzione di San Piero a Sieve. Paesaggi già in odor di toscana, ma verso la fine del tratto montuoso, il sentiero, in forte discesa, ci ha dato qualche amarezza perchè i mezzi forestali impiegati per il disboscamento di quella zona (assolutamente controllato dalla Forestale, ci hanno assicurato) lo hanno sventrato con i cingoli facendo affiorare rocce aguzze ed instabili. Quasi due ore di discesa in quelle condizioni ci hanno massacrato le caviglie. Alla fine del sentiero, Deo Gratias, ci siamo trovati su una strada bianca che pareva di moquette, dopo il tratto precedente. Un'altra ora e mezzo ci ha portato a San Piero a Sieve che, nelle nostre intenzioni, avrebbe dovuto essere la fine della nostra camminata. 24 km. Durante la cena, però, ci è venuta voglia di continuare fino a Firenze, ma seguire il percorso originale sarebbe stato impossibile: altri 25 km di sentieri con un dislivello complessivo in salita di oltre 1600 metri. Tempo stimato: 12 ore. Troppo. Visto che il giorno successivo sarebbe stato Ferragosto, quindi con un traffico limitato, abbiamo deciso di arrivare a Fi su strada asfaltata percorrendo, quando possibile, stradine secondarie. Via alle 8 del mattino, zavorrati da una super colazione. Alle 15 eravamo in Piazza Della Signoria a fare le foto di rito. 32km fatti a velocità sostenuta. Frecciargento fino a Bologna e regionale da Bo a Sant'Ilario d'Enza. Esperienza, grazie al mio amico Luigi, meravigliosa.
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