Devonrex
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Innanzitutto mi scuso per aver contribuito a rovinare la progressione delle immagini, e poi ti vorrei ringraziare. Adoro le immagini how it's made dei tempi che furono.
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Certo: Maserati, come del resto Ferrari, erano produttori di macchine utensili di grande precisione.
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Ehm, se non ti ricordi, io sono quello impedito che non ha ancora imparato a mettere le foto sul forum. Se vuoi te le mando per mail... Sennò faccio come l'ultima volta: le mando al Dann che le posterà. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Allora, dov'ero rimasto? Ah, ecco: qualche settimana fa, mentre girovagavo nel mare monstrum dell'interrete cercando ricambi per la X, mi sono imbattuto in un'inserzione di Ebay riguardante un set di decal per dettagliare il modellino della X uscito in edicola qualche tempo fa. Mi colpì perché il modellino ritratto nella foto era molto simile alla mia: blu francia con la striscia laterale bianca. Il venditore spiegava che il modellino così ottenuto, rappresentava la vettura guidata da A.Galli durante la Coppa Sachs disputata a Monza nel 1981. Mi è venuto un colpo: non assomigliava alla mia, ma era proprio quella! Sul montante posteriore sinistro c'è ancora il nome del pilota. A.Galli. A questo punto ho cercato notizie di questo personaggio, trovando solo un trafiletto di un giornale locale romagnolo nel quale si esprimeva estremo cordoglio per la scomparsa di Angelo Galli. Alle esequie partecipava anche una rappresentanza di un sodalizio di piloti automobilistici. Se due indizi fanno una prova, il pilota della mia X era passato dalla parte degli antenati. Decisi, comunque, di proseguire nelle indigini. Se le avevano dedicato un apposito set di decal, pensai, deve essere una vettura con una storia che dovevo approfondire. Contattai allora il venditore che mi rispose subito. La vettura non era famosa come speravo e le decal le aveva fatte appositamente per fare un regalo al pilota, suo cugino. Il sig. Angelo Galli, appunto, che, però godeva di ottima salute: il caro estinto era semplicemente un omonimo, pilota anch'esso. Il venditore delle decal mi mandò le scansioni di alcune vecchie foto della mia macchina in corsa con il cugino alla guida. Ricordava il nome del preparatore e la località dove aveva l'officina, poi mi salutò dicendo che, non appena ne avesse avuto l'occasione, ne avrebbe parlato con il sig.Angelo. Googlando il nome del meccanico trovai un'officina omonima in un paesello poco distante da quello dove aveva sede l'officina. Telefonai trovando il figlio del meccanico: il papà, purtroppo, era venuto a mancare, ma si ricordava perfettamente di quella macchina anche se all'epoca era poco più di un bambino. Disse di conoscere bene il sig. Galli, che abitava poco distante, che correva ancora regolarmente e mi disse il nome della sua ditta. Sempre usando il potente mezzo multimediale, riuscii a trovare una mail alla quale scrissi lasciando il mio telefono. La sera stessa mi chiamò, felicissimo ed emozionato nel sapere che la sua prima auto con la quale corse era ancora... viva. Mi raccontò una valanga di aneddoti pregandolo di dargli del tu perché, sue testuali parole "è come se fossimo amici da sempre". Una delle prossime sere mi verrà a trovare perché vuole rivedere la sua macchina, prima che il restauro le tolga la patina del tempo. Quando ho detto che l'ho completamente sverniciata non sono stato preciso: l'ho sverniciata tutta tranne il pezzetto dove c'è il nome. Giuro che non ho mai sentito qualcuno più felice di questo signore, quando gli dissi che la sua macchina era nel mio garage. Mi porterà tutta la documentazione, fotografica e non, riguardante la macchina. Vabbè, la vettura non ha un palmarés da titoli in prima pagina, il sig. Galli è solo un gentleman driver che non ha vinto campionati mondiali, ma credetemi quando dico che mi sono affezionato in modo incredibile a questa vetturetta. Sono un povero fabbro ignorante, ma romantico, cosa ci volete fare?
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Orbene, rieccomi qua. E' passato un mesetto e la X, come affettuosamente la chiamo, è totalmente smontata in ogni sua singola parte. La scocca è nuda come Bertone la fece e devo solo sfilare il tubo dei freni che passa nel tunnel. All'esterno l'ho totalmente portata a ferro nudo impiegando alcuni ettolitri di sudore ed olio di gomito. Nonostante i 40 e rotti anni ed i maltrattamenti ricevuti, si è rivelata sincera: a parte il parafango anteriore destro massacrato, non presenta altri danni rilevanti. Il rivestimento posteriore, così come il parafango posteriore sinistro, è stato cambiato in seguito ad un tamponamento. Lavoro fatto bene e senza strafalcioni. L'unico, piccolo, appunto consiste nel fatto che il parafango posteriore è quello di una seconda serie, che differisce da quello della prima per la curvatura dell'alloggiamento del fanale. La differenza sembra davvero tanta, ma con la cornicetta inox montata non si nota quasi nulla. Verrà sistemato a dovere. Il parafango anteriore nuovo è già stato reperito ( e pagato: 250 euros, li mortè!) Nel frattempo sono riuscito a reperire alcune notizie sul passato di questa macchina: dopo cena vi allieterò con interessantissime notizie.
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aaaaaaaaaaaaaaarrrrrrrrghhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Noblesse oblige:si:
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A tutti i papà del forum!!! Viva i papà!
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Ho fondati motivi per credere che l'impianto sia stato manomesso successivamente, a meno che in Bertone non utilizzassero pezzi di cavo da elettrodomestico... Per quanto riguarda i ricambi, bè, mi sto facendo una cultura. Vuoi un esempio? Le serrature dei cofani sono le stesse della Cinquecento, mentre le maniglie delle porte sono quelle della Strato's e della Urraco.
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Quotai, sempre quotai, fortissimamente quotai. Le rosse con le lentiggini mi fanno ingorillire al massimo. Come diceva quel tale? Non amo che i fiori che non colsi. Una rossa mi manca. Un mio amico aveva una morosa rossissima: di viso lasciam perdere, ma aveva un fisico da urlo e si vestiva pochissimo. Un giorno, mentre saliva dietro sulla mia auto con una minigonna ombelicale, le vidi tutto il sottogonna dallo specchietto. Ho avuto un'erezione che mi ha fatto male!
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Una doverosa precisazione: il mio socio virtuale mi sta sostenendo moralmente. Assente giustificatissimo, per carità, ma che si metta il cuore in pace che del lavoro ne lascerò anche per lui. A questo punto ci starebbe bene una risata satanica, ma non si possono mettere effetti sonori. Vabbè, immaginatela.
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Orbene, l'avventura è iniziata: ieri la X1/9 è arrivata a casa, ovviamente a bordo di un carroattrezzi. Stamattina ho iniziato lo smontaggio, provvedendo, per prima cosa, alla bonifica di tutti quegli ammennicoli racing-style che le hanno messo addosso, poverella... Se mai dovessi diventare novello duce d'Italia, il primo atto giuridico che metterò in atto sarà il divieto di vendita di trapani, punte e rivetti a tutti coloro che non abbiano passato un apposito esame dal quale risulti chiara la loro sanità mentale. Sanità che non era certamente tra le prerogative del mentecatto che ebbe tra le mani la mia piccolina. Solo nel cofano del bagagliaio posteriore ci sono 37 fori con relativi rivetti d'alluminio , molti dei quali chiusi sull'esterno con dello stucco, ma senza togliere il pezzo di rivetto che sporge all'interno. Evidentemente ha provato a montare diversi tipi di alettone in preda ad una sorta di libido rivettandi, ma senza esserne troppo convinto. Vabbè, transeat. La prima cosa che ho rilevato è che ha fatto più danni quel cretino che montò il rollbar che i 40 anni passati dacchè uscì da mamma Fiat. Ho fondate ragioni di ritenere che sia parente del rivettatore folle. Confermo la pressoché totale assenza di corrosione dei lamierati. Gli unici punti in cui è presente ruggine che non sia proprio superficiale sono giusto i punti dove hanno fissato il rollbar. Hanno forato e dato punti di saldatura senza poi proteggere il metallo. Ci sono inoltre i segni di un paio di incidentucci mal riparati e coperti da mostruosi strati di stucco. Evidentemente la macchina ha passato molto tempo in un luogo molto polveroso ed asciutto: in ogni anfratto, anche i più reconditi, c'è un dito di polvere bianca finissima. Credo che ciò ne abbia determinato l'ottima conservazione. Un terzo parente dei due tipi di cui parlavo prima, si dev'essere messo d'impegno nel pistolare con l'impianto elettrico: non c'è connettore, spina o tratto di filo che non abbia giunzioni fatte a cane, derivazioni per portare corrente non si sa dove e via dicendo. Temo che sarà da rifare ex-novo. A lavori appena iniziati, la lista della spesa è questa: -moquette interna; -serrature dei tre cofani; -fanali posteriori completi (apparentemente intatti, si sono sbriciolati non appena toccati. Si salvano solo un paio di trasparenti; -copertura in plastica del mini ripiano alla base del lunotto. E' stata tagliata alla boia per montare il rollbar. Per oggi basta: la mia signora mi ha dato ad intendere che, qualora non andassi al concerto dove si esibisce l'ensemble di cui fa parte, potrei non usufruire più in maniera regolare delle sue grazie, per cui sarà meglio che mi tolga la tuta, mi faccia la doccia, indossi il mio sorriso migliore e vada ad assistere a quello straz... ehm, concerto. Dimenticavo: a nessuno interessa un rollbar OMP per una X1/9? Affarone, eh!
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Interessante. In casa non ho molta roba che possa essere considerata cimelio, ma, escludendo moto e auto d'antan, sono molto legato ad un'elica in legno che, secondo il papi, apparteneva ad un aereo Fiat della prima guerra mondiale. E' lunga all'incirca 3 metri ed ha i bordi d'attacco rivestiti in rame. Sul mozzo è stampigliato un numero: sarebbe bello poterne sapere qualcosa in più.
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Su RaiNews24 ho trovato una notizia che mi ha stupito:" Torna la 124 Coupè nel 2015". A parte il fatto che la foto è quella della 124 Spider, nessuno sa qualcosa di questa presunta novità imminente?
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Il marmista che mi fece alcuni particolari per casa, mi diceva (già 5-6 anni fa) che si trovava in difficoltà con le lapidi da cimitero perchè arrivavano dalla Cina dei kit già pronti a cui dovevi solo mettere il nome e la foto e si poteva scegliere tra decine di modelli diversi. Il prezzo era circa la metà di quanto faceva pagare lui per i suoi prodotti.
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E' dal 2010 che ho un carrello del Conad in garage. Quel giorno ero a piedi, ho fatto una spesa più grossa del previsto e sono andato a casa con il carrello. Poi si è messo a piovere. Valeva la pena rischiare un malanno per un carrello? Poi venne riempito di panni da lavare. Poi di panni lavati. Poi l'ho infilato nel locale caldaia e me lo son dimenticato. Giuro che domani lo riporterò al suo posto.
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Oh, ammetterai che questa risulta un po' difficilotta da credere, eh! E' pero' risaputo che la stupidita' umana non ha limiti, per cui puo' essere vera senza problemi. Con questo non intendo dire che Cosimo dice minchiate, sia chiaro. Tratto questa relata refero come tratto tutte le notizie che leggo qua e la', con il dovuto beneficio d'inventario.
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Spero per lei che non di tatuaggio si tratti, bensì di un sapiente trucco. A parte le considerazioni estetiche, penso che debba fare un male porco tatuare le palpebre. Sempre che si possano tatuare, perchè il mio tatuatore mi disse che il pigmento si posizione circa ad un millimetro di profondità e le palpebre, oltre che delicatissime sono sottiiiiiiiiili. Va a finire che gli tatua la cornea.
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Bella vettura. Direi... intrigante. Anni fa ebbi modo di usarne una, anche solo per pochi giorni, ma mi piacque molto. Chiedi se ne valga la pena? Direi di sì, ma non faccio testo, visto i rottami di cui mi circondo... Poi i sogni non son vanno mai trascurati. Piuttosto sarebbe utile, al fine di poter meglio valutare la cosa, se indicassi il prezzo richiesto.
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Quello non era un tatuaggio: era un affresco.
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Infatti il posto in cui lo fai è determinante. Come quelle ventenno che si fanno la farfallina sul seno e si ritrovano, dopo trent'anni e tre gravidanze, un avvoltoio con un'apertura alare di due metri.
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Io mi sono fatto il primo, e per ora unico, tatuaggio lo scorso aprile, alla veneranda età di 41 anni. E' una scritta e me la sono fatta fare all'interno dell'avambraccio sinistro. Era da tanto che ci pensavo e ad un certo punto mi son deciso. Ne ho parlato con mia moglie perchè non avrei mai fatto qualcosa che le potesse dar fastidio e mi sono buttato. Ho conosciuto un tatuatore che mi ha consigliato un amico, l'ho chiamato e mi ha invitato ad andare in studio da lui. Per un'ora mi ha spiegato tutto quello che serviva e mostrato come si fa. Ne sono uscito entusiasta e colpito dalla professionalità del personaggio. Quindi: in primis il tatuatore, poi il soggetto. Il tatuatore, se bravo, ti consiglierà a dovere. La mia scritta ha, per me, un significato molto importante: diciamo che è il mio mantra da alcuni anni a questa parte. Il giorno del tatuaggio, mentre appoggiava la macchinetta sulla pelle ho pensato "Ecco, sto facendo una cazzata!". Invece è stata un'esperienza bellissima. Non so come spiegarmi, ma la sensazione di sentirmi disegnare addosso è stata qualcosa di inaspettato. Alla fine, quando mi son guardato il braccio, mi son commosso. Giuro. Se ti va ed hai le idee chiare, fallo. Lo guardo mille volte al giorno ed ogni volta ne sono contento. In primavera me ne farò un altro e non vedo l'ora.
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Domanda: nel caso specifico della 14TT7, siamo sicuri che Audi non abbia nulla da dire al simpatico artista? Ricordo che qualche anno fa, un mio cliente, produttore di vetturette da autoscontro, ricevette una lettera dall'ufficio legale della Ferrari, che lo invitava a rimuovere dalle suddette vetturette ogni marchio che potesse richiamare quello Ferrari, altrimenti gli avrebbero fatto un culo come un sombrero. Il mio cliente aveva a catalogo una similformula uno con il cavallino appiccicato sul cofano.
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Alt: io non ce l'ho con l'esercizio in se', ma con il fatto di cambiare marchio ad una macchina. Vuoi creare la tua auto, disegnandotela e costruendola partendo da una 147? Bene, bravo, ma o lasci il marchio Alfa, oppure ne metti uno tuo. Cosi' la cosa avrebbe senso, per me. I gusti, invece, non posso e non voglio discuterli. A quelli che, giustamente, fanno notare la bravura degli artigiani che hanno materialmente realizzato quelle auto, rispondo ni: a volte e' cosi', ma nella maggior parte dei casi che ho potuto toccare con mano, ho visto ben poca lamiera e tanto, tanto, tanto, tanto stucco, al punto che, picchiando le nocche su qualunque punto della carrozzeria, sembrava di bussare sul cartongesso. Auto inutilizzabili perche' basta un dosso per far apparire ragnatele di crepe. Per onesta', devo dire che ho anche visto lavori di tutto rispetto, con pannelli di alluminio modellati da battilastra che mentre lavorano sembrano danzare. Quello che ho notato e' che la quantita' di stucco e roba posticcia e' direttamente proporzionale al delirio stilistico finale.