Credo che l'impossibilità di sbarazzarsi degli indesiderabili sia più una leggenda che altro.
La mia micro azienda ha in forza 4 dipendenti, ma, ad inizio 2009 ne avevo 8.
Dopo un periodo di cig, ho preso la decisione di ridurre, obtorto collo, il personale. Con 3 dei destinati ho avuto vita facile perchè 2 erano contratti giunti a termine ed il terzo si era già attivato per trovare un'alternativa. Il quarto, invece, è stato un pò più difficile, ma non volevo perdere l'occasione di liberarmi di un dipendente scomodo. Non sapevo mai se sarebbe venuto a lavorare, era a casa tre giorni a settimana, di continuo voleva acconti su acconti e, dulcis in fundo, dormiva in piedi. Ho inviato millemila lettere di richiamo, ma son sempre intervenuti i sindacati per mediare la cosa. Per alcuni anni è andate avanti così, con molta inerzia da parte mia. I soldi, allora, giravano copiosi e alla fine del mese lo scarso rendimento del tizio passava quasi inosservato. Con l'arrivo della crisi e la necessità di centellinare i singoli eurini, però, la faccenda è cambiata. Al momento opportuno ho licenziato a norma di legge il soggetto in questione. Sono arrivati i sindacati che, nonostante tutto, provarono in ogni modo a farmi cambiare idea. Arrivano a minacciare di farmi chiudere l'azienda. Restai fisso nelle mie posizioni, il tempo passò e, complice la situazione generale di marasma assoluto, decaddero i termini per un ricorso ed il licenziamento divenne irrevocabile. Gli indesiderabili documentati si possono mandare a spasso tranquillamente: bisogna solo mettersi il coltello tra i denti ed aspettare il sindacalista di turno. Mi rendo conto, però, che in realtà con centinaia di dipendenti, possa diventare di difficile attuazione.