Devonrex
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Ribadisco ciò che espressi tempo fa al riguardo: avere sedici anni in Germania dev'essere difficilissimo.
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La mia prima cassetta "vera" fu "Invisible touch" dei Genesis, nel 1985/86 o giù di lì. Il primo walkman (sony con funzione registratore: costava una fucilata) lo ebbi nel 1984 e mi sembrava un'astronave.
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Questi lavori mi fanno impazzire!
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Ne ho guidata una pochi mesi fa, seppure per poche centinaia di metri. Bella lo è fuori da ogni dubbio. Dal posto guida, un pò infossato, sembra molto più grossa di quanto sia in effetti. E piccola non è! Una Petroliera. Non sarà il paragone migliore, ma poco ci manca.
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Mi dispiace tanto. Un altro rappresentante della mia infanzia che se ne va. D'altra parte il calendario poco perdona, anche se in questo caso è stata una malattia. Però, se me lo aveste chiesto tre giorni fa, anch'io avrei risposto che fosse morto da tempo. Non so perché fossi convinto di questa cosa... Boh...
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I miei due cents sulla X1/9, perché qualcosina ne so. E' un go kart, godibilissima, abbastanza comoda, divertente e con una tenuta di strada, con le gomme adeguate, che ha del miracoloso. Ma non è un'auto per tutti e per tutti i giorni. Ha bisogno di cure assidue e competenti e chi non fosse in grado di provvedere personalmente, si prepari a pagare il mutuo del meccanico. L'impianto elettrico, poi, è fonte di millemila rogne che possono rovinare un bel we. Detto questo, io AMO questa macchinetta, ma sono consapevole di tutti i suoi limiti.
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E rieccomi a voi, cari Amici camminatori e non. Prima di iniziare, una doverosa precisazione. Scrissi "sostanzialmente leggera": leggera un cazzo, se mi concedete il francesismo. Bene. Giovedì 11 siam partiti, io ed il mio fido Gigi, con destinazione Orbetello dove abbiamo lasciato l'auto e dove ci aspettava Claudio, solerte tassista, per portarci a Bolsena. Vi è mai capitato un tassista che sbaglia strada di continuo, che ignora i cartelli e che si ferma millemila volte per chiedere informazioni ai passanti? No, impossibile. A noi è capitato. D'accordo, il navi nella plancia del mercedesone è rotto, ma Caro il mio Claudio, visto che ti abbiamo prenotato il tragitto due mesi fa, ti sembrava davvero disdicevole aprire Google maps, o l'atlante stradale, prime di partire? Evidentemente sì. Transeat. Siamo arrivati a Bolsena all'ora di cena, abbiamo appoggiato gli zaini in albergo e siamo andati a cena in una di quelle locande-libreria che vanno tanto di moda. Mangiato divinamente. Io mi sarei mangiato la titolare, anche se non più giovane, ma questo è un altro discorso. Venerdì 12. dopo esserci approvvigionati di acqua e panini (4 bei panini ben imbottiti di crudo 6 euro. 1,5 euro a panino: that's incredible!) siamo partiti. Destinazione Onano, il cui nome, portate pazienza, mi evoca brufolosi diciassettenni che si masturbano compulsivamente. Bleah. 28km, la maggior parte dei quali con il lago bene in vista, sebbene via via più distante. Questa parte di appennino, tra Lazio e Toscana, è meravigliosa. Peccato che la siccità ne abbia un po' offuscato i colori. Un vento teso e fresco ci ha accompagnato per tutto il tragitto. Una volta giunti a Onano, ci siamo diretti verso l'unica struttura alberghiera del paese, la foresteria "La Smàfera". Colà giunti abbiamo scoperto che per la cifra di 50 euro ci han dato un mini appartamento da 6 posti con bagno e cucinotto. Pulito e letti comodi. Durante la cena ha iniziato a dolermi il ginocchio destro. Passeggiatina digestiva e poi a nanna. Sabato 13. Ci aspettavano due tappe perché la prima sarebbe stata troppo corta (18 km) ed avremmo dovuto star via una notte in più. In compenso le due tappe assieme sono state al limite della fattibilità, sia per il caldo non mitigato dal vento, che per la morfologia del percorso che ha compreso 4 vie cave. Le vie cave sono percorsi scavati, temporibus illis, nel tufo, profonde anche una ventina di metri e dal fondo molto concavo. Bellissime, ma a metà strada il ginocchio ha cominciato ad urlare pietà. Mai avuto mezzo problema alle ginocchia. Mai! Mai dire mai, però. Il voltaren ha sortito l'effetto che avrebbe avuto la cedrata Tassoni per cui mi sono infilato in una farmacia ed ho chiesto qualcosa per il dolore. Il dottore ha ipotizzato essere una tendinite, tesi poi confermata in seguito. Ho chiesto ed ottenuto del Sinflex, un ottimo, benché forte antidolorifico che mi ha permesso di portare a termine la camminata soffrendo relativamente poco. Due tappe, dicevo, per un totale di quasi 37 km. Durissime. Abbiamo bevuto qualcosa come 5 litri d'acqua a testa, ma siamo arrivati alla meravigliosa cittadina di Pitigliano. Bellissima, anche se arroccata lassù in alto alto alto. Siamo stati accolti da una scalinata mostruosamente lunga che abbiamo percorso praticamente a gattoni, ma che ci ha portati quasi di fronte all'albergo Guastini. Bellobellobello. Doccia meravigliosa!! Per cena ci siamo accomodati in un ristorantino spettacolare dove ci hanno servito un piatto di salumi e formaggi tipici da sindrome di Stendhal ed una tagliata enorme, cotta divinamente. Una buona bottiglia di vino e acqua gassata e gelata a volontà. 110 euros in due, ma ne è valsa la pena credetemi. Anche solo per la cameriera- sommelier. Madre caraibica, padre Senegalese. Alta, bellissima, due occhi felini ed un paio di poppe che vanno al di là dell'umana comprensione. Ed una voce di una dolcezza e sensualità che... sto andando fuori tema. Sorry. Ottima cena, dicevo. Tornati in albergo mi sono fatto un impacco di ghiaccio sul ginocchio e siamo sprofondati in un sonno letargico. Domenica 14. Partenza verso Manciano, distante 28 km. Sempre caldo mostruoso, ma per fortuna siamo stati accompagnati dal vento per quasi tutto il percorso. Paesaggisticamente ben poco rilevante. Metà del percorso si è svolto su sterrate con due dita di polverone che sembrava talco. Sembrerà strano, ma camminare nella polvere è faticosissimo. Mentre stavamo arrancando faticosamente in salita su una di queste sterrate all'interno di un bosco, abbiamo visto qualcosa di indefinito in mezzo alla strada, laggiù in fondo. Mentre ci interroghiamo sulla natura di questa curiosa presenza, questa si mette a correre verso di noi sollevando un polverone assurdo. Io e Gigi ci guardiamo negli occhi, mentre 'sta roba ci punta decisamente. Ci guardiamo intorno, ma, a meno di arrampicarci su una pianta, non c'era modo di togliersi di lì. Ed il polverone si avvicinava velocissimamente. Panico!!! Di colpo, a pochi metri, l'oggetto si blocca! Il polverone si dirada ed appare una bellissima asinella di un metro e venti al garrese. Voleva le coccole!!! Ci è venuta vicino ed ha cominciato a strusciarsi su di noi. Che spettacolo! Credo che gli asini siano tra gli animali più belli e dolci del creato. Dopo essersi fatta grattare un pò il muso e le orecchie, si è girata ed è tornata donde era venuta. Dopo qualche centinaio di metri l'abbiamo ritrovata. Era con il padrone che ci ha raccontato di averla trovata nel bosco piccolissima e di averla tirata su con il biberon. Ora lo segue ovunque come un cagnolino. Non fa un metro senza l'asinella al seguito. Mi sono commosso! Ma che bello! Stremati, arriviamo a Manciano. Per evitare di fare della strada inutilmente, chiamiamo l'albergo per aver lumi sulla sua ubicazione. La telefonata è stata più o meno così: -Hotel : Albergo Rossi, sono Diva, come posso aiutarla? -Io : Buonasera, sono Camellini. Abbiamo una prenotazione a mio nome. Siamo al bivio all'inizio del paese, sotto al monumento: da che parte dobbiamo andare? -H. : Ah sì, Camellini. Venite pure, vi aspettiamo. C'è il posto auto libero per voi. -Io : siamo a piedi, Signora. Ricorda? Siamo i camminatori... -H : ah, sì, ricordo. Siete arrivati in autobus. -Io: a piedi, signora. Siamo a piedi. Qual'è la strada più breve per arrivare da voi? -H. Dove siete? -Io: Gliel'ho detto: al bivio all'inizio del paese, di fronte al monumento. -H. : avete passato la Despar? -Io: no, non abbiamo visto nessuna Despar... -H. : ma dov'è che siete, che non ho mica capito?? -Io: al bivio di fronte al monumento... -H. davvero, non riesco a capire dove siete. Ma siete sicuri di essere a Manciano? -Io. Certo che siamo sicuri!! (alla fine capisce dove siamo e ci dà le indicazioni. Viste la stanchezza e le nostre condizioni generali, stimiamo una mezz'oretta di cammino prima di arrivare) Passano tre minuti e mi squilla il telefono. - Sono Diva, dell'albergo Rossi: non siete ancora arrivati. Vi siete persi? - No, ma siamo a piedi, ricorda? Ci vuole un pò di tempo... - Ah, siete a piedi! Va bene, vi aspetto. Passano altri 3 minuti e richiama. - Ma dove siete che non siete ancora arrivati? - Signora, siamo a piedi. A piedi, mica in elicottero! (sic.) - Ah, ho capito. Alla fine arriviamo. La signora ci accoglie con un immenso sorriso "Ma siete davvero a piedi?" Questa a Rain Man gli fa una pippa. E comincia a parlare "blablablachebelloblabladocumentiblablapercenaviconsigliolalanternabluoppurelatrattoriablablabla." "Signora, sono stanco, sporco, puzzo e sono evidentemente disidratato. Ho capito il venti per cento di tutto ciò che mi ha detto. Che ne pensa di ripetermi tutto dopo che mi sarò fatto una doccia? Grazie" Dopo la doccia, ed avuti ragguagli sulla cena, abbiamo consumato la medesima e siamo andati a nanna. Continua...
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Quoto. La 25 è stata l'auto con la quale presi la patente ed aveva interni meravigliosi, anche senza scomodare la Baccara.
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Per montare un doppio corpo devi necessariamente modificare il collettore di aspirazione e la scatola del filtro. Mi sembra strano che il tuo carburatore non riporti alcuni marca e modello, comunque. In ogni caso, montare un carburatore più grosso o doppio corpo al posto di un monocorpo, lasciando tutto il resto stock, porta pochissimi vantaggi in termini di potenza a fronte di un aumento del consumo non trascurabile. Quindi sì a carburatori maggiorati, ma solo se accompagnati da albero a camme (aumentando il tempo di incrocio delle valvole) e, magari, da valvole più grosse. Inutile buttar dentro benzina se poi si strozza in aspirazione. Se cerchi in rete, magari su ebay.de, troverai sicuramente dei kit appositi. Sulla mia Manta 1200 montai il V6 Busso, ma era radiata.
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Resoconto, che, a distanza di quasi un anno, non ho mai fatto, nonostante fossi convinto del contrario... Provvederò a breve, anche perchè sto preparando la camminata nuova per agosto. Partiremo dal lago di Bolsena e raggiungeremo Orbetello. Quest'anno una via non storica, ma in un bel contesto e sostanzialmente leggera per venire incontro alle esigenze del mio amico che ha avuto qualche problemino di salute. Lo faccio adesso, sennò mi dimentico ancora. Non che interessi a molti, però ci tengo. Telegraficamente: Partenza da Pavullo nel Frignano. All'ultimo momento si è aggiunto Luca, il mio braccio destro al lavoro. La prima tappa è terminata in località La Santona dove avevo prenotato due stanze nell'unica struttura disponibile. Cena meravigliosa con tagliatelle fatte in casa e porcini. La cuoca si è fermata a fare due chiacchiere con noi. Una fantastica signora ottantenne che tutti i giorni tira 30 uova di sfoglia. Ha tenuto a precisare che le sue tagliatelle non hanno "il blìsgh". Per i non emiliani è doverosa una spiegazione. Blìsgher (o Sblìsgher a seconda delle provincie) significa scivolare e blìsgh significa scivoloso. Per traslato, la signora intendeva dire che le sue tagliatelle non hanno la superficie liscia come quelle industriali, ed il condimento non scivola via. Fantastico. In questa prima tappa abbiamo fatto sentieri che non ricalcavano esattamente la Via Vandelli perchè quest'ultima è sparita sotto l'asfalto. Siamo comunque rimasti nel raggio di 3/400 metri dal tracciato originale. La seconda tappa che ci ha portato a San Pellegrino in Alpe sotto alla pioggia, al contrario, si è svolta quasi interamente sul tracciato originale e, di tanto in tanto, sbucava un manufatto (muri o lapidi) che ricordavano la Via Vandelli. Tappa quasi interamente nel bosco. A San Pellegrino siamo stati accolti dall'albergatore più idiota e logorroico che esista. Ne sono ragionevolmente sicuro. Dietro alla chiesetta dedicata, appunto, a San Pellegrino, si trova un costone di roccia che si protende sulla vallata, apparentemente nel vuoto. Vedere l'alba da quel punto, se la giornata è limpida, è uno spettacolo che ripaga ogni fatica fatta per arrivare là. Da S.Pellegrino siamo partiti per arrivare a Castiglione di Garfagnana. Procedendo verso le alpi apuane le tracce della Via Vandelli si son fatte via via più presenti. In molti tratti è ancora quasi intatta, benchè spesso invasa dalla vegetazione. Paesaggisticamente abbastanza scialba, però. A Castiglione c'è stato un problema con un albergatore, questo solo idiota. Nonostante avessi prenotato via mail ed avessi la stampata della risposta, non ci ha dato una stanza adducendo mille mila futili scuse. Mi stavo innervosendo, quando Gigi, che nel frattempo stava googlando, mi ha fermato dopo aver trovato un altro posto che si è rivelato essere molto più bello e meno costoso. Cena, passeggiata in centro in mezzo alle bancarelle e poi nanna. Al mattino una pioggia violentissima che fortunatamente è cessata mentre facevamo colazione. Partenza in direzione Vagli, dove si trova il famoso invaso artificiale con il paese sommerso. Delusione totale. Il lago, a causa della siccità, era mezzo vuoto ( ma non tanto da mostrare parte del paese) e Vagli, perdonatemi, fa veramente cagarissimo. Insulso e sporco. Nota di colore: in un piccolo parco fa bella mostra di sè una scultura curiosa. Rappresenta il coraggio e la viltà ed è dedicata, con tanto di iscrizione, al Comandante Schettino. Albergo sporco che ci ha indotti a dormire vestiti per non mettere la pelle a contatto con le lenzuola. Abbiamo speso molto poco, ma pur sempre troppo. Ultima tappa. Da Vagli a Resceto (MS) scavallando le Apuane attraverso il passo della Tambura. Tappa durissima con 1200 metri di ascesa ed altrettanti in discesa in meno di 6 km. Paesaggio verdissimo e poi, di botto, lunare in mezzo a vecchie cave di marmo. Tappa in un rifugio a qualche centinaio di metri dal passo dove due gentilissimi ragazzi ci hanno rifocillato. Poco più di un mese prima il loro collega è morto precipitando in un dirupo poco distante. Dalla Tambura a Resceto la Vandelli è intatta. Bellissimo. A Resceto, con le ginocchia doloranti a causa della lunga discesa, abbiamo trovato la rassicurante sagoma della Doblò di mia moglie che ci aspettava per riportarci a casetta. Altra esperienza da archiviare tra i bei ricordi estivi. Alla prossima!
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Potrebbe essere, anche se semiassi molto diversi tra loro in lunghezza possono dare parecchi problemi. Edit: ho visto meglio negli ultimi disegni. I semiassi, la misura tra i due giunti intendo, sono identici. Allora è così per forza. E' un sistema quasi obbligato,ma sono una brutta persona se dico che non mi piace quell'accrocchio? Sembra il rinvio di un Same.
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- ginevra
- giulia 2016
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L'asse di rotazione dell'albero è al centro della puleggia dei servizi. Considera spannometricamente l'ingombro dell'albero stesso con i piedi di biella che sporgono un pochino, e, secondo me, rimangono ben pochi centimetri di luce libera per arrivare al fondo della coppa. Lì dentro, da quel che vedo, un differenziale non ci entra.
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- ginevra
- giulia 2016
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Magari mi sbaglio,ma dubito che da quei fori possano uscire dei semiassi. Primo perché sono molto piccoli e non permetterebbero la necessaria escursione data da sospensione e sterzo, e secondo perché significherebbe che dentro alla coppa ci troveremmo, nel caso, un bel differenziale. Boh, ripeto: sicuramente mi sbaglio, però...
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- ginevra
- giulia 2016
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Per braccetti cosa intendi?
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- ginevra
- giulia 2016
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Fidati che lei lì, di pelo ne ha ben poco.
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A me è caduto un pò il sentimento quando ho saputo che Bella Hadid ha 19 (DI_CIAN_NO_VE!!) anni. Cioè, è nata due anni dopo la mia patente. Potrebbe chiamarmi papà. OMG!! Però è di una bellezza, per i miei canoni, che va al di là di ogni comprensione. Che bella che è...
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impetuoso al tramonto, salì sulla luna e, dietro una cortina di stelle, se la chiavò.
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I miei 2 cents... Ho comprato il mio primo 4R nel settembre 1985 ed ho continuato regolarmente fino al 2014. E, poco alla volta, ho messo insieme la collezione completa dal gennaio 1960 a dicembre 2014 (mi mancano alcuni numeri sparsi). Perchè ho smesso? Non lo so. So solo che un giorno, davanti all'edicola mi sono accorto che avevo saltato 3 uscite. Semplicemente non mi piace più. Guardo la copertina e non provo nessun interesse che mi faccia allungare la mano e prendere la rivista. I tempi sono cambiati ed il web, nel bene e nel male, sta fagocitando la carta stampata almeno in questo settore. (anche nel porno, ma questo è un altro discorso...) I vecchi 4R, anni '70 ed '80 li sfoglio continuamente e sono un altro pianeta rispetto ad oggi. Non so, però, se questa differenza è reale o solo percepita per i ricordi che mi evocano. Semplicemente le cose nascono e le cose muoiono. 4R, come rivista, sta morendo. Molto cinicamente spero che la consorella Ruoteclassiche goda di ottima salute perchè è l'unica rivista di motori che acquisto. Trovo che abbia un ottimo livello tecnico e qualitativo e mi mancherebbe molto.
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Legno resinoso. La resina è un ottimo combustibile.
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Probabilmente, anzi sicuramente, costa meno stampare un silent pieno, piuttosto che uno sagomato per cui non parlerei di risparmio, ma di una precisa scelta tecnica.
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Ti giuro che non capisco dove vuoi arrivare, ma non è un grosso problema.
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Ero ironico... Da quando traffico con le auto, specialmente auto vecchie, ne ho viste di tutti i colori, ma mai un ammo "saltar via dalla carrozzeria".
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