è per lo meno dagli inizi degli anni '70 che nessuno psichiatra e nessun cattedratico di psichiatria si sogna nemmeno lontanamente di classificare l'omosessualità fra i disturbi della personalità.
L'ultimo, o uno degli ultimi, fu l'esimio professor Diego De Caro, che nel 1971 (quando era già un anziano trombone della psichiatria piemontese) in un suo trattato sui disturbi di personalità DOC (all'epoca si chiamavano ancora disturbi nevrotici o ossessivo compulsivi) fece di forza rientrare l'omosessualità fra questi giustificandosi con il fatto che nella omosessualità vi sarebbe la coazione a ripetere : come dire che se a una donna piacciono le donne questa ripeterà sempre il suo agito sessuale (come se non fosse la stessa cosa per l'eterosessualità...!!!).
Già sul finire degli anni '70 il DSM e poi l'ICD (i due grandi ed autorevoli classificatori, uno europeo e l'altro statunitense, delle patologie della psiche) cancellarono del tutto l'agito omosessuale dalle tabelle di riferimento clinico.
In parole povere: l'omosessualità non solo non è una malattia ma non è nemmeno un disturbo della personalità.
Gravissimo è anche il fatto che questo tragico lapsus sia stato risottolineato da un tribunale!!!
il criterio adottato dall'esame di leva militare è impostato su di uno standard americano in uso presso l'esercito USA dal 1949 al 1966 (a cavallo delle due batoste militari che gli "sceriffi del mondo" si presero nel continente asiatico: Corea e Wietnam).
Seppure tale modello sia ormai sicuramente molto discutibile dal punto di vista clinico, credo tuttavia che alla base dell'attuale rifiuto da parte dell'esercito italiano ad accettare in leva persone con comportamenti sessuali di tipo omofilo sia invece riconducibile a tutt'altro ragionamento: immagino infatti che si tratti di prevenire possibili tensioni, abusi e violenze in un ambiente socialmente, culturalemente ed economicamente molto eterogeneo - quello degli scaglioni di leva - e pertanto difficilmente controllabile.
Tutto questo, nell'esercito, ha secondo me più a che vedere con una forma di controllo sociale (con i suoi aspetti positivi e negativi) che con la mera osservazione di una tabella diagnostica ormai superata.
Con questo non dico nè mai dirò che sia giusto che l'esercito discrimini i comportamenti sessuali al proprio interno (anche perchè comunque i casi di omosessualità anche violenta fra commilitoni sono tutt'altro che rari): dico solo che capisco perchè lo fa.
Ciò che invece non riesco assolutamente a comprendere è come possa un tribunale civile scivolare su una gaf così marchiana: "l'omosessualità non è una malattia mentale ma un disturbo di personalità e quindi non pregiudica la conduzione di un veicolo".
A parte che l'omosessualità NON è un disturbo della personalità, ma poi sia ben chiaro che vi sono NUMEROSISSIMI disturbi di personalità che invece sì, eccome se pregiudicano la guida di un mezzo!!!