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AlexMi

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  1. Quando porti il marchio Porsche devi stare attento a offrire sempre il meglio, altrimenti chi se ne intende si allontana. Macan rimane una generalista pezzata come Luxury, anzi, un generalista vecchia di una generazione abbondante. Non stiano parlando di 500.
  2. Io invece la vedo diversamente: Renault arriva per ultima e di colpo colma il gap con la casa più forte di esperienza nell'ibrido, e lo fa con una soluzione geniale e raffinata insieme. Per giunta senza avere il fastidioso effetto CVT, per me insopportabile.
  3. Macan ICE ha una piattaforma vecchia da anni e pesante, strano.la tengano per così tanto tempo, questa corsa alla elettrificazione ha fatto perdere la bussola a troppi.
  4. Vuoi mettere quello sbalzo anteriore da pullman della 159? È un caso scuola studiato in tutte le scuole di design del mondo, molto iconico, se le icone sono fatte a pullman...
  5. L'operazione Haas potrebbe essere più furba di quello che si pensi. Molte parti per regolamento possono essere comuni con Ferrari, come ci ha insegnato Pantera Rosa, e quindi Resta che sviluppa il retrotreno Haas è sinonimo di Resta che sviluppa il retrotreno Ferrari, ma non pesa sul budget, tagliato per regolamento. Aspettiamo a giudicare.
  6. Un collega on la Tesla mi ha spiegato la ragione: se vai più forte i minuti (pochi) che guadagni sono compensati dai minuti (tanti) che perdi per fermarti una volta in più per la ricarica. Senza contare che devi essere fortunato che ce ne sia una proprio dove ti serve.
  7. Personalmente sono preoccupato per il futuro a causa del vuoto cosmico presente oggi, non per gli errori del passato. Ognuno ha i suoi metodi per ottenere i risultati, l'organizzazione orizzontale non funziona se sopra non c'è uno con gli attributi che tiene tutti i riga e fa accadere le cose; sino a metà 2018 c'era, e infatti la scuderia era in testa al mondiale piloti e costruttori.
  8. Nulla di nuovo, tutti pronti a sparare sui morti.
  9. Io volevo prendere una Carrera S 992, ma poi ho preso una Yaris, la prima non era ibrida.
  10. Perez si toglie qualche sassolino con il suo ex datore di lavoro 😂: Perez: "McLaren terza? Due piloti forti fanno la differenza" https://it.motorsport.com/f1/news/perez-mclaren-terza-due-piloti-forti-fanno-la-differenza/4926776/?ic_source=home-page-widget&ic_medium=widget&ic_campaign=widget-1
  11. "To Charles, you are the most talented driver I came across in 15 years of F1. Don't waste it. Whatever you do to be happy and smile. Thanks for everything!" -Seb
  12. Con il MY2021 mi risulta siano ordinabili.
  13. Questo cambio, se scelgono la persona giusta, potrebbe essere l'occasione per svoltare.
  14. Perdona, ma non puoi paragonare anni in cui l'auto è vincente e anche superiore alla concorrenza (vedi 2018) ad anni come il 2020, che è il peggiore degli ultimi 40 anni (dati alla mano). Camilleri/Elkann/Binotto hanno prodotto i peggiori risultati della storia recente Ferrari. Se lotti hai dignità, anche se perdi. Io quest'anno non la ho vista.
  15. Domanda: ma riesci ancora a trovare i ricambi e a gestire la manutenzione?
  16. Binotto che torna a casa, Camilleri che si dimette. Magari sono solo coincidenze, ma secondo me si sta muovendo qualcosa di grosso.
  17. Avevano paura fottuta che corresse ancora Russell...
  18. Non dice nulla sugli impulsi e sulla frequenza di campionamento del flussometro, che su Ferrari non ha mai rilevato anomalie.
  19. Che è come dire che hanno come target il popolo automobilisticamente ignorante.
  20. Anche secondo me non è male esteticamente, ma a livello tecnico cosa avrebbe di raffinato?
  21. Le ibride non pagano bollo e superbollo (per un numero di anni dipendente dalla regione).
  22. Russell spettina Lewis Le prestazioni meravigliose, inarrivabili e gioiose di George Russell impallano Hamilton. Il quale resta il n.1 del Circus e della Mercedes, ma.. E adesso che cosa facciamo, finta di niente? Ricordate più o meno il contenuto di questa rubrica il giorno dopo dei momenti più trionfali di Lewis Hamilton in questa stagione? Pieno mio riconoscimento alla classe del Migliore di questa Formula Uno, lode ad Hammer, perché la realtà non si contesta ma si interpreta, però anche totale contrarietà a qualsiasi paragone tra il Re Nero della scacchiera e lo Schumacher del ciclo Ferrari. Primo, perché Schumi quella Rossa vincente l’aveva creata e praticamente costruita da zero, in quattro anni di purgatorio, secondo perché al volante della Mercedes turboibrida è un tantino comodo vincere gli ultimi quattro titoli mondiali dovendo battere - lo ripeto -, solo e soltanto Bottas. Onesto e bravissimo pilota, Valtteri, per carità, ma nel sistema Wolff nato, mantenuto e pagato apposta per esser battuto, appunto e punto. Russell, la prova del nove Ecco, ora che George Russell ha vissuto uno dei weekend agonistici più belli, entusiasmanti e sfortunati in tutta la storia della F.1, ribadire le stesse cose che sostenevo qualche settimana fa diventa molto più facile e agevole, diciamo pure quasi scontato. E comunque continuo a farlo, visto che resto completamente d’accordo con me. Perché se arriva un ragazzo dalla parte giusta dei suoi vent’anni, facciamo ventidue e mezzo, dopo due stagioni a zero punti in casa Williams, sale a bordo della W11 immaginata molto più al simulatore che non dal vero, e si issa subito in prima fila, stradominando la gara e perdendola per colpe assolutamente non sue, facendo strame di un Bottas inquietante per tutto il weekend salvo il momento della pole position, be’, allora, qualche considerazioncina di quelle destrutturanti, demolenti e rivelatrici viene spontanea anzichenò. Per carità George Russell è un pilota meraviglioso e un campione in divenire, sia dato pieno merito alla sua gara memorabile e poco baciata dalla buonasorte, ma viene spontaneo anche pensare che almeno mezzo schieramento di partenza in questo momento sarebbe in grado di prendere la Mercedes di Hamilton e di vincere un Gran Premio, perlomeno contro il Bottas moscio, demotivato e depresso di questo fine di stagione. Le verità del Bahrain E la verità è che il Gran Premio di Sakhir, il secondo di fila in Bahrain, diventa d’amblé la gara più spettacolare, interessante, rivelatrice e gravida di conseguenze di tutto il mondiale. Perché a volte la realtà delle cose, con lo scorrere del tempo, non cambia, ma, molto più semplicemente, si rivela. E allora diciamolo: sul circuito più corto, più rimediato e meno tormentato del mondiale, si assiste non a caso alla gara più spettacolare, interessante e ricca di colpi di scena, nonché fittissima di infilate più che vibranti. Perché il problema di questa F.1 moderna è anzitutto quello di correre inesorabilmente troppo spesso in tracciati intestinali,orrendamente avvelenati da curve, curvette, rampini, tornanti e pieghe isteriche. Basta per una volta drizzare il senso di marcia, realizzare il layout più semplice, scontato e ruffiano, e improvvisamente le belve son più libere di ruggire e lo show ne guadagna, alla grande. Ci voleva Stephen Hawking per capirlo? Punto due, con questa Mercedes una figurona mica male l’avrebbe fatta anche la nonna di George Russell, ma questo non toglie che il nipote sia tosto davvero e che in una domenica intensa, strana e ingenerosa come quella di Sakhir sono tanti coloro che hanno cominciato ad amarlo come quando si ama uno che ha subito una mitragliata di ingiustizie nel giorno in cui meritava solo lodi e gioia. D’altronde la storia di George ricorda quelle che in genere il destino voglia accadano quando un Signor Nessuno all’improvviso si ritrova da supplente la macchina vincente in mano e ci si mettono tutte perché non possa godere appieno dell’opportunità. Corsi e ricorsi storici Tanto che nei giorni scorsi mi torturava, al pensiero di George in W11, la vittoria mancata di Jarier in Canada 1978 quando finalmente poté sfruttare appieno la meravigliosa Lotus 79 in un anno in cui il francese faceva addirittura fatica a qualificarsi, tanto da dedicargli in questo numero un Racconto della Passione precotto di ben sei pagine. Se andate a leggere quella storia, da una Regina Nera all’altra, similitudini e filosofia di base restano parallele e egualmente valide in modo addirittura inquietante. La verità è duplice: quando all’improvviso ti ritrovi in mano la macchina vincente, anche in genere se giri anonimamente nel mucchio, nella F.1 moderna puoi trasformarti nel giro di poche ore in un vincente. A patto che tu comunque valga qualcosa, come pilota, eh, sennò no. E una. La seconda morale è che queste chance il più delle volte finiscono in un nulla di fatto, quasi che, per dirla alla Stephen King, il corso del destino sia viscoso, refrattario e ci goda a difendersi per non essere cambiato. Jarier è uno che di solito in F.1 non vince. Okay, in Canada 1978 domina ma rompe, non per colpa sua. Salo su Ferrari potrebbe trionfare a Hockenheim 1999? Manco per idea, ci pensa un avveduto ordine di scuderia a trasformarlo in un riluttante ma correttisimo benefettore. Russell su Mercedes esalta tutti sull’ovalino ammaccato di Sakhir? Ci si mette il team a far casino, con un pateracchio al cambio gomme e poi ci pensa uno pneumatico ad andare in crisi, rovinando la giornata a George, a Toto e un po’ a tutti noi, che, a prescindere dalle propensioni di tifo, di quella fuga indomita del ragazzino a quota zero ci siamo innamorati un po’ tutti da casa, strada facendo, no? La rivincita di Perez E così alla fine va a vincere Sergio Perez, il primo ex positivo di Covid-19 che fa suo un Gp iridato e anche il futuro disoccupato più felice del mondo, al volante dell’unica Casa automobilistica del Circus che diventa contemporameamente vincente e morente, perché da qui a un mese cambierà nome e presumibilmente colore nonché sicuramente ragione sociale, divenendo Aston Martin. Insomma, non poteva esistere Gran Premio più strano, difettivo, anomalo e rivoluzionario di quello disputato sul layout inedito di Sakhir. Con Russell che ad ogni giro in testa faceva calare di trecentomila dollari - per vero o falso che sia è così - l’entità della cifra che Hamilton strapperà per il rinnovo alla Mercedes. Piaccia o non piaccia, Sakhir 2 è la gara più rivelatrice, emblematica e severamente sincera della stagione. F1 di supermacchine Dicendo cosa? Vediamo. In questa Formula Uno non esistono superuomini ma esiste eccome una Supermacchina, tra l’altro da ben sette stagioni e quattordici titoli mondiali a questa parte. Peraltro nelle condizioni, tra un annetto esatto, di passare tranquillamente a sedici. Con Hamilton candidatissimo a raggiungere quota otto, dovendo lottare, per riuscirci, solo col solito compiacente Bottas, mentre Perez manco ha il posto sicuro. Certo, se ci fosse stato Bernie Ecclestone al timone di questa F.1, mentre avete tale numero di AS in mano, sarebbe già ufficiale il (ri)passaggio di Bottas alla Williams e quello di Russell alla Mercedes in quota 2021, con Perez alla Red Bull al posto di Albon e una cinquantina di cavalli in arrivo a far compagnia al Cavallino per renderlo più rampante. Fatto sta che nel weekend in cui Mick Schumacher col numero 20 vince il campionato F.2 2020 a 20 anni dal primo titolo vinto dal padre in Ferrari, a uscirne alla grande è anche, di riflesso, la figura di papà Michael. Perché, sorry, i fatti a suo favore restano molto più stringenti che non i numerini in quota Lewis Hamilton, nell’era turboibdrida dello strapotere Mercedes. In fondo, vincere mondiali dovendo battere solo Bottas è come avere il salvacondotto per diventare leggenda con la garanzia della mutua. https://autosprint.corrieredellosport.it/news/sterzi-a-parte/2020/12/07-3709418/russell_spettina_lewis/
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