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Alain

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  1. i km sono tanti... non so se ti convenga...
  2. vista in concessionario... molto meglio dal vivo... la prima impressione è stata: "bella"... era una 122d nera con pack M, cerchi da 17", pelle, navi, ecc... prezzo: 41.000 euro... e sticazzi!
  3. MacBook, lo preso da 3 giorni ed è tutta un'altra cosa... OsX non è nemmeno paragonabile a win
  4. ciao con il tuo bdgt ed alla tua età, con il pallino delle spider, come scrivi nel 1° post ti consiglio mazda mx-5 usata fraschissima, la TT lascialà dov'è al limite prendila coupè... se vuoi a tutti i costi la "marca" orientati su una Z3 usata di qualche anno... prendi la spider adesso che puoi, per le 5 posti sei sempre in tempo... MX5 - Mazda MX-5 VER. The Bridge su eBay.it Mazda, Auto, Auto questa è un gioiello (17.ooo km) e la the bridge è molto ricercata... i 3.000 euro che ti avanzano li metti sul conto arancio e li usi per la manutenzione ecc...
  5. per inciso il manifesto "NO." era tratto da pagine pubblicitarie usa. cmc Volvo, Alfa e Saab è solo nella testa dei rispettivi mktg manager a livello di Bmw o della triade. La partita si gioca tra Bmw, Audi e MB in Europa e negli usa il gioco ha accolto anche Lexus.
  6. Prodotto, Prezzo, Pubblicità, Distribuzione. Posizionamento nella fascia di mercato del "lusso accessibile" senza perdere i valori della marca. Clientela di fascia medio alta - alta. La strategia chiara e ben definita. Stabilità del management. Per me è il punto di riferimento dell'automotive mondiale e per finire: "NO." “La capacità di dire no ai compromessi è una cosa rara di questi tempi. A molte aziende piacerebbe essere capaci di farlo, ma poche hanno l’autonomia di farlo davvero. Siccome è una azienda indipendente, BMW può dire no. No, non scenderemo a compromessi sulle nostre idee. No, non lo faremo nella stessa maniera in cui tutti gli altri lo fanno. No, non ridurremo i nostri progetti al minimo comune denominatore. No, non ci venderemo ad un proprietario che ficcherà il naso nei nostri affari e ci chiederà di ridurre le nostre auto alla normalità del mercato di massa. "Siccome sappiamo dire no ai compromessi, possiamo dire si ad altre cose — come il costruire le nostre auto con una distribuzione dei pesi 50/50 per una superiore tenuta di strada e controllo, nonostante costruirle così costi di più. Sono migliaia di piccole cose come queste che separano BMW dalle altre aziende automobilistiche. Mantenendo la nostra autonomia e la nostra capacità di dire no, possiamo essere sicuri che le grandi idee vivano abbastanza da diventare grandi auto."
  7. Audi A6 2.5 tdi, 2003, 165.00 km, nessun problema meccanico, solo tagliandi programmati. intorno ai 100.00 km infiltrazioni d'acqua all'altezza dei tappetini posteriori, risolta in carrozzeria. Soddisfazione elevata.
  8. alfa furiosa---- che tamarrata galattica
  9. molto bello... POSSIAMO DIRVELO IN TUTTE LE LINGUE, MA LA GRANDE AUTO è TORNATA A PARLARE ITALIANO. FIAT CROMA.
  10. http://www.1addicts.com/forums/showthread.php?t=2161 eccola dal vivo di fianco ad una e46
  11. sportiva + benzina + nuova = acquisto attraverso il buy back, ovvero firmi un contratto dove a tre anni ti garantiscono il Valore Futuro Garantito. la usi tre anni, la paghi per i tre anni che la usi e la restituisci al concessionario, bagno di sangue evitato e certezza della spesa.
  12. ciao, la Z4 coupè è macchina eccellente, non dovresti fare molta fatica... perchè non prendi la 5oo bianca? una Giancarlina
  13. la R8 è una gran macchina, complimenti ad Audi. Giù il cappello.
  14. Fonte: www.paoloziliani.it Ci mancava solo la lettera aperta spedita da Nedved alla Gazzetta dello Sport (mercoledì 7 novembre, pagina 19) per dire: “Non sono violento, ho solo sbagliato un intervento”. Ci mancava solo di leggere: “Non sono un giocatore violento, non gioco per far male agli avversari (...), si è trattato solo di foga agonistica e di un intervento sbagliato (...), non sono il tipo di giocatore che colpisce l'avversario a gioco fermo o con la volontà di fargli male (...), io so di essere un beniamino di molti sportivi e so anche di essere un esempio per tanti bambini: tengo moltissimo al loro giudizio e mi dispiacerebbe molto se pensassero che sono un giocatore scorretto e violento”. Firmato, Pavel Nedved. Domanda: avete mai sentito parlare di “Excusatio non petita, accusatio manifesta” (che tradotto dal latino significa: “Scusa non richiesta, accusa manifesta”)? In parole povere: se non hai niente di cui scusarti, non scusarti. In caso contrario, il grande affannarsi a giustificare gesti e comportamenti sortirà l'effetto contrario: e confermerà i sospetti da cui desideri allontanarti. Se Freud fosse ancora tra noi, tra i tanti casi clinici che tanto lo hanno appassionato – da “L'uomo dei topi” a “L'uomo dei lupi” – troverebbe senz'altro il tempo di occuparsi anche de “L'uomo dei calci”: e cioè dell'interessantissimo caso clinico di Pavel Nedved, calciatore ceco di 35 anni, ex Pallone d'Oro, da anni in forza alla Juventus dopo una lunga militanza alla Lazio. Per chi ancora non lo sapesse: domenica sera, nel secondo tempo di Juventus-Inter, rincorrendo un avversario (Figo) che gli stava scappando palla al piede, Nedved è intervenuto sferrando all'intersita un calcio da dietro che gli ha provocato la frattura del perone. Particolare curioso: è la prima volta – e probabilmente sarà l'ultima – in cui un Pallone d'Oro spacca la gamba a un Pallone d'Oro. Non granchè per campioni che viaggiano spediti verso i 40 anni e verso una pensione dorata. Quando la notizia della “gamba rotta” di Figo è diventata ufficiale, la polemica sul calcione sferrato da Nedved è divampata e il dibattito si è fatto incandescente. Tra le tante correnti di pensiero, la più gettonata – ed è un classico - è stata quella del “falli così avvengono sempre: ma Nedved non voleva certo rompere la gamba a Figo”. Ebbene, a scanso di equivoci: anche noi lo pensiamo. Siamo sicuri, anzi sicurissimi, che Nedved non volesse spaccare la gamba a Figo. Nedved, infatti, ha esattamente fatto quel che spesso desidera fare: anni fa era buttarsi a terra senza nemmeno essere stato toccato, oggi – in età matura - è rifilare tanti bei calcioni ai suoi avversari, e chi s'è visto s'è visto. Dice: quante volte abbiamo assistito a interventi peggiori, più cattivi e più violenti, che non hanno determinato, però, conseguenze tanto gravi? È vero: tante volte. Ad esempio, ci viene in mente che all'ultimo secondo della partita Juventus-Genoa (giocata il 21 ottobre, ossia due settimane fa), e nonostante la Juve stesse vincendo 1-0 e la gara fosse ormai conclusa, Nedved è intervenuto in maniera sconsiderata (eufemismo) su Konko, investendolo in corsa, colpendolo alla testa con una violenza inspiegabile e facendolo stramazzare a terra privo di sensi. Al punto che l'arbitro Banti, dopo aver dato il fischio di chiusura, non ha potuto esimersi dal rincorrere Nedved e dal mostrargli il cartellino rosso. Il giudice sportivo, di lì a poco, lo ha squalificato per 2 giornate. Ora, dando per scontato che Nedved non volesse assolutamente far male al collega del Genoa – così come a Figo - ma volesse solo fare fallo, sia pure a modo suo, sapete qual è la cosa grave? La cosa grave – anzi, vergognosa – è che Nedved, dopo aver colpito alla testa un collega in modo tanto sconsiderato da meritare l'espulsione, e dopo averlo visto crollare a terra come una pera marcia, non lo degni di uno sguardo: e se ne torni sui suoi passi, senza preoccuparsi di lui, indifferente, tranquillo come un papa. Davvero strano per un giocatore che pure, qualche anno fa, per un fatto simile rischiò di lasciarci le penne (Real Madrid-Juvetus 1-0, Champions League, 22 febbraio 2005). Tornando a bomba. Qualche buontempone, alla Juve, ha avuto la folgorante idea di far scrivere a Pavel una frase come: “Io so di essere un beniamino di molti sportivi e so anche di essere un esempio per tanti bambini” e nelle vita ci sta di tutto, lo sappiamo. Ma la domanda è: in quale film? Se Nedved diventa un esempio per i bambini spaccando gambe agli avversari, rifilando pestoni agli arbitri (Farina, 5 giornate) e passando più tempo in squalifica che giocando, che umanità avremo quando i bambini saranno cresciuti? La verità è che alla Juventus qualcuno dovrebbe cominciare a farsi carico del problema prendendo atto del caso clinico: perché Pavel Nedved, “L'uomo dei calci”, da qualche tempo ha completamente perso il senso della realtà e vive - e gioca - in un mondo tutto suo, un mondo nevrastenico dove a lui, e solo a lui, è permesso fare di tutto: anche pestare i piedi all'arbitro se l'arbitro è così cattivo da sventolarti in faccia il cartellino rosso per le tue intollerabili malefatte! Insomma: quando Nedved afferma di “essere un esempio per i bambini”, dice una bestialità, punto e a capo. E se alla Juve qualcuno gli vuole bene, dovrebbe cominciare a cercargli un bravo psicanalista. A 35 anni, più che al calciatore è il caso di pensare all'uomo. E se ancora non ve ne foste accorti, oggi l'uomo Pavel Nedved sta male.
  15. se i dati sono questi è una situazione molto pesante. quello che non capisco è perchè il top management sia ancora al suo posto.
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