Ancora sotto i riflettori il titolo del gruppo torinese, che nelle scorse settimane sembrava essere stato accantonato dagli addetti ai lavori, ma che rimane invece una delle azioni calde del listino milanese. In queste ore a dare benzina al Lingotto ci ha pensato il suo amministratore delegato, Sergio Marchionne.
Sulla stampa il manager ha dichiarato che è pronto a rimanere al timone di comando fino ad oltre il 2010. L’impegno che il gruppo si è prefissato per i prossimi mesi è quello di diventare uno dei primi 3 o 4 player mondiali. A tal proposito sarà fondamentale il piano industriale che coprirà il periodo compreso tra il 2011 e il 2015. La conquista dei mercati globali sarà favorita da due business che globali già lo sono, quelli di Iveco e Cnh.
Ma non solo. L’aumento dell’internazionalizzazione della società passerà anche attraverso le alleanze e, magari non subito, anche per alcune acquisizioni. Secondo indiscrezioni un paio di importanti operazioni erano sul punto di essere perfezionate. Fiat avrebbe infatti trattato, nei mesi scorsi, l’acquisizione (dalla Ford) di Land Rover e Jaguar. La società, però, avrebbe rinunciato viste le possibili conseguenze finanziarie che questa cosa avrebbe comportato sul profilo di rischio della società e quindi sui rating di Fiat. Il gruppo, infatti, avrebbe rischiato vari declassamenti dalle maggiori agenzie mondiali.
Che Ford stia vendendo alcuni dei suo marchi non è un segreto. Il gruppo, che secondo molti sta attraversando la fase meno felice della sua storia, sta ristrutturando le sua attività. Il marchio Aston Martin è già stato ceduto lo scorso marzo, mentre Volvo interesserebbe alla tedesca Bmw.
Un’acquisizione come quella di Jaguar e Land Rover, vista dal versante italiano, aumenterebbe la presenza della società torinese nel comparto del lusso, per altro già ben presidiata da Maserati e Ferrari, permetterebbe di entrare nel segmento dei Suv e, soprattutto, spalancherebbe le porte per gli Stati Uniti, che saranno conquistati con il marchio Alfa già nel 2009.
Ma si batte anche la pista delle joint venture. Nelle scorse settimane Sergio Marchionne ha confermato che entro la fine del mese di giugno sarà ufficializzata una nuova partnership internazionale. Oscuro il nome del partner, anche se è plausibile che si possa trattare di un operatore asiatico. Tempo fa i vertici ricordavano che in Cina il gruppo ha una relazione con Saic e Chery sui motori, accordi che potrebbero diventare un'alleanza nel comparto dell'auto. Poche settimane prima, tra l’altro, Marchionne aveva detto di non essere soddisfatto della partnership con Nanjing Automobile Group. A conferma che il gruppo potrebbe essere in cerca di modi alternativi di crescere nella nazione asiatica...
Tra i principali appuntamenti del prossimo futuro c’è anche la presentazione, prevista per il prossimo 4 luglio, della nuova 500. Una vettura che, secondo i vertici della società, è “essenziale” per rilanciare il marchio, tanto che sarà il suo “manifesto viaggiante”. Non un semplice restyling, ma il meglio della Fiat di oggi a livello tecnologico.
Nella serata di venerdì il gruppo ha evidenziato che, nell’ambito del programma di acquisto azioni proprie annunciato lo scorso 5 aprile, la società ha acquistato 2,655 milioni di azioni ordinarie, al prezzo medio unitario di euro 19,97. Così, dall’inizio del programma sono state acquisite più di 11 milioni di azioni ordinarie, per un investimento complessivo di 231,3 milioni di euro.
Tra gli ultimi giudizi, a livello temporale, ci sono quelli di Banca Akros e Hvb. L’istituto della Popolare di Milano ha confermato il suo “buy” (acquistare) con un target price di 25 euro. Gli analisti hanno considerato i buoni dati sulle immatricolazioni brasiliane nel mese di maggio e la capacità di Fiat, Cnh e Iveco “di registrare performance migliori del mercato”.
Stessa manovra per Hvb. Anch’essa ha mantenuto la sua indicazione d’acquisto “in virtù del positivo profilo di credito del gruppo”. Secondo gli esperti la strategia del gruppo si focalizzerà sulla riduzione del debito industriale e, quindi, sul ritorno ad uno status di investment grade.
articolo di oggi del "giornale"
secondo me erano molto vicini all'acquisizione di Land e Jaguar ma avrebbe comportato un declassamento del rating. Marchionne e LcD hanno preferito non compromettere di nuovo di fronte alle banche una situazione che dopo anni di rosso è tornata in nero da 1 anno.
cmc l'impressione è che sia solo questione di tempo... ancora due o tre anni di bilanci in attivo...