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A Jeddah vola RedBull, mentre la Ferrari cambia DNA
Le prove libere hanno mostrato un Verstappen velocissimo e senza pretattica. Ferrari al contrario molto conservativa, ma dovrà sudare – di FEDERICO ALBANO
RedBull fin troppo bella per essere vera
La RB19, è apparsa davvero devastante. L’equilibrio sembra ancora una volta perfetto, un connubio di carico ed efficienza che ha garantito a Verstappen e Perez una vettura velocissima in rettilineo e al tempo stesso largamente performante in curva, con momenti dove il due volte iridato aveva quasi 10 km/h di vantaggio sugli avversari tanto in allungo che in percorrenza delle curve da carico. Diciamo “troppo bella” perché dal punto di vista motoristico è sembrato che i tecnici di Milton Keynes abbiano già dato qualche cavallo in più alla power unit ex Honda, probabilmente alla ricerca di conferme sull’assetto della vettura in condizioni più verosimili. Verstappen e Perez si sono poi molto lamentati del sottosterzo della vettura nei cambi di direzione, il che stupisce un po’ viste le performance, e l’impressione è che la vettura di Newey abbia trovato una tale aderenza al posteriore da rendere all’apparenza debole un anteriore che comunque debole non è, e lo si vede bene dai dati di telemetria che qui riportiamo.
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SF23 unica a cambiare DNA
Venendo quindi alla Ferrari, abbiamo visto un atteggiamento davvero molto conservativo sul fronte potenza sia nelle simulazioni di qualifica che di passo gara e un approccio generale decisamente con più carico verticale, al contrario di quanto si era visto in Bahrain dove le due SF23 andavano (anche troppo) forte nei rettilinei per poi soffrire molto in tutti i tratti dove serviva la deportanza aerodinamica. Le velocità in curva nel primo settore non lasciano molto spazio a dubbi. La nuova ala anteriore sembra poter almeno consentire di portare sulla vettura l’ala posteriore con più carico senza inficiare il bilanciamento e questo consente al pacchetto di ritrovare un punto di funzionamento più equilibrato tra carico e velocità in rettilineo. Quest’ultima è al momento impossibile da valutare dato l’approccio palesemente conservativo in maniera quasi estrema dei tecnici di Maranello con la power unit che spinge davvero poco in tutti gli allunghi. Su questa pista le fasi di trazione non sono poi molte, per cui si nota una distribuzione delle potenze più “in alto” ed è proprio dove l’unità motrice di Maranello si vede non spingere a conferma dei regimi mantenuti bassi. Il maggior carico è confermato anche dall’analisi della deviazione standard dei dati di velocità.
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L’impressione in generale da questa prima giornata è quella di una RedBull comunque favorita per il weekend, mentre alle sue spalle si profila una lotta ravvicinatissima tra Aston Martin, che dovrà resistere in qualifica per fare la seconda forza, una Ferrari da scoprire una volta passata alla modalità aggressiva e Mercedes, al momento apparentemente ancora un passo indietro. In tutto questo proverà ad inserirsi la Alpine, apparsa in buona forma e un centro gruppo comunque non lontano, ricordando poi la penalità di Leclerc che quindi dovrà sudarsi la rimonta tra vetture tutte con passo simile. Vedremo se la qualifica confermerà quanto visto nella prima giornata e ci fornirà qualche elemento essenziale in più sul cosa aspettarsi per la gara.
https://www.formulapassion.it/opinioni/federico-albano/a-jeddah-vola-redbull-mentre-la-ferrari-cambia-dna-telemetrie-aerodinamica