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jeby

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  1. Buonasera, richiesta particolare fatta da me, ma comunque... Sto valutando l'acquisto di un iMac 27 entro l'estate 2014 (se non scialacquo tutto prima) e siccome voglio fare le cose fatte bene, ho tempo e non voglio lasciare nulla al caso, ho deciso di guardarmi intorno in maniera consapevole e fare un minimo di tabulazione tecnico-economica. L'obiettivo NON è risparmiare, l'obiettivo è prendere il meglio che posso trovare ad un dato prezzo e che possa rispondere alle mie esigenze. L'alternativa all'iMac è un Mac Mini configurato bene da accoppiare ad un monitor da 27" con risoluzione 2560x1440. Attualmente mi trovo a "lavorare" in un ambiente misto Mac/Android/windows. L'uso di Windows è limitato all'ambito lavorativo e vorrei che rimanesse così. Niente Windows a casa. Ce l'ha la mia ragazza e io me ne tengo alla larga! Quindi l'alternativa è un PC con su una bella e solida distro Linux. Le esigenze sono - sincronizzare password, contatti, calendario e mail con Google. Oggi faccio questo grazie a Chrome, ovviamente, ma sul computer vorrei tornare ad usare dei client offline. Su Mac attualmente è possibile sincronizzare contatti e calendario con Google ma con parecchie limitazioni e sospetto che col futuro Maverick le limitazioni cresceranno a favore di iCloud. - esigenze tipiche di un fotografo AMATORIALE. Ora uso Aperture come camera oscura digitale, ma va bene qualunque altro software tratti i RAW e mi permetta di farci un minimo di flusso di lavoro. - devo poter backuppare via wireless. Se il wireless risponde all'ultimo grido ovvero il "gigabit wifi" o 802.11ac ancora meglio perché ho un router adatto allo scopo e voglio poterlo sfruttare. - il PC/monitor_appicciatoci deve essere BELLO DA VEDERE perché va in salotto. Bello, non me ne frega nulla se c'ha i tasti scomodi, deve essere bello. - il sistema deve essere garantito e a prova di pirla (il pirla sono io). Non voglio perdere tempo ad accertarmi di compatibilità o a verificare la possibilità di installare l'OS giusto senza perdere la garanzia. Idealmente il PC deve arrivarmi con Linux già installato e zero sbattimento da parte mia. Soprattutto, non voglio pagare Windows e poi farmi rimborsare - Oltre al PC, a questo punto qual è la distro Linux più consigliata ad un utente ormai decennale di OS X? Non parlo di avere il dock e la barra dei menù, parlo di coerenza, design (estetico e funzionale) e, in generale, di essere coccolato il più possibile. Devo poter impostare TUTTO da comodi semplici e banali icone spunte e simili. No sudo gedit sarcazzo. - Non sono uno sviluppatore, non mi frega niente di ddl, librerie, API e altri insetti. Le robe devono funzionare ed essere facili da installare e disinstallare! - Non pongo limiti alla dotazione HW, sinceramente non saprei nemmeno dire che differenza c'è tra intel i5 e i7. L'unica cosa è che l'hard disk deve essere capiente. Il budget è 2k€ tutto incluso (PC, OS, monitor + periferiche input, spedizione) Grazie.
  2. non c'era mica una prova su 4rotelle in cui la giulietta col 1750 tubbbo faceva i 3 o 4 km / l?? prendendo questo come dato (nonostante peso maggiore rispetto a 4C e aerodinamica peggiore) l'autonomia su circuito è intorno ai 120 o 160 km, giusto? Dai diciamo che su un circuito "medio" 20 / 30 giri te li fai
  3. peccato che l'SMC non si possa far traslucido, altrimenti io la prenderei color "Bondi Blue": rosso traslucido no che poi sembra color modellino di esplorando il corpo umano: scherzi a parte, la gamma colori è in qualche modo nota/ricostruibile? A parte i due speciali della LE l'abbiamo vista solo nera e grigia.
  4. Tornando molto IT. In questo articolo di Macytinet (che non seguo più perché ha troppa pubblicità anche nel forum!) MacPro, unità SSD fino a 5 TB e Ram fino a 128 GB? - macitynet.it oltre ad ipotesi (fantasiose?) sui possibili 128 GB di RAM e 5 TB di memoria flash con cui farcire il bidoncino, si riportano due pareri a mio parere importanti, uno è quello del CEO di Blackmagic Design (produttruce di attrezzature di altissimo livello per il mercato della produzione video) che apprezza moltissimo l'HW Apple probabilmente perché ha provato le versioni di sviluppo (definisce il Mac Pro "spettacolare"), l'altro è quello del senior engineering manager Adobe Premiere Pro che puntualizza come le applicazioni Cloud dell'ultima release del pacchetto Adobe (mi risulta che ormai esista solo il cloud) siano studiate appositamente per lavorare con la doppia GPU AMD montata nel bidoncino dell'umido. Insomma, al di là di tutte le nostre ciance teNNiche, è chiaro che questa macchina è stata sviluppata insieme ai professionisti del settore e alle software house, molto più dei precedenti Mac Pro / Powermac. Non ricordo pareri altrettanto entusiasti all'epoca. Probabilmente questo Pro è molto ma molto più Pro dei precedenti e per questo motivo più che al singolo professionista è adatto ai grandi studi.
  5. oddio, ho causato un'erezione ad un mod, aiuto :lol: scherzi a parte, è sempre bello parlare di tecnica. In questo caso si capisce bene come certe "debacle" su magari componenti accessorie vadano un po' in secondo piano rispetto alla raffinatezza tecnica e alla metodologia di produzione allo stato dell'arte del telaio.
  6. Quando scrivo qui sono sempre fatto di crack
  7. Artemis: può darsi. Peccato che l'uso di Intel per Apple è robbba nuova e prima c'era MotoSola/Freescale e compagnia che, se non ricordo male (non sono un teNNico) non facevano parte dei nomi inizialmente dietro all'ACPI Comunque teNNicismi a parte, si diceva solo che il Mac solitamente non si spegne e tale intenzione è "insita" nel design dell'HW che già non invita a spegnere/accendere. Stop, non volevamo dire null'altro. Con tutti gli ACPI e catzi e matzi l'Acer figlio del demonio coevo dell'iBook mai e poi mai l'avrei lasciato in "ibernazione", l'ho fatto una volta e a momento lo trovavo cotto con tutto quello che c'era sulla scrivania, altro che ibernazione!! Non so come abbia fatto a raggiungere la temperatura di fusione dato che la batteria durava nulla anche in stop
  8. A parte il power nap, era così gà da ben prima del 2005. KAWABONGA, già almeno dai G3 c'è lo stop, lo stop con copia sul disco non credo ma potrebbe dipendere dall'aggiornamento dell'OS (probabilmente da Tiger in poi)... prima non so dovrei accendere il mio Classic ma è nella casa vecchia... Il mio iBook è del 2004 e funziona così da allora. Anche adesso fa un po' il server, un po' va in stop, un po' dimezza la frequenza del processore, ogni tanto fa un riavvio automatico, ogni tanto va in coma per il troppo calore
  9. Decine? Al giorno forse, devo comunque farne almeno 2500/anno + ricambi Come già detto, non sappiamo cosa succede dopo.
  10. Sul macbook tra l'altro non devi schiacciare nulla: abbassi il lid e stop. Non so come funziona l'ibernazione su GNOME o simili. In mac ci sono 2 tipi di stop... in realtà, adesso ce n'è un terzo... Lo stop "base": resta alimentata solo la ram, disco processore scheda video e qualsiasi altra cosa viene spenta. Quando riattivi il mac, ti ritrovi "istantaneamente" nello stesso punto in cui l'avevi lasciato Lo stop "profondo" anche detta sospensione: succede se la batteria del portatile è scarichissimissima o se va via la luce nel caso di computer fisso, praticamente lo stato del computer come l'avevi lasciato viene "fotografato" e salvato su disco. L'uscita dalla sospensione sarà più lunga che uscire dallo stop e più o meno sarà come riavviare, solo che ti ritrovi esattamente al punto in cui avevi lasciato tutto. Poi c'è il "power nap" per i soli portatili con Mountain Lion: minchia boh! no in pratica è una sorta di stop "leggero" in cui praticamente alcune funzioni base vengono mantenute attive, come sincronizzazioni con iCloud/contatti/calendario, backup time machine, ricezione mail... arrivati ad un tot di consumo di batteria, il power nap si disattiva e si converte in stop.
  11. In pratica funziona così: Il materiale di partenza, il "prepreg", arriva sotto forma di rotoloni in cui le lunghe fibre di grafite sono già impregnate con la resina (da qui preimpregnato). I rotoli vengono stoccati in una cella frigorifera, affinché la resina non polimerizzi nel tempo. Comunque, anche se conservati al freddo, i rotoli hanno una scadenza. Il rotolo viene srotolato e tagliato per assumere la forma del componente (o del settore di componente) che andrà a formare. I ritagli di lamine unidirezionali vengono posizionati uno sopra l'altro (lay-up o laminazione) secondo una precisa sequenza che indica sia il numero di lamine, sia l'angolo che ogni lamina deve formare rispetto ad una data direzione. Tale sequenza è dettata sia da esigenze strutturali, ovvero rispondere a carichi in determinate direzioni, o rispondere ad un carico con una deformazione in un altro senso*, ma è anche dettata da esigenze di processo: ad esempio il fatto di avere lamine unidirezionali vincolate tra loro con angoli diversi potrebbe dare luogo a deformazioni o a tensioni dovute al processo termico di cura. Esempio: metti il pezzo tutto dritto in autoclave e lo tiri fuori svergolato! No buono: per questo si cerca di bilanciare la laminazione e spesso il primo e l'ultimo strato sono non una lamina unidirezionale, ma un mat ovvero una lamina in cui "contemporaneamente" le fibre sono incrociate a 90° tra loro. La fase di laminazione è cruciale: il numero di lamine e l'angolo delle lamine fra loro è quello che poi andrà a costituire le prestazioni finali del manufatto! Per questo si usano guide ottiche (se sei poveraccio: dima col goniometro altrimenti una guida laser) e per evitare che impurità vadano a frapporsi tra le lamine indebolendo la struttura del composito, il tutto avviene in clean room, una stanza con controllo di temperatura, umidità e qualità dell'aria (polvere ecc...). Si lamina sul piano e poi si depone sullo stampo: le pezze di materiale devono quindi essere tagliate avendo in mente questa cosa, ovvero che vanno "modellate" sullo stampo. Lo stampo in questo caso è unico, ovvero non c'è il controstampo. E' realizzato di solito in resina dura e non di metallo, essenzialmente per un motivo: il metallo si deforma col calore, la resina praticamente no. In più uno stampo in resina con forme anche complesse può essere economicamente realizzato ad esempio con una fresa a controllo numerico. Comunque, si vernicia lo stampo con una particolare smalto distaccante. Quando è asciutto si mette tutto l'insieme delle laminazioni facendo aderire bene il tutto, si "avvolge" quindi il tutto con una serie di strati di tessuto tipo "garza" che andranno a permettere l'evacuazione dei vapori e ad assorbire il residuo di resina e altri strati che invece fanno tenuta. L'insieme degli strati di "garza" e sigillanti si chiama "sacco a vuoto": infatti una volta sigillato il tutto e avvolto bene, si va a fare il vuoto dentro il sacco utilizzando apposite connessioni alla macchina del vuoto sparse qua e là in maniera ponderata. In questi punti andrà a raccogliersi il residuo di resina inutilizzato. Il vuoto è necessario non solo per raccogliere la resina in più ma anche e soprattutto per aspirare tutti i gas ed evitare la formazione di bolle. Lo stampo con il sacco a vuoto e le laminazioni dentro viene messo in autoclave: dentro l'autoclave avviene il ciclo di cocura, ovvero un particolare ciclo in cui si applica il vuoto al sacco, si fa salire la temperatura e si fa salire la pressione. La curva di cocura è importantissima, pressione e temperatura devono lavorare assieme per fare in modo che la resina liquefatta grazie all'iniziale aumento della temperatura vada ad impregnare perfettamente le fibre, che la laminazione ora più "malleabile" aderisca perfettamente allo stampo e che la parte in eccesso di resina venga aspirata via e allontanata dal pezzo finito che così risulterà più leggero. Raggiunta la temperatura di polimerizzazione questa viene mantenuta finché tutto il pezzo non è solidificato. La cura può durare anche molte ore (o giorni, dipende da quanto è grande il pezzo) Sfornato il biscottone di composito, si procede eliminando il sacco a vuoto e distaccandolo dallo stampo. Possono seguire successive fasi in cui ad esempio il pezzo viene controllato e vi si aggiungono accessori (IMHO la parte col laser verde del video è dopo la cura e sono dei mark per il controllo o per posizionare clip per accessori ecc...) e poi si procede se richiesto con una fase di finitura superficiale lucida in cui uno strato di tessuto non strutturale e più denso di resina viene applicato a mano sul telaio (vedi il tizio col torcione che "lucida" il tutto). Se c'è da fare fori è meglio... non farli l'ottimo è ritagliare prima la lamina quando è ancora non curata, inserire nella laminazione un lavorato metallico che poi andrà effettivamente a ricevere gli sforzi della giunzione e a ridistribuirli nel composito, e poi mettere tutto insieme in forno. Forare il composito e metterci grezzamente una vite/rivetto/quelchetipare è roba che ad un aeronautico fa venire la pelle d'oca. Per realizzare pezzi cavi si può usare la tecnica di cui sopra con stampo a perdere (esempio: gesso che poi viene frantumato e lavato via da un apposito foro) o utilizzare un materiale molto leggero a nido d'ape che oltre a mantenere in forma il pezzo durante la cura consente anche di rinforzare la sezione e realizzare un componente molto più rigido. I controlli a campione che si fanno di solito coinvolgono gli ultrasuoni, a secco o a bagno a seconda dello spessore, e i raggi X. Liquidi penetranti non credo. Spero di aver risposto alle tue curiosità, lo sapevo che la specializzazione in strutture aeronautiche prima o poi mi tornava utile! *: vedi spoiler "attivi" che ad un carico di portanza/deportanza rispondono non solo con una flessione ma anche con la torsione, in questo caso i due effetti sono volutamente accoppiati... ma qui si entra nella termoservoaeroelettromagnetoelasticità e per il bene di Gimmo proseguirò senza più parlarne... non vorrei dire una cacata ma probabilmente è roba automatizzata.
  12. la preferisco nella versione meno tamarra e comunque sempre in versione monofaro. Ques'auto è IMHO tutta bella, elegante e sportiva.
  13. Se è vero vuol dire che finalmente hanno imparato cosa vuol dire "sinergia" e come farla bene (ovvero alla tedesca). Stavo facendo un po' di ragionamenti sul telaio... Alla fine della fiera, il processo costruttivo del telaio è, taglio dei fogli a parte, praticamente manuale. Non c'è ovviamente automatizzazione nel layup che come accade di solito col prepreg avviene ancora a mano con l'aiuto di strumenti ottici per io corretto orientamento delle fibre e il relativo centraggio. È una metodologia produttiva molto costosa che, F1 a parte..., è derivata dalla più avanzata produzione aeronautica (anche meno avanzata, l'ho fatto anche io al PoliMi) e naturalmente è adatta per piccole produzioni... Qui devono produrre circa 10 telai al giorno, con un tempo di cura che può tranquillamente sforare le 8 ore, più tempo di taglio, layup, insaccamento, finitura del pezzo curato. Moltissime fasi sono fatte a mano da personale specializzato, è un'impresa veramente notevole. Nel video si vedono un paio di autoclavi, molto grosse probabilmente ci stanno anche 3 o 4 telai insieme, magari c'è anche lo spazio per un autoclave in più dovessero aumentare la tiratura in futuro o usare lo stabilimento per altri telai. In caso di modifiche al telaio ovviamente il costo del cambio degli attrezzaggi è praticamente nullo, quello che costa è l'ingegneria...
  14. si arriverà a questo: però tondo. Comunque i tasti di accensione sono dietro su molti computer Apple, già il mio Mac Classic ha dietro il tasto di spegnimento.
  15. cioè... spegnete il mac???? oddio, che paura. Io non lo faccio mai. A parte l'iBook, quello rimane appiccicato alla corrente tutto il tempo, chiuso in un armadietto, ogni tanto si scalda e si spegne da solo! povero piccolo... Comunque... c'è un articolo molto approfondito sul bidoncino da parte di ars technica: A critical look at the new Mac Pro | Ars Technica solleva molte questioni interessanti, non quelle sull'SSD. A proposito degli SSD, ci sono già in giro i primi benchmark degli SSD PCIe prodotti da Samsung e montati sul MacBook Air: atomici. PS: prevedo un proliferare di hd esterni, box per schede video/audio/acquisizione/laqualunque con connession tunderbolt a forma di disco nero lucido così che poi sarà tutto ben ordinato
  16. Ragazzi, cosa ne pensate del nuovo (in preordine) Ekoore Ocean X: Ekoore - Ocean X: Panoramica [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]istema operativo [/TD] [TD=width: 60%]Android 4.2 Jelly Bean [/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Dimensioni e peso [/TD] [TD=width: 40%][/TD] [TD=width: 30%]- Altezza: 139,9 mm - Larghezza: 67,2 mm - Spessore: 8 mm - Peso: 140gr [/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Memoria di archiviazione [/TD] [TD=width: 35%][/TD] [TD=width: 35%][/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Processore e grafica [/TD] [TD=width: 35%]- Cpu: QuadCore @1.2 GHz - Scheda Video: PowerVR SGX 544 [/TD] [TD=width: 35%]- Cpu: QuadCore @1.5 GHz - Scheda Video: PowerVR SGX 544 [/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Memoria RAM [/TD] [TD=width: 35%] [/TD] [TD=width: 35%] [/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Connettività [/TD] [TD=width: 35%]- 3G: WCDMA 2100MHz - 2G: GSM 1800/1900MHz - WiFi 802.11 b/g/n - Bluetooth 2.1, support WiFi direct - GPS - Radio FM - Sensore Gravitazionale a 3 assi [/TD] [TD=width: 35%][/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Schermo [/TD] [TD=width: 70%]- Dimensioni: 5 pollici - Touchscreen: Multiotuch capacitivo - Risoluzione: 1920 x 1080, 443PPI - Colori: 16 Milioni [/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]I/O e tasti [/TD] [TD=width: 35%]Ingressi ed uscite - Porta Micro USB - Jack per cuffie e microfono - Slot per Sim Card - Slot per micro Sim Card - Slot per MicroSD fino a 32 GB [/TD] [TD=width: 35%]Tasti e comandi esterni - Accensione / Stend By - Home - Indietro - Menú - Volume + / - [/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Periferiche integrate [/TD] [TD=width: 35%]- Fotocamnera posteriore 12 Mpx - Fotocamera anteriore 2 Mpx - Sensore Gravitazionale a tre assi - Giroscopio - Bussola digitale - Sensore di illuminazione - Sensore di prossimitá [/TD] [TD=width: 35%][/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Contenuto della confezione [/TD] [TD=width: 35%][/TD] [TD=width: 35%]- Ocean X - Batteria da 2000mAh - Cavo USB - Caricabatterie - Auricolari stereo - Manuale Utente [/TD] [/TR] [/TABLE] [TABLE=width: 90%] [TR] [TD=width: 30%]Batteria ed Alimentazione [/TD] [TD=width: 35%]Polimeri di litio 2000Mah (40h) Alimentatore USB [/TD] [TD=width: 35%][/TD] [/TR] [/TABLE] il fatto che abbia la radio FM mi induce a pensare che l'android non è stock. Niente Bluetooth 4 e non NFC. Interessante il display, non ho idea di GPU e CPU perché sono fuori dal giro. Viene 225 il 4GB e 300 il 32 GB. Ekoore è famosa per il rimarchiamento di roba che viene dall'estremo oriente... questo comunque ha il Play Store ufficiale. Che ne pensate?
  17. no ti prego, Waze a piedi è la cosa più deleteria che c'è: in una strada sgombra segnali che stai andando a 3 allora!!!! Per favore, non farlo più
  18. alùra, consentire di appiccicare via BT un cellulare e usare il vivaoce, avere un sistema di navigazione e poter accedere alla musica dentro è una bella cosa. Tutta roba che faccio già con un porta cellulare + parrot. Però, il cellulare fa il cellulare, la radio fa la radio. Sistemi come uConnect, myLink etc... sono utili (quando funzionano) solo perché forniscono tutto in un unico dispositivo. Facendo ciò, però, è necessario che (vivavoce a parte) tutte le funzioni incluse navigazione ecc funzionino da loro SENZA bisogno di uno smartphone integrato. Questo iOS in da car non ho capito se è una sorta di sistema di interconnessione auto - cellulare, o se ha un iOS alleggerito tutto suo che fa tutto il lavoro anche senza cellulari collegati. Ovvero per dirla brutalmente, se SIRI funziona anche senza un dispositivo iOS conensso allora è interessante.
  19. magari se facevi le sezioni più piccole si instabilizzavano, che ne sai? magari così costa 1/1000 e pesa 100 grami in più: AMEN ah ecco, magari sono particolari che contribuiscono alla rigidezza torsionale del telaio, che ne so, mica l'ho visto. Li devi saldare per forza in continuo? Boh, se lo dice il progettista saldalo in continuo. Ma se invece dice di no, tu guardi la saldatura e dici che è approsimativa: perché? Comunque saldatura a filo continuo vuol dire che il materiale d'apporto è un filo fornito "in continuo" srotolandolo da una bobina mentre saldi. Ma se non saldi non si fornisce nulla. Quindi puoi saldare a tratti pur usando il filo continuo.
  20. braccobaldo, vuoi aver ragione? abbi ragione. Dire che le saldature sono " approssimative " è un giudizio (provocatorio) sulla bontà tecnica e sull'operato tanto di chi assembla la vettura tanto di chi l'ha progettata tanto di chi ne ha progettato la catena produttiva. Mi sembra che di fondo ci sia un atteggiamento di ipercritica e ricerca del difetto ad ogni costo che alla lunga (ma anche alla corta) è estremamente fastidioso e deleterio e soprattutto non ha una base concreta, soprattutto perché ti riferisci ad una vettura in catena e non sai nemmeno a che percentuale di completamento è, quali sono le fasi successive ecc...
  21. Ecco, te l'avevo detto che integravano. Però avevi ragione anche tu a dire che rimanevano separati. PER ORA
  22. sarà pure a filo continuo ma la saldatura non è continua. Se si guardano i tubi quadri dei telaietti che reggono le parti della carrozzeria si nota benissimo che di "gap" ce n'è tanti e di continuo non c'è nulla. si vede benissimo del tubo trasversale che va a sostenere il parafango, la giunzione con il tubo longitudinale ha un evidente "buco" perché evidentemente non c'era da saldare.
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