Quella che doveva essere una normale, tranquilla sei-giorni di vacanza in Valtellina, ha assunto per me, almeno nella sua coda (ieri e due giorni fa) una dimensione grottesca, quasi tragicomica. Comincerei dicendo che l'autoradio era rotta e non che non funzionasse, ma si era rotta la molla di rimando e non espelleva la cassetta (manco CD) che vi era dentro - una pallosissima opera classica Wagneriana in tedesco ottocentesco di mio padre.
Domenica 2, la mattina in cui dovevamo partire, fatte le pulizie di rito nella casetta che ci aveva ospitati (di proprietà di uno dei miei amici), partiamo, in tre più bagagli, a bordo della fidata (...ancora per poco) ZX station wagon di mio padre, da Isolaccia in direzione Bormio, poi Tresenda, poi Morbegno, e poi superstrada per Milano. Dopo cinque minuti di guida allegra, prima mazzata: incolonnamento terrificante prima di Bormio, auto auto e ancora auto a perdita d'occhio, ferme, agonizzanti. Tedeschi frustrati che escono dalle loro Volkswater per lanciare al cielo improperi in lingua crucca. Ma chi stracazzo avrà avuto l'idea di mettersi in movimento domenica mattina - penso tra me e me - se lo piglio gli sfilo il femore e gioco a golf con la rotula. Poi mi viene in mente che "fare dal 26 al 2" era stata un'idea anche mia... d'oh.
Passata la simpatica ora e dieci di coda durante la quale abbiamo percorso sette chilometri, con un mio agile colpo di mano imbocco una vietta di Bormio che ci permette di allontanarci dalla coda; al ritorno sulla strada principale l'incolonnamento è scomparso, le auto scorrono rapide: bella, penso, SI TORNA A CASA!
Cinquantina di chilometri dopo: siamo sulla via di Morbegno, traffico a sprazzi, ma non mi lamento. Ci fermiamo a mangiare un panino al bar (sono circa le 2) e, nel rimetterci in marcia, noto due cose: uno, toh c'è la spia del freno a mano accesa nonostante la leva sia giù, sarà qualche contatto del cazzo, torno a Milano e la faccio vedere; due, oh merda, ma sta macchina non frena un cavolo. Anzi, meno di un cavolo. ANZI NON FRENA PIUUUU' maremma impestata!!!! ....era partita la pompa del servofreno. Il pedale aveva la corsa allungatissima e faceva un rumore strano, i freni non pinzavano ormai nulla. Accosto la macchina appena trovo spazio e chiamo il numero verde dell'assicurazione: se non altro va riconosciuto che la compagnia, Europ Assistance, è stata solerte e attiva nell'aiuto, si è subitamente messa in comunicazione con il meccanico ad essa convenzionato più vicino della zona, il quale è venuto a prenderci col carro attrezzi. Questo ci carica e ci porta alla sua officina (tarellando come un pazzo, tra l'altro): la sua diagnosi coincide con la mia, essendosi però ormai fatte le sei di sera ci comunica che l'auto non sarà pronta prima del mattino successivo. Altro squillo all'assicurazione: ci spettano o la vettura sostitutiva, o il pernottamento in albergo rimborsato. D'accordo con i miei due amici scegliamo la seconda soluzione.
Ci sistemiamo in questo simpatico hotel con vista lago (poichè siamo finiti su un braccio del lago di Como): i miei amici in una doppia (sono maschio e femmina e sono fidanzati), io in singola solitaria (quanto mi rode, cristo quanto mi rode). Cena all'albergo, giretto serale nel paese che non ha idea di cosa siano pub o locali e notte tranquilla di solo sonno (...almeno per me). Una volta svegliatomi (dormendo malissimo, peraltro) mi metto in comunicazione col meccanico: la sua auto sarà pronta solo oggi pomeriggio, riferisce, dato che oltre al problema della pompa abbiamo notato che anche i tamburi posteriori sono andati a puttane. I cilindretti vanno sostituiti e non li abbiamo in inventario: abbiamo già provveduto ad ordinarli, ma l'auto non sarà pronta prima di stasera. Scatta il secondo giretto nel paese lacustre (bellissimo), con pranzo ancora al bar (tre euri di toast, mavvafff.....): sono le quattro ed è ora di rompere i maroni in officina per sollecitare il lavoro.
Arriviamo in officina e la mia auto è ancora sul ponte, un meccanico (non il tizio che mi aveva salvato col carro attrezzi) dà gli ultimi giri di vite ai freni dietro, fa le prove necessarie e tenta di farmi quel minimo di cresta dicendo: e le pastiglie davanti non sono perfette se vuole le cambiamo, e il cerchione anteriore dx è una minima ovalizzato se vuole lo cambiamo, e lo sventrapapere a molla si è inceppato se vuole poi lo cambiamo, cose di questo genere. "Non mi fotti mica, deficiente" dice l'omino nel mio cervello mentre la mia bocca sfodera solo un cortese "No, grazie".
Ecco fattesi le sei di sera che la mia ZX è pronta. Mi presento nell'ufficio per saldare il conto, e la botta è pari ad un cazzotto nello stomaco del miglior Tyson dopo che hai appena mangiato la peperonata: QUATTROCENTOQUARANTANOVE EURO, porcaccia di quella zozza. Nemmeno mettendo assieme i soldi che erano rimasti a tutti e tre ci avvicinavamo a metà di quella somma. Bel casino: come si fa? Il titolare della concessionaria (padre del bravo ragazzo ke era venuto a salvarci col carro attrezzi) è il tipico montanaro "di una volta", grande grosso rozzo ed ignorante, bravo con la chiave inglese e meno con il cervello: ovviamente (e nemmeno più di tanto a torto, vedendola nella sua ottica) non si fida a darmi auto+ricevuta senza contanti in mano.... e il casino che ne nasce è di proporzione megatoniche. Chiamo a casa mio padre il quale si mette in comunicazione con Europ Assistance, che a sua volta richiama il tizio per convincerlo facendo essa da garante: ancora fumata nera. Parla mio padre stesso con il tizio, che si incazza vistosamente e sbatte il cellulare sulla scrivania. A me, che avevo mantenuto fino ad allora una calma olimpica, salta velocemente la mosca al naso (non tratti mio padre così, tu brutta merda maleodorante ignorante e zotico) e finisco per esprimere a quel deficiente quanto penso della sua educazione e intelligenza. La conversazione procede più o meno con:
"Che cazzo sbatti il cellulare sulla scrivania, quando c'è una persona che ti sta parlando?"
"La prossima volta te lo sbatto per terra"
"Sì, e ci finisci tu per terra"
"Deficiente, ti stacco la testa"
"Come no, c'hai bisogno della chiave inglese perchè se no le prendi"
"Dai vieni andiamo fuori"
Questa minaccia di morte viene interrotta da una telefonata di Europ Assistance, che, messa in moto da mio padre (il quale deve averle rotto i coglioni in modo esemplare), ha deciso di anticipare all'officina la somma della riparazione, che io provvederò a risarcire in un secondo tempo. E' una cosa che mette d'accordo più o meno tutti, ci calmiamo (tranne il tizio che ha sempre voglia di uccidermi, e mi suggerisce di passare dai carabinieri a chiedere delle "referenze" di sè) e finalmente riprendo possesso del mezzo... che comincio ad odiare con tutte le mie forze... Ma chissenefrega, è finita, tutto è bene quel che finisce bene e altri clichè simili. Bella, penso, SI TORNA A CASA!
Ed invece sono ancora qui a scrivere. Perchè Luca sei ancora qui a scrivere, dite voi? Perchè dopo pochi chilometri di strada, guidando, mi accorgo di un paio di cose! 1) ma che puzza di gomma bruciata che si sente, sembra quasi odore di... freni; 2) certo che, va veramente piano sta ZX... troppo piano. Sembra che stiamo procedendo coi... freni tirati.
Ora, chi di voi è abbastanza intelligente da capire cosa sia successo? L'auto frenava praticamente da sola... sembrava che il freno a mano fosse su... provo per la prima volta del sano, genuino, vero panico quando siamo costretti ad arrestarci nella prima piazzola di emergenza che troviamo. Dovrebbe esserci la colonnina SOS del soccorso stradale - ma non c'è, la piazzola è in galleria ed in curva. Panico. Panico e caga. Le auto ci sfrecciano di fianco a 160 all'ora e fanno un rumore infernale (poichè siamo al chiuso), l'aria che si respira è tutto fuorchè sana (tipico aroma del particolato made-in-diesel-car), si riesce a parlare solo all'interno dell'auto. Cosa cacchio faccio? Chiamo ancora la concessionaria (dalla quale non eravamo, appunto, troppo distanti), risponde sempre il figlio del titolare che con aria sconsolata ci assicura che: - verrà a prenderci col carro attrezzi; - ci porterà un'auto sostitutiva con la quale rimetterci in viaggio; - il tutto non ci costerà una lira. Poco dopo il carro attrezzi guidato dal simpatico giovine ci consegna una Saxò 1.1 (e noi che speravamo in un bagagliaio decente per portare tutta la roba a casa), si carica la puttana-ZX e sparisce all'orizzonte.
Noi tre abbiamo un aria mista tra il distrutto, fisicamente e psicologicamente, lo scazzato, l'arrabbiato. Avere avuto un cannone in mano sarebbe stata ora di fumarselo, almeno ci rilassava, e fanculo alla merda che stavamo già inalando. E' passata mi dico, stavolta è passata veramente... e la Saxò è divertentissima, è carica come un mulo ma si muove con un'agilità che mai e poi mai mi sarei aspettata da un millecento - certo i rapporti sono cortissimi, del tipo 3k giri a 90 all'ora in quinta, e sono costretto a non tenere velocità troppo alte poichè la benzina non è moltissima e mettersi a quattro-cinquemila giri costanti equivarrebbe a scendere a spingere poco dopo.
Abbiamo fatto le venti e trenta... del giorno DOPO quello in cui dovevamo essere a casa. Siamo in viaggio, sbattuti ma interi, per tre quarti divertiti e un quarto depressi dall'esperienza. Piano piano, ma inesorabilmente, la collina si dirada e la squallida, puzzolente pianura prende posto fuori dai finestrini. Bella, penso, SI TORNA A CASA!
....ma stavolta per davvero, porca di quella puttana!!!!!