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MarcoGT

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  1. Vedendo anche il tenore dei tg nel dare la notizia della successione post Marchionne davvero, viene addosso un senso di profonda tristezza: a ciò, come già stato fatto notare, si aggiungono le parole di Elkann che sono tutt’altro che incoraggianti. Non pensavo ma sta cosa mi ha davvero colpito. Edit: Ho appena letto voci che riportano tumore al polmone (altre alle prostata) e secondo altri, purtroppo, il coma...
  2. Per quanto non abbia mai condiviso gran parte del pensiero e delle strategie di S.M, pur riconoscendo le sue indubbie doti di uomo di finanza, umanamente parlando faccio i miei migliori auguri a Marchionne, perché possa stare meglio quanto prima: ci sono rimasto un po’ leggendo le conferme sul suo stato di salute, che spero possa migliorare. Al netto di ciò, sono curioso di vedere che indirizzo sarà dato a FCA (in particolare si singoli brand), anche se credo che potrà esserci seguito al solco calcato da Marchionne: ciò che Manley ha fatto in Jeep fa auspicare per una direzione orientata più verso il prodotto.
  3. Gran begli avvistamenti, specie la Celica MK1 e la Civic ED7. La Panda Malicia è una mosca bianca anche in Francia, paese per il quale era stata realizzata. La versione 750 (c’era anche 1000) era basata sulla Panda Pop a cui si aggiungevano dotazioni come i paraurti in tinta, le coppe integrali, la mascherina verniciata (solo in presenza di tinta metallizzata, però), pneumatici maggiorati, vetri azzurrati, selleria specifica e vetri posteriori a compasso. Le decals della Shopping non tornano, ma tant’è.
  4. Da quanto a mia conoscenza era uomo di finanza e presidente di FCA: mi auguro che rimanga a queste mansioni, senza diventare CEO. Ho appena letto di voci insistenti sul nome di Colao...
  5. Azz... allora erano indiscrezioni fondate quelle riportate da qualche tempo. Auspico come futuro CEO Alfredo Altavilla: nel mentre in bocca al lupo a Marchionne per la sua salute.
  6. Mamma mia che brutta: meglio che rimanga allo stadio di concept. La strategia DS continuo a non capirla, c’è poco da fare.
  7. Per chi preferiva i Genesis c’era questa [emoji13]
  8. Con queste premesse e parametri, assolutamente alimentazione a benzina. Ma a livello di budget, dotazione e preferenze? Mi orienterei anche io sulla Peugeot 2008 1.2 PureTech da 110 cavalli, che garantisce un buon brio senza “svenarsi”. A me piace molto anche Aroma, con il 1.0 TSI da 116 cavalli. Tra le ultime arrivate del segmento è interessante la Kia Stonic.
  9. Avvistamento odierno: VW Golf I Cabrio Quartet, in buone condizioni. Si tratta di una versione speciale della fine degli anni ‘80 (prodotta in vari M.Y. fino al ‘91) che si caratterizzava per il kit carrozzeria in tinta (paraurti, minigonne e codolini passaruota) i cerchi in lega specifici (non quelli delle foto, peraltro uguali a quelli della MK1 GTI di Giugiaro), la mascherina 4 fari, i retrovisori in tinta e i vetri atermici azzurrati. All’intero vi erano sedili sportivi (con rivestimenti specifici a scelta, in tessuto o pelle in opzione), volante a 4 razze, predisposizione radio e inserti cromati sula plancia etc. Tra gli optional, comuni alle normali Golf, vi erano: fendinebbia, clima, sedili riscaldabili, lavafari etc Le motorizzazioni erano varie, a seconda dei mercati: l’esemplare fotografato è equipaggiato con il classico 1.8 da 90 cv abbinato (come si evince dalla terza foto) al cambio automatico. Quest’ultimo particolare, insieme all’assenza dei ripetitori laterali e alle targhe europee, mi fa propendere per un’importazione dall’estero.
  10. Secondo me il risultato finale è omogeneo rispetto allo stile “classico” cui rimanda la vettura e la rende molto più moderna: l’eliminazione della finitura perimetrale cromata ai fari posteriori secondo me ha giovato, l’ho sempre trovato un dettaglio un po’ forzato, specie sulle Cross. Poi naturalmente questione di gusti [emoji4] Al netto di tutto, trovo che (come per Renegade) abbiano lavorato molto bene. Su 500 “normale” condivido il tuo punto di vista: anche a me ha sempre convinto poco la soluzione del buco ai fari.
  11. Qui l’operazione “fanale bucato” è venuto molto meglio che su 500 restyling. Bellissimo questo azzurro, trovo stia molto bene alla X.
  12. Reperto d'archivio che ho recuperato poco fa e che condivo con voi: Cadillac Eldorado Convertible di 8a generazione, fotografata qualche mese fa. Secondo me molto riuscito l'abbinamento rosso bordeaux e capote crema: le condizioni erano invero solo discrete, appariva un po' trascurata.
  13. Non male, ma il trionfo di prese d’aria rende tutto un po’ ridonante secondo me: sempre bellissimo gli interni, puliti e d’effetto. La TT che preferisco (all’esterno) rimane quella di Walter De Silva:
  14. Vista al Salone di Torino: esteticamente si fa notare (troppo secondo me) e le numerose cromature non aiutano molto. Dentro è spaziosissima e ben pensata ma alcuni dettagli stonano molto, a partire dalla finta radica (anni ‘90/00) per passare alla leva del cambio automatico, molto bozza e tozza rispetto al resto. Secondo me, rispetto all’attuale, ha perso un po’ dal punto di vista estetico: peccato perché i contenuti non si discutono, specie la variante ibrida.
  15. Ussignur! [emoji33] Una pantofola simbolo del value for money
  16. Ho acquistato il primo numero per curiosità e non mi è dispiaciuto del tutto, ma a livello di rapporto prezzo/contenuti per me non ci siamo: visto quello che costa mi sarei aspettato un po’ più di sostanza e qualcosa di più specifico. Di certo non acquisterò altri numeri.
  17. Dovrebbe essere una variante rivista di HR-V derivata esteticamente dalla XR-V, ovvero una variante sportiveggiante della HR-V/Vezel ideata e costruita in Cina dalla Dongfeng-Honda, che va ad affiancarsi (come consueto sul mercato locale) alla più classica Honda Vezel, costruita dalla Guangzhou-Honda.
  18. Carrellata di Fiat, avvistate di recente. Uno S: Uno SX: Cinquecento: Tipo 1.4 AGT:
  19. Carro funebre, dal mio archivio, alquanto insolito e su cui purtroppo non ho potuto reperire alcuna informazione: con tutta probabilità si tratta di un allestimento spagnolo o sudamericano, dove i mezzi a passo allungato avevano (e hanno) sempre mercato. Alfa 164
  20. Esatto, pura licenza cinematografica usata (con tutta probabilità) per sottolineare la tecnologia delle auto giapponesi, che in quel periodo per l’italiano medio erano oggetti quasi sconosciuti causa politiche di contingentamento. Però si, la Leone di questa serie aveva (a seconda delle versioni e dei mercati) la strumentazione digitale.
  21. Condivido la disamina: anche io preferisco, per le funzioni principali (clima etc) i classici tasti (o selettori/rotelle), molto più immediati ed intuitivi.
  22. Mi piace molto e il debutto anche in Europa di una versione ibrida sarà un plus. Dalle mie parti ne vedo più di qualcuna, ma tutte Diesel.
  23. Computer di bordo ante litteram e regolatore di velocità su Simca/Talbot Horizon SX, montato anche su altri modelli della casa. Strumentazione digitale della Renault 11 Electronic, con sintetizzatore vocale (in grado di segnalare 19 messaggi diversi di diagnosi) e un impianto stereo di livello per l’epoca. La Electronic poteva essere scelta sia in versione TSE (col 1.4 a benzina, anche con cambio automatico) e TXE (col 1.7 benzina, da noi mai importato) Nel 1985 arriva una versione semplificata, basata sull’allestimento GTS, chiamata 11 Electronic in Francia, Message in Italia e Dialog in Austria e realizzata in sole 4500 unità: il motore era ancora il 1.4, ma la dotazione diversa che in passato. Anche la versione americana Encore poteva essere equipaggiata, in opzione, con un sistema digitale:
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