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MarcoGT

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  1. Per una 1.0 3 porte in allestimento di ingresso si parte, al netto di promozioni (sconti e compagnia cantante) da 11.250 €.
  2. Propenderei anche io per la Yaris, tra le segmento B con il miglior rapporto spazio interno/ingombri esterni. Essendo deputata a ruolo di unica vettura di famiglia la scelta del 1.3 è più che giusta, imho e la presenza del TSS è sicuramente un valore aggiunto. Un mio conoscente ne ha una del 2012, sempre 1.3, cinque porte e ne parla molto bene per praticità e facilità di guida. ☏ iPhone ☏
  3. Proporzioni e impostazione stilistica che ricordano anche a me l'attuale Classe A e che nasce con l'intento di sostituire, in Cina, la (commercialmente) sfortunata DS4. Quest'ultima ho avuto modo, di recente, di vederla nel dettaglio e di provarla: ne sono stato molto soddisfatto, un'ottima auto imho. ☏ iPhone ☏
  4. Mi lascia molto perplesso. Tenendo conto dei gusti e delle esigenze del mercato del Celeste Impero ha un suo perché dal punto di vista stilistico ma, visto e considerato che si tratta pur sempre di una Citroen, una maggior personalità e originalità estetica non avrebbe guastato imho. Molto belli gli interni, che mi sembra adottino le stesse (o molto simili) maniglie della C4 Cactus. ☏ iPhone ☏
  5. Al netto di alcuni dettagli, nel complesso la trovo riuscita è abbastanza piacevole. Ho qualche dubbio sul nome, che non mi è mai piaciuto. ☏ iPhone ☏
  6. Anche a me, da queste prime foto, è un particolare che non piace molto: le cromature hanno senso solo se distribuite con criterio e parsimonia nei punti giusti, in modo tale da dare quel tocco di eleganza in più. Visto che si tratta di un esemplare fotografato in Cina e che sarà mostrato tra qualche giorno al Beijiing Auto Show è probabile che le cromature siamo specifiche per il mercato locale, che apprezza molto questo genere di particolari per le automobili. Possibile che alle nostre latitudini ci siamo differenze anche in questo senso.
  7. Benché non sia un PS ma una versione reale, credo che sia pertinente al topic. Toyota 86 RC: Si tratta della versione di ingresso della sportiva giapponese, presente solo sul mercato interno e in Nuova Zelanda. È una variante ultrabasica della 86, che prevede una dotazione molto essenziale, sia in termini estetici che di equipaggiamento. Presenta i paraurti, le manopole e i retrovisori non verniciati, così come cerchi in lamiera (senza copricerchi) da 16 pollici di colore nero. L'essenzialità si ritrova anche nell'abitacolo, che presenta un arredamento altresì minimale: niente clima, impianto audio e perfino l'airbag passeggero, nonché della componentistica e delle finiture meramente estetiche e di finitura: Sul fronte tecnico vi è un differenziale di tipo meccanico e non Torsen come su altre versioni. Tale allestimento è destinato perlopiù alle elaborazioni e agli appassionati del genere (che fa parte della cultura automotive giapponese) o a coloro che desiderano avere una vettura da preparare per le corse. ☏ iPhone ☏
  8. Stupendi i cerchi, idem dicasi per la vettura. Stupendi i cerchi, idem dicasi per la vettura.
  9. Molto bella la W123 Coupè, anche se personalmente preferisco la precedente W114. Di contro, ho sempre trovato molto belle le coppe ruota in tinta con la carrozzeria, che fanno un tocco di eleganza molto particolare. I cerchi in lega Fuchs, come quelli che monta l'esemplare immortalato da gianmy86, erano opzionali per tutte le versioni della W123 Coupè. Cerchi standard: Cerchi in lega Fuchs, optional molto comune e diffuso: ☏ iPhone ☏ Cerchi standard: Cerchi in lega Fuchs, optional molto comune e diffuso: ☏ iPhone ☏
  10. Appena tornato da una lunga camminata con degli amici, durante la quale ho avuto modo di vedere ben 3 Tipo nuove di zecca (una di colore rosso e due di colore argento) e una Espace Initiale Paris di colore nero. Anche qui dalle mie parti cominciano a spuntare come funghi le 500 aggiornate: idem dicasi per le Ypsilon. ☏ iPhone ☏
  11. Vero, anche la 190 è un piccolo gioiello (non a caso denominata dagli appassionati baby-benz) e, a numerosi anni di distanza, riesce ancora ad essere moderna e signorile: quando si dice austera eleganza, termine che credo si adatti bene a tutte le creazioni di Sacco di quel periodo. Per la 190 poi, se vogliamo, il tutto è ancora più rilevante in quanto applicata per la prima volta per MB su una berlina di segmento D, cosa del tutto inedita per la casa di Stoccarda. Fino a qualche anno fa anche da me le W124 e le W201 erano molto comuni da vedere, ora invece sono diventate molto rare.
  12. Completamente d'accordo con la tua disamina. La W124, così come la W126, è tra le realizzazioni di Sacco che preferisco. In generale, per queste auto, apprezzo la linea pulita e signorile ma non priva di stile ed eleganza. Altre creazioni successive della Stella non possono vantare tali caratteristiche, a mio modestissimo avviso.
  13. Condivido l'opinione sulle coppe, che sono originali. Invece, il paraurti posteriore, ritengo molto probabile che non sia conforme in quanto, con il terzo e ultimo restyling, venne modificato come quello in questa foto, con l'inserto (una sorta di "fascione") che proseguiva fino quad al passaruota: Si nota come sia differente rispetto a quello della W124 bianca che è stata postata: magari è stato sostituito in un secondo momento. L'unica W124 di ultima generazione a possedere i paraurti posteriori come quelli delle serie precedenti erano quelle ad alte prestazioni, come la 500 e la 60 AMG. Al netto di ciò, ritengo la W124 un capolavoro ancora oggi, merito del grande Bruno Sacco.
  14. Piccola parentesi sui mezzi di supporto, meglio conosciuti come furgoni da recupero. Oggi vi propongo una particolare declinazione di questi mezzi, rispetto a quella a cui si è abituati. MB Vito, allestimento Intercar. La particolarità risiede nel fatto che si abbia a disposizione anche una fila di sedili nella zona posteriore, elemento molto insolito. MB Vito, allestimento Pilato. Qui si tratta di un furgone che poteva, com'anche il precedente, essere utilizzato anche come mezzo da cerimonia vero e proprio. Ecco anche una foto del vano feretro, che poteva ospitare una sola cassa. Sotto al pianale è inserito un cassetto porta attrezzatura. Da notare come, al pari delle classiche autofunebri di qualche anno fa, non mancano lumini e crocifissi posti nelle zone laterali: attualmente, salvo rari casi, si tratta di elementi non più presenti sui carri contemporanei. Ecco ora un furgone "classico", sempre su base Vito e con allestimento Pilato. Esternamente, badge a parte, si riconosce da un normale furgone solo per le barre portacorone laterali. Le differenze più rilevanti sono, manco a dirlo, nel vano di carico: Il vano è, oltre che refrigerato, completamente in acciaio inox (con lavorazione "a rosetta") e conta 3 postazioni per feretri (dotati di meccanismo scorribara), di cui una sul pianale posteriore e due sul pianale superiore. Normalmente il numero di postazioni, per un furgone di medie dimensioni come il Vito, varia da 1 a 3 a seconda dell'allestimento ma, da qualche tempo a questa parte e sempre più spesso, si arriva anche a 4. Concludo con un Nissan Urvan, mezzo praticamente sconosciuto in Italia ma che in altri paesi europei ha avuto, anni addietro, discreta diffusione. In poche parole era il "fratello maggiore" del Vanette. Buona serata, alla prossima! ☏ iPhone ☏
  15. Ed ora un vero e proprio classico del settore, la MB W123 o F123. Si tratta di una tra le vetture più utilizzate in assoluto per la trasformazione in autofunebre. La versione più diffusa e comune è sicuramente la seguente: Due porte passo corto: Il telaio di partenza, già approntato dalla casa madre era questo, siglato appunto F123: In alcuni casi il carro poteva essere allestito partendo da una vettura usata e in quel caso la sigla era W123. Ora invece vi mostro due varianti molto più rare e particolari. Due porte passo lungo: E infine la quattro porte, anche qui con passo lungo: Questa rappresenta uno dei primissimi esempi di autofunebre quattro porte, in un periodo dove questo tipo di carrozzeria (al contrario di oggi) era pressoché inesistente, almeno in Italia. Ambedue le varianti a passo lungo venivano allestite sulla base del telaio F123 "long wheelbase": Tutte e tre le varianti 123 sono allestite Pilato. Per concludere vi posto anche un carro che, come anche per la successiva 124, ha avuto una discreta diffusione dalle mie parti: passo corto allestito dalla Carrozzeria Introzzi che, se non ricordo male (ma non ne sono certo) si chiamava Open Space: Buona Domenica a tutti! [emoji4][emoji6] ☏ iPhone ☏
  16. Condivido appieno. Ho avuto modo di vederne diverse, non "in servizio", dal vivo ([emoji13]) e anche in quelle occasioni non sono proprio riuscito, guardando al tipo di mezzo, a farmele in qualche modo piacere: come proporzioni sono troppo imponenti a mio parere. ☏ iPhone ☏
  17. Mai piaciuta neanche a me, in qualsivoglia versione. ☏ iPhone ☏
  18. Ecco un altro esempio di autofunebre molto particolare, per plurimi motivi. Se non ricordo male, credo sia stata postata di sfuggita parecchio tempo addietro ma senza scendere troppo nei particolari che la rendono meno ordinaria di altri modelli. Si tratta della RX400, prodotta dalla Intercar. La base di partenza è la Ssangyong Rexton e, anche in virtù di questa derivazione, ha alcune peculiarità rilevanti. Anzitutto è stata una delle prime (se non la prima) autofunebri a trazione integrale, nonché uno dei rari casi in cui la base di partenza non è una berlina ma una fuoristrada, poiché la Rexton era dotata anche di marce ridotte. Le versioni disponibili erano essenzialmente tre: Due porte passo corto, RX400 Limousine quattro porte, RX400; Limousine quattro porte con parziale finitura in vinile, RX400V; Posteriormente le opzioni per i fari erano due: in alcuni casi c'erano quelli a LED della Lancia Thesis e in altri luci singole. Era disponibile anche con verniciatura bicolore. Al momento del lancio ha destato curiosità, anche per via del l'impostazione estetica e ha riscosso comunque un buon successo di pubblico. ☏ iPhone ☏
  19. Esatto, a Vigo insieme alla gemella Peugeot 301. ☏ iPhone ☏
  20. Vero, io ne ho vista solo una in vita mia: una berlina di colore blu. Non ho idea di quante ne possano aver vendute, ma senz'altro avere (in fin dei conti) una segmento D con motore 8 cilindri a V era cosa tutt'altro che usuale per un costruttore europeo, come VW: credo che si trattasse di una presenza quasi virtuale in listino, per motivi ovvi. ☏ iPhone ☏
  21. Infatti potrebbe quantomeno "stuzzicare" l'interesse dell'acquirente per via del rapporto prezzo/dotazione che, di fatto, è una delle armi vincenti (almeno sino ad ora per le varianti di lancio) della Tipo. Sono abbastanza curioso di vedere che impatto avrà sul mercato e se questo potrà influenzare in qualche modo la categoria delle sedan compatte. Vedremo ☏ iPhone ☏
  22. Forse si, potrebbe essere proprio l'effetto Tipo, sulla scia dell'interesse che la neonata tre volumi italiana ha suscitato sul nostro mercato, tradizionalmente ostile verso le tre volumi compatte. Che sia il preludio di un ritorno delle berline "con la coda"? ☏ iPhone ☏
  23. Mamma mia! Per la serie "una scarpa e una ciabatta": plancia e pannelleria di colore scuro e inserti chiari per il volante che, per sua natura e destinazione d'uso, non tarderà a mostrare segni, segnetti e compagnia cantante. Bah... ☏ iPhone ☏
  24. Come già anticipato, vi posto esempi di autofunebre "rinfrescate" e aggiornate a più recenti versioni: nei casi di specie si tratta di W124 aggiornate a W210 tramite plurimi e appositi kit. Il restyling da 124 a 210 è spesso definito in gergo "modifica 4 fari". A onor del vero possiamo dire che l'aggiornamento può essere limitato ad un mero intervento al frontale (e/o alla coda) oppure essere più pesante e riguardare anche il vano feretro, che gode anch'esso di un maquillage più o meno profondo: in molti casi poi, il tutto si accompagna ad una riverniciatura completa del mezzo. In qualche caso, invece, si opta anche per un rivestimento in vinile per montanti, tetto e parte del portellone posteriore, come nella prima immagine. W124 due porte passo corto: W124 quattro porte passo lungo: ☏ iPhone ☏ Ovviamente il risultato finale può essere più o meno riuscito, anche a seconda dei gusti: le modifiche sono evidenti solo agli occhi degli esperti o comunque gli appassionati di auto e non certo ai "profani". A far fede è il giro porte, che permette facilmente di individuare il modello originale. Buona serata a tutti
  25. Il nuovo rivestimento molto simile a quello, privato delle cuciture a vista, delle versioni Initiale Paris: può essere o è una mia impressione? Possibilissimo che, al netto delle già citate cuciture, si tratti del medesimo rivestimento. PS: niente male il nuovo volante, mi sembra meno cheap di prima. ☏ iPhone ☏
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