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Una carrellata di recenti avvistamenti. VW Polo Type 86C: fine anni’80, motorizzata col 1.0 a benzina. L’adesivo Memphis è quello dell’omonima versione speciale della Golf II. Autobianchi Y10 Junior, in una sgargiante (anche se ormai sbiadita e opacizzata in molte parti) tinta rosa: Toyota Corolla 1.3 Liftback, auto che (almeno nella mia zona) non era, fino a qualche anno fa, così raro vedere: Mercedes- Benz 190E, in condizioni spettacolari: bellissimo (imho) esempio di stile italiano e signorilità teutonica, purtroppo oggi non più presenti nella produzione MB:
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Come è stato già correttamente fatto notare, le due auto (sottopelle) sono identiche. Le ho provate entrambe con il 1.0 TSI da 95 cavalli e alla guida sono uguali. Dal punto di vista estetico a me piace molto di più la Ibiza, ma è questione di gusti personali. Trattandosi, a parità di meccanica, di due allestimenti diversi (medio per Polo e top di gamma per Ibiza), ci sono inclusi optional o pacchetti a richiesta?
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Da fine ottobre la gamma Ibiza si amplia. Debuttano due nuovi allestimenti: - Reference, base di gamma a partire da 13.800€ (di serie: gli specchietti laterali richiudibili elettricamente, il climatizzatore manuale, lo schermo nel cruscotto da 5 pollici e sistemi di assistenza alla guida come la frenata automatica d’emergenza con riconoscimento dei pedoni, il limitatore di velocità e il monitoraggio della pressione dei pneumatici); - Business, destinata principalmente ad aziende e professionisti da 16.150€(Reference con in più lo schermo touch da 8 pollici, il navigatore satellitare, la connettività bluetooth, 6 altoparlanti, i cerchi in lega da 15 pollici, la vernice metalizzata ed i fendinebbia). La gamma motori si amplia con: - il 1.0 TSI da 115 cavalli abbinabile al cambio DSG; - il 1.0 TGI a metano da 90 cavalli; - il 1.5 TSI da 150 cavalli; - il 1.6 TDI da 80 e 95 cavalli. Alla lista optional si aggiungono gli inserti di plancia e pannelli porta color nero brillante e gli interni in Alcantara.
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Benché si tratti di una recensione video, è l’esempio di come mi piacerebbe leggere le prove delle auto. Anche per una vettura semplice ed ordinaria, come la Tipo, Massai riesce sempre a spiegare in modo chiaro e comprensibile molto del background tecnico, costruttivo e dinamico di un’auto. Vista l’impostazione attuale delle prove cartacee mi piacerebbe, ad esempio, che venisse riservata tutti i mesi una prova a Massai in cui descrive un’auto come in questo video: sarebbe un piccolo zenith per un appassionato.
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Banalizzata e non poco: ora troppo C3 e C3 Aircross. Prima, piacesse o meno, aveva molta più personalità e, a suo modo, si distingueva dal resto della gamma Citroën.
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Concordo con te: i contenuti ci sono tutti e sono notevoli per una B, ma il design e l'impostazione stilistica generale non mi hanno convinto per nulla. Ti dirò, a livello estetico mi piace molto nuova Fiesta e Clio: niente male anche Ibiza che, secondo me, a questo giro è ben più interessante di Polo.
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Vista e provata nella giornata di ieri, durante il porte aperte. Dal punto di vista estetico non mi ha mai convinto del tutto, sin dal rilascio delle foto ufficiali: dal vivo ho avuto conferma. Per via delle dimensioni e delle proporzioni della carrozzeria appare ben piantata a terra, specialmente nel 3/4 posteriore: frontale solo discreto, brutto (e posticcio, imho) l’inserto in tinta tra la mascherina e il cofano motore. Internamente lo spazio non manca, sia davanti che dietro, ma avrei preferito una maggiore luminosità. A livello di qualità percepita, per me, c’è un passo indietro rispetto agli standard Volkswagen: ciò è evidente sopratutto nella pannelleria, dal disegno interessante ma dalla finitura un po’ dimessa. L’intero pannello porta è in plastica rigida, con l’eccezione del “maniglione” in skai: solo il poggiabraccio (limitatamente alle portiere anteriori) ha una finitura in TNT o simile. Plancia imponente e driver oriented: plastiche soft touch per la parte superiore e mediana solo per Comfortline e Highline: su Trendline sono tutte rigide. Comandi ben disposti discreto il numero di portaoggetti (con fondo gommato) sul tunnel, tra cui due portabibite e posacenere se presente il pacchetto Smoke. Assemblaggi ben eseguiti: complete anche le guarnizioni, ad anello singolo con labbro superiore e inferiore per le portiere anteriori e con doppio anello per quelle posteriori. Al momento del test drive c’erano a dilapidazione due Polo, una 75 e una 95 cavalli: la mia scelta è ricaduta sulla versione più potente, in allestimento Comfortline ma con molto optional aggiunti. Per il momento niente TDI, DSG e TGI: arriveranno tutte in un secondo momento, mi è stato confermato. Il test è durato circa 15/20 minuti in cui ho percorso circa 8 km, tra urbano ed extraurbano. Ottima la posizione di guida: io sono alto poco meno di 1.85 e mi sono trovato subito comodo, sia con i pedali che con il volante. Il piccolo 3 cilindri turbo mi ha convinto è adeguato al tipo di auto: ha una discreta spinta e non è mai in affanno. L’ho trovato molto fluido e silenzioso, con vibrazioni ridotte al minimo: solo in accelerazione (e superati i 2500 giri) si fa sentire un po’, ma senza mai essere eccessivo. Ottimo il confort acustico, se si esclude qualche fruscio intorno ai 100/110km/h nella zona degli specchietti retrovisori: ma nulla di trascendentale. Buona la visibilità anteriore, un po' scarsa quella posteriore. Comportamento stradale sicuro, con sterzo morbido e sufficientemente preciso, cambio fluido e con innesti morbidi: frizione leggera e dalla corsa non troppo lunga. Freni adeguati e pedale ben modulabile. In città ho provato solo il sistema anti tamponamento e la frenata automatica, ambedue ben tarate: non mi sono soffermato sul sistema multimediale, sia per questioni di tempo che di interesse personale. A livello di consumi, il computer di bordo mi ha segnalato un consumo medio di circa 18 km/l: peccato per la mancanza della 6a marcia. Tirando le somme, mi ha convinto dal punto di vista della guida e dello spazio, ma esteticamente avrei preferito altro.
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Nel tempo ho acquistato saltuariamente Quattroruote, ma lo leggo (più o meno regolarmente) quasi tutti i mesi in biblioteca. Qualche giorno fa ho letto l’ultimo numero, ovvero quello che ha ricevuto un profondo “restyling” annunciato e illustrato a più riprese sui social e su internet. Devo dire che la nuova veste non mi dice granché ma la cosa che non mi piace è la sempre minore quantità di contenuti squisitamente automobilistici: capisco che ora tra multimedia, auto connesse e via dicendo ci si muova in questa direzione, ma nulla vieta di inserire anche qualcosa di più tecnico e approfondito. Per ovviare a ciò leggo anche Auto Tecnica, dall’approccio molto più ingegneristico e con un target ben diverso. Tornando a Quattroruote che dire, secondo me stanno perdendo un po’ la bussola: va bene guardare a tutto ciò che ruota intorno all’auto, ma è quest’ultima che deve avere il massimo risalto, prima ancora del resto. Le prove sono sempre piuttosto “asciutte” e non sempre scritte in modo coinvolgente: anche la qualità delle immagini e dei vari focus è, imho, migliorabile. Da parecchio tempo a questa parte (non so con precisione da quanto) ho notato che non mettono più l’ammontare del bollo delle auto provate: è un piccolo dettaglio, ma per l’automobilista (più, meno o per nulla appassionato) è un dato comunque interessante, specie nell’ottica di acquisto o comunque di presa in considerazione da parte di potenziali acquirenti. Ultima cosa il listino: brutto a vedersi e per nulla chiaro. AlVolante, rivista con un target decisamente diverso, da questo punto di vista offre un listino (sia pur perfettibile) molto più chiaro e piacevole da sfogliare. Per finire, se Quattroruote dovesse continuare su questa strada, dubito molto che continuerò a leggerlo.
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Twingo Easy aveva lo stesso sistema di Seicento Citymatic, Yaris FreeTronic ma anche Golf Ecomatic e via dicendo. Un tipo di trasmissione più unica che rara, almeno in Italia.
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Renault Twingo, discutibilmente personalizzata dentro e fuori. Per il resto, piuttosto accessoriata: cerchi in lega, clima, airbag, tetto apribile etc. La particolarità, però, è data dal fatto che si tratta di una rara versione Easy, ovvero dotata di cambio manuale ma con frizione automatica: negli anni ‘90, la segmento A francese offriva 3 alternative di trasmissione (manuale, con frizione automatica e con cambio automatico tradizionale a 3 marce). Bedford CF350 D, in ottimo stato: quasi certamente frutto di un restauro recente. VW Magglione, in uno sgargiante rosso corallo: un po’ sbiadite le lenti dei fari posteriori.
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La pannelleria di nuova Polo è parecchio più dimessa e povera, sia nell’aspetto che nella realizzazione: i passi indietro rispetto alla versione uscente sono evidenti. Prima vi era un inserto in TNT (o similare) sia sul poggia braccio che sulla parte più interna del pannello: senza contare anche il listello tipo metallo della parte superiore, che perlomeno “impreziosiva” il tutto. Ora invece è tutta plastica (presumibilmente PVC) e la parte “morbida” è relegata al solo poggia braccio, realizzato in TNT (o simili): il maniglione è in skai. A mio parere, a sto giro, conviene molto più Ibiza che, tra l’altro, esteticamente mi piace di più. Andrò comunque a vederla la Polo, voglio vedere dal vivo come risulta.
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La preferenza dei nipponici per il velluto rispetto alla pelle è da considerarsi un fenomeno prettamente legato al mercato domestico, o comunque ai mercati asiatici limitrofi: ciò è molto evidente sopratutto nei decenni ‘70 e ‘’80. Ciò è evidente anche guardando alla selleria (e pannelleria) di talune berline medie e grandi di produzione giapponese, alcune arrivate anche in Europa. Nissan Gloria: Toyota Crown: Anche ad oggi perdura questa preferenza, ferma la possibilità comunque di ottenere il rivestimento in pelle. Toyota Crown: Per il resto la diffusione degli interni in velluto (in luogo del cuoio), come nel caso della Primera che hai citato, era una abitudine/tendenza più che una esigenza/richiesta della clientela.
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In realtà, tradizionalmente, si preferisce il velluto in luogo della pelle (disponibile comunque in opzione) perché l’odore del cuoio (in Asia e in Giappone in particolare) è considerato meno gradevole, specie per una vettura come questa. A me, questa nuova versione, non dispiace: è una vettura storica di Toyota, anche se poco conosciuta al di fuori dei mercati cui è destinata.
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Volkswagen in Italia, come in molti altri paesi, ha giocato bene (come in generale fanno i tedeschi) la carta del marketing e della qualità tedesca e i risultati, a livello di percezione, li hanno ottenuti. Il tutto, ovviamente, con prezzi generalmente più alti della diretta concorrenza e troppo spesso e volentieri con equipaggiamenti di serie non certo ricchi o generosi, sopratutto alla luce dei listini. Poi, da qualche anno a questa parte, è sempre più visto come un brand near-premium, se non addirittura premium: ciò è chiaro anche solo leggendo commenti e parati sulla stampa specializzata. A mio parere, specie negli ultimi tempi, si tende a confondere (per enne motivi) il concetto di auto ben fatta con il concetto di auto premium: per me VW, in generale, produce auto ben costruite ma da qui a considerarle near-premium et similia ce ne passa.
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È la nipote di Ferruccio (cui somiglia parecchio nei tratti del viso e nel temperamento vulcanico) e diciamo che non si fa certo notare per discrezione, capacità di linguaggio e modi edulcorati. Discorso ben diverso sulla prorompenza fisica [emoji13][emoji13]
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Pur non essendo una vecchia gloria, anzi, è tremendamente reale: + =
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Questa però è originale [emoji13]
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Sulla mera convenienza ho più di un dubbio, perché quando si importa “parallelamente” una vettura devi tenere presente che, oltre al prezzo di listino (in questo caso convertito da CHF a Euro), devi aggiungervi: - IVA; - IPT; - Emolumenti ACI; - Imposta di bollo. Sui documenti non so come funzioni, ma credo che possano provvedere gli stessi concessionari elvetici: in tutti i casi sono ulteriori oneri a cui far fronte.
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Alla fine è la normale fettuccia priva della cintura vera e propria: c’è il vantaggio che la metti o la togli senza problemi e se poi giri con la documentazione che certifica la deroga all’obbligo della cintura non ci dovrebbero essere problemi. Anche perché un conto è in caso come il tuo, un conto è fregarsene dolosamente di un obbligo. Vista la necessità, non ci vedo alcun problema, anzi. Anni fa, per un periodo, anche la moglie del fratello di mio padre non poteva mettere la cintura, in seguito ad una operazione che aveva subito: viaggiava con tutta la documentazione del caso ed era a posto.
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Condivido. Si può morire così eccome, anche se dal mio punto di vista è “si vuole” morire così: della serie, me la vado a cercare e la trovo pure. A quel punto vuol dire non solo vuol dire fregarsene dei rischi di una simile condotta, ma nemmeno avere un briciolo di cervello e di un minimo di autoconservazione, solo per smanettare pochi secondi col cellulare, come fosse la cosa più impellente in quel momento, mentre si è alla guida. La cosa peggiore è quando sono coinvolti terzi o altri utenti della strada per via di questi fenomeni e gli esempi in questo frangente sono, purtroppo, numerosi.