MarcoGT
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A dir poco mostruosa! Peccato che non sia mai stata prodotta in serie, nemmeno limitata.
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Stupenda! Notevole ancora oggi per linea e contenuti. In effetti si, spulciando le quotazioni non sono affatto proibitive, al contrario dei costi di manutenzione, da eseguirsi in maniera scrupolosa da chi ne sa. Come dire: non è tanto il comprarla in sè, quanto mantenerla. Mi piace molto anche la sorella più "cattiva" Alpina B12 Coupé: ho un debole per le Alpina... Ovviamente blu con i cerchi Alpina.
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Non è brutta, è semplicemente molto Volkswagen, ergo (salvo eccezioni) molto ordinaria.
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Lo standard, in generale, è dato dalla saldatura a punti: le zone così saldate sono "coperte" dalle guaine nere (o in tinta carrozzeria). Con la saldatura laser, date le sue caratteristiche, consente di evitare questi inserti.
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Quella di utilizzare la saldatura a laser è una tipicità di VAG ma che viene utilizzata anche da altri per alcune auto, come la Mondeo.
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Letto proprio di recente: confermo quanto è stato già puntualmente osservato ? Fumia è di certo un personaggio, e lo si capisce bene anche solo leggendo il libro: io l'ho davvero apprezzato.
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Di nulla, ci mancherebbe altro! [emoji6] Io l'ho scoperto, per puro caso, proprio navigando in internet alla ricerca di materiale interessante da leggere, rigorosamente in ambito automotive. Come dicevo libro che merita senz'altro di essere letto, perché ricco di contenuti molto interessanti.
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Piccolo off-topic nel topic.Ho, molto recentemente, avuto modo di leggere la genesi della Lybra, inserita nel libro "AUTORitratto" di Enrico Fumia.L'autore, grande Designer che ammiro moltissimo, la paragona (prendendoci in pieno, imho) ad una "maionese impazzita".Il problema principale fu l'estetica, ma c'è molto di più.Non voglio spoilerare nulla a chi, eventualmente, sta leggendo (o comunque è interessato) alla lettura del libro, che io consiglio vivamente: non solo per i contenuti, ma anche per la forma e la passione (nonché onestà intellettuale) di chi lo ha scritto, con una narrazione "senza peli sulla lingua". Mi limito ad osservare come, dopo averlo letto, si capiscono (nonostante la visione leggermente di parte, ma comunque oggettiva, cosa che ho apprezzato davvero) molte cose in merito all'allora Gruppo Fiat e come lo stesso abbia gestito Lancia, e non solo. Per quel che mi riguarda, ad avercene di opere (e relativi autori) così. Fine O.T.
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Sottoscrivo appieno. Ritengo però che l'eventuale appeal sia solo in termini (mi si passi il termine) di stima come marchio per la sua storia e i suoi trascorsi, quelli gloriosi: diversamente non credo che però questo possa tradursi anche in qualcosa di commercialmente appetibile.
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Spero anche io che lo stop di Lancia sua dovuto al contemporaneo rilancio (non semplice) di Alfa (e, in misura minore, anche Maserati) ma credo sia una chimera: annunci e dichiarazioni mi sembrano più convenevoli momentanei o comunque frasi di circostanza per addolcire una (eventuale) pillola futura.
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Lybra è stato un flop: solo la versione SW, da noi, ha avuto un minimo di considerazione in più, specie come auto aziendale o per flotte. Tra l'altro la sua gestazione è il suo lancio sono stati una vera e propria odissea: è arrivata sul mercato con parecchio ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente, cosa che ha portato ad aggiornare nuovamente la Dedra, ormai sulla breccia da parecchio. Non solo, ma l'accoglienza non è stata certo delle migliori. Successivamente è stato il turno di Thesis, altro disastro dopo quello, a metà anni '90, di Kappa. Sono d'accordo sul fatto che si è gestito e si investito male nel marchio, senz'altro. Anche io sono nato in quel periodo ('93 per la precisione) e le sensazioni, anche chiedendo a persona più adulte di me che hanno vissuto nel periodo, sono più o meno quelle. All'estero il tutto sarà stato amplificato, e neanche poco imho.
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Certamente il primo mercato di Y e da sempre l'Italia, ma sia Y10 che Y (quella di Fumia) hanno avuto un loro spazio anche sulle piazze d'esportazione. In qualche modo, seppur con numeri minori rispetto a quelli del nostro mercato, hanno fatto sopravvivere (nel bene e nel male) Lancia all'estero. Anche perché il resto dei (pochi) prodotti che negli anni si sono susseguiti avevano un seguito solo in Italia: altrove non se le filava in pratica nessuno. Concordo che da qualche anno a questa parte, per mille motivi diversi, le quote sono diventate sempre più risibili e quasi nulle. Credo che Lancia, come brand in generale, abbia una storia e un heritage davvero notevoli, nonché riconosciuti, ma nel contempo, tali caratteristiche (per millemila motivi) non abbiano la benché minima commerciabilità. Purtroppo.
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È vero, è opera di Marchionne ma fino ad un certo punto: già Lancia era messa maluccio (sia a livello commerciale che di immagine, all'estero in primis) e sicuramente i rimarchiamenti Chrysler hanno non poco peggiorato il quadro generale. Ma il marchio era già in crisi da parecchio, a causa di una gestione (diciamo così) discutibile. Il fatto che, in modo particolare all'estero, sia sopravvissuto è merito di Y, che ha permesso di stare a galla. Accanto ad un successo consistente, si sono affiancati (negli anni) clamorosi bagno di sangue: Lybra, Thesis, Delta III, Thema '11, Flavia e, anche se in misura minore, Voyager. Lo stato attuale è, imho, il triste epilogo di una serie di situazioni, passate e presenti.
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La Medusa di Giugiaro mi è sempre piaciuta, molto futuristica e moderna per i tempi. La stessa avrebbe dovuto essere, solo nelle intenzioni, il secondo modello dell'allora nascente DMC (DeLorean Motor Corporation) da affiancarsi alla DMC 12. Rimase tutto, ovviamente, allo stadio di ipotesi/desiderio di J.Z. DeLorean.
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Dichiarazione dai toni, imho, politichesi-sibillini ma in parte (come da te segnalato) formalmente corretti. Probabilmente si, continueranno a suon di edizioni speciali (o pseudo tali) e il brand tirerà a campare: le sue attuali condizioni sono la conseguenza di una situazione critica che va avanti da molti anni e che adesso si concretizza, circoscrivendo l'offerta ad un solo modello nel suo unico mercato di riferimento, ovvero il nostro.
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Vero, Dedra è stata sì un successo, ma alla fine degli anni '90 tirava un po' a campare pure lei, causa ritardi di gestazione della sua erede, la Lybra. Ma Lancia (sopratutto all'estero) è rimasta a galla, in quegli anni, in pratica solo grazie alla Y: diversamente, imho, credo che avrebbe potuto fine prima la sua storia.In tutto questo, ad oggi, spiace la fine ingloriosa di un marchio come Lancia.
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Certamente originale e non scontata. "Non male, non male..." cit.
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BCDE, il nome assegnato al prototipo (del tutto funzionante) di Giugiaro.
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- lancia
- lancia mai nate
- (e 4 altri in più)
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La (quasi) fine di una lenta quanto scontata (nonché ampiamente annunciata, parecchio tempo addietro) agonia. Il fatto che "sopravviva" solo sul nostro mercato, comunque, mi fa tutto fuorché ben sperare. Ho paura che, nel giro di non troppo tempo, farà la fine di Autobianchi e Innocenti [emoji17]
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Ci ho fatto caso ora! Prima mi è proprio sfuggito [emoji13][emoji28] È dire che porto anche gli occhiali [emoji23] Non sapevo che il bizona fosse previsto solo per GP.
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Grazie per la precisazione [emoji4][emoji1303]Praticamente la classica operazione di razionalizzazione/semplificazione già avvenuta con altri componenti.
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Praticamente un semiautomatico? PS - Sul sito Fiat la reclamano come "la city-car per eccellenza", pur essendo una utilitaria...
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La prima Passat era figlia del design by Giugiaro, come Golf e Scirocco: erano le auto del rilancio di Volkswagen.
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Anzitutto congratulazioni! Come hanno già detto, io opterei per la Mondeo. Senz'altro la Octavia è una vettura più che valida, ma viste le proposte e le rispettive condizioni sceglierei la Ford di sicuro: prezzo e chilometraggio fanno propendere per lei, imho. -
Pur abitando tutto sommato vicino, non ho ancora avuto modo di visitare il Museo Alfa: ho fatto solo una breve capatina, purtroppo... Lì in zona c'è il Centro, lo shopping center più grande d'Europa. Io ci sono stato diverse volte e ne vale la pena: c'è davvero di tutto, merita una visita se si è da quelle parti.