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Alfa Romeo Giulia e Stelvio M.Y. 2020 (Spy)
Davialfa ha risposto a pennellotref in Scoops and Rumors
Per quanto concordo che questa mancanza di nuove cose sia frustrante... non esageriamo con gli anni, la Stelvio è stata messa sul mercato ad inizio 2017- 1299 risposte
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Mi spiacerebbe che poi ci si trovasse a fatti compiuti e morta li. Ripeto per me l'idea della fusione ci sta tutta, quello che discuto è la presenza e le richieste dello stato francese. Per me ad esempio la tutela a priori dei posti di lavoro francesi a scapito eventualmente degli altri non è un opzioen da considerare. Stiamo parlando di una fusione al 50 e 50, quindi anche i dipendenti francesi devono rischiare al 50 e 50. Capisco se Fca stesse acquisendo Renault e a quel punto renault chiede una tutela nei primi anni dei suoi attuali dipendenti. Ma se parliamo di fusione al 50 e 50 benefici e rischi devono riguardare tutti. Altrimenti anche Italia o Usa dovrebbero avere le stesse tutele. Il fatto che Il governo francese sia all'interno dell'azionariato per me non è sufficiente per avanzare determinate pretese, stessa cosa per la sede operativa in casa Renault. Ripeto sono questioni di interesse nazionale, essendo per l'Italia fca la prima realtà industriale, quindi aimè se esiste ingerenza di un altro paese, deve esserci ingerenza anche dello stato italiano per la salvaguardia del bene nazionale. p.s. Lo so che Salvini non avrebbe voce in capitolo, ma nonostante sia ministro dell'interno mi pare che metta becco a sporposito già su tutto, quindi una cosa piu una meno non fa grande differenza.
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Attuale azionariato di FCa Exor 28,98% Tiger Global Management 5,69% Societe Generale 4,28% Harris Associates 4,09% Baillie Gifford & co. 3,30% Blackrock 2,99% Vanguard 2,09% Azionariato di Renault Francia 15,01% Nissan 15% Blackrock 4,96% Daimler 3,10% Vanguard 1,78% Renault 1,71% Dimensional Fund 1,34% Possibile nuovo azionariato di FcaR secondo analisti di intermonte Sim (secondo loro alcuni azionisti quindi invece che dimezzare le azioni ne avrebbero persino di più, come ad esempio renault). Exor 13% del capitale Francia 7% Nissan 7% A seguire i fondi Tiger al 3%, Harris, Blackrock e Vanguard e Renault con il 2% Daimler l’1% Il restante 53% resterà in mano al mercato. Comunque qui si gioca tanto, se ad esempio le azioni saranno dello stesso tipo e senza raddoppio dei voti, coni il 13% effettivamente la vedo difficile avere un comando sul gruppo. Inoltre quel flottante sul mercato del 53% potenzialmente rischioso. Detto questo sono un po' sorpreso dai politici italiani e da trump che sembrano disinteressati all'operazione. Cioe' Salvini mette il becco su tutto e qui non dice niente? Alle dichiarazione di Le Maire " faremo di tutto per salvaguardare l'interesse di FRancia e FRancesi" forse potevano dire qualcosa . Io abitando all'estero non credo di poter partecipare, però se qualcuno di voi partecipasse al concorso "Vinci Salvini" :https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=video&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjbouzgndLiAhUnlosKHS2lCRwQtwIIKTAA&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DAtWldbxcFPc&usg=AOvVaw1HpoMgCdHizs954p-9YJvK Potrebbe chiedergli che pensano di fare o dire
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Non vedo nessun motivo per il blocco sinceramente. non ci sono situazioni di monopolio, non vedo quali potrebbero essere i problemi
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La definirei una fusione mascherata in fusione. sul lungo termine, ma anche sul medio e corto, una bella baguette nel culo alla modalità Francese, che ci piace molto
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4 di fca di cui uno sarà l’azionista principale di fca ,mentre 4 di renault di cui uno sarà azionista principale di renaul ovvero stato francese. Ti ricordo che lo stato francese e’ in renault, non è esterno
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mi sfugge però in che modo visto così è un'acquisto da parte di Fca di Renault? Mi sembra paritetico (con in più la sede operativa emea che passa a Parigi) e Exor che probabilmente sarà il primo azionista con azioni dimezzate rispetto alle attuali in fca. Però ripeto, da che punto di vista è un acquisto di renault da parte di fca? Cazzo fossi un negozio di informatica vorrei anche io essere acquistato da microsoft con questo tipo di accordo, azioni 50 e 50, sede europea nel mio garage stesso numero di persone al consiglio di amministrazione e mi prendo anche il ruolo di AD e magari Cfo.
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si è un agenzia di informazione accredita, una sezione dell'ansa
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Allora io qualche trattativa la ho condotta, tuttavia sempre a livello di aziende private senza ingerenze a livello statale. Premesso che qui viene espressa la propria opinione in merito agli elementi che si hanno o che emergono e chiaramente mancano informazioni, però questo non credo vieti di commentare per cio che si sa. Se analizzo brevemente la mera fusione, devo dire che la pensata di Elkann non è male.. Alla fine non ci sono tanti player sul mercato che hanno una capitalizzazione particolarmente bassa (e che quindi permetterebbe di giocare da primo inter pares) ma potenziale da offrire, inoltre renault ha in questo momento un problema di management con rapporti ancora bene da chiarire con Nissan, quindi diciamo che la tempistica sembrerebbe ottima. Ci sono anche buone sinergie visto che Renault è forte in emea dove da tempo Fca soffre e hanno una quota importante in nissan che dice la sua in Asia dove Fca soffre ancora maggiormente che in emea. Al contempo nelle americhe Renault non ha niente (solo nissan). Il grosso problema è però la grande ingerenza dello stato Francese che pone la questione anche ad un livello politico e sociale e sinceramente condivido i pareri di coloro che dicono di stare molto attenti quando c'è di mezzo lo stato francese, perchè possiamo anche dire che sono luoghi comuni, però è evidente che la sola presenza determina squilibri sensibilissimi in tutte le possibili decisioni almeno a livello Emea. Non condivido la posizione di chi dice Fca non è più italiana da tempo, l'italia sta a Fca come possono starci polonia o Turchia. Fca è la più grande realtà industriale in Italia, ha da decide e decine di anni un rapporto stretto con l'Italia, la famiglia che la comanda è Italiana, se in italia non esistono fabbriche automobilistiche di altre aziende dipende probabilmente proprio dalla presenza di Fiat prima fca poi. Alcuni brand in corpo a fca hanno sede in Italia vedi Fiat, Maserati, Lancia, Alfa romeo. Tutto questo per dire che come italiani la questione ci riguarda direttamente, ok tantissimi di noi non lavorano per loro o nell'indotto, però tanti connazionali si. Se bene sono per separare pubblico da privato è chiaro che un azienda come Fca ha quindi influenze che travalicano il semplice fatto di essere per ora a socio privato (vedere cassa integrazioni, indotti, livello dipendenti etc etc etc) . Ferrero a sede in lussemburgo ma se voi andate nelle langhe o ad Alba metà delle persone avranno a che fare con Ferrero. Il territorio dove nasce un azienda è strettamente imparentato con l'azienda stessa. Spostare la sede Emea da Torino a PArigi, a casa di Renault sarebbe un messaggio molto forte e negativo che arriverebbe dritto alle aziende dell'indotto, ai partner/concessionari italiani (i più numerosi per fca europa), ai dipendenti . Non condivido affatto chi sostiene che sono operazioni di facciata, senza importanza... perchè a certi livelli ogni decisione viene soppesata da migliaia di stakeholder e l'immagina conta eccome. Ancora oggi moltissime persone pensano a Alfa romeo come un ricarrozzamento di una Fiat, non è la realtà ma è un discorso di immagine. In economia e marketing ci sono numeri ma c'è anche l'immagine, il feeling e questa è molto più complicata da modificare o influenzare rispetto ai numeri. Come ho già scritto in alcuni post precedenti, c'è anche la questione della creazione dei grossi gruppi europei, citata molte volte dai francesi stessi. Un discorso che sulla carta approvo pienamente. L'europa non può continuare a svendersi, soprattutto all'asia. A livello mondiale praticamente l'africaè già posseduta dalla Cina e sempre più si può vedere come le decisioni delle macropotenze possano influenzare l'economia mondiale (vedi dazi Usa- Cina). Purtroppo la visione degli stati europei è abbastanza miope e se queato non bastasse le altre potenze hanno tutto da guadagnarci a mantere lo status quo. VEdi che quindi Trump incoraggia Inghilterra alla separazione. La russia sono anni che appoggia i partiti euroscettici o di estrema destra. Partiti come la lega in Italia, front national in Francia, Fpo in Austria etc sono chiaramente una manna per le potenze extra comunitarie, che hanno solo da guadagnarci in un medioevo europeo, con nazioni piccole e chiuse su se stesse. Tuttavia la soluzione non può essere quella presentata ogni volta dalla Francia... Gruppi europei come emanazione della francia, quindi sede da loro, alto management loro etc. Questo è il punto dove si sgretola il concetto di europa e dove secondo me anche lo stato Italiano deve ribellarsi. Non è possibile che un'azienda di dimensione piu piccola, con gravi problemi in essere debba dettare certe condizioni e mantenere lo stato dentro. Ripeto non è più un discorso meramente economico ma socio-politico che comporta un immagine molto sbagliata e che può determinate scelte atte a favorire una nazione rispetto ad un altra in maniera totalmente squilibrata.
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Ciao Hf, hai visto che ne stiamo parlando in un topic apposito, vero?
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because the targets of the France state can collide with those of the company and for sure with the Italian production sites. And even if is only one board member I'm sure that they can force some decision (especially if for the others are not sensible topic like fires people in France or in Italy)
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Il problema è che un gruppo privato con dentro lo stato (per di più quello francese) nasce zavorrato a prescindere.. Se poi hanno anche un membro nel Cda a maggior ragione. L'azienda si troverebbe sempre in difficoltà a prendere scelte . Ripeto la manovra dello stato francese non è solo di facciata, Fca si mette in casa un player scomodissimo, al pari di Trump se non in alcuni casi anche peggio
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Bacchettata sulle mani..... Sta di fatto che la sede è a Parigi e che Del Vecchio non ha 30anni ed è in lotta con qualsiasi suo erede. Quindi una volta che passerà la mano voglio vedere come va a finire non so di che baccano parli, comunque si è vero che la castelli apparteneva ad un fondo inglese. Questo non toglie che sia stata comprata dai Francesi e che in gara per l'acquisizione c'era anche Granarolo Il fatto è che probabilmente ad Elkan/Exor dei posti di lavoro italiani frega relativamente, mentre ai francesi conta eccome. Quindi fare così gli arrendevoli è già sintomo che quando andranno prese decisioni pesanti i Francesi si troveranno già in una posizione di forza. La sede legale da un punto di vista lavorativo conta poco, ma conta in quanto vale la legislazione del paese. La sede operativa da unpunto di vista legale conta poco, ma in questo caso può contare da un punto di vista lavorativo se parliamo di sedi con parecchi dipendenti. Una sede legale la puoi cambiare facilmente, un'operativa se lo è davvero e come detto ha diversi dipendenti non così facilmente, a quel punto è più facile cambiare mano alle azioni. Non pensavo di poterlo mai dire in vita mia ma mi trovo costretto a sperare nel duo di capre Salvini - Trump
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Beh oddio, sinceramente che la sede operativa possa essere in Francia lo troverei molto irritante e per me inconcepibile. Stessa cosa successa con luxottica ed essilor. Ripeto i Francesi si sono presi di tutto in Italia, giusto settimana scorsa lactalis ha preso anche l’azienda più importante del Parmigiano Reggiano... Quando poi la posizione di forza è più favorevole agli italiani si deve scendere a 1000 compromessi e porsi a 90 per ottenere qualcosa. Nonostante sia estremamente contrario di principio all’ingresso dello stato a quel punto spererei in un acquisto sul flottante di Cassa depositi e prestiti e che mettessero qualche veto (come ad esempio sede operativa in Francia. Sti qui sempre a parlare di campioni europei importanti per il futuro dell’europa, poi nei fatti questi campioni o hanno sede da loro o niente da fare... In questi termini mi girerebbero troppo... Persino i tedeschi sono meno irritanti di sti qui
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Potrebbero magari tagliare in spagna...
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Bloomberg Fiat is already facing hard times in Europe. Its Italian car production fell in 2018 for the first time in five years, shrinking 10 percent to 668,000 units, according to the Fim Cisl labor union. About 15 percent of the 65,000 workers in Italy were subject to temporary layoffs, more than double the number in 2017. The company has been moving its Italian factories aggressively away from smaller, mass-produced vehicles. Fiat dropped the Punto hatchback last year, leaving its Melfi plant to focus on the Fiat 500X crossover and the Jeep Renegade SUV. Its Pomigliano site near Naples is slated to make a new Alfa Romeo SUV, though a transfer of the popular Fiat Panda to a plant in Poland has been halted. By piggybacking on Renault's product platforms, Fiat could return to making more small cars, the mainstream B segment it pared back under Marchionne. But for the no-cuts pledge to work, those new products -- and any electric entries -- will have to succeed. "Only customers and future product line-up success will determine if Fiat and Renault can keep their existing production capacity in Europe," said Stefano Aversa, chairman for EMEA of the business advisory and turnaround firm AlixPartners. "The key decisions will be on the allocation of the new, jointly developed cars to existing plants." Red flags Any suggestion of capacity constraints or workforce reductions would be a red flag to Italy's populist government and the nation's labor organizations. Attempts to close plants in France would run afoul of powerful unions there, too. President Emmanuel Macron's government has already been shaken by the violent Yellow Vest protests over social inequality. As Renault's most powerful shareholder, France has made the preservation of jobs and local factories a condition for a merger. The companies must guarantee "industrial" jobs in France and pledge "zero" site closures, French Finance Minister Bruno Le Maire said Tuesday. Still, France's CFDT union said it saw jobs at risk. The stakes are high in France, where unemployment is 8.7 percent and Renault is one of the biggest employers, with 48,600 staff. As well as guaranteeing jobs, a deal might call for Fiat models to be made at the Flins plant. The Nissan Micra is made there, but sales have been disappointing, according to a person familiar with the matter who declined to be identified because the information is not public. In Italy, Deputy Premier Matteo Salvini has said he trusts the deal "will safeguard every job in this country." That may be ambitious. According to Kelly of Frost & Sullivan, one carmaking facility in each country is likely to close, and potentially two in Italy. Fiat's premium and luxury brands, such as Alfa Romeo and Maserati, are likely to benefit from Renault's strong commercial networks, said Roberto Di Maulo, head of the Fismic labor union. The Mirafiori plant in Turin could take on production of the fully electric 500 model with components provided by the French, he said. "The combination of Fiat Chrysler and Renault is a good deal for Italy, even without expanding it to Nissan -- though with the Japanese on board, the benefits could increase further," Di Maulo said. Fiat last year made 982,000 cars in European plants capable of producing more than double that number, according to LMC Automotive, a consultancy and research group. For Renault, including the Lada and Dacia brands, production was 2.63 million cars, compared with capacity of 3.76 million. As a rule of thumb, LMC reckons utilization rates of 70 percent to 75 percent are needed for profitable operation. Job pledges to win over governments often do not withstand the test of time. General Electric this month said it plans to cut more than 1,000 positions at its beleaguered French power-equipment business, going back on a promise to create 1,000 net new jobs when it took over Alstom's energy operations in 2015. And there are ways to pare employment without shutting down a plant. Mirafiori last year made about 30,000 cars, one-tenth the total in its glory days, after shifting to production of luxury Maserati SUVs. "Closures will likely have to be made equally, with both sides agreeing to shut down one place in France and then the next one in Italy, for instance," said Frank Biller, an analyst at Landesbank Baden-Wuerttemberg. "It's not realistic to shut factories in Eastern Europe -- the problems are concentrated at the Fiat brand and it's out of the question there won't be job cuts." Together, Fiat and Renault made about 8.7 million cars last year, which would put them third behind Volkswagen Group and Toyota. Combined with production from Renault's existing alliance with Nissan and Mitsubishi Motors, the total would be more than 15 million vehicles a year. Beh oddio, e' vero ceh gli impianti ITaliani sono decisamente sotto utilizzati, però è anche vero che la gamma in Emea è ridotta al minimo. Se con l'alleanza prevedono di fare magari qualche modello in più, spero mirino ad aumentare le quote di mercato, sopratutto per i brand italiani che sono quelli più lontano da loro potenziale. Taurus è tornato dopo mesi e mesi di letargo... Questa fusione sembra scaldare gli animi.
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Elkann sarà quello con un garofano rosso nel taschino all'uscita della metro. Oddio ma come si può scrivere una cosa del genere.
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Ma non mi è chiara una cosa, come si imposta il navigatore?
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Lo stato può comprare le partecipazioni nel flottante del mercato tramite CDP Non ci giurerei, secondo me al contrario JE vuole raddoppiare
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Valeur boursière o Renault : 17 milliards d'euros o FCA : 19 milliards d'euros o Total : 36 milliards d'euros Chiffre d'affaires (Source : constructeurs) o Renault : 57,4 milliards d'euros en 2018 o FCA : 110 milliards d'euros o Total : 167,4 milliards d'euros Principales marques détenues Groupe Renault : Renault, Dacia, Alpine, Lada, Samsung Motors FCA : Fiat, Chrysler, Alfa Romeo, Jeep, Abarth, Lancia, Maserati, Dodge, Ram Volumes de ventes annuels o Renault : 3,9 millions de véhicules vendus en 2018 o FCA : 4,8 millions o Total : 8,7 millions Emplois o Renault : 183.000 o FCA: 199.000 Bénéfice net o Renault : 3,4 milliards d'euros en 2018 o FCA : 3,6 milliards d'euros o Total : 7 milliards d'euros Bénéfice opérationnel (source : Center Automotive Research) o Renault : 3,6 milliards d'euros en 2018 o FCA : 4,1 milliards d'euros o Total : 7,7 milliards d'euros Marge opérationnelle o Renault : 6,3% du chiffre d'affaires o FCA : 3,7% Bénéfice par voiture vendue o Renault : 930 euros par véhicule o FCA : 848 euros
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Come scritto in passato gli interni della bmw mi hanno stufato da tempo, ma qui un pochino meglio, anche se in versione figa... la versione barbon fa cagar. Gli esterni molto, troppo classe A... In sostante non mi piace, però avendo l'elichina bmw sul cofano venderà come al solito. Detto questo nel tempo di vita ( che attualmente è a metà vita) della Giulietta le tedesche si sono rinnovate 3 volte. La speranza è che entrando in una giulietta il tempo vada all'indietro fino al momento di quando è scesa la prima palla o dei primi vagiti
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Comunque è conclamato il timore reverenziale degli Italiani sui francesi. Anche quando le nostre aziende sono più grandi non c’e’ verso che riusciamo ad inglobare le loro, al massimo si punta su un 50 e 50. In questo caso la famiglia agnelli passa per la seconda volta in un anno all’incasso. La facilità con cui le imprese francesi hanno fatto incetta delle italiane e’ nota ed ogni volta si diceva “ beh sono dei colossi”, quando i colossi sono nostrani la regola non vale più.
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Trattativa Renault-Fca
nella discussione ha aggiunto Davialfa in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-05-25/ft-fca-tratta-un-ampia-alleanza-renault-201941.shtml?uuid=ACr27rI Fca è in «trattative avanzate» per un'ampia collaborazione con Renault che, in futuro, potrebbe tradursi nell'ingresso di Fiat Chrysler nell'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. L'indiscrezione del Financial Times riaccende la febbre da risiko nell'industria automobilistica, con le case automobilistiche a caccia di alleanze per affrontare le sfide strutturali del settore. Secondo il quotidiano le trattative sono concentrate su un'ampia cooperazione fra Fca e Renault, l'attrice “dominante” nell'alleanza con Nissan che sta cercando di garantire un futuro alla partnership dopo l'arresto di Carlos Ghosn Fca e Renault non commentano, ma Fiat Chrysler in passato ha più volte ribadito di essere aperta a dialogare con tutti. «Se c'è una partnership, una fusione o un accordo che ci rende più forti, allora sono assolutamente aperto a valutare» ha detto di recente l'amministratore delegato di Fca, Mike Manley, in un'intervista al Financial Times. Non è al momento chiaro quanto Nissan sia coinvolta nelle discussioni in corso. Secondo quanto riportato dal quotidiano della City, le trattative fra Fca e Renault si stanno spingendo oltre una semplice condivisione di tecnologia e stanno procedendo più rapidamente rispetto a quelle di Fca con Psa. Per Renault Fca sarebbe importante: la maggior parte delle attività di Fiat Chrysler è concentrata in Nord America, area da cui Renault è assente. A questo si aggiunge che Fca ha in portafoglio i marchi Alfa Romeo e Maserati, che occupano un ruolo in un segmento di mercato particolarmente redditizio e in cui Renault non compete. Nel caso in cui Fca dovesse entrare un giorno nell'alleanza Reanult-Nissan-Mitsubishi la «bilancia del potere all'interno della partnership si sposterebbe ulteriormente dal Giappone portando al tavolo John Elkann» aggiunge il Financial Times. Un'inclusione di Fca consentirebbe inoltre all'alleanza di fare un balzo in avanti divenendo la maggiore casa automobilistica al mondo con 15,6 milioni di vendite all'anno, decisamente al di sopra della rivale Volkswagen e dei suoi 10,8 milioni di auto vendute. Un ingresso di Fca, comunque, non è così scontato: fonti riferiscono al Financial Times che si tratterebbe di una mossa complicata per sottrarre parte del peso di Nissan. Renault e Nissan si sono alleate nel 1999. Mitsubishi si è unita nel 2015 quando Nissan ne ha acquistato il 36%. L'attuale struttura dell'intesa resta comunque «asimmetrica», con Renault che ha il 43% delle azioni di Nissan e tutti i diritti di voto, e Nissan che ha il 15% delle azioni Renault.- 1174 risposte
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