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slego

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  1. 1. se io scrivo una cosa e tu la citi/quoti definendola una stupidaggine, stai affermando che io ho scritto una stupidaggine. non rigirare la frittata. 2. non ho offeso nessuno. ho scritto che chi acquista quell'auto lo fa o per certi motivi razionali o per certi motivi emozionali, piuttosto che per un mix di entrambi. 3. le patenti per stabilire chi ha diritto di parlare chi le rilascia? te ne occupi tu? 4. non è un luogo comune: è esattamente il motivo per cui prius è fatta così. 5. a posto così, comunque. ho espresso il mio pensiero, condivisibile o meno, in modo civile ed educato. poi tu sei libero di pensare quel che vuoi.
  2. a parte l'offesa gratuita (grazie, la prossima volta magari puoi tenertela per te): io mi riferivo ai clienti prius, non a chi compra ibrido in generale.
  3. secondo me hanno volutamente forzato la mano per mantenere quel distacco visibile dal design più convenzionale. spiego. chi compra una prius lo fa o per convinzione (economica/ecologica), nel qual caso mette il design in secondo piano e digerisce (quasi) qualunque cosa gli si proponga, o per "status", ovvero perché vuole che "si veda" che lui ha l'auto ecologica (o magari per entrambi i motivi). penso - per estremizzare - ai ricconi della silicon valley piuttosto che ai divetti di hollywood: gente che in garage un suvvone col v8, o una lambo, o un mercedes da 600cv di certo ce l'ha. però ama farsi vedere con l'auto ecologica. quindi la prius, al di là delle esigenze aerodinamiche, "deve" essere identificabile immediatamente da chiunque come un'auto diversa e futuristica, un'auto che "dica" a tutti "non sono un'auto qualunque, chi mi guida è vent'anni avanti agli altri". finora per differenziarsi era stata sufficiente la forma a supposta, ma dato che ultimamente i suppostoni son tornati di moda anche tra le auto "normali" e dato che sempre più le auto hanno frontali con cofano-lunotto quasi sullo stesso piano, prius rischiava di finire normalizzata e quindi di perdere quel valore aggiunto dato dall'immagine, per cui si è reso necessario osare di più. quindi ecco i fari-mazinga, le contorsioni sulla fiancata, quella coda assurda e gli interni sconcertanti (perché anche quando sei dentro devi essere appagato dalla sensazione di avere qualcosa di diverso da tutti gli altri).
  4. auto globale. praticamente la vendono ovunque tranne che qui in europa, per la storia di cui si discuteva appunto sopra: design e originalità e bla-bla.... allora doppia coincidenza, dato che pure la mia suzukina è rossa (in realtà ormai è quasi rosa...). a me in realtà piace, ma io non faccio testo dato che pure la Z3 l'ho voluta assolutamente rossa e l'altra auto - quella "seria" da tutti i giorni - son stato lì-lì per prenderla rossa...
  5. ma secondo la (loro) logica la AT/GT rientra tra i cassoni sportivi. quindi numero pari...
  6. ma infatti... se (se) faranno una piccola spider su bas mini sarà Z2, non Z3. primo perché mi pare ormai assodato che i numeri dispari li usano per berline, sw e cassoni quadrati, mentre i numeri pari vanno per le sportive e i cassoni-simil-coupé secondo perché in ogni caso non credo che oseranno piazzare la sigla Z3 su una TA trasversale con meccanica mini (nel caso giuro che prendo lo mia Z3 e la caccio giù per un canale). eddài...
  7. la cilindrata conta ormai relativamente, dato che elettronica e sovralimentazione hanno reso superato il rapporto diretto clindrata/potenza/prestazioni/consumi. vediamo cosa fanno in bmw: un solo motore diesel 2.0 4 cil. in 4 step (316, 318, 320, 325), addirittura sui benzina hanno il 316 che è millesei e il 318 è un millecinque, mentre il 320 può essere un duemila (unico col numero "giusto") o un millecinque! persino il 328 è un duemila 4cil. altro esempio: volvo ha imboccato la via del monomotore: tutta la gamma, dal v40 ultra-barbon-ediscion al nuovo xc90 super-luxury-straficuz, è equipaggiata con lo stesso 2.0 4 cil. declinato in 5 o 6 diversi step di potenza. questo per dire che ormai nessun può permettersi un diverso motore per ogni step a causa degli immani costi che comporta approntare un motore nuovo. quindi mi sa che la tendenza sarà questa per tutti. fermo restando che in un futuro abbastanza prossimo, con l'arrivo delle due nuove vetture in seg. C, non è improbabile che alfa tiri fuori qualcosa di cubatura minore e che questo possa poi essere piazzato come "base" anche su giulia.
  8. che siano più pratiche ok, pure io ho una seg d sw (scelta appunto per esigenze pratiche, altrimenti avrei preferito mille volte una sedan). ma sul fatto che il mercato vada in quella direzione non credo ci siano dubbi, e il calo di vendite in eu e in italia è un dato di fatto. per gli usa poi non servono nemmeno i dati, bastano i listini: il fatto che non esista più nemmeno un modello sw made in usa mi pare abbastanza indicativo.
  9. esatto. le sw, ormai pressoché scomparse nel resto del mondo, stanno segnando il passo anche in europa. persino in italia, che credo sia il paese in cui fanno percentualmente i numeri maggiori, la tendenza è palese: il posto delle auto "da carico" è sempre più preso da suv e crossover. se si fa una ricerca sul noto sito di annunci si può vedere come il seg. D fosse dominato fino a qualche anno fa dalle sw, mentre da 2/3 anni a questa parte c'è un forte ritorno delle sedan (vedere ad esempio mercedes c o bmw sr 3. fanno storia a sé solo audi e volvo, che nel nostro immaginario "devono" essere sw, chissà perché). non credo quindi che la probabile mancanza di una giulia sw potrà essere un vero handicap, considerando anche che alfa non punta certo a fare i numeri della triade.
  10. un'azienda che ragionasse così partirebbe già perdente. anche chi compra un'auto usata dev'essere visto come cliente del marchio, anche se si rivolge a un meccanico generalista. perché i ricambi vengono comunque dalla casa madre. perché comunque l'appartenenza e l'appagamento vanno "nutriti" anche per i clienti - diciamo così - indiretti, che al prossimo giro magari l'auto la compreranno nuova. perché può capitare di trovarsi nella necessità di rivolgersi alla rete ufficiale, e un buon servizio può convincere il cliente a tornare sotto il tetto della casa madre, un servizio insoddisfacente invece lo allontana ulteriormente. senza contare che non è che se mi fermo in un'officina autorizzata mi chiedono prima se l'auto l'ho presa nuova o usata in modo da decidere se sono un cliente degno o no, sarebbe ridicolo. poi è ovvio che uno che compra - ad esempio - una bmw nuova ogni 2/3 anni sarà trattato dal suo concessionario con un occhio di riguardo in più rispetto a quello che la compra usata e la tiene 10 anni, ogni commerciante è giusto che curi il suo orticello. ma adottare una palese e dichiarata politica che classifichi i clienti in diverse categorie di importanza sarebbe deleterio, per qualunque marchio. in merito all'alfa: il cliente che tira fuori 90mila euro per una giulia sarà uno su 100 (a star larghi), il grosso sarà composto da chi compra il classico duemila da 35/40mila euro, ovvero gente mediamente benestante e nulla più. voglio dire, ok il premmmiùm, ma siamo ancora nel mondo dei comuni mortali, mica su marte... ma qui pare che per convincere qualcuno a comprare un'alfa gli si debba stendere il tappeto di velluto rosso fin sull'uscio di casa!
  11. riprendo la discussione, visto che qualcuno ha fatto le sue osservazioni sulla mia esperienza in bmw-uk, riportando un'altra esperienza paragonabile - ma con esito diverso - occorsami in passato. situazione simile, viaggio all'estero (austria) a bordo della mia bmw (non la z3, all'epoca avevo una serie 3) ma più grave: rimango a piedi su una strada di montagna alle due di pomeriggio di giovedì 14 agosto. tradotto: tra festività e fine settimana rischio di restar fermo 5 giorni. chiamo il soccorso stradale e mi faccio portare al più vicino centro assistenza bmw, dove arrivo alle 15 e trenta: una piccola officina con annesso salone (ufficiale bmw). stesso trattamento ricevuto in uk: signorina-sorriso, caffé-te-cappucino-salottino eccetera. differenza: appena entrati l'auto è stata presa in esame in officina e il "capo" (che era anche titolare) dopo dieci minuti arriva col preventivo di riparazione stampato e mi fa: c'è da cambiare questo e quest'altro, ci vorrebbero più di due ore e noi tra un'ora chiudiamo. però non voglio lasciarvi a piedi, per cui se le sta bene firmi qui e io metto due ragazzi al lavoro, i ricambi li abbiamo in casa, tra un'ora massimo un'ora e un quarto lei può ripartire. nel frattempo per qualunque esigenza la signorina qui vi può aiutare (se dovete telefonare, avvisare qualcuno, qualunque cosa). al che firmo (cifra esosissima!), mi godo il mio caffè e dopo un'ora e dieci (comunque oltre l'ora di chiusura dell'officina) sono in strada con l'auto a posto. ecco, questo è "il" servizio, quello che mi ha fatto sentire tranquillo. pago, anche tanto, ma so che ovunque io sia sono a posto, perché posso contare su una vera rete di assistenza. se in uk mi avessero chiesto - per dire - 200 sterline per quell'intervento da mezz'ora, ma lo avessero fatto subito, sarei stato soddisfatto e felice di pagare. questa è la differenza nel servizio, non il fatto di avere o meno un'officina "esclusiva" (chissenefrega se di fianco alla mia bmw c'è una mini one diesel? l'importante è che tu dia a me il servizio che mi serve quando mi serve).
  12. quarant'anni fa una A112 base costava circa 1.200.000 lire (9/10 mensilità di un impiegato, all'epoca): considerando le differenze tecnologiche e di contenuti, e il fatto non secondario che l'iva è cresciuta nel frattempo del 10%, direi che non era affatto più economica di una attuale 500. che comunque non costa "30milioni": i "milioni" non ci sono più da oltre una decade, oggi ci sono gli "euri" e i conti si fanno con quelli (pensa che nel '72 un 128 costava meno di 11mila euro di oggi e con 6 milioni, equivalenti a 50mila euro di oggi, ti portavi a casa una 911S. per dire). questo al di là di cosa ci dovrebbe essere o meno su una 500.
  13. mah, questa ossessione per il servizio premmiùm mi lascia abbastanza perplesso... riporto una mia esperienza recentissima, successa meno di due settimane fa. ero in vacanza all'estero (uk) con la mia amata Z3: avendo un problema - nulla che mi impedisse di marciare, ma comunque una cosetta piuttosto fastidiosa, soprattutto nel mezzo di un viaggi di 5mila km - decido di fermarmi presso un concessionario bmw per vedere se la si poteva risolvere. la scena è la medesima che ci si trova davanti in qualunque concessionario del marchio: vengo ricevuto da piacente e sorridente signorina che mi fa accomodare in un bel salottino (poltroncine bianche, riviste, musica di sottofondo, wi-fi, caffè-te-cappucino a richiesta e tutto l'ambaradàm...). passano 10, poi 20, poi 30 minuti, durante i quali la suddetta signorina e altre due suo colleghe non mancano di di sorridere e rassicurarmi che a breve si prenderanno cura di me. passa pure uno in completo blu, aria da capetto, che pure si prodiga in sorrisi e rassicurazioni. bene, dico, benissimo. ottimo. dopo oltre mezz'ora di attesa vengo richiamato in ufficio dalla signorina che mi fa accomodare e mi presenta un tizio in tuta blu (wow, allora c'è pure qualcuno in tuta, mica solo minigonne!) che sorridendo (sorriso standard, lo stesso delle signorine, penso facciano corsi di formazione anche per quello) e con grande gentilezza mi segue fuori, vede l'auto, mi ascolta, riguarda l'auto e poi, sempre gentilissimo mi spiega che c'è da girare due viti e fare una regolazione. robetta, in mezz'ora si sistema. benisssimo, ottimo! facciamolo, dico io. e qui casca l'asino. eggià perché anche se un lavoro di mezz'ora mica lo possono fare subito, che son pieni di lavoro. al che dico va bene, vi lascio l'auto e ripasso prima di sera, no? no, non si può, c'è una scaletta di lavori da seguire (sorriso) abbiamo tempo forse giovedì. giovedì? sì, giovedì. pomeriggio per la precisione (sorrisone). peccato che siamo a lunedì (mattina) e per giovedì chissà dove sarò, di certo a non meno di 500km di distanza. si può fare nulla? (sorriso. mio, questa volta). no, ci spiace, noi lavoriamo così. se ti va bene è per giovedì (pomeriggio). al che me ne sono andato (senza alcun sorriso) e buonanotte. il mio meccanico (quello del mio paese, sgrauso e con un'officina che è un buco) se gli capita una roba così molla tutto e ti fa ripartire in mezz'ora, anche se sei uno sconosciuto, ance se sei un turista di passaggio. questione di "attenzione al cliente". per dire.
  14. le contaminazioni sono credo inevitabili, però faccio notare un paio di cose. sulla fiancata della serie 3 c'è una nervatura secca, mentre sull'alfa c'è uno svaso morbido che a me più che bmw ricorda la sinuosità dello scavo sulla fiancata della prima giulia (quello che correva sopra le maniglie). per il posteriore: l'A5 porta la mano di de silva, autore pure della 156. e su 156 e A5 trovi diversi elementi comuni: il profilo superiore del baule ad arco, i gruppi ottici a trapezio uniti da una linea retta tra gli spigoli interni con la nervatura a rilievo sulla fiancata che parte dallo spigolo superiore esterno, il padiglione tondeggiante... metti la targa dell'audi sul paraurti e sembrerà la naturale evoluzione di 156/159. si può praticamente dire che i posteriori di questa giulia e della A5 sono figli dallo stesso disegno, che però era un disegno alfa: in pratica è forse più corretto dire che è l'audi ad assomigliare all'alfa, non il contrario.
  15. saranno in tanti a ricredersi. il primo impatto è stato per molti deludente, o forse meglio dire spiazzante, perché si erano create - sul web - troppe false aspettative. millemila render e bozzetti disegnati spesso da improvvisati desginer che nulla avevano a che vedere con la realtà, spesso caratterizzati da musi spaziali, code improbabili e linee da show-car. roba appariscente e pesante più adatta ai nippocoreani o ai cugini d'oltralpe, lontana anni luce dallo stile alfa. così che questo ferro, così pulito e ben fatto, ha spiazzato molti. ma come ho scritto già dopo aver visto le prime foto rubate per me qui c'è un gran lavoro di design e quando la vedremo per strada sarà un gran bel vedere. non è difficile immaginare la versione normale: togli le appendici nere, togli i buchi sulle lamiere e i tagli laterali sul muso, metti un po' di cromature davanti e sul giro porta e dei cerchi più umani: quest'auto ha linee ben fatte, morbide e dinamiche senza eccessi, che con pochi dettagli cambiati possono renderla una belva feroce o un elegante sinuoso felino.
  16. tra i tanti bei dettagli dell'interno faccio un grosso applauso alla terza razza del volante: non so che materiale sia ma pare una fusione in ghisa uscita direttamente dal vano motore di un'auto di 50 anni fa, un pezzo di storia piantato in mezzo a un abitacolo altrimenti ultramoderno. come a ricordare che tutta la tecnologia e l'elettronica di 'sto mondo non possono prescindere dal "ferro" che ci sta sotto: la meccanica delle emozioni.
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