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Fatbastard78

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  1. Comunque 4.50 è l'esatta lunghezza della Leon sw, Golf Variant sta 5 cm più lunga, per la 308 i cm diventano 9 (sempre ammesso che la sw sia lunga esattamente come la 3v). Una Clio Sporter sta 25 cm in meno. Potrebbe proprio essere molto apprezzata anche in Italia, se prezzata bene, un po' sotto la 308 sw in strada, per capirci. E a quel punto me la compro.
  2. Però, guardando i cm, ha le dimensioni di una 308 o una Leon. I per la SW ci sto facendo più di un pensiero...
  3. Non concordo. Il mercato usa, piaccia o non piaccia, sarà il mercato principale per Alfa. Possono contare su 2 fattori: rete vendita capillare, ben maggiore di quella krukka, e le sinergie con la Dodge. A molti alfisti verrà un malore, ma la Giulia e i futuri modelli condivideranno quante più parti possibili con il brand americano. Non saremmo a livello di Renegade/500X, ma non andiamo molto distante. O Toyota/Lexus, o Infiniti/Nissan. Ovvio poi che partono da 0, come fossero un marchio nuovo, mentre Bmw, Mercedes,... no, e infatti i numeri previsti per la Giulia son bassi bessi, se visti a livello globale.
  4. Questo discorso non sta in piedi. O, meglio, sta in piedi se il tuoi fine è quello di produrre tante vetture o quello di fare utile. Il problema è che difficilmente riesci a fare il punto 1 senza quello 2. E infatti in psa son dovuti entrare cinesi + stato francese per non portare i libri in tribunale. E pure VW, un gigante, sta ripensando la propria strategia. Perchè produrre vetture che si sa già in partenza che saranno in perdita (salvo il raggiungimento di obiettivi di vendita palesemente irrealistici) è una boiata. Altra cosa, fca attualmente ha risorse limitate, la coperta è corta, ovvio che si è data la priorità a modelli potenzialmente più profittevoli: di 200C o Cherokee ne piazzano circa 300000 per modello all'anno con discreti margini. Idem 500x e Renegade, ne produrranno più di 300000 complessivi in Italia (poi, per la Jeep, ci sarebbe ancora america latina e Cina) che piazzano bene. Per la nuova Punto, quante ne venderesti e con che sconti?
  5. Mah, concordo poco. Ovvio che non puoi prezzarla a caso e il prezzo debba essere allineato, anche per contenuti, alla concorrenza, e infatti si parla semplicemente di non avere versioni ultrabase, almeno all'inizio. Versioni ultrabase da cui, peraltro, devi poi attingere da chilometriche e costose liste optional. Ma se vuoi pescare clienti puntando sulla pura convenienza, l'italiota medio e il tedesco/francese di turno (li almeno per campanilismo) per capirci, allora dovresti offrire contenuti da Mercedes e prezzi da Dacia. A questo punto meglio spingere sui mercati più ricchi (Usa e Asia) mentre in Europa vendere quello che si riesce senza dover necessariamente calar le braghe.
  6. Mah, a naso se non la fanno è proprio perchè, a torto o ragione, reputano che una B non sia profittevole. Non penso che sia per fare un dispetto non si sa bene poi a chi. Peraltro tendo a credergli, su una B generalista i margini son pochi di suo e, sconti alla mano, non fatico a credere che spariscano. Anche perchè, ammesso che il modello abbia successo e parta bene, difficile che rimanga competitivo per tutti gli 8 anni del suo ciclo quando, nel frattempo, saranno uscite concorrenti più fresche. Ergo magari per un anno o due ti va bene e guadagni e poi negli altri 6 ti mangi tutto e vai pure sotto. PSA vende 12000 308 in Cina perchè è stata in parte rilevata da un produttore di auto cinese, ovvio che possa fruttare la rete vendita, come ovvio che per lo stesso motivo Fca vada meglio in Usa, anche se devono e dovranno obbligatoriamente investire di più in Cina (intanto vediamo il prossimo anno il Renegade che fa). Ah, Fiat ha sede in Italia, a Torino precisamente.
  7. [h=1]Marchionne spreme anche Chrysler che versa a Fiat 1,3 miliardi di dollari[/h]In attesa della cassa in arrivo da Ferrari, il gruppo automobilistico si assicura l'incasso di un dividendo straordinario da parte di Detroit L’assegno di 2,25 miliardi in arrivo dalla Ferrari non basta aSergio Marchionne. Il grande capo della Fiat ha deciso di fare cassa bussando anche alla porta della Chrysler che martedì 3 febbraio ha versato alla casa madre Fca – Fiat Chrysler Automobiles un dividendo da 1,3 miliardi di dollari. E’ quanto si legge nella nota di Fca Us, la ex Chrysler appunto, che ha annunciato i risultati preliminari del 2014 che hanno evidenziato però un utile di “soli” 1,2 miliardi. In dettaglio, il pagamento definito “special distribution payment“, è stato effettuato nei confronti della controllante diretta di Detroit, Fca North America holdings, che a sua volta fa capo a Fca. Il versamento, spiega il comunicato, è “in totale conformità con i contratti di credito e le clausole relative che governano le secured senior notes“, il che significa che secondo l’azienda non c’è alcuna lesione dei diritti dei creditori privilegiati di Chrysler che hanno comprato le obbligazioni senior garantite della casa di Detroit. A quanto sembra, dunque, a Marchionne non è bastata la riduzione dei debiti del gruppo ottenuta a fine 2014 grazie a una serie di operazioni finanziarie e neppure il risparmio sui dividendi agli azionisti che resteranno a bocca asciutta anche quest’anno. Tanto che il manager, non appena ha potuto, ha estratto dalla società americana fresca di fusione con Fiat più degli utili realizzati da Detroit in un anno intero. In attesa, non va dimenticato, diquotare in Borsa a New York la casa di Maranello e prendersi anche buona parte della sua liquidità. La ex Chrysler intanto non festeggia: le poste straordinarie, in particolare gli 1,2 miliardi versati al Veba, per chiudere l’acquisizione del 41,5% di Chrysler ancora in mano ai il fondo pensione dei metalmeccanici Usa, hanno fatto crollare l’utile netto 2014 a 1,2 miliardi di dollari dai 2,8 del 2013. I ricavi sono in compenso saliti del 15% a 83,1 miliardi grazie, si legge nella nota, all’aumento delle consegne delle Jeep Cherokee e dei Pickup Ram. La liquidità, al 31 dicembre 2014, era di 14,5 miliardi, in crescita rispetto ai 13,3 miliardi di fine 2013. Marchionne spreme anche Chrysler che versa a Fiat 1,3 miliardi di dollari - Il Fatto Quotidiano - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Il discorso su tutto quello che non funziona sarebbe lungo e ot
  8. Mah, mi sembra per niente male e se, come penso, il prezzo sara competitivo, ci farò ben più di un pensierino quando tra 2 o 3 anni dovrò sostituire l'auto di mia moglie con un'altra macinatrice di km a buon prezzo.
  9. Il ritorno alla Madre. L’inizio di tutto anche per Enzo Ferrari. Sulla carrozzeria della SF15-T è apparso il biscione dell’Alfa Romeo, mentre è scomparsa la scritta FIAT che l’anno scorso campeggiava sul musetto della F14 T. E non c’è traccia nemmeno di FCA. Sulla Rossa si punta sul made in Italy, senza che ci sia il rischio di contaminazioni “americane”. Basta la comparsa di un logo a lanciare un messaggio. Sebbene sia muto, in realtà è chiaro e forte. Sergio, il presidente del Cavallino, dà piena fiducia a Marchionne, capo incontrastato di FCA, che crede nel rilancio dell’Alfa Romeo. Con l’obiettivo di ricondurre alla piena occupazione le fabbriche in Italia. Una scommessa difficile da vincere più che riportare la Rossa in testa al mondiale di Formula 1. Oggi la gamma del Biscione è ben poca cosa, ma proprio quest’anno si aspetta il lancio della Giulia per rivitalizzare un marchio che deve riconquistarsi il posto che si merita nel mercato automobilistico mondiale. Pochi sanno che è in alcuni capannoni top secret nella cintura di Modena che si stanno sviluppando le motorizzazioni ibride, piccole power unit, per dirla all’inglese, derivate proprio dalla tecnologia che la Ferrari sta evolvendo in Formula 1. E sarà quello il… Cavallino di battaglia dell’Alfa Romeo per riaffermarsi. La chiave di volta per fare i grandi numeri nel futuro. Alfa Romeo, Maserati e Ferrari, tre marchi premium della nostra industria automobilistica capaci di dare un nuovo impulso al made in Italy e al mercato del lusso. La strategia è lucida, ma la squadra di Maranello deve tornare a vincere i Gp per essere volano e trascinatrice di una ricaduta tecnologica che potrà essere declinata in modi diversi un po’ per tutte le tasche. È forse anche per questo, ma non solo, che Sergio Marchionne ha fretta di riportare sul podio la Rossa. C’è bisogno di dimostrare in pista che la nostra scuola motoristica non può continuare a prendere sonore lezioni dai tedeschi o dai francesi. Sarà l’anno del risveglio della Ferrari e di questa Italia con il freno a mano tirato da un politica miope e poco coraggiosa? Lo vedremo nei fatti, ma rivedere il logo del Biscione sulla Rossa rievoca gli Anni 30 quando proprio Enzo Ferrari diede un futuro alle Alfa Romeo da competizione facendole correre con i colori della sua squadra modenese. Corsi e ricorsi storici… Ferrari e quel logo Alfa Romeo, tra passato e futuro
  10. Il problema è che si vedono le aziende come stipendifici. Pure a me la CIG è una gran cagata, si potrebbe poter licenziare il personale in eccesso e stop.
  11. Domanda, ma il 1.4 non è che viene testato sul mulo Giulia in quanto l'unico disponibile a tp per la mazdafiat? Il range di potenza (120/170 cv) sarebbe corretto.
  12. Io ho preso la Ibiza con quel motore, e e l'ho pure ora. Il problema era il finanziamento proposto all'epoca, taeg 0 per seat e da usura per fiat: ballavano troppi soldini tra lei e la Punto
  13. Mi sa che son partiti da questa: - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - E il mio collega, un vero artista, in 20 minuti la photoshoppava meglio.
  14. Forse ho scritto male, Sostengo solo che la pubblica amministrazione fa benissimo a dare l'appalto a chi fa l'offerta migliore. Poi, effettivamente, in questo caso dispiace perchè la differenza tra le 2 offerte è minima.
  15. L'appalto dovresti darlo a chi fa l'offerta migliore. Non si sostiene così l'imprenditoria italiana, la si sostiene non sprecando risorse pubbliche e non impiccandola di tassa. Fine. Buongiorno a tutti, mi presento, mi sa che prossimamente scriverò un po' su questo ottimo forum.
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