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Indav

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  1. La proposta di Pininfarina era a tutti gli effetti quella delle foto sfuggite pubblicate su Quattroruote, postate qualche messaggio addietro. La vediamo meglio in basso in quest'immagine (non ho scansioni migliori a portata di mano), con in alto la proposta di IDEA (terribile): Riguardo quelle foto sfuggite con l'auto semi coperta ci sarebbe una storia divertente, raccontatami da una persona interna al CS Lancia al tempo, che vi chiedo dunque di prendere con le pinze. Dopo il confronto con le proposte dei concorrenti il modello fu rispedito a Pininfarina... ma sbagliarono destinatario! Fu scaricata infatti presso Italdesign, dove qualcuno non perse tempo a immortalarla, seppur chi di dovere rimediò subito all'errore .
  2. Da cosa lo noti? Nelle poche immagini in rete non si scorge mai la plancia
  3. Secondo me i difetti di Thesis sono altri. Ho sempre trovato Dialogos un esercizio di stile originale e ben riuscito, capace di creare il giusto connubio tra elementi del passato del marchio e intuizioni moderne. Il vero errore è stato, secondo me, credere che quello stile potesse adattarsi a una berlina grossa ed austera come quella che la dirigenza voleva, senza contare che ciò che faceva di Dialogos una bella vettura era in primis la plasticità dei volumi. Basta guardare come "chiude" in pianta la coda del concept rispetto alla Thesis, o ancora l'andamento del padiglione quasi da coupé, completamente stravolto e banalizzato su Thesis. A corredo della pesantezza generale si aggiungono le cromature, in primis quelle sui gruppi ottici, che li rendono degli occhietti piccoli e strabici quando sul concept avevano tutt'altro aspetto. Basta guardare quest'immagine proveniente dalla design story di Thesis, quando i gruppi ottici erano ancora di ispirazione Dialogos e le cromature erano assenti, per capire quanto poco bastasse ad avvicinarsi all'idea iniziale...
  4. Corretto. Le proposte erano Oxyghene (Alberto Di Lillo), Volumine (Adriano Piovano), Arca (Pietro Camardella), Agorà (Marco Tencone) e Tikal (Andrea Bassi). Di queste furono poi scelte le ultime tre per un secondo confronto in 1:1, che vide vincente la proposta di Tencone, seppur con il volume posteriore rivisitato
  5. I modelli in scala mostrati nella design story sono tutti proposte interne al Centro Stile. Vi erano anche delle proposte esterne, ma nella forma di fresati 1:1 (Pininfarina, Fioravanti, Fumia) Qui, penultima in basso, la proposta postata ieri: Questa proposta, effettivamente molto barocca, era “Volumine” di Adriano Piovano, il quale era anche chief designer del progetto
  6. Trattasi quasi sicuramente di un lavoro di tesi condotto da studenti… Qua l'immagine completa:
  7. Ma la domanda che mi sorge spontanea è: in Bertone lavoravano al buio?
  8. Credo che in un panorama di calandre e loghi retroilluminati, rebranding al limite dello stupro e lettering neri per risparmiare sulle cromature (che purtroppo ritroveremo, come su Junior, anche su 953/951) la scritta storica "Alfa Romeo" anzichè il classico logo tondo non sia poi il male assoluto. Sui nuovi prodotti ci sarà da tremare tanto sullo stile, piuttosto che sui loghi...
  9. Forse si è salvato qualcosa negli scaffali di Arese.
  10. Per tornare un attimo in topic lascio un’ulteriore illustrazione di Corbi che si aggiunge alle quattro viste pubblicate in precedenza (seppur mostri una diversa soluzione per lo specchio di coda), aggiungendo che, stando al suo post originale che ho recuperato, trattasi di proposte per la “nuova 166”, e non 939 come avevo ipotizzato prima. Sarebbe interessante capire se tali proposte abbiano mai raggiunto lo stadio di modelli fisici, insieme a quanto fatto dal CS su 169.
  11. Dai racconti dello stesso Enrico davanti a un buon bicchiere di rosso, questa plancia presentava più di un'innovazione. A partire dai display che coprivano tutta la larghezza della plancia, e che nell'idea originaria potevano essere configurati a proprio piacimento (resta da capire come sarebbero stati realizzati, con le tecnologie rupestri dei primi lcd). Le bocchette che Paolo definisce "un buco" non sono in realtà tali, poiché le bocchette laterali sono poste, se ben ricordo, ai lati della fascia-display. Le aperture nere sono invece degli svuota tasche, pensati per riporvi le sigarette o un cellulare, che negli anni '90 iniziava ad assumere dimensioni umane. Chiederò invece, non appena lo vedo nuovamente, la questione bocchette "tappate" al centro della plancia.
  12. Che sia stata portata a Nardò non c'è dubbio. La pista e gli spazi son quelli. Il mio dubbio riguarda altro, visto che quella macchina là (che è quella che portano in giro nei saloni/concorsi), beh, di vero ha ben poco...
  13. Sempre parlando di Corbi, forse ancor più interessanti sono questi sketch di berlina Alfa Romeo, che ad occhio sono da collocare nella gestazione stilistica di 939 (della quale si è sempre visto poco al di là della variante del CS che era stata inizialmente scelta per la produzione)
  14. Qualcosa mi puzza riguardo questo video… Per ora mi taccio
  15. Per ciò che ho visto, tenete in mente le volumetrie di X6, con una spolverata di Urus…
  16. Un'idea c’è… vedremo se ci sarà anche la volontà di darvi luce verde…
  17. Questa foto inganna molti vedo 😆 Non si tratta di modelli in scala reale ma degli stessi modellini esposti negli scaffali, posizionati sul pavimento e fotografati da una prospettiva tale da farli sembrare più grandi di quanto non siano 😄 Riguardo il modello giallo, invece, non credo si tratti del Duetto su MX5 ma di qualcosa un pelo più datato. Gli scaffali di Arese sono comunque pieni di mock-up di spiderine….
  18. Lavorerei ancora un po’ sulle proporzioni, come già suggerito da altri utenti. Per quanto riguarda il montante C, proverei a interpolare le seguenti soluzioni, tenendo a mente il bicolore, il terzo vetro a punta e l’andamento della linea di cintura di Junior ed Eletre. Sul frontale c’è invece ancora un po’ da lavorare.
  19. Questa porcheria, nella fanaleria, è molto molto vicina a Giulia. Stelvio utilizza lo stesso concetto, ma meno triangolare e più "alla Fumia"... 🤐 Linea pilota per Stelvio e Compass è a Mirafiori. Si tratta fondamentalmente delle prime vetture assemblate a mano, per poter allestire i primi prototipi.
  20. Non vedo l’immagine, ma solo la didascalia. Comunque la firma luminosa è pressoché questa, solo è dal lato opposto dell’auto 🫥
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