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Appunto: sono partiti da una piattaforma già esistente, dove il grosso del lavoro era già stato fatto. Non ho detto che ricarrozzano delle vecchie renault. Inoltre lo sviluppo della parte power train è in capo a Renault. E' evidente che i costi di R&D sono molto più contenuti per Dacia rispetto a Renault, per questo non credo che riuscirebbe a mantenere mantenere questi prezzi se si dovesse sviluppare tutto da se.
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Sull'ultima parte la vedo difficile: le Dacia costano poco anche perchè il grosso delle spese di sviluppo della piattaforma sono state ammortizzate dai precedenti modelli Renault.
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Fiat 500 Ibrida & 500e Facelift 2025 - Prj. 332 (Notizie)
M86 ha risposto a GmG in Scoops and Rumors
Del quasi-milione di vetture vendute extra Europa, quante sono prodotte in EU? Perché all'atto pratico Fiat Brasile ha ben poco a che fare con la versione nostrana, basti vedere il catalogo di modelli ed il fatto che abbiano adattato i motori firefly su CMP (cosa che a suggerire di farlo in Europa sembra sia una bestemmia in chiesa, stando a quello che si dice in questo forum). Se in Europa vengono prodotte 500.000 auto FIAT significherebbe che 1 su 3 è venduta in Italia, quindi la Fiat che conosciamo è ancora italocentrica. -
Mettetegli dei fari tondi iso-500, ed ecco pronta la Multipa
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Credo che sia una dichiarazione molto "politica" e quel numero va preso con le pinze. Se fossero davvero 10.000 euro in più, penso che lo siano perchè nel calcolo siano stati spalmati i costi per attrezzare una linea dedicata, e la scarsa produttività dovuta ai volumi inferiori rispetto alla stessa linea in Polonia con 3 modelli
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Adatteranno i lamierati della 500e al pianale della Panda, così condivideranno lo sviluppo della versione ibrida Euro7 per portare la panda al 2030 🤣
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Non dico che siano frutto di capricci, ma di valutazioni sbagliate del mercato, o (peggio) di una volontà di voler progressivamente abbandonare certi impianti produttivi. In entrambi i casi i lavoratori vengono lasciati a casa, mentre chi ha contribuito alla chiusura intasca i dividendi con il plauso degli azionisti. Puoi continuare a dire che è giusto così, ma è grazie a chi la pensa così che l'industria italiana sta morendo.
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Per lo stesso motivo per cui hanno deciso di produrre la 500e in Italia. Mica dovevano buttare fuori la ice insieme alla elettrica. Magari qualche anno dopo, quando parte dei costi di sviluppo te li eri ripagati con le vendite della 500e (anche perché fin dall'inizio si sapeva che la piattaforma era stata sviluppata multienergia). Invece si sono svegliati il giorno prima dell'uscita di produzione della 500 ice, per prendere in considerazione quest'idea. Secondo quale logica si dovrebbe rinunciare a delle vendite che aumenterebbero la redditività della fabbrica, se non quella di volerla rendere sempre meno conveniente, estorgere denaro fino all'ultimo e poi avere la scusa di chiuderla quando non vengono sganciati soldi a sufficenza? Le aziende non sono ONLUS (e questa è la frase dietro cui spesso si nasconde chi giustifica la deindustrializzazione dell'italia), ma se si rinuncia scientemente a mantenere profittevole un'impianto di produzione, bisogna accettare le critiche alle scelte scellerate che mettono a rischio il lavoro delle persone, e non minimizzarle
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Giusto, avrebbe rischiato di vendere troppo, poi con che scusa avrebbero potuto estorcere soldi dei contribuenti... 😒
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https://www.ilsole24ore.com/art/stellantis-2023-utili-record-186-miliardi-11percento-AFwsaEjC Stellantis, utile record a 18,6 miliardi. Buyback da 3 miliardi. Forse volevi dire "se non si fanno PRODOTTI utili". Perchè se a Mirafiori fanno la cassa integrazione, la colpa è di chi ha deciso di non fare la 500 ibrida e abbandonare gli altri prodotti di quell'impianto, però chi ha preso quelle decisioni non ha avuto la riduzione dello stipendio come chi quelle decisioni le ha subite.
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No, io stavo parlando del furgone di @abracat che a 30 consuma più che a 50, quindi a parità di sistema di filtraggio, bruciando più carburante, dovrebbe emettere di più. Esempio che magari non mi riesco a spiegare: 10 km a 50km/h consuma 1 litro di gasolio, produci 2kg di co2 e 1kg di inquinanti 10km a 30km/h consuma 2 litri di gasolio, produci 4kg di co2 e 2kg di inquinanti. Se il sistema di scarico filtra il 90% di co2 e degli inquinanti usciranno del tubo di scarico: 200g di co2 e 100g di inquinanti a 50km/h 400g di co2 e 200g di inquinanti a 30km/h. Cosa sto sbagliando nel calcolo?
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Se chiudi i centri abitati ai non residenti il circolante lo riduci domani, se quello fosse l'obbiettivo. Inoltre ragioni come chi vive in una città dove esiste il TPL, mentre esistono realtà di paesi di migliaia di persone in cui non solo non esiste il trasporto locale (ad eccezione del pullman scolastico), ma in certi giorni il trasporto pubblico che collega 50.000 persone con la città dove risiedono i principali servizi ed eventi è praticamente nullo.
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E' una bella visione, ma sono cose che si potrebbero fare già adesso senza aspettare chissà quale rivoluzione copernicana: il traffico lo riduci con un trasporto pubblico capillare (in termini di coperture e orari) a prezzi onesti, parcheggi scambiatori e centri abitati vietati ai veicoli dei non residenti. La riduzione degli incidenti passa anche attraverso una manutenzione stradale decorosa. E dato che stiamo assistendo ad un impoverimento del trasporto pubblico, e conosciamo tutti il livello vergognoso dei manti stradali, è evidente che non ci sia una reale pianificazione politica per il benessere comune da questo punto di vista. Quindi si torna alla domanda, CHI vuole una riduzione delle vetture circolanti? Non gli amministratori (altrimenti avrebbero intrapreso le debite misure), non i cittadini (data la carenza di alternative), non il governo (per via dell'impoverimento economico). Stai a vedere che è davvero la lobby degli autonoleggi... 🤣
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Questa è solo la conseguenza di tutto il sistema messo in piedi negli anni del boom dopoguerra che adesso non regge più, è brutto da dire ma l'aumento dell'aspettativa di vita, in nazioni che hanno sanità e sistema pensionistico pubblico, dove proprio per questo motivo le nascite stanno via via diminuendo, è una delle cause di ciò. I paesi in via di sviluppo vanno a cannone perché la maggioranza della popolazione produce ed i soldi non se ne vanno in pensioni e cure agli anziani e, perdonatemi ancora se sembro brutale, una persona di 30 anni ha un approccio al lavoro ed alla vita che una di 65 anni ed oltre ormai non ha più, grazie che quelli progrediscono e noi siamo murati. Si salva solo il Giappone per ora che però è un paradosso unico. Non mi è chiaro il nesso tra un TPL inadeguato alla sostituzione della mobilità privata e l'invecchiamento della popolazione 🤔
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Ho già sentito questa teoria altre volte. La domanda che mi sorge spontanea è "a che pro?". Chi ci guadagna dalla riduzione del parco circolante? A livello ambientale nessuno, se vogliamo accettare la narrazione che la transizione ecologica porterà ad auto elettriche alimentate da energia rinnovabile. A livello economico è una mossa tafazziana dato che soffochi la già agonizzante industria automobilistica europea, e assesti un brutto colpo al comparto turistico-ricreativo. A livello politico è un suicidio, dato che riduci le libertà individuali. Quindi chi è l'eminenza grigia, il potere occulto che sta tramando per portare l'Italia indietro di 60 anni?
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Negli anni 70 ogni frazione aveva servizi base quali poste e scuole (per non parlare delle botteghe alimentari). Nel paese dove abito io (6000 abitanti attualmente) c'era un ospedale, e nella frazione dove abito c'era una fermata del treno che collega la vallata al capoluogo. Nel 2024 gli uffici postali stanno chiudendo o lavorano ad orari ridotti. Nel pase limitrofo (5000 anime) non c'è neppure una banca. L'ospedale del paese è una residenza per anziani, all'unico ospedale rimasto nella vallata hanno chiuso il punto nascita ed ormai non si contano più i bambini nati lungo la strada per raggiungere il capoluogo. Il treno sta riducendo gli orari di servizio, il numero di corse e di fermate, quella vicino casa mia è stata soppressa da tempo. La domenica è stato sostituito da 2 autobus (uno che parte alle 7:00 e uno alle 14:00). Io sono scettico sulla transizione all'elettrico, ma sono ben disposto a fare sacrifici perché il cambiamento climatico non è un'opinione. Però devo essere messo in condizioni di farli questi sacrifici: lavoro a 22km da casa (percorsi su strada extraurbana in circa 30 minuti quando c'è traffico), tempo fa valutai il percorso con i mezzi in caso rimanessi senza auto: 3 mezzi, quasi 2 ore tra quando sarei uscito di casa a quando sarei arrivato in ufficio, con più di un'ora di ritardo perché non ci sono possibilità di arrivare prima. Neanche ho guardato le condizioni per il ritorno.
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https://www.tomshw.it/automotive/cybertruck-ha-un-problema-con-il-consumo-delle-gomme-tesla-indaga
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La colpa può essere anche del Papa, per quanto mi riguarda. Puntare il dito non cambia la situazione. E neppure gli "enti mondiali dedicati" mi sembrano una grande garanzia, visto che neanche loro in 40 anni sono riusciti a trovare una soluzione al problema.
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Io non sono contro al nucleare tout court, sono contro al nucleare in Italia per via della sua gestione (appalti al massimo ribasso, i subappalti capestro, costri triplicati rispetto alle stime iniziali, l'alone di impunità che circonda gli amministratori, ecc... ). Basti vedere che non sappiamo ancora dove stoccare le scorie delle centrali spente quasi 40 anni fa.
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A me andrebbe bene accettare i cambiamenti e fare sacrifici, a patto che fossero ben studiati. Perché chiedere che le produzioni europee siano rispettose dell'ambiente e lasciare che il mercato venga invaso da prodotti extra-UE che non rispettano le stesse regole è ipocrita. Ipocrita e deleterio, visto che le aziende che vorrebbero produrre in Europa hanno costi maggiori per sottostare alle regole e si trovano di fronte alla scelta se soccombere o spostare la produzione dove gli costa meno: in entrambi i casi il cittadino lavoratore la prende nel deretano perché o si trova disoccupato, o deve accettare una compressione delle tutele e/o del salario per rendere l'azienda competitiva.
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Ragioniamo sul nostro orticello, perché se gli italiani perdono il lavoro, saranno altri italiani a dover provvedere al loro sostentamento (dall'indennità di disoccupazione, alle spese sanitarie, persino la mensa scolastica di eventuali figli), non i francesi o gli spagnoli. E queste spese vengono coperte o da debito pubblico (a nome degli italiani), o dai tagli ai servizi (per cui chi ne ha bisogno si trova a spendere di più), o dall'aumento di tasse (da cui il costo del lavoro alto e stipendi netti bassi). Quindi non vedo cosa ci sia di stucchevole nel lamentarsi dell'impoverimento del tessuto industriale italiano.
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