Se davvero i due Piquet non sono altro che un'arma nelle mani di FOA e/o FIA per tentare di mettere nei guai Briatore (se non la FOTA stessa), come si spiegano certe dichiarazioni che mettono in mezzo anche Whiting, Mosley ed Ecclestone accusandoli di avere tentato di insabbiare tutto?
L'inchiesta è, però, partita solo a fine luglio, dopo il Gran premio di Budapest di quest'anno. E' stato proprio il padre del pilota a raccontare a Charlie Whithing, delegato tecnico della Fia, le accuse del figlio. "Se lo dico alla stampa che succede, cosa posso provocare?", riferisce Piquet nell'interrogatorio. Whithing, secondo il brasiliano, gli avrebbe risposto: "Lascia perdere, non può succedere nulla, perché tanto il risultato del campionato non si può cambiare".
Piquet senior racconta poi di avere parlato con il presidente della Fia, Max Mosley, e con il patron del Circus, Bernie Ecclestone, in occasione del Gran premio di Montecarlo di quest'anno. "Mosley mi ha detto che lo sapeva già da Whiting, ma che non si poteva provare nulla se qualcuno non lo avesse detto espressamente", ha riferito il brasiliano. Più duro, secondo Piquet, il giudizio di Ecclestone nei confronti della Renault e del suo team manager Briatore.
"Quando mi ha chiesto se erano vere le accuse di mio figlio io gli ho chiesto se era il caso di raccontare tutto alla stampa e che cosa dovevo fare", dichiara Piquet nel verbale. "Non dire nulla alla stampa", è la risposta che avrebbe detto Ecclestone al brasiliano.
(da LaStampa)