Beh ora tutti gli media ci sparano quotidianemente messaggi di cui la sostanza è "Tu vali tantissimo, sei l'unico artefice del tuo destino, sei il tuo Dio".
Dunque ci si è fermamente convinti che siamo nell'autodeterminazione la più totale, che tutto si può fare grazie alla propria volontà.
Guardatevi attorno, i film e sopratutto gli spot pubblicitari ("Voi valete"). Guardate l'emergenza dei blog dove si racconta come la propria vita è incredibile, Facebook, Myspace. Gli esempi non mancano.
Siamo davvero nell'esaltazione dell' "individuo-Dio".
Per certi versi, è davvero un bene, per carità.
Da l'altro canto, questo sistema accentua la competizione degli uni contro gli altri, i discorsi di solidarietà vengono meno ascoltati E sentiti, "eh ma a me nessuno mi ha aiutato, me la sono sempre cavato da solo, perché dovrei aiutare gli altri ?". La coesione sociale sta prendendo mazziate, da qualche tempo. Chiedetevi a chi giove di renderci individualisti al massimo...
Detto questo : "l'individuo-Dio" ha l'illusione di essere l'artefice del proprio destino. In una certa misura lo è, ovvio. Ma come qualcuno diceva, certi avvenimenti della nostra vita NON sono dipendenti da noi; può essere nascere nel paese "sbagliato", incontrare gente "sbagliata", avere un'educazione "sbagliata". E si sa, che un'individuo si costituisce molto da bambino... e non ditemi che un bambino è capace di sapere quello che è giusto per lui, di auto-educarsi.
E dunque, certe scelte che facciamo sono condizionate - forse velatamente - da un groviglio di avvenimenti passati, educazione, contesto, ecc. Sì, si cade nella droga per scelta, ma chiedamoci fino a che punto siamo interamenti padroni delle proprie scelte.
Anch'io ho avuto la fortuna di scampare alla droga, sigaretta, alcool, ecc... ne sono abbastanza fiero, ma non mi permetterei di giudicare quelli che ci sono cascati con sufficienza. (non ti sto puntando Tommi, è un discorso generale ). Sono conscio che ho avuto fortuna, che altri non hanno avuto. Certo, certe "fortune" me le sono provocato da solo, ma anche perché ero in condizioni di provocarle.
D'altronde, non è una questione di GIUSTIFICARE la scelta di cadere nella droga. È piuttosto una questione di CAPIRE come ci si cade... e quando si capisce, si può prevenire. Reprimere è un dovere, come in questi casi. Ma è meglio che "questi casi" non accadino, no ?
Ok, la droga non scomparirà mai e poi mai (troppi soldi in gioco), ma condannare la gente che ci à cascata, non è neanche troppo risolutivo del problema.
Piccola provocazione : cosa differenzia la sigaretta dall'essere una droga ?
Non ci si casca nel fumo anche per "debolezza" ?
(tutto questo, è solo la mia opinione, of course)