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roberto.c

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  1. Anch'io ho un particolare ricordo personale della 127 2° serie. Fu la seconda ed ultima auto di mio suocero (la prima fu una 850 Super del 1965 o 1966). Era una 127 900/C 5 porte (sì, la SEAT rimarchiata) bianca con interni tabacco del 1980 da lui acquistata usata nel 1986. Fu l'auto con cui scarrozzò per anni i miei figli da casa a Villa Pamphili (i romani la conoscono) per giocare e che fu per loro scuola guida e prima auto anche dopo la scomparsa di mio suocero. Mia figlia ci fece anche il suo primo incidente, per fortuna senza conseguenze per le persone, e mio figlio se la fece portar via dal carro attrezzi per sosta in zona rimozione. Era un mulo che accettava qualsiasi maltrattamento sinquando nel 1976 iniziò il decadimento con una sequela di cedimenti (pompa benzina, pompa acqua, blocchetto avviamento, bocchettone carburante, cavo frizione ed amenità varie). La demmo via con la campagna d'incentivi alla rottamazione del 1997, ma i miei figli la "Bianca" del Nonno se la ricordano ancora con tanto affetto.
  2. Uhmm! Ho l'impressione che abbiamo scritto quasi le stesse cose, sia pur in modo differente: e cioé che la Thema 8-32 integrale fu abortita per motivi di costi. Come sai benissimo anche tu, fare dei prototipi è "facile"; il difficile è farli approvare per la produzione da chi ha "il portafoglio".
  3. Il V6 2.8 era il PRV (Peugeot, Renault, Volvo) e non specifico Citroen ed era già montato dalle ammiraglie di questi marchi da diversi anni. Insomma, era già "vecchio" e fu adottato "in attesa di qualcosa di meglio" (il V6 Alfa) per dare il contentino al mercato estero. P.S. per PaoloGTC: Grazie per le citazioni!
  4. roberto.c

    Autobianchi A112

    Se può interessare, sul numero 249 (Settembre 2009) di RuoteClassiche c'era un servizio di 24 pagine (con molte foto e notizie tecniche) sulla storia della A112.
  5. Diciamo solo che la Beta nacque da "un foglio bianco" e che, comunque, i pianali delle due auto hanno ben poco in comune. Per sommi capi: - A111: Passo 2360 mm; carreggiate a/p 1360/1300 mm; sospensioni ant. con balestra trasversale e trapezi, post. assale rigido con balestre longitudinali. - Beta: Passo 2540 mm; carreggiate a/p 1400/1390 mm; sospensioni ant. McPherson, post. indipendenti con barre trasversali e braccio longitudinale. Ed all'epoca non esistevano le produzioni "elastiche" di oggi. Pochi mm di differenza volevano dire "nuovo" e non "derivato". Ciao
  6. Devo essere sincero: specie all'inizio esteticamente non mi piaceva per quel frontale che ricordava troppo il FIAT 616 (nato prima; si accettano scommesse!) e per quell'opera di cannibalismo che il marketing FIAT le concesse verso l'Autobianchi A111 ( ). Modificai il mio parere quando un mio collega dell'epoca si comprò la versione Rally (1300 cc, 67 CV; era quello della Coupé Sport depotenziato anche per i diversi collettori di scarico) ed ebbi modo di provarla. Comunque confermo quanto scritto da altri: fu una pietra miliare!
  7. Beh, ce ne sarebbe di lavoro da fare! Basta vedere la 2°, 4° e 5° foto. Ammesso che gli interni (che non si vedono) siano accettabili. Comunque è sempre un peccato buttarla via ...
  8. Di Fulvia gasate ai loro tempi ne vedevo molte e con molti chilometri sulle spalle. Ribadisco comunque il mio parere già espresso in un post precedente: l'affidabilità ed il rendimento di simili trasformazioni dipendeva più che altro dalla professionalità ed abilità di chi eseguiva l'impianto ed il materiale usato (ieri come oggi). Non ricordo l'episodio dell'incidente da te citato, mi sembra solo strano che un personaggio della levatura di cui tu riferisci avesse un'auto con impianto GPL. Ciao
  9. Sulla sicurezza degli impianti dell'epoca (se l'impianto era ben fatto) smentisco con un'esperienza personale: quando avevo un'Audi 80 1a serie del '75 con impianto GPL fui tamponato in modo decisamente "violento" (auto accorciata di circa una trentina di centimetri). No problems per il "bombolone". E qui devo concordare pienamente con te! Ciao.
  10. Secondo me stiamo parlando la stessa lingua senza capirci . Probabilmente la 828 BB altro non era che quella che tu chiami "Beta berlina base" (presentata al Salone di Torino del 1972, ma mai prodotta) e la 828 AB era quella che tu definisci come "LX" (unica prodotta) e che perse poi questa sigla nella sua produzione definitiva. La 828 BB (scusa se continuo a chiamarla così, ma era l'unico modo in cui era conosciuta "all'interno") a quanto mi ricordo si differenziava esteticamente principalmente per la calandra composta da tre spessi listelli cromati orizzontali ed i paraurti senza guarnitura in gomma, ma solo con la fascia centrale verniciata in colore nero semi-opaco. Negli interni la strumentazione e la dotazione degli accessori era semplificata ed i tessuti erano simili a quelli della FIAT 125. Qualche foto è reperibile almeno nei 4R dell'epoca. Per le vetrature delle portiere, non mi ricordo che vi fossero differenze fra le tre serie, a parte una diversa sezione delle cornici in acciaio inox (e non in metallo cromato come la concorrenza, tsé ) dei finestrini. Ti butto lì un altro sasso nello stagno: lo sapevi che la Lancia (come sempre troppo avanti) fu la prima ad includere nel listino le Beta berlina (le 828 CB se non erro) con impianto GPL montato ed omologato in fabbrica? Purtroppo all'epoca GPL era ancora sinonimo di "poveraccio", quindi ne furono vendute veramente poche e la cosa morì nell'arco di poco tempo. Ciao.
  11. Caro Abarth03, permettimi di correggerti: quella della foto è una 2a serie (828 CB; ristilizzata da PF), la 1a serie (828 AB) era diversa specie nella vetratura posteriore e nella calandra/fanaleria. Quella con la plancia "a groviera" era la 3a serie (828 DB). La 828 BB era una versione "economica" presentata insieme alla 828 AB, ma mai prodotta (per fortuna!). Ciao.
  12. L'anno era il 1978, la trasmissone era Portobello, condotta dall'eccezionale e sfortunato Enzo Tortora, il mattacchione che lo propose era Piero Diacono che era un tramviere (non un ingegnere) milanese. Passo del Turchino - Wikipedia Ciao
  13. E' storia che Pesenti fu "sponsorizzato" dalla FIAT per bloccare la Ford (che era già in GB, D e F) che aveva avanzato offerte sulla Lancia e ridurla in condizioni "non appetibili" per poi assorbirla con un tozzo di pane ed evitare l'ingresso del colosso americano in Italia. La Ford tentò poi in seguito di entrare in Italia con le offerte sulla Ferrari, sulla Lamborghini e sull'Alfa Romeo, ma senza riuscirci (un bene? un male? Chissà!). Riuscì ad assorbire solo Ghia/Vignale, ma non fu una mossa vincente.
  14. Per duetto80: per la linea confermo quanto già scritto da PaoloGTC che ha fedelmente riportato quanto da me riferitogli dei miei ricordi (sono passati oltre 30 anni, neh?!). Una piccola rettifica a quanto da te scritto: Paolo aveva correttamente citato la Ferrari 365 GT 2+2 anziché 356 come da te riportato. Per Lanciaboxer. Purtroppo è vero: la storia Lancia è andata semplicemente distrutta. Verso la metà degli anni '70 fu smantellato il magazzino ricambi di via Monginevro e soltanto pochi bene informati riuscirono a mettere le mani su quanto rimaneva di Fulvia, Flavia, Flaminia, ecc. prima della loro rottamazione. Verso la fine di quegli anni fu eliminato l'Ufficio Libretti ed io per puro caso riuscii a ghermire una serie di poche decine di libretti di uso e manutenzione. Gli archivi disegni furono sicuramente dispersi durante il "trasloco" della Progettazione da via Caraglio a Mirafiori verso metà degli anni '80. E non parliamo del Museo Lancia (che io ai suoi tempi ebbi la fortuna di riuscire a vedere). Sic transit gloria mundi ... Ciao
  15. Diciamo che sono sulla cinquantina mooolto alta. Ciao
  16. La Y3 è una delle tante auto che la crisi dei '70 fece abortire. Ripeto ciò che scrissi a PaoloGTC: io ne vidi, all'incirca nel 1976, solo la maquette approvata e già bloccata. Che io sappia non vi furono prototipi, ma solo degli studi, mi sembra normale che all'infuori degli ambienti addetti non se ne sapesse nulla. Ciao. Roberto
  17. Uh, ragazzi ecco perché mi fischiavano le orecchie: non mi collego per un paio (beh, diciamo 3 o 4) giorni e mi leggo nominato a raffica! Ok, la Y3. Al post di duetto80 (22/07/2009 – 8.40) ha risposto già PaoloGTC (22/07/2009 – 13.32) a cui faccio un’unica aggiunta: non penso che il motore 130 (che “già tanti guai addusse ai fiattari”. Omero mi perdoni) fosse quello previsto, anche se sentii parlare di un 6V di circa 3,5 litri. All’epoca del suo concepimento la FIAT aveva un’enorme fretta di disfarsi della 130 e ricordo che l’entrata in produzione della Gamma fu enormemente accelerata (con le conseguenze che i Lancisti conoscono ) proprio per questo. Per la trazione non so, ma dalla maquette che vidi (già semi-abbandonata ed ormai sicuramente distrutta da tempo) poteva essere benissimo TA. L’uso del 6V a 60° Aurelia/Flaminia aveva diverse controindicazioni: era “vecchiotto”, pesante e, cosa più grave agli occhi della Nomenklatura FIAT, era Lancia. Non concordo del tutto con ciò che ha scritto, se l’ho ben interpretato, l’ottimo Lanciaboxer (22/07/2009 – 10.03): la Gamma sarebbe stata proprio da intendere come erede della Flavia, mentre l’erede della Flaminia doveva essere la Y3, poi la “crisi petrolifera” degli anni ’70 e la FIAT decisero diversamente. Anche con il post di stev66 (22/07/2009 – 11.30) in parte dissento: non mi risulta che il 6V Maserati-Citroën fosse un’amputazione del motore 8V Maserati: se non erro questo aveva il comando della distribuzione all’estremità del monoblocco, mentre il 6V lo aveva, e di questo sono sicuro, all’interno, fra il 2° e 3° cilindro (o fra il 4° ed il 5°). Caro Abarth03 (22/07/2009 – 14.39), non è che “le persone che erano coinvolte nella progettazione, sembrano scomparse nel nulla”, è che siamo tutti invecchiati, molti anche frustrati dalle vicissitudini della vita e del lavoro, altri … semplicemente non ci sono più e di matti che abbiano voglia di confrontarsi con voi pischelli , beh, non so quanti siano. Non dimenticare che stiamo scrivendo di fatti risalenti a 30 o 40 anni fa ed un giovane Progettista all’epoca aveva normalmente non meno di 30 anni. Fai il conto tu. Spero di aver risposto a tutti coloro che mi avevano fatto fischiare le orecchie, altrimenti fatemelo notare e cercherò di farlo al più presto. Ciao a tutti. Roberto.
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