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GTVeloce 71

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Pilota Ufficiale

Pilota Ufficiale (5/8)

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Reputazione Forum

  1. Hai ragione, siamo OT. Scusate.
  2. Con la differenza che la Lancia è solo un marchio, mentre la Guzzi è un'azienda tutta intera, che fa le moto a modo suo e le vende ai suoi clienti. Avranno entrambe rinnegato il passato, ma la Lancia non ha trovato un presente come azienda indipendente, la Guzzi sì. Tornando a Rossi, sì, pare che la nuova GP12 abbia girato come la pole di Stoner, che è un bell'andare. Ma ovviamente non basta, perché l'anno prossimo Stoner girerà da mezzo secondo a un secondo più basso del tempo di quest'anno, con la 1000. So che alcuni credono che non ci sarà tanta differenza con le 800, ma io penso che sulle piste lunghe e veloci come il Mugello i tempi scenderanno di quasi un secondo. I cavalli contano ancora;) La Ducati deve lavorare ancora tanto.
  3. E' proprio quello che temo: visto che la Ducati è costretta, per immagine di marchio, a travasare dalla pista alla strada, temo che le soluzioni alla giapponese in pista produrranno moto alla giapponese in concessionaria. E come ho già detto (ma mi rendo conto che i miei post sono troppo lunghi per essere letti con attenzione), anche se si tratta magari di soluzioni validissime, Ducati perderebbe identità e con essa quote di mercato connesse a quelli che oggi nella Ducati cercano non solo efficacia in pista, ma anche identità, diversità e rispetto per la propria tradizione. Se domani mi mettono in vendita una moto simile alla R1 o alla CBR con la livrea race replica della Desmosedici, io e molti altri, con buona pace di Kat che ha poca stima della consapevolezza tecnica dei motociclisti, ci rendiamo conto che si tratta comunque di una moto che, gira che ti rigira, è una specie di R1 o CBR. Le quali, per inciso, costeranno sempre meno dell'omologa Ducati. Se Ducati perde la sua peculiarità, la sua esclusività, rischia moltissimo. Non puoi annacquare la tua tradizione e andare nella corrente tecnica di costruttori che sono molto più grandi di te, sul mercato. Finisce che ti schiacciano e ti fanno chiudere. O ti comprano giusto per avere il marchio prestigioso. La Guzzi ha la sua dignità, è ancora abbastanza indipendente e forse ha un futuro migliore di quanto molti non credano. Ed è viva solo perché è rimasta fedele a se stessa, come la Harley. Oggi Guzzi non vende certo l'immagine della sportività, vende altro. Ma il California lo vendono ancora. Non ai bimbominkia che cercano lo scooter con il 46 giallo, certo...
  4. Forse queste percentuali puoi "assicurarle" con riferimento ai tuoi conoscenti, ma generalizzarle a tutti i motociclisti, soprattutto se clienti Ducati, è un tantino azzardato. Penso che ti sbagli, Ducati non vende scooter con il 46 giallo ai ragazzini, ma moto molto costose (purtroppo) e di elevatissima cifra tecnica. E su questa basa il suo marketing da anni. Se poi hai ragione, e Ducati pensa di prenderci tutti per il culo con Valentino, fumi e raggi laser, peccato. Rimpiangerà i clienti che guardavano al profondo delle soluzioni tecniche e alla tradizione del marchio. Come ho già detto in qualche post addietro, deve solo sperare che i nuovi clienti, fan entusiasti del Sommo, li rimpiazzino tutti. E restino fedeli anche quando il Sommo smetterà di correre. Perché gli altri, a quel punto, non torneranno indietro.
  5. Uelà, Dannatio, ma sei tu con questo 916/996/998? Ma allora gli dai del gas...
  6. Se per vincere devono addirittura usare telai fatti da altri (FTR) beh, auguri a loro, a Preziosi, Del Torchio, Rossi, Burgess e tutti i tifosi che si limitano a guardare le gare (giustamente, da tifosi). Per chi le moto invece le compra, "vincere è ABBASTANZA importante, ma CERTAMENTE NON è l'unica cosa che conta". Se vinci con tecnologia importata, copiata, estranea e concettualmente diversa da quella profusa nella moto stradale, posso farti un applauso ma non ti compro la moto. Ma forse questa è una considerazione off topic, non so. Sicuramente in topic è la considerazione che al di là delle dichiarazioni di Preziosi su leoni in gabbia (e canguri scappati:mrgreen:) il 2012 si sta profilando come "madre di tutte le battaglie" sportive Ducati: speriamo che non facciano la fine di Saddam Hussein:pen:
  7. Provo a restare in topic, o a ritornarci. Premesso che Rossi è fortissimo per carità non oso metterne in discussione il valore e non voglio accendere flames:muto:, credo che si possa convenire sui seguenti fatti: 1) Rossi, come molti altri piloti (da Melandri a Capirossi, che lo hanno apertamente detto più volte), ama il feeling "giapponese" delle moto, cioè moto più dolci e facili in inserimento di curva 2) questa dolcezza di inserimento - che è un pregio, sia chiaro - risulta particolarmente utile a piloti da bagarre, come appunto Rossi, perché rende indubbiamente più facile il sorpasso in staccata 3) questa filosofia di moto forse ha dei "contro" in termini di limiti fisici assoluti della moto, cioè forse si può dire che, rispetto alla filosofia Ducati, quella giapponese comporta meno tenuta assoluta e meno velocità massima potenziale di percorrenza di curva 4) la Ducati invece è più ostica anche se forse, rigida com'è, permette grande percorrenza, a patto che si abbia il coraggio di andare vicino al suo limite; dico "coraggio" perché con queste caratteristiche la Ducati non lascia margine e se si supera il limite si cade, senza preavviso (vedi gli anni di perdite inspiegabili di avantreno) 5) fino ad oggi, l'unico pilota in grado di portare al limite la Ducati è stato Stoner, per due ragioni: è probabilmente il pilota più dotato dal punto di vista della sensibilità, della tecnica di guida, insomma della velocità pura; ed è soprattutto coraggioso al limite della follia 6) il problema della Ducati è che, mentre Stoner, abituato ad una moto difficile, va forte anche con una facile, gli altri, Rossi compreso, abituati a moto facili si trovano di fronte ad un mezzo scorbutico e perdono confidenza 7) senza confidenza, chiudi il gas e arrivi a 20'' dal primo (soprattutto se il primo è il canguro pazzo di cui sopra) Credo che questa analisi sia avvalorata non soltanto dalle dichiarazioni dei vari Melandri e Capirossi (ma qualcosa del genere la disse anche Hayden, mi ricordo che dopo il primo contatto con la moto disse che Stoner veniva pagato troppo poco per guidare in quel modo una "bara" come quella, che era una moto che metteva molta apprensione, con un feeling "vecchio stile" a cui lui, cresciuto in Honda, non era abituato), ma in fondo anche dallo stesso Rossi, visto il tipo di critiche che muove alla moto. Indirettamente, è confermato anche da Stoner che all'inizio di quest'anno, appena arrivato alla Honda (e fatto il tempone), si disse subito contento della facilità della moto e della dolcezza complessiva (e nel 2010 Pedrosa invece si era lamentato perché riteneva la Honda troppo brusca, peraltro: tutto è relativo). Non so, ma questa differenza di impostazione in qualche modo si riscontra anche nelle moto stradali: sarà capitato anche a voi di guidare una Ducati e una sua omologa giapponese (che so, una ST e un VFR; una R1 e una 1198, cose del genere). Le giapponesi sono spesso più morbide di sospensioni e più facili. Un mio amico (che ha sempre avuto Bmw o giapponesi) dice che le giapponesi sono spesso istintivamente facili, sembra che tu le abbia sempre guidate, e fra l'altro non ama le Ducati, che ritiene sempre troppo reattive, troppo "incazzate" anche quando non sono SBK replica. Ora, questa diversità, parallela tra moto stradali e moto da corsa, mi lascia sospettare che non sia frutto di bontà maggiore o minore di questo o quel progetto, ma proprio di filosofia costruttiva. Qualcuno ricorda la 916? A parte la stratosferica bellezza, è una moto ignorante, selvaggia, caricata sui polsi, con il culo per aria e i piedi sulla targa... Però quella impostazione "ready to race" è impagabile. Poi magari ci vai più piano che con un CBR, però il motociclista non cerca solo il cronometro (se non fa il pilota di professione) ma anche e soprattutto sensazioni. Voglio dire, ragionevolmente le Harley sono dei cancelli inguidabili, però danno sensazioni uniche che costituiscono la loro essenza; io non la prenderei mai, ma le rispetto e capisco chi le compra. E vengo al punto. Si dice che nelle corse conta soltanto vincere, e se per questo devi snaturarti, amen. Del resto, notano in diversi, le MotoGP sono prototipi, quindi possono anche essere molto diverse dalle stradali (sia pure sportive). Forse. Forse però quella che ho chiamato filosofia costruttiva non può essere rinnegata fino in fondo. Non perché è giusto o sbagliato, ma perché non ci riesci. Non ti puoi snaturare oltre certi limiti, perché fai una ciofeca. Quando dico che l'architettura del telaio alla giapponese non la improvvisi, intendo questo. Secondo me la Ducati ha poco futuro a cercare di fare una specie di RCV o di M1 solo per accontentare Rossi. Potrebbe anche essere una moto vincente, magari Rossi si trova bene e vince delle gare; magari anche dopo Rossi la moto "giapponesizzata" diventa guidabile anche da altri piloti e vinci ancora, però si tratta di una moto che non c'entra niente con la tua storia, la tua esperienza e la tua clientela. Si tratta solo di un prototipo? Attenzione, ci sono prototipi e prototipi, una motoGP è molto più simile ad una sportiva stradale di quanto non lo sia una Formula Uno. Non a caso proprio la Ducati mena vanto di aver trasferito tecnologia dalle corse, dalle corse anche di motoGP, alle moto stradali; una su tutte il traction control. Se questa tecnologia delle corse la sviluppi su una moto che assomiglia alla M1, sarà più difficile trasferirla a moto stradali che alle Yamaha non assomigliano per niente. Magari studi una soluzione di forcellone, perfetta in gara per il telaio perimetrale, che si rivela un cesso per una moto stradale a motore portante. E quindi ti tocca fare le moto stradali come quelle da corsa. Questo è il punto. Se la Ducati insegue questa strada, per adesso si limita a fare una Desmosedici simile ad una M1, ma fra qualche anno sarà costretta - per non smentire la sua fama di costruttore sportivo che trasferisce tecnologia dalle corse alla strada - a fare una Xtreme simile ad una R1. Velocissima, perfetta, "facile" e comunicativa. Tutte buone qualità. Ma c'è già la R1, che tra l'altro a parità di cifra tecnica probabilmente costerà meno, per intuibili ragioni industriali di economie di scala. Io temo che in questo modo si rischi di perdere quei clienti che comprano Ducati non tanto perché va più forte di Honda o Yamaha, ma perché va "a modo suo", che è semplicemente diverso da Honda o Yamaha. Non migliore o peggiore, diverso. Nelle gare conta solo migliore o peggiore, ma per i clienti conta anche "diverso". Ducati ha molti clienti di questo tipo. E se stravolge la sua filosofia costruttiva, rischia molto sul mercato delle stradali. Non può permettersi di fare una moto apposta per Rossi, stare ferma un giro e riprendere il discorso della moto con il telaio in carbonio e il motore portante "là dove lo aveva lasciato Stoner". Non ha abbastanza soldi da buttare. Quindi fare la moto apposta per Rossi significa avviare una giostra progettuale che avrà ricadute su anni di produzione di serie. Siamo sicuri che ne valga la pena? Magari vincono, ma il problema è che quando vinci con Rossi, è sempre e solo merito suo, questa è la percezione comune, quindi non serve a un tubo (non me ne vogliano i tifosi di Rossi, che peraltro propugnano esattamente questa tesi, cioè che Valentino vince anche con moto inferiori, vedi Yamaha 2004, e che se poi le moto migliorano è merito suo). Io temo che la Ducati si sia infilata in un imbuto e che, se insegue le istanze di Rossi, rischia di farsi un danno produttivo molto grave, nonostante poi magari riesca a vincere qualche gara. Ecco perché da "ducatista" (salvo poi chiarire che cosa si intende con questo termine) sinceramente non amo questo "matrimonio"; con Rossi, sembra che l'alternativa sia fare figuracce o copiare i giapponesi. In entrambi i casi, non è che ai clienti piaccia molto. Almeno, a me non piace molto. Quando dovrò cambiare la moto, se non ritroverò il feeling per cui negli anni mi sono affezionato a Ducati, magari guarderò altrove. Vorrà dire che sarò prontamente sostituito da un nuovo cliente che si è esaltato a veder vincere Valentino....
  8. Dai post che precedono emerge un dato interessante che secondo me, da ducatista cliente oltre che tifoso, è un po' il punto dolente del matrimonio Rossi-Ducati. Si tratta di questo: i problemi sono due, il primo è come va Rossi con la Ducati così com'è e ne abbiamo parlato (io ho postato un messaggio lungo come i promessi sposi e non intendo annoiarvi ancora, del resto è già stato detto tutto su questa stagione); il secondo è di che cosa succede alla Ducati se, per farlo vincere, ne soddisfa le pretese. Questo secondo problema si sta profilando adesso, ed è quello per me più grave, quello che - ripeto, da cliente e tifoso - temevo di più: la "rossizzazione" della Ducati. Quando leggo che stanno virando verso il telaio scatolato di alluminio, addirittura portante (insomma tipo deltabox) mi cade la mandibola (per non parlare di altri organi meno rigidi). La Ducati, che da venticinque anni (dalla 851, per intendersi), si pone come il riferimento assoluto delle moto sportive (perlomeno quelle che poi si vendono ai clienti e che gareggiano in SBK), che ha vinto 14 (mi pare) titoli costruttori e altrettanti (se non di più) titoli piloti in SBK con il telaio a traliccio, adesso si mette a fare una specie di M1-R1-RCV-CBR perché il Sommo - come lo chiama Sarge - vuol guidare alla giapponese. Da cliente, mi sento preso un po' per il culo. Allora che cosa ci hanno spacciato per tutto questo tempo? La "filosofia alternativa" della moto sportiva italiana per eccellenza conta meno dei capricci del divo? Mi viene in mente la storia della BMW 1000 RR o come si chiama, insomma la SBK. Ottima moto, vincente, persino bella da vedere, però mi chiedo come si sentono i clienti BMW che da anni pagano un botto per avere la sospensione telelever, che la moto non affonda in frenata, il bicilindrico, eccetera e poi scoprono che la loro casa, quando vuol vincere davvero le gare, si mette a fare una R1. E allora mi chiedo come si sentiranno i ducatisti che per anni hanno preso 916 (e seguenti) - 999 - 1198 e adesso vedono che per vincere davvero si fa una copia della M1 per Rossi e se ne traggono copie della R1 per i clienti. Avevo già spiegato nel post precedente le ragioni per cui comunque fosse andata non avrei mai voluto Rossi in Ducati e per cui spero ancora che divorzino subito (anche per il bene di Rossi, cui auguro di vincere qualche gara con una jap clienti); adesso poi che Preziosi è costretto a fare la moto come gliela chiede la Philip Morris veramente mi incazzo. Per carità, capisco che comunque è importante cercare il progresso tecnico e se con il telaio perimetrale scatolato di alluminio si va più forte, una casa sportiva deve anche essere pronta a rivedere le sue convinzioni. Voglio dire, la Ducati non è la Harley o la Guzzi, che tengono appositamente vive concezioni antiche perché il loro DNA non è la performance ma appunto un altro tipo di motociclismo. Però ci sono dei limiti. Perché alla fine la Ducati vende sì il DNA sportivo dei "tituli" SBK, ma vende anche un modo alternativo di fare le moto. Se per vincere devi fare moto giapponesi, allora mi compro una moto giapponese, se voglio percepire l'odore della pista. Oppure una Guzzi se voglio percepire una tradizione italiana. Fino ad oggi la Ducati, con il traliccio, il bicilindrico a 90° (e passi se lo girano indietro e da L diventa a V), il desmo, rappresentava un ottima sintesi di tradizione e performance, era un modo italiano di fare moto comunque vincenti e molto avanti tecnologicamente. Fare moto "soltanto" vincenti, rinnegando però le sue peculiarità e la sua storia, potrebbe non bastare più alla Ducati per vendere le SBK replica e, un domani, le Multistrada e persino le Diavel. Si dice che la Diavel non è una moto da ducatisti; io non la ho ancora provata, probabilmente è vero che è una risposta al V-max della Yamaha, però quella moto ha un senso perché è una Ducati, con quel telaio, quel motore, quel feeling. Se ci trovo un deltabox, tanto vale prendersi il V Max che magari costa anche meno. Su questa strada, che cosa mi devo aspettare in futuro? Un bel 4 cilindri in linea? Non basta la performance, sul mercato è importante anche l'identità, vendere qualcosa di diverso, di particolare a chi lo cerca, anche se è un pelo meno vincente. E il bello è che peraltro fino ad oggi non è affatto stato "meno" vincente. Ma insomma, da cliente Ducati continuerei a preferire una moto con il traliccio e il motore portante che magari perde il titolo SBK, piuttosto che una R1 fatta a Bologna. E poi: ha senso fare una moto sulle richieste di un pilota che tra un anno se ne andrà? E dopo? Ci teniamo il pacco perimetrale di alluminio?
  9. Discussione interessante, aggiungo i miei due cents. Premessa doverosa: sono ducatista, non solo nel senso di tifoso, ma proprio di appassionato motociclista (ho sempre avuto soltanto moto Ducati). E forse per questo non sono obiettivo e piuttosto amareggiato dal matrimonio Rossi Ducati. 1. Non ne sono mai stato contento. Ho sempre pensato che Ducati avesse costruito il suo mito grazie alle scelte progettuali e sportive, senza affidarsi a "profeti del manubrio". Che poi ha anche avuto (Fogarty, Bayliss, Stoner), ma "dopo" che avevano vinto con il pompone di Borgo Panigale, non "prima". Quindi, già in partenza la scelta di prendere "Il sommo" come lo chiama Sarge, mi stava sulle balle perché pensavo: stante l'attuale livello di tifo calcistico ed incompetenza tecnica che regna tra gli spettatori di MediasetGP, se si vince è merito di Rossi e se si perde è colpa della Ducati. Comunque vada, per la Ducati sarà negativo. E in effetti in giro molti tifosi del 46 giallo vanno in giro dicendo "madonna che cancello la Ducati, sta rovinando la reputazione a Rossi". Appunto... 2. Se a quanto sopra aggiungiamo che la Ducati si è ritirata dalla SBK, il disappunto diventa incazzatura. Molti ripetono che l'ingaggio di Rossi non c'entra con il ritiro della squadra ufficiale, che l'ingaggio di Rossi lo paga la Marlboro... Sarà, però mi pare una coincidenza notevole. Diciamo che in Ducati hanno pensato bene di concentrare tutte le risorse in motogp, anche a costo di abbandonare la Superbike. Il che, sinceramente, mi pare una gran minchiata. 3. Oltretutto se a gestire il team Motogp ci metti il basettone. Con tutto il rispetto, secondo me Guareschi non ha la minima idea di come si dirige una squadra di quel livello; inoltre, il suo passato di collaudatore, ritenuto quindi pilota inferiore ad Hayden e - figuriamoci - a Rossi, mina alla radice la sua credibilità con i piloti. Secondo me, se hai quel ruolo, è meglio che tu non abbia mai corso. O sei hai corso, che sia passato molto tempo o che tu abbia vinto più della gente che dovresti dirigere... E poi, comunque, ogni volta che risponde alle domande sembra sinceramente non sapere di che cosa sta parlando. Per quanto riguarda Preziosi, poi, ha il grande difetto di essere ciecamente innamorato di Valentino. E di non vedere, quindi, la realtà. 4. Molti mi chiedono: se quanto sopra è vero, possibile che il management Ducati abbia fatto un errore così grande? Beh, anche i manager sbagliano, secondo me. Sul fronte marketing, hanno commesso l'errore di puntare tutto sul ritorno di immagine legato al nome di Rossi. Il problema, secondo me, è che il cliente Ducati non compra scooter con il numero 46 sopra, ma moto - spesso sportive o comunque dotate di tecnologia derivata da esperimenti sportivi - piuttosto costose. E quando spendi quei soldi, te ne freghi del 46 giallo e guardi piuttosto se quel motore o quel telaio sono il risultato di moto da corsa vincenti. Insomma, non è che con Rossi vendi una 1198 in più, ma neanche una Multistrada o un Diavel, perché secondo me nessuno si fa convincere a spendere 15-20 mila euro perché "la Ducati è la marca pilotata da Rossi". Ora, fin qui ho detto perché il matrimonio non mi sarebbe comunque piaciuto. Ma visti poi i risultati... In breve, la Ducati, da quando è arrivato Rossi, sta facendo la sua peggior stagione di sempre in motogp, a livello di risultati, reali e "percepiti". Perché non si tratta semplicemente di arrivare sempre dietro Honda e Yamaha (e basterebbe...), ma del fatto che stanno chiaramente dando l'impressione di non sapere che cosa fare. Terribile. La storia della GP 11.1 è disgustosa: un pilota che decide i piani di sviluppo delle moto, in Ducati, non si era mai visto. Denota un'insicurezza a livello progettuale spaventosa. Ho sentito dire persino che voglio fare un telaio tipo "deltabox" per dare a Rossi una moto più "facile" e simile alle giapponesi. Roba da matti: è questa l'immagine vincente che volevano dare ai clienti? "Scusate non sappiamo fare le moto, stiamo aspettando che Valentino Rossi e Jeremy Burgess ci dicano come progettarle; 14 titoli superbike li abbiamo vinti per caso". Quanto a Rossi, beh, secondo me la storia è anche più semplice di quanto non sembri. Rossi è stato un grande campione, probabilmente il migliore degli ultimi vent'anni, certamente uno dei cinque migliori della storia del motociclismo. Insomma, uno che può stare nell'Olimpo con Agostini, Hailwood, e pochi altri. Adesso, come è normale che accada, è alla fine della carriera. Come ha detto Sarge, pesa sicuramente molto l'incidente del Mugello 2010. Era la prima volta che si faceva male sul serio ed è normale che, più o meno consciamente, a trentadue anni, con nove titoli, milioni di euro in banca e la paura delle ossa rotte, anche lui "chiuda la manetta". Succede a tutti, nessuno scandalo, non è divertente battere musate sull'asfalto e stare mesi con i chiodi nelle ossa. Se hai venti, forse anche venticinque anni, magari riesci a superarlo, soprattutto se non è la prima volta che ti fai male. Ma Rossi no, troppo vecchio, troppo ricco. Del resto, che Rossi fosse in fondo alla carriera lo dimostra il fatto che Honda e Yamaha ufficiali per lui erano porte chiuse. Oltre a questo, Rossi comunque negli ultimi anni era stato un po' sopravvalutato, con il conseguente effetto di sottovalutare i suoi avversari. Per carità, lo ripeto, fino all'incidente era comunque ancora uno dei migliori, certamente imbattibile in alcuni aspetti, ma era comunque già stato raggiunto, a livello di "valore" complessivo, da Lorenzo e, soprattutto, Stoner. E qui viene il punto. Complice la disinformatjia Mediaset, per anni molte persone (compresi i vertici Ducati, forse), hanno pensato che Stoner fosse soltanto un discreto pilota, persino avvantaggiato da una moto "velocissima". E quindi i medesimi hanno pensato che la Ducati "se vince con Stoner, figuriamoci con Rossi" (ed era quello che tutti i tifosi di Rossi ripetevano come un mantra durante questo inverno). E qui casca l'asino e va detto una volta per tutte: Stoner è un mostro e lo era fin dal 2007, quando volava con una "bara" come quella. Io ho sempre pensato che Stoner sia il pilota dotato del talento più cristallino, potrei vederlo girare da solo per ore, incantato dalla padronanza del mezzo, dal coraggio selvaggio che dimostra in inserimento, condotta e uscita di curva. Forse non è il più forte in bagarre e in staccata (per quanto...), ma come velocità pura non ha rivali. E questo andava capito fin dal 2007. Nel 2008, 2009 e 2010 arrivava dietro alle Yamaha (con Rossi o Lorenzo, comunque le Yamaha) per la banale ragione che la Yamaha era largamente superiore. E meglio avrebbero fatto, i sapienti, a tener presente quali distacchi abissali il canguro infliggeva ai suoi sventurati compagni; avrebbero forse capito che la Ducati è sempre stata moto da metà classifica e qualche podio con un po' di fortuna, e solo grazie a quell'alieno di Stoner ha vinto un titolo mondiale e diverse gare negli anni successivi. Certo, nel 2007 c'era il vantaggio delle gomme, ma non è che Capirossi è arrivato secondo in classifica iridata (per la cronaca, arrivò settimo, a 200 - duecento - punti da Stoner...), il che significa che parecchio contava il manico del ragazzotto. E quest'anno, nessuna sorpresa, Stoner sta facendo il campionato che sinceramente avevo previsto avrebbe fatto. Questo è il problema di Rossi: avere ereditato una moto molto più lenta di quanto si pensasse da un pilota molto più veloce di quanto si pensasse. Qualcuno dice che Rossi è stufo e per il 2012 vorrebbe rescindere il contratto e tornare alle giapponesi (ovviamente in un team clienti). Io lo spero. Non ho niente contro Rossi, ma questo matrimonio è nato male e sta finendo peggio. Come nelle coppie, è meglio lasciarsi prima di arrivare a tirarsi i piatti. Io, da ducatista, sarei sinceramente più contento di vedere la "mia" casa tornare a fare moto pensate dagli ingegneri, che rispettano la filosofia costruttiva del marchio, pilotate da ragazzi giovani e desiderosi di mettercela tutta. L'anno scorso avrei preso Spies, quest'anno ormai sarà già cresciuto come "prezzo". Prendiamo un ragazzo giovane, un Bradl, o anche meno, e rimettiamoci a fare le moto "alla bolognese". Magari qualche podio ci scappa lo stesso, e piace molto di più a quelli che poi il pompone se lo comprano davvero. E Rossi finisce la sua carriera in maniera dignitosa, magari vincendo qualche gara con la Yamaha Tech 3 o la Honda Gresini (sempre che a Tokyo gli revochino il divieto di salire su un mezzo con l'ala dorata, fosse anche una motozappa). Beh, ho postato più che due cents, chiedo venia per il messaggio lungo e palloso.
  10. Vedo che nessuno cita sistemi BSD. Giusto per la cronaca, sul Mac faccio girare in emulazione PCBSD, sostanzialmente un BSD con interfaccia grafica KDE. Non è male, ed è piuttosto usabile. Io non vado matto per KDE (a parte i Mac, a casa e in studio ho ancora qualche vecchia macchina Pentium su cui girano, rispettivamente, Ubuntu 9.04 e 10.04: entrambi con Gnome, molto più bella), ma insomma volendo è un'alternativa, nel mondo Unix, ai soliti Linux. Se uno ha tempo e voglia, secondo me vale la pena di provare. Diciamo che è la dimostrazione che BSD non è solo "riga di comando" per "guru dei server", ma potrebbe anche essere un sistema per utenti normali.
  11. La 75 rollava, ma anche la Giulia (perlomeno, la Nuova Super del 1974). La 33 un po' meno.
  12. Grande acquisto. Sul prezzo non mi sbilancio perché non conosco le quotazioni; ma ho avuto per sette anni una 33 Imola e non posso che dirtene bene (ottima su strada; la frenata, forse, un tantino lunga). I 120 mila km non sono un problema, quando io vendetti la mia ne aveva 130 mila e girava come un orologio. E ti assicuro che era sfruttata: a quei tempi, ci andavo come un pazzo scatenato (modo diseducativo on: lo so, non va detto, è sbagliato, ma che volete farci... e poi ormai sono passati dodici anni, è tutto prescritto... modo diseducativo off) Se la prendi, mi permetto di suggerirti una piccola modifica che non credo alteri l'originalità (o perlomeno, non al punto da farti rifiutare RIAR e simili): se la trovi, metti davanti la barra antirollio che era originariamente prevista soltanto per le 1.7. Io lo feci (da nuova, praticamente me la feci consegnare con la barra) e mi sono sempre trovato benissimo. Non tanto per la maggior tenuta (alla fine non credo che spostasse molto), ma per il consumo delle gomme davanti: con la barra era regolarissimo, perfetto. Senza, tante 33 1.3 davanti consumavano le gomme in maniera disomogenea. In bocca al lupo!
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