xtom
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Poi però devi aggiungere che l’Italia non è un grande produttore di petrolio, che lo importiamo quasi tutto e lo bruciamo tutto, quindi siamo continuamente dipendenti da chi estrae il petrolio o il gas, tutti costi di esercizio che sono pura spesa senza ritorno. Viceversa la spesa per realizzare impianti di produzione da energie rinnovabili e batterie di accumulo è un investimento, che ci rende energicamente autonomi, dato che il sole, il vento e l’acqua non li paghiamo, e in Italia proprio non ci mancano.
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In realtà l’acquisto di energia in Italia è regolato dalla borsa elettrica, è un mercato telematico che funziona H24, la precedenza va ovviamente alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che però è intermittente, di notte i pannelli fotovoltaici non funzionano, le pale eoliche girano solo quando c’è vento, di solito in orari ben precisi determinati dall’inversione termica. Tutto il resto dell’energia viene quindi prodotta modulando la potenza delle centrali, la maggior parte sono turbo gas a metano, meno metano entra, meno energia elettrica viene prodotta, senza necessariamente dover spegnere la centrale. Di giorno riusciamo ad esportare energia elettrica ad alto costo, di notte importiamo energia elettrica a basso costo da Francia e Slovenia, perché quasi c’è la regalano, loro non possono modulare l’energia in sovrappiù prodotta dalle centrali nucleari. Per quanto riguarda le reti è vero che spesso sono vecchie, ma i piani di ammodernamento sono continui, per cui vi sarà capitato di vedere in città o fuori città cantieri per la sostituzione di cavi di bassa, media e alta tensione, smontaggio di tralicci sostituiti da nuove linee interrate, etc .. L’ARERA, l’autorità dell’energia, ha stabilito l’aumento automatico della potenza massima prelevabile nelle fasce notturne per chi deve ricaricare l’auto, grazie alla possibilità dei contatori 1G e 2G di variare dinamicamente la soglia del limitatore. In generale gli aumenti di potenza entro una certa fascia di kw sono automatici, vengono fatti da remoto, senza necessità di intervenire sulla rete, in quanto la rete è già in grado di reggere questi aumenti. Tutti gli aumenti di potenza necessari per la ricarica delle auto elettriche già oggi rientrano in questa fascia.
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Qui trovi i dati del 2019: https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/statistiche/pubblicazioni-statistiche In sintesi: - Fabbisogno 319,6 TWH - Prodotta 284,0 TWH - Importata 44,0 TWH - Esportata 5,8 TWH - Capacità installata 119,3 GW Quindi se tutte le centrali e gli impianti potessero funzionare H24 avremmo una produzione annuale di oltre 1000 TWH, ma considerando l’intermittenza delle fonti rinnovabili e le manutenzioni, anche ipotizzando un funzionamento al 50% si avrebbe una capacità di 500 TWH. La percorrenza media in Italia è di circa 12.000 Km all’anno, un’auto elettrica fa in media 5 km con un kWh, quindi 2400 kWh all’anno, facciamo 3000 kWh con le perdite di trasporto e carica batterie, totale per 52 milioni di veicoli fa 156 TWH all’anno, che sommato agli attuali 320 consumati fanno 476 TWH., meno dei 500 TWH già oggi teoricamente disponibili.
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Esatto arrivano indirettamente, ma vanno a loro, diversamente da altri tipi di incentivi che vanno direttamente a loro senza benefici diretti per i clienti. Era proprio questo quello che volevo dire. Quando si criticano gli incentivi alle auto elettriche che passano dai clienti e vanno ai produttori, bisogna considerare che altri tipi di incentivi vanno direttamente alle aziende, indipendentemente da quello che acquistano i clienti. Quindi ci sono incentivi che i clienti non vedono e che non sono meritocratici, perché non sono indirizzati dalle scelte dei clienti. Per quanto riguarda l’energia elettrica è un discorso trito e ritrito, in Italia c’è sovracapacità produttiva, in estate vengono tenute spente diverse centrali a turbo gas che inquinano molto meno. Importiamo un po’ di energia atomica dalla Francia perché è a basso costo, ce la svendono di notte.
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Il beneficio degli incentivi non va ai clienti, ma alle case costruttrici, che possono tenere alti i prezzi rispetto ai costi di produzione per rientrare negli investimenti fatti per affrontare il cambio tecnologico. Una volta ammortizzato l’investimento i prezzi scenderanno e non ci sarà più bisogno degli incentivi. I dati mostrati sopra dimostrano come non ci vorranno molti anni. Per lo meno gli incentivi sulle auto elettriche vanno alle aziende in funzione del numero di veicoli elettrici che riescono a vendere, quindi è sicuramente un sistema più corretto rispetto a tanti altri tipi di incentivi (tipo superammortamento) che vengono elargiti alle imprese senza che ci sia una relazione diretta con l’effettiva ricaduta economica e sociale.
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È vero le auto elettriche sono carissime, ma la tecnologia elettrica non lo è affatto e sta diventando sempre più economica. In realtà in Cina ci sono già arrivati Già oggi un motore elettrico ed un inverter costano sicuramente meno di un motore termico di pari potenza e coppia con cambio automatico e consuma minor energia. Se aggiungiamo che gli incentivi stanno coprendo gli attuali maggior costi delle elettriche, a conti fatti già oggi l’auto elettrica economicamente conviene, ma lo sarà sempre di più, sia per i produttori, sia per i consumatori. Ormai abbiamo già superato il punto pareggio ed i prezzi possono solo scendere.
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Se proprio non possono mettere un italiano come COO dell’EMEA, almeno mettano Olivier Francois, che pur essendo francese è da una vita sui marchi italiani.
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Ero preoccupato uscisse un cassone tipo Urus, invece sono sollevato nel vedere che sono rimasti a livello crossover. Quasi un plagio della Formentor, che ho sempre detto che come volumi è meglio della Tonale 🤣
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Infatti la vera soluzione di transizione non è l’ibrido plug-in, ma l’elettrico con range extender, che ha un’utilizzo simile a quello delle auto a gas, ed un’autonomia senza benzina simile. Viaggi quasi sempre in elettrico, se la batteria non basta per portarti a destinazione o alla prossima ricarica, attivi il generatore.
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Nel 2000 la percorrenza media annuale in auto degli italiani era di 14.400 km, nel 2009 era scesa a 12.200 km, nel 2016 è risalita a 12.500, ma credo che la media degli anni successivi non si sia discostata di molto. Con queste percorrenze una normale auto elettrica con autonomia sotto i 300 km basta ricaricarla mediamente una volta a settimana. Il problema dell’ansia da autonomia penso sia dovuto più alla disponibilità di una ricarica rapida in caso di emergenza, che da una reale limitazione di percorrenza, sufficiente nella stragrande maggioranza dei casi. Tornando al tema delle batterie allo stato solido c’è chi dice che arriveranno prima del 2025, tra i vari benefici c’è il minor volume per Wh, si parla di un litro per kWh, due o tre volte superiore alle attuali batterie. Questo vuol dire che nello spazio di un serbatoio da 50 litri ci possono stare batterie da 50 kWh. Tutto il discorso sulla necessità di creare pianali skateboard dedicati per le auto elettriche potrebbe presto diventare superfluo.
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Bella, mi piace, pur avendo gli strani stilemi DS, come le luci diurne ed i triangoli sul montante, la trovo elegante e filante, tutto l’opposto della DS 3 Crossback. Speriamo che anche gli interni siano più snelli e sobri delle altre DS. E comunque in ottica Stellantis ci vedrei bene una Lancia con queste forme.
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OK, noi irriducibili alfisti ci esaltiamo per ogni piccolo segno di vita che proviene da Alfa, ma a me queste operazioni fanno un po’ incavolare. La produzione della 4C era terminata, perché pare non ci fosse sufficiente domanda per tenerla in piedi, si parla di esemplari invenduti rimasti sul groppone dei concessionari. Poi se ne escono dopo un anno, riciclando dei pezzi di magazzino, per supplire alla mancanza di nuovi modelli ed allo scippo della 8C da parte di Maserati. Invece di fare una semplice serie speciale fanno un tributo alla 33 stradale, una delle auto più belle insieme alla Ferrari Dino. Per completare l’opera pubblicano delle foto in cui hanno il coraggio di mettere a fianco una goffa 4C ad una sinuosa 33 stradale, rovinando la poesia di entrambe. Ma perché ? Tutta questa violenza Alfa non se la merita. 😥
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Vedo che giustamente ognuno interpreta a suo modo il concetto di “uomo di prodotto”, per qualcuno significa realizzare prodotti tecnicamente superiori, per altri realizzare una gamma completa di modelli, indipendentemente dalla tecnica, dalle vendite e dai ricavi. Per fare un esempio Tavares per risparmiare poteva non fare la nuova Corsa, tanto c’era già la 208, oppure non fare la nuova Mokka, tanto c’era già la Crossland e la DS 3 Crossback, ma forse è più conveniente spalmare gli investimenti su più modelli.
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OK, guardiamo al futuro, ma il discorso era proprio quello di capire cosa farà Stellantis, se farà come FCA che ha rinunciato a fare modelli o se farà come PSA, ma anche come Renault, Volkswagen e tutti gli altri costruttori europei, che hanno continuato a produrre tutti i modelli in tutti i principali segmenti ed ampliare le gamme con UV in tutti i segmenti. Non penso che i Francesi sarebbero contenti di veder sparire la 208 e la C3 dai listini, perché Stellantis è globale e le segmento B non rendono. Insomma la preoccupazione è che Stellantis sia come FCA con gamma europea sempre più ridotta, mentre la speranza è che Stellantis sia come PSA, che nonostante tutto ha investito e ampliato la propria gamma di prodotti.
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Si parlava di prodotti, di chi li fa e chi non li fa, ecco alcuni esempi di oggi: Modelli segmento B FCA: 0 Modelli segmento B PSA: 3 Modelli segmento B-UV FCA: 2 Modelli segmento B-UV PSA: 5 Modelli segmento C-UV FCA: 1 Modelli segmento C-UV PSA: 5 Capisco però che per voi non contano perché sono solo roba che si vende a europei povery
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Beh sì, ci sono prodotti e prodotti, PSA non ha marchi come Jeep, Alfa e Maserati, penso che quindi non si stia parlando dei prodotti di quei marchi specialistici, ma di quelli generalisti. Vent’anni fa Fiat e Lancia credo avessero insieme più modelli di Peugeot e Citroen, oggi meno della metà.
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Infatti mi fa stare più tranquillo Tavares, che è uomo di prodotto, di Elkan, che è uomo di finanza.
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Su questo canale potete trovare diversi video in cui ex piloti dell’aeronautica militare italiana raccontano le loro disavventure su F104 o altri aerei, tutti casi che per fortuna possono ancora essere raccontati dai loro protagonisti sopravvissuti dopo essersi lanciati. https://www.youtube.com/c/RONINFILMPRODUCTION
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Azzarderei qualcosa di elettrico, visto che non c’è minimo accenno ad uno scarico. Anche nei concept più finti gli scarichi in qualche modo ci sono
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Al di là dell’eccesso delle luci diurne non sembra male. Stai a vedere che hanno capito come fare belle anche le DS.
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